martedì 23 febbraio 2016

BOSSI PAOLO DETTO IL MAROSSO DI ERBAMOLLE


DOCUMENTO N. 828

8 dicembre 1682

Per l’aggiustamento da farsi fra me e Paolo Marosso mio livellario nelle Cassine di Erbamolle.


Per levare le differenze che vertono tra il signor Gio. Stefano Bosso e messer Paolo Bosso detto Marosso, sì per la siepe morta da detto Marosso piantata nel sito di corte a drittura del principio della camera per detto Marosso tenuta a livello dal fu signor Gio. Battista Bosso confinante con l’altra parte di casa lasciata da detto fu signor Gio. Battista alla signora Gerolama Bossa altre volte sua moglie, e dalla detta signora Gerolama venduta al suddetto signor Stefano come per istrumento del signor notaio Gaspare Bosso, come per la toppia che detto Marosso tende sopra la strada tra detto sito di corte goduto da detto Marosso, e la Vigna della Pauretta altre volte detta del Chioso di Casa propria di detto signor Stefano, si convengono in questo modo cioè.
Che dove di presente si trova la detta siepe sia detto Marosso tenuto a sue spese e per miglio comodità d’ambe le parti dentro questa primavera futura 1683 far fare un murello, con porta servile a detto signor Stefano o suoi per passare con carro o altro a vicinare al torchio per uso di caspiare, qual muro dovrà essere coperto di piode e dell’altezza dell’usso primo in terra della parte di detto signor Stefano, e la porta si possa serrare d’una parte e l’altra.
Per rispetto della detta toppia, per quello però solamente che confina tra detto signor Stefano e Marosso vogliono sia comune la ragione di attaccare le viti, cioè l’uno ai pali dell’altro, e l’altro a quelli dell’altro, con che ognuno sia tenuto a concorrere alla spesa di detti pali ossia legnami, dalla sua parte volendone valere aumentando però che li cimiroli delle viti, tanto d’una parte quanto dell’altra non dovranno passare la metà della strada, e queste cose si fanno senza pregiudizio nel resto delle ragioni d’ambe le parti e senza che si possa dire indotto possesso di sorte alcuna ne ad una parte ne all’altra, e in fede per non saper detto Marosso scrivere ha dato licenza all’infrascritto signor Cesare Bosso di sottoscrivere in suo nome.

Io Gio. Stefano Bosso mi accontento come sopra.
Io Cesare Bosso a nome e di commissione del suddetto Paolo Bosso detto Marosso per non saper lui scrivere come ha detto ho sottoscritto in suo nome, quale afferma e accetta quanto sopra.
Io Carlo Martignone fui presente per testimonio.

(Trasportato in file: Paolo Bossi detto il Marosso).
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