domenica 26 aprile 2015

IL CAPITOLO DI VARESE E LE SUE CASTELLANZE




Memoria per il Capitolo di Varese

Nel mese di giugno dell’anno 1746 prossimo scorso è morto nel Convento dei RR. PP. Riformati dell’Annunziata generalmente detto di Varese, cioè quello si vede sulla strada che conduce da Milano a Varese, il Rev. P. Paolo Buzzi del luogo di Viggiù Pieve di Arcisate, quale ivi s’era fatto portare per essere curato da una sua infermità, e aveva disposto d’essere, morendo, seppellito nella chiesa di detti PP.
Fu tosto avvisato d’una tal morte il Capitolo di Varese da detti RR. PP., e singolarmente dal M.R. P. Pasquale da Varese loro ex provinciale, che portatosi alla casa del Sig. Prevosto, non ritrovandolo, lasciò biglietto d’avviso, tenendo anche detti Padri per indubitato essere il loro Convento sottoposto alla Prepositurale di detto Borgo, ma sentendosi che la ragione di detto funerale veniva anche pretesa dal Sig. Curato di Giubbiano, dopo vari discorsi per ovviare a qualunque disordine potesse nascere, si stabilì dovesse farsi il funerale dal Capitolo, conciliata prima la scrittura che si esibisce.
Per dar ora passo all’intelligenza concordata in tale scrittura resta con tutto gradimento del Capitolo eletto in arbitro l’illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco Lunati visitatore regionale e dal Capitolo medesimo le si fanno rispettosamente presenti le seguenti ragioni.




Primo. Che sopra la cura di Giubbiano fino al tempo del glorioso San Carlo fu esercita la Parrocchialità della Prepositurale di Varese, levata la quale per decreto del fu eminentissimo Federico Borromeo dalla medesima Prepositurale fu unitamente con la cura di Bosto posta sotto il regime d’un solo Parroco, quindi per essere detto Convento luogo esente non dovrebbe essere stato sottoposto alla giurisdizione di detto nuovo Parroco, bensì lasciato sotto la detta Prepositurale, come è sempre stata opinione non tanto del Capitolo, che dei Rev. PP. Medesimi, e per questa comune opinione del paese chiamansi li RR. Riformati di Varese, non di Giubbiano.
Secondo. Che il Borgo di Varese con i suoi sobborghi è diviso in sei squadre, e sono:   
         Biumo Superiore che è sobborgo
         Biumo Inferiore che è sobborgo
         Santa Maria che è parte del Borgo unita con Cartabbia, che è sobborgo
         San Dionigi parte come sopra con Bosto, che è sobborgo
         San Giovanni come sopra con Casbeno, che è sobborgo
         San Martino parte come sopra con Giubbiano, che è sobborgo.
E però quando le Parrocchie dei sobborghi furono levate dalla Prepositurale, comecchè i due Biumi Superiore ed Inferiore erano squadre da sé sole, furono per intero sottoposti ai nuovi Parroci laddove Casbeno, Bosto, Giubbiano e Cartabbia furono trasferiti 



alla giurisdizione dei nuovi Pastori solo in parte di Squadre, rimanendo le altre parti sotto la Prepositurale, fra le quali è ben ragionevole il credere sia restato il Convento predetto, che per essere luogo esente, come si è detto di sopra, non aveva mestieri d’esser posto sotto la nuova cura, bensì doveva restar unito colla posizione di Squadra, che forma corpo col Borgo.
Terzo. Che detto Convento non appare essere situato nel territorio di Giubbiano, ritrovandosi solo presso dei RR. PP. Copie d’istrumenti d’acquisti fatti per la fondazione del Convento, che parlano di sole pertiche 12 circa, quando che tutto il ricinto sorpassa le pertiche 50, e dicono i PP. Medesimi essere le 12 pertiche contigue alla terra di Giubbiano al di là del Convento e Chiesa, avendo per tradizione de Padri suoi Predecessori sempre sentito, che il rimanente, in cui è fabbricato il Convento e la Chiesa non sia in territorio di Giubbiano, ma si bene di Varese, nulla ostando il termine di vivo, di cui si parlerà nelle ragioni del Sig. Curato posto nel prato grande  verso Varese, giacché è notorio che questo fu posto solamente in occasione dell’ultima misura del generale censimento circa l’anno 1723 senza saputa dei Signori Preposto e Canonici, come pure credesi non ostare la fede dell’Officio del Ducato per le medesime ragioni già di sopra accennate.
Quarto. Che essendosi nell’anno 1724 ammalato in detto Convento, ed ivi 




morto Giovanni Bardellanè la ragione funeraria fu esercita dal R. Coadiutore Curato di Varese senz’altro ostacolo del R. Parroco di Bosto e Giubbiano, che viveva di quel tempo e senz’alcuna sua pretensione sopra detto funerale nec ratione Ecclesiae Parochialis, nec ratione Ecclesiae tumulantis, e ciò ne nel tempo si dovevano fare le esequie, ne dopo seguite le medesime.
Crede dunque il Capitolo competergli senz’altro la giurisdizione, e la ragione anche per il funerale da lui fatto nell’accennato mese di giugno 1746 ad esclusione del Sig. Curato di Giubiano, ma quand’anche potesse sopra tale punto rimanere qualche dubbio, la ragione vuole, che stante il dubbio debba prevalere la chiesa matrice, quale è nel nostro caso quella di Varese, e così la sentono tutti i uomini più saputi e più savi.


Rev. Prete Paolo Buzzi di Viggiù
+ giugno 1746 a Varese nel Convento dei RR. PP. Riformati dell’Annunciata.





1747 adì 29 aprile 1747 in Varese

Restando accordato fra le infrascritte parti che la controversia fra le medesime insorta a cagione del funerale del fu R. Prete Sig. Paolo Buzzi dovesse decidersi da quella persona, che concordemente fosse nominata, come dalla scrittura del giorno 2 giugno prossimo passato; perciò per esecuzione della medesima.
Il M.R. Sig. Preposto D. Natale Menafoglio e li RR. Sig. canonici Giovanni Viglezio, D. Francesco Frotti e Giulio Giacomo Pallavicino, anche come specialmente delegati dal pieno loro Venerando Capitolo dell’Insigne Collegiata di S. Vittore del Borgo di Varese, come d’ordinazione del dì 22 corrente aprile per una parte.
Ed il Rev. Sig. Carlo Giovanni Bernascone parroco del luogo di Giubbiano per l’altra.
Hanno fatto e fanno ampio e generale compromesso nell’illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco Lonati canonico ordinario della Chiesa Metropolitana di Milano, e visi-




tatore regionario, d’ogni controversia fra dette parti vertente sopra la vicendevole pretensione del funerale del detto fu R. Prete Sig. Paolo Buzzi nativo del luogo di Viggiù, e morto in codesto Venerabile Convento de’ PP. Minori Riformati di S. Francesco, e di tutte quelle ragioni, che per l’accennata controversia vorranno proporsi annesse, connesse, relative e dipendenti, al qual effetto hanno attribuito ed attribuiscono al prefato illustrissimo e reverendissimo monsignor D. Rocco Lonati ogni libera e piena facoltà di conoscere, decidere e terminare la mentovata differenza di ragione i casi avvenire e rispetto al caso passato di fatto e d’amicabile composizione e come e meglio, e ciò senza strepito, e figura di formale giudizio, rinunciando perciò dette parti a qualunque perentoria citazione, ed a qualunque beneficio di revisione.
Qual compromesso avrà a durare per un mese prossimo futuro, con facoltà al prefato monsignor D. Rocco Lonati compromissario di prorogarlo per quel tempo più piacerà al medesimo dentro l’anno corrente, 



promettendo le medesime parti vicendevolmente di eseguire quanto sarà arbitrato e deciso come sopra e tutto senza apposizione, osservare, rinunciando ad ogni querimonia di gravame, e qualunque altro rimedio di ragione promettendo di non contravvenire giammai sotto mutua obbligazione e reffezione.
Ed in fede

F.to Natale Menafoglio Preposto di Varese
F.to canonico Giovanni Viglezio delegato
F.to canonico Francesco Frotti delegato
F.to Giulio Giacomo Pallavicino
F.to Carlo Giovanni Bernascone curato di Giubbiano

Caesar Antonius Rubeus de Collegio Mediolani Notarius atestatur vidisse fieri precedentes subscriptiones manibus respective propriis per ill.mi et Rev. R.D. Paepositi D. Natalis Menafolii et RR. DD. Canonicorum Joannis Voigletii, D. Francisci de Frottis a Julii Joannis Pallavicini modis ut supra, nec non R.D. Caroli Joannis Bernasconi Parochi ut supra et in fidem.




Allegato A

Quanto al tempo in cui è seguita la divisione delle Parrocchie dalla Prepositurale di Varese, ne’ scorsi giorni il Sig. Preposto ne ha mandato a monsignor ill.mo e rev.mo il tenore de’ decreti trovati nelle visite del glorioso San Carlo e del cardinale Federico.
Rispetto poi a quanto ricercasi come alcuni de’ sobborghi siano stati per intero trasferiti alla giurisdizione dei nuovi Parroci, ed altri siano in parte rimasti alla Prepositurale, ed in parte sottoposti ai nuovi Parroci, come tra questi è Giubbiano, non si può dire  altro di più di quello si è già scritto, e si è con ciò voluto dare una notizia del sistema in cui era la Prepositurale colle cure de’ sobborghi alla medesima sottoposte prima della divisione, seguita la quale non pare credibile sia stato sottoposto alla nuova cura di Giubiano il controverso Convento, per essere luogo, quanto è in sé, immune dalla Parrocchialità, e però sembra più conveniente debba far corpo colla Chiesa Prepositurale e matrice, o sia col Borgo, cui era già anticamente unito.
Ciò è quanto.


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