Il nostro buon prete Luigi Daverio curato di Azzate,
sollecitato dai suoi superiori, si appresta a redigere il cosiddetto stato delle anime[1], ossia la composizione delle famiglie
azzatesi che sono sotto la sua cura parrocchiale e inizia con queste parole:
"Nota delle anime che nel presente
anno 1573 si trovano sotto la cura della chiesa di santa Maria del loco di
Azza, della pieve di Varese, chresimati et non chresimati, et anchora di più,
dove si trova lettera c inanzi si denota quello esser di communione et
comunicato, et dove se trova una crocetta si denota quello non anchora essere
admissibile alla communione".
Oltre i dati anagrafici egli fornisce anche l’informazione
se i componenti di ogni singola famiglia hanno ricevuto il sacramento della
cresima, se sono in età da comunione e comunicati oppure di non avere ancora
raggiunto l’età della prima comunione.
L’intera popolazione di Azzate che scopriremo essere di
460 anime, come le definisce il curato, è formata da
98 famiglie di cui 36[2] sono
nobili[3] e
quasi tutte Bossi con il loro bel domino (signore)
anteposto al nome proprio, fatta eccezione per la famiglia n. 5 di domino
Antonio da Varese e la n. 10 di domino Berto di Daverio, e altre 62 famiglie di
vicini[4] ossia abitanti del vicus (del borgo). Fra queste ultime scopriamo una sola famiglia di
cognome Bossi e più precisamente la n. 47 di Gio. Maria.
Le famiglie presentano una composizione molto variegata:
si passa da quella n. 36 di don Gio. Angelo Bossi di anni 80 a quella n. 17 di don Gaspare Bossi
di appena 16 anni. Per lo più sono costituite da marito e moglie con i loro
figli, ma non mancano quelle in cui sono presenti anche i genitori anziani o i
fratelli non ancora sposati. Le famiglie più facoltose hanno al loro servizio
dei servitori che fanno parte integrante del nucleo familiare.
Tre famiglie si distinguono per essere le più
numerose con 16 individui e sono la n. 38 di Cristoforo Mantico, la n. 46 di
Paolino Ballerio e la n. 93 di Pietro Giamberini. A queste segue la n. 24 di
don Gio. Battista Bossi con undici individui.
Curiose per la loro configurazione sono la famiglia
n. 70 composta da due vedove e la famiglia n. 92 composta da una sola persona.
Si presume che tutti gli azzatesi siano stati
battezzati anche se il curato Luigi Daverio inizia le registrazioni
cronologiche dei battesimi soltanto il 13 maggio 1564.
Tutti sappiamo che il battesimo è il fondamento di
tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito («
vitae spiritualis ianua »), e la porta che apre l'accesso agli altri
sacramenti. Mediante il battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come
figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi
partecipi della sua missione: “Baptismus est sacramentum regenerationis per
aquam in verbo” Il battesimo può
definirsi il sacramento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e la
parola.
La cresima, dopo la consacrazione a Cristo nel
battesimo, è il sacramento in cui riceviamo il sigillo dello Spirito Santo che
unisce in modo più perfetto alla Chiesa e ci rende testimoni di Gesù nel mondo
e qui gli azzatesi del 1573 sono un po’ scarsi e possiamo anche permetterci il
lusso di elencarli:
- Domino Antonio da Varese d’anni 64 capo della
famiglia n. 5
- Domino Gio. Maria Bossi d’anni 34 capo della
famiglia 6
- Domina Barbara sua consorte d’anni 24
- Domino Gio. Battista Bosso di messer Dionigi d’anni
32 capo della famiglia n. 7
- Domina Susanna sua madre d’anni 60
- Margherita Bossi figlia di Gio. Battista d’anni 18
- Domino Vespasiano Bossi d’anni 30 capo della
famiglia n. 8
- Domino Gio. Stefano Bossi d’anni 28 capo della
famiglia n. 9
- Caterina Della Croce d’anni 45 serva di domino Gio.
Pietro Bossi
- Marta da Caronno d’anni 50 serva di domino Gio.
Pietro Bossi
- Domina Angela d’anni 60 moglie di domino Battista
Bossi
- Domino Francesco Bossi d’anni 40 figlio di domino
Antonio Bossi
- Domino Gio. Antonio Bossi d’anni 38 capo della
famiglia n. 22
- Francesca Della Croce d’anni 20 serva di domino
Gio. Antonio Bossi
- Domino Battista Bossi detto d’Arolfo d’anni 45 capo
della famiglia n. 24
- Domina Aurelia sua consorte d’anni 38
- Domino Gio. Antonio Bossi d’anni 30 fratello di
domino Battista
- Domina Paola Bossi d’anni 34 vedova e capo della
famiglia n. 29
- Domina Elisabetta Bossi d’anni 55 madre di domina
Paola
- Domino Giulio Bossi d’anni 19 capo della famiglia
n. 33
- Domino Giuseppe Bossi d’anni 40 capo della famiglia
n. 34
- Domino Gaspare Bossi d’anni 35 capo della famiglia
n. 35
- Domino Gio. Angelo Bossi d’anni 80[5] capo
della famiglia n. 36
in cui si evidenzia che, fatta eccezione per il
nobile Antonio da Varese ed i tre servitori Caterina Della Croce, Marta da
Caronno e Francesco Della Croce, tutti gli altri cresimati appartengono ai
nobili Bossi.
Non vorrei avanzare un’ipotesi azzardata ma sembra
quasi che la cresima, conferma del primo sacramento
che è il battesimo, sia una prerogativa dei nobili,
probabilmente più evoluti anche in campo spirituale come, del resto, potrebbe
esserlo in quello dell’istruzione che sicuramente vedrebbe il predominio di chi
sa leggere e scrivere fra i nobili piuttosto che fra i vicini.
Azzardo anche l’ipotesi che la risaputa
frequentazione dei nobili Bossi con il borgo di Varese e la città di Milano
oppure la consuetudine di avere in famiglia degli ecclesiastici potrebbe essere
la causa di quello che ho definito come loro avanzamento spirituale.
In totale le anime sotto la cura del prete Luigi
Daverio nel 1573 sono 460[6] di
cui 324 in età da
comunione e comunicate che si scostano notevolmente dai dati forniti soltanto
cinque anni prima (nel 1568[7])
dallo stesso curato che indicava 74 fuochi contro le 98 famiglie, un totale di
610 anime contro le 460 e n. 370 comunicati contro 324 dello stato delle anime.
Dopo aver elencato le famiglie nobili, il curato di
Azzate inizia a descrivere quelle dei vicini secondo uno schema che a noi
sembra topografico e incomincia dai Mantico di Vegonno per poi portarsi ai
Tacconi di Castello e via di seguito fino a prendere in rassegna tutte le
famiglie del borgo. Chiude l’elenco con le famiglie dal n. 92 fino a quella n.
99, che abitano nei mulini e nei cascinali sparsi un po’ per tutto il
territorio comunale.
Nel 1573 il 35,35% della popolazione azzatese è
rappresentato da nobili della famiglia Bossi (35 famiglie su un totale di 99).
Nel 1900 le famiglie nobili si sono ridotte a due; nel 2000 non c'è n’è più alcuna.
componenti
1 D. Francesco
Bossi n.
1503 5
2 D. Caterina
Bossi n. 1513 6
3 D. Nicolò
Bossi n. 1508 3
4 D. Gio. Battista
Bossi n. 1541 6
5 D. Antonio da
Varese n. 1509 3
6 D. Gio. Maria
Bossi n.
1539 4
7 D. Gio. Battista
Bossi n. 1541 3
8 D. Vespasiano
Bossi n.
1543 5
9 D. Gio.
Stefano Bossi n. 1545 6
10 D. Berto di Daverio n.
1513 5
11 D. Gio. Paolo Bossi
n. 1541 3
12 D. Angela Bossi
n. 1533 3
13 D. Clara Bossi
n. 1533 3
14 D. Gio. Pietro Bossi
n. 1513 7
15 D. Vincenzo Bossi
n. 1528 4
16 D. Gio. Antonio Bossi
n. 1548 3
17 D. Gaspare Bossi
n. 1557 3 capo
famiglia più giovane
18 D. Battista Bossi
n. 1513 5
19 D. Antonio Bossi
n. 1503 4
20 D. Ermes Bossi
n. 1523 2
21 D. Taddeo Bossi
n. 1533 8
22 D. Gio. Antonio Bossi n.
1534 8
23 D. Giulio Bossi n. 1538 3
24 D. Gio. Battista Bossi n.
1538 11 famiglia Bossi più numerosa
25 D. Gio. Francesco Bossi n.
1543 4
26 D. Gio. Alberto Bossi
n. 1531 6
27 D. Gio. Battista Bossi n.
1535 5
28 D. Bianca Bossi n.
1540 5
29 D. Paola n.
1539 5
30 D. Gabriella Bossi
n. 1518 3
32 D. Gerolamo Bossi
n. 1540 6
33 D. Giulio Bossi n. 1554 3
34 D. Giuseppe Bossi
n. 1533 8
35 D. Gaspare Bossi
n. 1538 2
36 D. Gio. Angelo Bossi
n. 1493 5 capo
famiglia più anziano
37 D. Cristoforo Bossi
n. 1528 6
------
171
38 Mantico Cristoforo 16
una delle tre famiglie più
numerose
39 Mantico Pietro Maria 9
40 Tibiletti Gio. Angelo 3
41 Campigli Andrea 4
42 Tognola Bartolomeo 5
43 Tognola Antonio 6
44 Tacconi Francesco 2
45 Cappellini Bernardo 7
46 Ballerio Paolino
16 una delle tre famiglie più numerose
47 Bossi Gio. Maria 8
48 Bosoni Paolino 3
49 Longhini Bernard 6
50 Pedroli Ambrogio 2
51 Santini Gaspare 2
52 Maininelli Giovanni 3
53 Balani Giacomo 3
54 Bosoni Francesco 2
55 Slozo Cristoforo 3
56 Vanoni Francesco 7
57 Gibbini Francesco 5
58 Olegino Francesco 7
59 Barruo Badino 12
60 Magni Antonio 3
61 Quadrupani Gio. Agelo 4
62 Carnaghi Battistino 5
63 Valenti Antonio 2
64 Carnaghi Francesco 6
65 Piccinelli Cristoforo 2
66 Piccinelli Bernardo 5
67 Margutti Battista 3
68 Fornari Gerolamo 4
69 Luciti Tomaso 4
70 Bocelli Paolina 2
71 Bocelli Francesco 3
72 Carnaghi Antonio 4
73 Beccaria Orlando 5
74 Pasquino Battista 3
75 Sangiovani Giorgio 4
76 Chinatti Gaspare 8
77 Bernardelli Matteo 3
78 Martignoni Marco 6
79 Codori Elisabetta 2
80 Pagani Elisabetta 2
81 Corti Giacomo/Albini Albino 7
82 Pagani Francesco 2
83 Oggiona Francesco 3
84 Giorgini Francesco 5
85 Berti Pietro 2
86 Tacconi Pietro Antonio 5
87 Martignoni Cesare 6
88 Pusterla Antonio 5
89 Barrera Maina 3
90 Carnaghi Gio. Maria 5
91 Varani Antonio 2
92 del Molino Giovannina 1
93 Giamberini Pietro
16 una delle tre famiglie più
numerose
94 Molinari Togno 3
95 Maccana Cristoforo 2
96 Ghinelli Francesco 3
97 Gatti Pietro 2
98 Bonuga Caterina 2
99 Marogna Gerolamo 2
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460
di cui n. 324 da comunione.
[1] ASDMi, Visite Pastorali, Varese, volume 32, quinterno 12.
[2] Nella numerazione si è
tralasciato il n. 31 per cui dal n. 37 và tolto un numero e i nuclei familiari
diventano 36.
[3] Li nobili sono
l’infrascitti.
[4] “Nota dei vicini della
cura de santa Maria del luoco d’Azzà pieve di Varese dove è prefix la lettera
c. sono de comunione et
comunicati,
dov’è la crocetta non sono admissibili anchora alla sacra comunione”
[5] Il più anziano del paese.
[6] Vazzoler nella nota 38 di
pag. 47 dice che gli abitanti sono 478 di cui 182 nobili. Bisognerà
controllare!
[7] Suo memoriale sulla
Parrocchia di Azzate. ASDMi, Visite Pastorali, Varese, v. 7, q. 30. (Vedi
Vazzoler pa. 46).
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