Memoria per il
Capitolo di Varese
Nel
mese di giugno dell’anno 1746 prossimo scorso è morto nel Convento dei RR. PP.
Riformati dell’Annunziata generalmente detto di Varese, cioè quello si vede
sulla strada che conduce da Milano a Varese, il Rev. P. Paolo Buzzi del luogo
di Viggiù Pieve di Arcisate, quale ivi s’era fatto portare per essere curato da
una sua infermità, e aveva disposto d’essere, morendo, seppellito nella chiesa
di detti PP.
Fu tosto avvisato d’una tal morte il Capitolo di Varese da
detti RR. PP., e singolarmente dal M.R. P. Pasquale da Varese loro ex
provinciale, che portatosi alla casa del Sig. Prevosto, non ritrovandolo,
lasciò biglietto d’avviso, tenendo anche detti Padri per indubitato essere il
loro Convento sottoposto alla Prepositurale di detto Borgo, ma sentendosi che
la ragione di detto funerale veniva anche pretesa dal Sig. Curato di Giubbiano,
dopo vari discorsi per ovviare a qualunque disordine potesse nascere, si
stabilì dovesse farsi il funerale dal Capitolo, conciliata prima la scrittura
che si esibisce.
Per dar ora passo all’intelligenza concordata in tale
scrittura resta con tutto gradimento del Capitolo eletto in arbitro
l’illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco Lunati visitatore regionale
e dal Capitolo medesimo le si fanno rispettosamente presenti le seguenti
ragioni.
Primo. Che
sopra la cura di Giubbiano fino al tempo del glorioso San Carlo fu esercita la
Parrocchialità della Prepositurale di Varese, levata la quale per decreto del
fu eminentissimo Federico Borromeo dalla medesima Prepositurale fu unitamente
con la cura di Bosto posta sotto il regime d’un solo Parroco, quindi per essere
detto Convento luogo esente non dovrebbe essere stato sottoposto alla
giurisdizione di detto nuovo Parroco, bensì lasciato sotto la detta
Prepositurale, come è sempre stata opinione non tanto del Capitolo, che dei
Rev. PP. Medesimi, e per questa comune opinione del paese chiamansi li RR.
Riformati di Varese, non di Giubbiano.
Secondo. Che il
Borgo di Varese con i suoi sobborghi è diviso in sei squadre, e sono:
Biumo
Superiore che è sobborgo
Biumo
Inferiore che è sobborgo
Santa Maria
che è parte del Borgo unita con Cartabbia, che è sobborgo
San Dionigi
parte come sopra con Bosto, che è sobborgo
San
Giovanni come sopra con Casbeno, che è sobborgo
San Martino
parte come sopra con Giubbiano, che è sobborgo.
E però quando le Parrocchie dei sobborghi furono levate
dalla Prepositurale, comecchè i due Biumi Superiore ed Inferiore erano squadre
da sé sole, furono per intero sottoposti ai nuovi Parroci laddove Casbeno,
Bosto, Giubbiano e Cartabbia furono trasferiti
alla giurisdizione dei nuovi
Pastori solo in parte di Squadre, rimanendo le altre parti sotto la
Prepositurale, fra le quali è ben ragionevole il credere sia restato il
Convento predetto, che per essere luogo esente, come si è detto di sopra, non
aveva mestieri d’esser posto sotto la nuova cura, bensì doveva restar unito
colla posizione di Squadra, che forma corpo col Borgo.
Terzo. Che
detto Convento non appare essere situato nel territorio di Giubbiano,
ritrovandosi solo presso dei RR. PP. Copie d’istrumenti d’acquisti fatti per la
fondazione del Convento, che parlano di sole pertiche 12 circa, quando che
tutto il ricinto sorpassa le pertiche 50, e dicono i PP. Medesimi essere le 12
pertiche contigue alla terra di Giubbiano al di là del Convento e Chiesa,
avendo per tradizione de Padri suoi Predecessori sempre sentito, che il
rimanente, in cui è fabbricato il Convento e la Chiesa non sia in territorio di
Giubbiano, ma si bene di Varese, nulla ostando il termine di vivo, di cui si
parlerà nelle ragioni del Sig. Curato posto nel prato grande verso Varese, giacché è notorio che questo fu
posto solamente in occasione dell’ultima misura del generale censimento circa
l’anno 1723 senza saputa dei Signori Preposto e Canonici, come pure credesi non
ostare la fede dell’Officio del Ducato per le medesime ragioni già di sopra
accennate.
Quarto. Che
essendosi nell’anno 1724 ammalato in detto Convento, ed ivi
morto Giovanni
Bardellanè la ragione funeraria fu esercita dal R. Coadiutore Curato di Varese
senz’altro ostacolo del R. Parroco di Bosto e Giubbiano, che viveva di quel
tempo e senz’alcuna sua pretensione sopra detto funerale nec ratione Ecclesiae Parochialis, nec ratione Ecclesiae tumulantis,
e ciò ne nel tempo si dovevano fare le esequie, ne dopo seguite le medesime.
Crede dunque il Capitolo competergli senz’altro la
giurisdizione, e la ragione anche per il funerale da lui fatto nell’accennato
mese di giugno 1746 ad esclusione del Sig. Curato di Giubiano, ma quand’anche
potesse sopra tale punto rimanere qualche dubbio, la ragione vuole, che stante
il dubbio debba prevalere la chiesa matrice, quale è nel nostro caso quella di
Varese, e così la sentono tutti i uomini più saputi e più savi.
Rev. Prete Paolo Buzzi di Viggiù
+ giugno 1746 a
Varese nel Convento dei RR. PP. Riformati dell’Annunciata.
1747 adì 29 aprile 1747
in Varese
Restando accordato fra le infrascritte parti che la
controversia fra le medesime insorta a cagione del funerale del fu R. Prete
Sig. Paolo Buzzi dovesse decidersi da quella persona, che concordemente fosse
nominata, come dalla scrittura del giorno 2 giugno prossimo passato; perciò per
esecuzione della medesima.
Il M.R. Sig. Preposto D. Natale Menafoglio e li RR. Sig.
canonici Giovanni Viglezio, D. Francesco Frotti e Giulio Giacomo Pallavicino,
anche come specialmente delegati dal pieno loro Venerando Capitolo dell’Insigne
Collegiata di S. Vittore del Borgo di Varese, come d’ordinazione del dì 22
corrente aprile per una parte.
Ed il Rev. Sig. Carlo Giovanni Bernascone parroco del
luogo di Giubbiano per l’altra.
Hanno fatto e fanno ampio e generale compromesso
nell’illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco Lonati canonico
ordinario della Chiesa Metropolitana di Milano, e visi-
tatore regionario, d’ogni
controversia fra dette parti vertente sopra la vicendevole pretensione del
funerale del detto fu R. Prete Sig. Paolo Buzzi nativo del luogo di Viggiù, e
morto in codesto Venerabile Convento de’ PP. Minori Riformati di S. Francesco,
e di tutte quelle ragioni, che per l’accennata controversia vorranno proporsi
annesse, connesse, relative e dipendenti, al qual effetto hanno attribuito ed
attribuiscono al prefato illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco
Lonati ogni libera e piena facoltà di conoscere, decidere e terminare la
mentovata differenza di ragione i casi avvenire e rispetto al caso passato di
fatto e d’amicabile composizione e come e meglio, e ciò senza strepito, e
figura di formale giudizio, rinunciando perciò dette parti a qualunque
perentoria citazione, ed a qualunque beneficio di revisione.
Qual compromesso avrà a durare per un mese prossimo
futuro, con facoltà al prefato monsignor D. Rocco Lonati compromissario di
prorogarlo per quel tempo più piacerà al medesimo dentro l’anno corrente,
promettendo le medesime parti vicendevolmente di eseguire quanto sarà arbitrato
e deciso come sopra e tutto senza apposizione, osservare, rinunciando ad ogni
querimonia di gravame, e qualunque altro rimedio di ragione promettendo di non
contravvenire giammai sotto mutua obbligazione e reffezione.
Ed in fede
F.to Natale Menafoglio Preposto di Varese
F.to canonico Giovanni Viglezio delegato
F.to canonico Francesco Frotti delegato
F.to Giulio Giacomo Pallavicino
F.to Carlo Giovanni Bernascone curato di Giubbiano
Caesar Antonius Rubeus de Collegio Mediolani Notarius
atestatur vidisse fieri precedentes subscriptiones manibus respective propriis
per ill.mi et Rev. R.D. Paepositi D. Natalis Menafolii et RR. DD. Canonicorum
Joannis Voigletii, D. Francisci de Frottis a Julii Joannis Pallavicini modis ut
supra, nec non R.D. Caroli Joannis Bernasconi Parochi ut supra et in fidem.
Allegato A
Quanto al tempo in cui è seguita la divisione delle
Parrocchie dalla Prepositurale di Varese, ne’ scorsi giorni il Sig. Preposto ne
ha mandato a monsignor ill.mo e rev.mo il tenore de’ decreti trovati nelle
visite del glorioso San Carlo e del cardinale Federico.
Rispetto poi a quanto ricercasi come alcuni de’ sobborghi
siano stati per intero trasferiti alla giurisdizione dei nuovi Parroci, ed
altri siano in parte rimasti alla Prepositurale, ed in parte sottoposti ai
nuovi Parroci, come tra questi è Giubbiano, non si può dire altro di più di quello si è già scritto, e si
è con ciò voluto dare una notizia del sistema in cui era la Prepositurale colle
cure de’ sobborghi alla medesima sottoposte prima della divisione, seguita la
quale non pare credibile sia stato sottoposto alla nuova cura di Giubiano il
controverso Convento, per essere luogo, quanto è in sé, immune dalla
Parrocchialità, e però sembra più conveniente debba far corpo colla Chiesa
Prepositurale e matrice, o sia col Borgo, cui era già anticamente unito.
Ciò è quanto.
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