Agosto 1799.
Sono anni 56 che servo la casa d’Austria. Sono stato fatto
maggiore il 1° luglio 1753 e all’invitta sempre Maria Teresa di faustissima
memoria perché per le mie ferite ricevute alla battaglia di Piacenza e
Rottofreno, ridotte fistole, inabilitato a continuare a servire a cavallo nei
Corazzieri dove mi trovavo come capitano fui dichiarato maggiore di piazza a
Como, dove sono sempre stato ora maggiore di piazza ora comandante fino alla
totale abolizione dei comandanti seguita sotto il regno di Giuseppe II, con la
paga ed assegno alla cassa di Milano di fiorini effettivi 1000 e quartiere come
ho sempre realmente ricevuti fino alla fine di aprile 1796 all’invasione dei
Francesi, per la quale ritiratomi nella vicina Svizzera, fui dopo alcuni mesi
obbligato a rientrare in patria per la replicata minaccia di vedermi confiscare
quelle poche sostanze nelle quali continuava a sussistere la numerosa mia
povera famiglia consistente i una moglie viennese, due figli ammogliati ed
altri otto piccoli figli.
Dall’aprile 1796 a questa parte, sono appunto anni tre mesi
quattro che mi trovo senza paga, carico di debiti contratti per poter sostenere
il peso di sì numerosa famiglia.
Si spera adunque e si implora da sì generoso e benefico
sovrano l’ordine a questa cassa di guerra per essere reintegrato dei miei
decorsi ed assegnato alla stessa per le mensuali[1]
rispettive scadenze.
I lunghi prestati servizi, le mie ancora parlanti ferite,
l’età cadente d’anni 79, la numerosa mia famiglia, tutto mi fa sperare d’essere
in sì critiche circostanze ascoltato e graziato per poter così anch’io
soddisfare com’è di dovere i miei benefici sovventori.
“E’ un ordine del Senato di Milano del 1762 perché diversi
individui della famiglia Bossi ed altri debbano rispondere, se lo vogliono, ad
una domanda presentata dai conti Giulio Cesare e Luigi padre e figlio Bossi.
Può servire a dimostrare come anticamente non si sia fatta
difficoltà presso i dicasteri superiori di dare il titolo di conte simultaneamente
al padre vivente ed al di lui figlio primogenito, mentre più tardi (1838) il
Regio Governo pensò diversamente, e quando vivente il conte Francesco Bossi, il
figlio primogenito Luigi che è lo scrivente chiese ed ottenne di essere ammesso
agli onori di corte, fu indicato espressamente col solo distintivo di nobile,
pretendendo che quello di conte non gli competesse vivente il padre.
E’ una sottigliezza che si ritiene destituita d’ogni legale
fondamento”.
Questo appunto scritto dal conte Luigi Bossi, al di là del
contenuto sulla questione se spettasse o meno il titolo di conte al figlio quando era ancora
in vita il padre, è importante poiché ci permette di riconoscere attraverso la
sua calligrafia molti appunti scritti sulle fascette che contengono i documenti
dell’Archivio Bossi.
Nato a Como S. Fedele il 17 luglio 1783, si laureò in legge
a Pavia nel 1807. Fu consigliere del Tribunale Criminale di Milano e
consigliere di Corte d’Appello il 22 febbraio 1848. Consigliere del Tribunale
Civile, Criminale e Mercantile di Sondrio, Giudice di Pace di Varese nel 1807.
Consigliere del Tribunale Civile e Criminale di Prima Istanza di Bergamo.
Pur essendo il quinto conte dei Bossi del Castello di
Azzate, non visse soltanto di rendita, ma attraverso la sua professione di
giudice si procacciò i mezzi per mantenere la sua famiglia e non esitò a
spostarsi ora nel Tribunale di Milano, ora in quello di Sondrio, ora in quello
di Varese e ora in quello di Bergamo dove svolse la sua attività professionale.
Visse in un’epoca in cui lo stato sociale aveva la sua
importanza e perciò richiese ed ottenne di essere ammesso agli onori di corte.
Approfondì particolarmente lo studio della sua nobile famiglia riordinando i
numerosi documenti che gli erano pervenuti dai suoi avi e molti furono da lui
corredati da note esplicative e
precisazioni, avvalendosi della sua capacità di avvocato e dell’aiuto di
studiosi in araldica.
Paolo Bossi
1° conte dei Bossi del Castello di Azzate.
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|--- Giulio Cesare
Bossi
2° conte dei
Bossi del Castello di Azzate.
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Claudio Luigi Bossi
3° conte dei Bossi del Castello di Azzate.
Il costruttore della nuova villa nel 1751.
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|--- Francesco Bossi
4° conte dei Bossi del Castello di Azzate.
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|--- Luigi Bossi
5°
conte dei Bossi del Castello di Azzate.
“Mano
nota”.
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