Reverendissimo Signore Signore e Padrone Collendissimo.
Mi rincresce all'estremo averla per collega nella dolorosa
Confraternita de Pellagrosi, tuttavia in mezzo alla rincrescevole circostanza
mi consolano esser segno di longa vita, il che di vivo cuore desidero si avveri
egualmente a V.S. che a me.
Ier l'altro per appunto ricevei l'acclusa, ed io mi son
giusto immaginato cagionata la tardanza del noto affare da qualche
contrattempo: può dunque V.S. rendere inteso l'Avvocato Reina per la sessione,
ed io mi riporto alla conosciuta prudenza di V.S., non solo per il di più, ch’
ella possa villenare, di quanto già le misi in carta, ma ancora per decimare
quello, che non conoscesse opportuno di dirle in sessione, così che io non
intendo che la si incomodi a parteciparvi proposizione alcuna, ma solo attendo
la notizia della convenzione o vogliam dire accomodamento, che si potrà in
questa contingenza introdurre.
Per lo stesso Signor Rapazzino, che mi ha puntualmente
ricopiata la gentilissima Sua, riceverà la presente, con cui la assicuro della
obbligata servitù mia, con sinceramente rassegnarmi a ... comandi.
Di V.S. rev.ma
obblig.mo Servitore Vostro Giulio Cesare Bossi
Azzate, 15 giugno 1763
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