martedì 23 febbraio 2016

TESTAMENTO DEL CURATO MELCHIORRE ANTONIO BINAGHI DI BIUMO DI SOTTO



DOCUMENTO N. 821

6 agosto 1770

Testamento del fu molto reverendo signor curato don Melchiorre Antonio Binaghi parroco di Biumo di Sotto che passò da questa a miglior vita allì 5 giugno.

Gesù e Maria salvate l’anima mia. Al signor mio Gesù Cristo misericordia.
Io curato Melchiorre Antonio Binago.
Questa voglio che sia la mia volontà ultima. Non ho fatto alcun testamento.
Non obbligo il mio signor Giacomo a fare inventario né testamento per non far spese.
Pagati i miei debiti, di quello che resta tanto di beni mobili come immobili lascio eredi egualmente i due miei nipoti il signor Giacomo Binago e Valentino Senatore Binago, se è vivo, obbligo però in coscienza il mio nipote Giacomo in caso che Valentino non venisse a casa perché morto, dopo la morte di Giacomo la mia porzione di beni stabili in Galliate voglio che si lascino a Giuseppe e Vitale Binago, altri due miei pronipoti, a  suoi figli, ma maschi, e non femmine, perché non voglio, che detta mia porzione stabile vada in altre mani, che di detti due figli e suoi discendenti, ma maschi Binaghi, e se viene a casa Valentino, e si mariti, ed abbi figlioli, quello sia l’erede solo dopo la morte del detto signor Giacomo, ed ecco finita la mia disposizione scritta di mio proprio pugno.
Il signor Giacomo pensi a fare le cose con coscienza e persona saggia.
I miei debiti sono lire 200 da me ricevuti ad imprestito dal signor fu Giorgio Pellegrino come parla il libro degli annuali al foglio 115 per dieci anni, che sono di già passati e si posson restituire al M.R. signor Preposto ossia signor curato mio successore, senza replica.
L’ufficio in quest’anno è stato celebrato 1770 restano da dire 3 messe basse.
Per pagare queste lire 200, avanzo dalla Comunità quando sarà passato il dì 4 ottobre 1770 lire 221, intanto sono qualche sono le dette, ed avanzo lire 8 per la funzione e messa di S. Caterina del Sasso, e lire 6 per le quattro messe applicate delle Sante Rogazioni, … campane fino allì 4 ottobre, che non credo fatte le due funzioni di domenica a S. Lorenzo di S. Fermo, è quello della prima domenica di settembre al Sacro Monte, e dette le due messe per il popolo, allora saranno lire 221.
Queste dunque si riscuoteranno dal M.R. signor don Giuseppe Orrigoni in mio nome, come mio esecutore e detto farà celebrare tre messe e 200 lire le deporrà come dissi, e come l’annunciato istrumento in detta vachetta degli Annuali, mi obbliga, che è quanto sopra, e se muoio prima d’allora, voglio che il signor Giacomo mio erede paghi dalla mia eredità quel poco che manca, e formano la somma di lire 203.
Altro mio debito si è di lire 34 circa del beneficio Veratti, si veda il libro nel cassetto del tavolo in salettino, che a conti chiari dice: per pagar questo ecco una doppia di lire 35 nel secreto sopra il cantarà.
Altro mio debito si è di lire 11 circa della elemosina dei morti alla Madonnina raccolta come dice altro libro in detto cassetto riposto ove il tutto è descritto in tre partite, vi veda tutto tal libro e lire 5 circa alla Chiesa per manutenzioni.
Per pagare tal debito nel detto secreto vi sono due filippi di Spagna.
Altro mio debito non notato ancora nei miei libri, sono un ongaro per celebrare tante messe a sconto delle messe 35 alla partita di Francesco Maria Alino di Penasca alla vachetta di S. Fermo. Questo ongaro si ritrova nel detto secreto sopra detto canetrà né in detto cassetto ne è altrove per me non ho danari altrimenti.
Altro mio debito sono di 3 messe ricevute dai miei benefattori, si veggano là in fine di mia vachetta delle messe advantize, ed un’altra ancora, che sono in tutto 4 messe. La mia eredità paghi e le faccia celebrare.
Altro mio debito sarà di pagare il poco al Salvatore e Caterina ed oltre il suo salario lascio loro tutto quello di mio si ritroverà nel suo camerino dove dorme e riposa la notte perché pregherà i miei crediti sono dal Nobile signor Paolo Orrigoni per tante messe si vegga in sacrestia il libro, credo saranno lire 34.
Dall’oratorio lire 20 per dieci uffici, e per tanto pizzo da me pagato per la chiesa, è nel primo cassettone in sacrestia a lire 12 (lo ha veduto il priore).
Dal signor podestà Alfieri per due ufficio Masciaga ed alcune messe dette a sconto di 16 di sua partita notata in sacrestia.
Da Antonio Alino maestro numero 3 circa messe notate al libro di Penasca legato Cananesio.
Altri piccoli crediti sono segnati nel libro, che sta nel detto cassetto, e sono marcati con croce.
Per la cura alli poveri si cancelli.
Si trova nel detto secreto un anello d’oro della madre del marmorino noto in casa, pegno per una mia sicurtà in Casa Frascona per la somma di un tallaro.
Voglio dunque colla somma di questi crediti, e colla vendita di quella poca cera si ritroverà in casa, e se non basta si venda qualche altra cosa di mobile, per farmi un funerale di nove sacerdoti con le candele intorno al cadavere.
Prego il campanaro a suonare poco, ed il seppellitore a pormi nella sepoltura della carità, ove si seppelliscono i poveri colla santa croce di legno.
Per la cassetta dei poveri del Luogo Pio evvi in detto cassetto e nel vestaro dei libri battesimali, ove si vede che quanto ho ricevuto ho dato via d’anno in anno come ho potuto.
La storia delle novità per detta Causa Pia sta nella mia camicia sotto la cotta.
Nel vestarino di noce in mia camera vi è una scatolotta, ove vi sono dentro i denari della Dottrina Cristiana di S. Pietro di Donna.
Nell’inginocchiatoio verso strada quelle pezze ed oro da abbruciare è della Chiesa di S. Pietro.
I confessi da mandarsi a Milano da rendersi alla Congregazione per i miei suffragi sono nel cassetto sotto il tavolo sotto il barometro, ed il cartolonone sta in mia camera sopra il tavolo mezza luna.
Non so dir altro.
Lascio al signor don Giuseppe quella Signora Vergine Maria Immacolata che stava a capo del mio letto.
Non so dir altro, se non se pregare per la misericordia del Signore Iddio il signor Giacomo di aiutare finché può il povero Gerolamo Binago e sua famiglia, e quella carità che può fare lo faccia ad essi.
Ho finito, così desidero e così voglio ne obbligo il signor Giacomo a fare niun inventario.
Questo dì 6 agosto 1770 prete Melchiorre Antonio Binago curato di Biumo di Sotto.


Ho ricevuto io infrascritto lire 200 dal reverendo signor don Giuseppe Orrigone per procurare l’impiego in adempimento del legato Pellegrini e per fede in questo dì 29 aprile 1772
Carlo Giudici curato di Biumo di Sotto.

11 giugno 1771

Inventario dei mobili esistenti nella Casa Parrocchiale di Biumo Inferiore fatto alla presenza di me infrascritto prete Giuseppe Orrigone come esecutore della pia disposizione del fu molto reverendo signor Melchiorre Antonio Binago parroco di detto luogo passato a miglior vita la notte del giorno 7 del corrente giugno ad stanza del reverendo prete signor Giacomo di lui nipote ed erede come segue:

(Per il momento non si trascrive. Molto interessante!).


Nessun commento:

Posta un commento