martedì 6 febbraio 2018

GIOCO DELLE BOCCE IN VILLA CASTELLANI




Che nel parco di Villa Benizzi-Castellani ci fosse il campo da tennis ce lo tramanda il soprannome che fu dato a Mario Crespi di professione parrucchiere con negozio in Via Volta, sullo stesso lato della Chiesa di S. Antonio, e, quando la farmacia del dottor Rodolfo Girelli si trasferì in Viale delle Rimembranze, prese il suo posto sul lato opposto in un grande locale di cui una porta e finestra (o forse due?) davano sulla via principale, mentre un’altra porta più piccola dal lato opposto, attraverso tre gradini, dava nella cosiddetta Corte dei Lanzetti.
Una bella fotografia scattata intorno all’anno 1933 ci mostra la sala da parrucchiere con due poltrone con poggiatesta[1] sulle quali il titolare ed il suo socio Oreste Maffiolini stanno servendo i loro clienti mentre sulla sedia più piccola l’allora garzone sedicenne Giuseppe Olivarez è intento al suo lavoro con un altro cliente.
L’arredamento è costituito da un ampio specchio, cassettiere alla cui sommità sono incassati due lavandini con i rispettivi rubinetti dell’acqua e, un poco discosto, separato da un calendario appeso al muro, un terzo specchio con lavandino (?). Sopra ogni specchio sporge dal muro una lampadina con boccia di vetro smerigliato.
Nella fotografia non si vede una tramezza di legno che separava la sala da parrucchiere da un piccolo ripostiglio per le attrezzature. Al centro del locale un tavolino e una fila di sei (?) sedie con lo schienale appoggiato alla tramezza.
Dopo la seconda guerra mondiale il garzone Giuseppe Olivarez subentrò allo zio Mario nella gestione del locale così come lui, a sua volta, lo cedette al figlio Wanni.
Ma ritorniamo al nostro Mario Crespi, abitante alla Cascina Caterina, che fu soprannominato “majeta” poiché in gioventù aveva fatto il raccattapalle presso il tennis di Casa Castellani che lo aveva dotato di una “maglietta” che lui si compiaceva di indossare anche al di fuori del suo incarico e, dagli oggi, dagli domani, il fatto non passò inosservato a qualche buontempone che gli affibiò il soprannome appena citato.
In occasione dei preparativi per la visita guidata alla Villa Municipale che il FAI ha organizzato il 5 e 6 aprile 2008, ho invitato il Signor Carlo Moalli di Lomnago a raccontarmi quello che sapeva sulla Villa Benizzi-Castellani poiché, da giovane, ancora prima di sposarsi, aveva abitato con i suoi genitori in quella che noi oggi chiamiamo la Villa Lampugnani, ma che allora era la dépendance della villa padronale.
Tra le altre cose, mi confermava l’esistenza di un campo da tennis, dove ora c’è il posteggio delle automobili dei dipendenti comunali, e di due campi per il gioco delle bocce poste sotto i carpini, dalla parte opposta del boschetto di bambù. Si ricordava anche un grosso rullo di pietra che, evidentemente, era utilizzato per spianare il manto di copertura.
Avevo pertanto fatte mie queste affermazioni e le inclusi tra le curiosità della visita guidata che, come tali vennero accettate dagli ospiti del FAI. Ma mi spiace di non aver avuto l’opportunità di dare quest’altra informazione che è contenuta negli atti della visita pastorale del card. Giuseppe Pozzobonelli del 1755 seconda la quale il parroco di Azzate don Biondi aveva ripreso il prete Pallavicini, cappellano titolare del Beneficio di S. Antonio, per la sua pessima condotta e, tra le altre cose, anche quella di intrattenersi con la servitù di Casa Tettoni (proprietari della villa subito dopo i Bossi e prima dei Castellani e dei Benizzi) al gioco delle carte e delle bocce.

Foto estratta da Internet.
Questo fatto conferma l’esistenza del campo da bocce fin dal Settecento e, forse, anche prima!
Nel corso dei secoli le bocce, equivalente italiano del bowling su prato, hanno spesso perso e riacquistato popolarità. Alcuni manufatti degli antichi Egizi risalenti al 3500-4000 a.C. raffigurano un gioco molto simile alle bocce, mentre altre testimonianze relative alle bocce sono state rinvenute nelle sculture e nei dipinti funerari dell'età dell'oro in Grecia. All'inizio dell'età cristiana si praticava uno sport molto simile a questo nelle Alpi italiane: alcune pietre venivano lanciate in direzione di un'altra pietra che fungeva da obiettivo, non necessariamente nel tentativo di colpirla, ma piuttosto di avvicinarvisi il più possibile.
Le bocce erano uno dei principali passatempi dei soldati romani. Le pietre vennero infine sostituite da palle, che di solito non venivano lanciate, ma fatte rotolare. I Romani diffusero questo gioco in tutto l'impero e da esso presero vita giochi simili come il bowling su prato, il gioco dei birilli e la petanque.
Questo sport nella sua forma odierna venne reso popolare da Giuseppe Garibaldi durante l'unificazione d'Italia. Il gioco delle bocce deve il suo nome alla parola latina "bottia" che significa palla. Gli emigranti italiani diffusero le bocce negli Stati Uniti. New York e San Francisco furono le prime città in cui il gioco divenne più popolare grazie alla consistente presenza di italo-americani.
Nel 1896, in un periodo di rinnovata popolarità, si tenne ad Atene (Grecia) la prima Olimpiade delle bocce. Da allora il gioco delle bocce è entrato a far parte della scena sportiva internazionale, ma rappresenta uno degli sport più recenti delle Special Olympics, essendo stato introdotto per la prima volta nei Giochi mondiali del 1991.
Il gioco delle bocce richiede abilità e strategia. Si può giocare uno contro uno, a coppie, a terne o a quadrette. Ciascun giocatore a turno fa rotolare (accostare) la boccia verso il pallino (la boccia più piccola), precedentemente lanciato sul campo. I punti vengono assegnati ai giocatori le cui bocce si sono avvicinate di più al pallino. I giocatori possono inoltre lanciare la boccia con la tecnica del volo per colpire e quindi spostare le proprie bocce allo scopo di ottenere più punti. È anche possibile spostare le bocce degli altri giocatori e il pallino.
Nel 2003 le gare si svolgeranno al coperto in un campo con tappeto erboso presso la Royal Dublin Society (RDS) a Ballsbridge (Dublino), uno dei più grandi centri d'Irlanda per convegni, spettacoli, fiere e incontri sportivi.
Nel complesso si svolgeranno cinque incontri di bocce: una gara individuale, una gara a coppie e una gara a quadrette. Il programma Special Olympics comprende anche Unified Sports, in cui atleti con e senza disabilità dell'apprendimento gareggiano a coppie e a squadre nei tornei di bocce Unified Sports.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.

Foto estratta da Internet.










[1] Convenientemente restaurate sono ancora conservate nel nuovo negozio di Via Vittorio Veneto.

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