lunedì 22 febbraio 2016

PIEVE DI S. VITTORE MARTIRE DI VARESE SEC. XIII-1971


Pieve della diocesi di Milano. Pieve di origine probabilmente molto antica come attesta il battistero ancora oggi esistente; Varese, corte regia, deve essere passata feudo di proprietà degli arcivescovi milanesi in epoca ottoniana. Alla fine del XIII secolo l’autore del Liber notitiae sanctorum Mediolani attribuiva al territorio della pieve di Seveso le chiese di San Francesco, San Giovanni Battista, Santa Maria, San Martino, la canonica di San Vittore, in Varese; San Materno in Belforte; San Tomaso martire “ad novem fontanas”; San Biagio, San Lorenzo, Santa Maria in Azzate; San Quirico in Torre San Quirico; Santi Filippo e Giacomo in Barasso; Sant’Evasio, San Lorenzo in Bizzozero; Santo Stefano; San Pietro in Biumo Inferiore; San Vittore in Bobbiate; Santa Maria, San Michele, San Quirico con San Pietro in Bosto; San Sigismondo in Bodio; San Vittore in Buguggiate; Sant’Appiano in Cabiaglio; San Nazaro in Calcinate; Santa Maria, Santissima Trinità in Capolago; San Silvestro in Cartabbia; San Giovanni in Casciago; Sant’Eusebio; San Vittore in Casbeno; Santa Maria alla Schirannetta; Santa Maria, San Vittore in Daverio; San Protaso in Galliate; Sant’Apollinare in Crosio; San Dionigi, San Zenone in Lissago; Sant’Antonino, San Cassiano; San Vito in Luvinate; San Martino, San Matteo, in Malnate; Santa Maria di Monte Morone; San Pietro in Masnago; San Maurizio; San Lorenzo di Mustunate; Sante Albina e Teodora in Monte Cartabia; San Francesco in Monte di Velate; Sant’Ambrogio in Morosolo; San Damiano, San Martino in Schianno; Santo Stefano in Velate; San Cassiano; San Michele in Voltorre; la chiesa di Santa Maria del Monte contava un proprio arciprete e canonica (Liber notitiae; Vigotti 1974). Alla fine del XIV secolo, la canonica di San Vittore di Varese comprendeva il prevosto e ventiquattro canonici; le cappelle della pieve erano San Giovanni dell’ospedale; cappella dell’altare di Santa Maria in San Vittore; San Giovanni in Battistero; altare maggiore di San Vittore; San Marco di Morosolo; Santi Vitale e Valeria di Oltrona; Santi Ippolito e Cassiano di Lognate; Santi Giovanni e Eusebio di Casciago; Santi Ippolito e Cassiano di Masnago; Sant’Evasio di Bizzozero; San Martino di Schianno; Santa Maria in Santo Stefano di Bizzozero; Santa Maria, San Lorenzo di Azzate; San Pietro di Daverio; Bosto; San Giorgio di Logonago; San Cassiano di Velate; Barasso; Santa Maria di Schiranna; Bobbiate; Lissago; San Martino di Malnate; Santi Protaso e Gervaso di Galliate; Sant’Antonio di Azzate; Biumo Superiore; San Bernardo di Monte di Velate. Nel 1564 erano nominalmente registrati nella canonica di Varese il prevosto, ventiquattro canonici, oltre a otto canonici in feudo e a sei cappellani; le rettorie della pieve erano San Marco e Ambrogio di Morosolo; Santi Ippolito e Cassiano; Sant’Eusebio di Casciago; San Pietro di Masnago; Sant’Eusebio di Bizzozero; San Martino di Schianno; Santi Gervaso e Protaso di Galliate; San Pietro di Daverio; San Giorgio di Lomnago; Velate; Sant’Ambrogio di Molina; San Martino di Malnate; e le cappelle di Santa Maria in Santo Stefano di Bizzozero; San Giorgio di Schianno; Santa Maria; San Gerolamo di Azzate; San Lorenzo di Castello d’Azzate; Sant’Antonio, San Giovanni evangelista di Azzate; Santa Maria di Daverio; Santa Maria di Gazzada; Santa Maria di Schiranna; due cappellanie ducali di San Bernardo in Monte; il clericato di San Lorenzo in Pontata. Feudi risultavano essere San Maurizio di Masnago; San Pietro di Biumo Inferiore; San Giorgio di Biumo Superiiore, unito alla mensa capitolare della residenza di Varese; San Vito di Luvinate; San Dionigi nel battistero di San Giovanni (Liber seminarii 1564).
Dall’epoca post-tridentina alla struttura plebana della diocesi si affiancò quella vicariale: il vicariato di Varese, coincidente con l’ambito territoriale della pieve, era inserito nella regione forense III. Con decreto 23 gennaio 1923 dell’arcivescovo Eugenio Tosi le parrocchie di Malnate, già elevata a prepositura con decreto 30 agosto 1919 (decreto 30 agosto 1919) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Malnate), e Gurone furono staccate dalla pieve e vicariato di Varese per andare a far parte del vicariato di Malnate (decreto 23 gennaio 1923) (Fondo Avvocatura della Curia arcivescovile di Milano, Malnate). Nel 1951 le parrocchie di Azzate, Bodio, Brunello, Buguggiate, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Lomnago, già della pieve di Varese, andarono a costituire il vicariato foraneo di Azzate.
Nel XIX e XX secolo la pieve di Varese è sempre stata inclusa nella regione III, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali le parrocchie che ne avevano fatto parte furono attribuite al nuovo vicariato foraneo e poi decanato di Varese, nella zona pastorale II di Varese.
                                                                                                  Saverio Almini



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