mercoledì 24 febbraio 2016

MONASTERO DI S. CATERINA DELLA RUOTA DI MILANO


DOCUMENTO N. 840

Illustrissimo signor mio,
                                        questa mattina sono stato al Monastero di Santa Cattarina della Ruota a velare una monaca. Quelle madri mi hanno significato che domani riproporrà in Senato una loro causa che hanno col Pandino sopra certa pretesa falsità di un fedecommesso sopra certi beni dell’eredità Bibiana, dai quali il Monastero ne è in passato da quarant’anni e più sono; e che il Pandino non contento che si conosca la causa della pretesa falsità, voglia anche eccedere i limiti di essa ed entrare nel possesso e farsi anche che di fatto sia passato qualche ….; et perché nel primo capo della falsità le monache sono attrici, passa bene che si determini il giudizio dove e cominciato, ma volendo poi entrare detto Pandino nel possessorio come attore, dovrà convenire il Monastero avanti il suo giudice competente che è l’Arcivescovado.
Supplico però V.S. illustrissima per onorare la mia osservanza di aver raccomandata questa causa per giustizia e operare che non si eccedano i limiti della competenza dell’uno e dell’altro foro, come spero della singolare pietà di tutto l’eccellente Senato, a cui e a Vostra Signoria illustrissima resterò obbligatissimo che si abbia la considerazione che si deve delle ragioni del suddetto Monastero, mentre per fine le bacio riverentemente le mani.
Dall’Arcivescovato il 26 novembre 1651.

(Segue la risposta in latino. Non si fa riferimento ai Bossi).


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