Monsieur le Chavalier Jean Castellani-Fantoni, San Martino Siccomario (Pavia). |
Torino, 15 dicembre 1851
Giovannino carissimo,
purtroppo
si avverarono i tristi nostri presagi! Dopo soli sette giorni neppur compiuti
di malattia la buona zia Fe…(?) spirò tranquilla e rassegnata ieri verso l’una
pomeridiana fra le braccia di mia madre, la quale già poco bene da più giorni
ricadde malata col suo mal di capo e febbre per cui stamane ne venne salassata.
Né bastava: anche Giuseppina risentì questo colpo datole ed è un poco
indisposta. Stamane giunse Lauretta coi ragazzi, che Antonio già qui trovatasi
da tre o quattro giorni.
Intesi con piacere la stipulazione dell’istrumento fra tua
madre e Luigino, almeno così questo sarà tranquillo e potrà definire ogni cosa
col conte Arese.
Per notizie d’estranei intesimo essersi Adelina sgravata,
chi dice d’un maschio chi d’una femmina: l’uno dei due lo sarà di certo.
E’ veramente strana la condotta dei Castelnuovo, che neppure a tua madre
fecero parte dell’avvenimento.
Mia sorella è ancora a Torino, né credo ci lascerà per ora,
massime trovandosi la mamma ammalata.
Ti racchiudo la qualsiasi ricevuta di quella pettegola
d’Angiolina, che me la fece aspettare più giorni. Farai benissimo a sbarazzarti
di questa contabilità.
Ho commesso al Simondelli il libro. Pronto che sia, cercherò
un’occasione per mandarlo a Casteggio al Boldorini da cui ti sarà agevole il
ritirarlo.
Nel conto di Valeria, che ti accennai, ho dimenticato una
partita contanti da te pagatile paremi in luglio d’otto ad undici franchi,
datile in di lei avere di febbraio si riduce a poche lire.
Nulla più seppi di Carlotta, ma credo che sarà più facile
peggiori, che non migliorare.
Tutti di cuore vi saluto: Sta sano. Addio
tuo affezionatissimo Giovanni Dattili.
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