domenica 21 febbraio 2016

PREBENDA PARROCCHIALE


Si chiamava "beneficio o prebenda parrocchiale" quel complesso di terreni e di case che esisteva in quasi ogni parrocchia fino al 1985. Serviva in origine al parroco del luogo, per fornirgli il necessario per vivere, unitamente ai cosiddetti diritti di stola, cioè l'offerta legata alla celebrazioni dei sacramenti, dei funerali, delle benedizioni di vario tipo. Il beneficio aveva origine feudale, perché in cambio di un ufficio o servizio religioso, il parroco beneficiava dei frutti e delle rendite di una proprietà fondiaria. Questo beneficio si era formato nel corso dei secoli mediante lasciti e donazioni a favore del clero e della Chiesa, mediante acquisti e permute o altro, e il parroco ne era l'amministratore ma non il proprietario: non poteva alienarlo senza permessi governativi, non poteva impiegarlo per la ristrutturazione di chiese e cappelle, neppure per rifare il tetto della casa parrocchiale. Nella stragrande maggioranza dei casi, il beneficio era nettamente insufficiente per mantenere il parroco, per cui era intervenuto prima lo Stato Sabaudo, attraverso il Comune (con la "portion congrue" in Valle d'Aosta) e poi lo Stato Italiano con la congrua, senza dimenticare le offerte per lo più in natura da parte dei parrocchiani. Dal 1985, con la legge del Governo Italiano in seguito al Concordato tra Stato e Chiesa Cattolica stipulato il 18 febbraio 1984, il beneficio o prebenda ha cessato di esistere. Al suo posto, è stato creato l'Istituto Diocesano per il Sostentamento del clero, che raccoglie e amministra tutti gli ex benefici parrocchiali e canonicali della Diocesi.

Per quanta riguarda la comunità di Castronno, si nota dai possessori di terreni del cosiddetto Catasto di Maria Teresa che ben sette prebende parrocchiali detengono beni nel suo territorio e ne fanno un vero e proprio primato. Ci si chiede per quale motivo il territorio di Castronno sia stato scelto per istituirvi le dette prebende, che riguardano le parrocchie di Azzate, Brunello, Caidate, Castronno, Daverio, Solbiate e Morazzone.
La spiegazione non può che essere questa: dai boschi di Castronno le prebende parrocchiali ricavano il legname occorrente per le riparazioni dei tetti delle chiese e i pali necessari per innalzare i ponteggi dei muratori e degli altri artigiani che prestavano la loro opera per la manutenzione delle chiese stesse e dei campanili.

Potrebbe anche essere che un importante e avveduto proprietario terriero abbia voluto favorire le predette parrocchie concedendo loro i terreni boschivi sui quali crescevano gli alberi utili allo scopo appena descritto.

Oltre a Castronno, delle diciannove comunità che costituivano la Pieve di Castelseprio[1], solo l’Arcipretura di Castiglione possedeva dei beni intestati alla  Prebenda per un totale di pertiche 102.15, tutti situati nel territorio di Castiglione.

Prebenda Parrocchiale di Azzate                     pertiche 12.18
Prebenda Parrocchiale di Brunello                   pertiche 13.-
Prebenda Parrocchiale di Caidate                    pertiche   5.15
Prebenda Parrocchiale di Castronno                pertiche 67.06
Prebenda Parrocchiale di Daverio                    pertiche   1.12
Prebenda Parrocchiale di Morazzone               pertiche   1.10
Prebenda Parrocchiale di Solbiate                   pertiche   2.21

Come si può vedere le Prebende Parrocchiali meglio dotate in Castronno sono quelle di Castronno stesso, di Brunello, di Azzate e, a seguire, tutte le altre.



[1] Abbiate Guazzane, Carnago, Caronno Corbellaro, Caronno Ghiringhello, Castiglione, Castronno, Gornate Inferiore, Gornate Superiore, Lonate Seppino, Lozza, Morazzone, Rovate, “San Giovanni”, Torba, Tradate, Vedano, Vengono Inferiore, Vengono Superiore e Vico Seprio.

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