Il prossimo 8 settembre 2013, ricorre
il 50° dalla posa della prima pietra del nuovo oratorio, sala cinematografica,
palestra e completamento del Centro sportivo. In questa occasione nell'atrio antistante la sala cinematografica
verrà posta una targa a ricordo di Don Alberto Isella, che dell'opera fu
promotore e che per ventidue anni resse come coadiutore dell'Oratorio.
Nativo di Porlezza, estrema sponda del
lago di Lugano, subito dopo l'ordinazione venne destinato ad Azzate come
coadiutore, succedendo a Don Francesco Rattaggi nominato Parroco di Gazzada.
L'Oratorio di San Giuseppe risalente
agli anni '40 era un edificio dignitoso,
con qualche aula per il catechismo, ed un angusto locale per i giochi, più
tardi venne ricavata una saletta per la televisione, ed una piccola sala
cinematografica (il "Passerini"), il tutto attorniato da uno
spelacchiato cortile per i giochi all'aperto. Il giovane Don Alberto dimostrò
chiare visioni, che tramutò in realtà con capacità ed energia. Data la crescita demografica del dopoguerra,
incrementata anche dall'immigrazione, le strutture dell'Oratorio fortemente
utilizzate non erano più sufficienti, segno che i tempi stavano cambiando. Ed
ecco la necessità di prevedere un ampliamento, corroborata dalle sollecitazioni
che il Cardinale Montini andava rivolgendo alle parrocchie non solo per un
rinnovamento delle strutture ma per una vita pastorale che attraverso le
attività oratoriali avvicinasse i
giovani ed anche le loro famiglie. Oratori aperti a tutti, impianti sportivi
disponibili non solo per i ragazzi ma per gli adulti, un luogo di svago di incontro e di
aggregazione.
"Lo sport è una preziosa scuola di
virtù morali e sociali sia per gli atleti che per gli spettatori"
scriveva in quegli anni un alto
prelato.
Ad Azzate le occasionali attività
sportive venivano ospitate nel cortile della Scuola Elementare di via Roma, non
essendoci altri spazi, gli alberi fungevano da porta nelle partite di calcio,
ai tempi della "colonia elioterapica"
voluta dal regime fascista, un vascone
rudimentale veniva utilizzato come
piscina, poi abbandonato, insabbiato e colmato dai detriti.
Viste le mutate esigenze, Don Alberto,
con l'energia di un giovane, pensò ad un nuovo oratorio, fece redigere dei
progetti da competenti professionisti ed ideò una struttura che
comprendesse impianti sportivi (campo
calcio, piscina, palestra con campo basket), una nuova sala cinematografica, un
"nuovo oratorio" . Un'opera imponente, che avrebbe trasformato la
fisionomia del centro cittadino e che avrebbe convogliato e concentrato tutto,
in un'area di 13 mila metri quadri che
dalla Casa Parrocchiale si estendeva lungo la Via Vittorio Veneto fino alla Via
Acquadro.
Questo progetto, la cui elaborazione
venne periodicamente sottoposta alla valutazione del Prevosto Don Angelo
Cremona e dei "fabbricieri" fece "tremare loro, le vene e i
polsi". All'entusiasmo seguirono momenti di ansia e di dubbio. Trattandosi
di un costoso progetto edificatorio le preoccupazioni maggiori erano per una
adeguata copertura finanziaria. Il Prevosto, approvò completamente
l'iniziativa, anzi ne divenne il più
convinto promotore., pure dolendosi di dovere rinunciare all'amato
"chioso" che forniva copiosamente ortaggi, frutta, e un buon vinello,
e nel quale per antica consuetudine i "rivieraschi" della via
Vittorio Veneto potevano coltivare il loro orticello. L'investimento per quei
tempi era di notevole entità, anche se dilazionabile in diversi anni, forse un
decennio. Dopo l'avvio dei lavori nel
1957, la Parrocchia avviò un programma di smobilizzo di beni pervenuti da lasciti, strategia che
continuò negli anni per il finanziamento dell'opera, culminando con la
lottizzazione della collina del San Quirico.
A comprova che l'iniziativa era dagli
Azzatesi sostenuta, fu la risposta dei
parrocchiani all'appello di una raccolta
straordinaria, con una "tassazione" mensile della quale i
ragazzi dell'Oratorio erano "esattori" di casa in casa. Un generoso
sostegno pervenne da insigni benefattori, altri donarono materiali e non pochi
sacrificarono il tempo libero prestando mano d'opera gratuita nel
cantiere.
Il periodo era però quello
giusto,superate le difficoltà del dopoguerra, c'era un clima economico positivo
e vivace, sorgevano numerose iniziative commerciali e artigianali, il lavoro
non mancava, e c'era una gran voglia di fare.
A Don Alberto stavano a cuore anche
altri programmi, nacque il Circolo
Giovanile, per il quale
trovò una sede in un seminterrato
appena sotto l'ingresso dell'Oratorio, arredata in stile "taverna",
dove i giovani potevano ritrovarsi,
ascoltare le più recenti edizioni discografiche, e soprattutto
scambiare idee ed esperienze. Il
Circolo Giovanile pubblicava anche un suo periodico, "La
Giostra dei Giovani", laboriosamente
stampato con un vetusto ciclostile, distribuito all'uscita dalla Messa,
sperando in qualche obolo. Nacque anche un Circolo femminile in Villa
Mazzocchi.
Al Don stava a cuore l'attività che
coinvolgesse i giovani, ed ecco nascere
il gruppo CSI calcio, nuoto, atletica, e se poi c'era l'occasione di dare quattro calci
al pallone o di tentare qualche tiro a canestro, Don Alberto era lì e non si
tirava mai indietro.
L'attività pastorale fu intensa, con
periodiche riunioni serali, ritiri spirituali e convegni. Ma venivano anche
organizzati campeggi estivi, cineforum, gite invernali, trasferte a Milano per
spettacoli teatrali, e tantissime altre iniziative che sarebbe troppo lungo
elencare.
Nella vita oratoriana di quegli anni,
non si può dimenticare l'attiva presenza della madre di Don Alberto, la
"Signora Giuseppina", dispensatrice di gazzose e ghiaccioli e severa
tutrice della disciplina. Se qualche meritato scapaccione toccava ai più
scalmanati, era certo che questi non ne avrebbero fatto cenno in famiglia,
altrimenti ne avrebbero ricevuti di ben più sonori dai loro genitori.
Tornando al Centro Sportivo, nel 1959,
a soli due anni dalla posa della prima pietra e dall'inizio
dei lavori, vennero inaugurati il campo
di calcio, la piscina scoperta ed il fabbricato ospitante gli spogliatoi, le
docce e gli impianti, sul cui fronte campeggiava un graffito del pittore
azzatese
Giuseppe Triacca, rappresentante il
discobolo classico. La piscina, unica nel circondario, riscosse
immediato successo, tanto che si dovette
stabilirne un calendario di fruizione per gli azzatesi e per gli utenti dei
paesi vicini, incluso il capoluogo. Per la cronaca, essa fu "affossata" nel corso degli
anni dalle regolamentazioni di
sicurezza, giuste ed opportune, ma che scarsamente tenevano conto
delle peculiarità dei singoli impianti
e ne rendevano onerosa e in tanti casi insostenibile la gestione.
Non era stato trascurato l'avvenire
professionale della gioventù. In un ampio locale sotto gli impianti tecnici,
venne ricavato un laboratorio-officina per una Scuola serale di meccanica,
timidamente avviata qualche anno prima. Ottenuto il generoso apporto di
importanti aziende del circondario, che fornirono macchinario ed attrezzature e
buoni docenti, si intendeva dare una preparazione ed un diploma ai giovani
orientati a tale promettente settore, che infatti dopo pochi anni avrebbe
largamente surclassato nel Varesotto la pure importante industria tessile.
Il campo di calcio, omologato dal CONI
per la seconda divisione, fu un altro successo, e duraturo. Ben presto si
costituirono sodalizi ed associazioni sportive, si gareggiava con altre squadre
della Provincia, e vi si organizzarono memorabili tornei tra i rioni del paese
e tra compagini dei Caffè. Manifestazioni che vedevano amplissima partecipazione.
Il Prevosto, che spesso assisteva alle partite dal cortiletto della Casa
Parrocchiale, compiaciuto, si domandava se spettatori tanto numerosi avrebbero
potuto trovare posto nella Chiesa Parrocchiale. Era già gratificante che una
larga schiera di azzatesi sinora indifferenti si trovasse riunita all'ombra del
campanile e si avvicinasse all'opera della Chiesa.
La seconda fase, la ricostruzione
dell'Oratorio, la realizzazione di una palestra e di un salone
per il cinema ed il teatro – il
"Castellani " - dedicato alla memoria della contessa Elena Maria
Benizzi-Castellani veedova Gastinelli che fu insigne benefattrice della
Parrocchia, ebbe avvio nel 1963 e trovò rapida conclusione.
Don Alberto Isella governò con amore e
dedizione il complesso oratoriano, il
centro giovanile e sportivo per molti
anni ancora, sino alla fine del 1975, quando fu nominato parroco di Limido
Comasco ove trascorse con altrettanta operosità il resto della sua vita.
Ne perdurò viva la gratitudine e
l'affetto soprattutto della gioventù
alla quale aveva dedicato la sua opera per 22 anni.
Grazie, Don Alberto.
A cura degli ex "ragazzi dell'oratorio"
“Così si partiva il 13 maggio 1957 con la benedizione del
cardinale arcivescovo mons. Montini che esaminata nell’udienza concessa al
reverendo Prevosto la prima bozza del progetto dal nostro ottimo geometra
Emilio Bernasconi, incoraggiava la sua realizzazione, ringraziando il Prevosto
a nome dei giovani e felicitandosi per
l’iniziativa.
Naturalmente occorreva poi uno studio piuttosto lungo e
approfondito del progetto che venne steso con particolare competenza e passione
sportiva dal valente ingegner Sergio Brusa-Pasquè, tecnico provinciale del
C.O.N.I.
Furono lunghe le discussioni e inevitabili le difficoltà
burocratiche, tecniche-finanziarie, che a volte assumevano quasi l’aspetto di
velata ostilità: fu pertanto costituito un Comitato di Coordinazione impegnato
a seguire lo svolgimento delle varie pratiche, a dar consiglio, a raccogliere
pareri, a seguire i lavori e organizzare la raccolta mensile e in altre forme.
Si arrivò al luglio 1959 con il progetto definitivo e condotte in porto le
laboriose ma opportune trattative compiute dall’ingegner Brusa-Pasquè con le
varie ditte partecipanti all’appalto dei lavori: l’appalto venne aggiudicato
alla ditta Vittorio Olivarez di Azzate che garantiva l’inizio immediato dei
lavori e l’adempimento nel tempo prestabilito.
Si iniziarono quindi i lavori di questo centro Sportivo che
vuole nella sua castità di iniziative essere adeguato ed impegnativo senza
voler però essere troppo ambizioso per Azzate: la completezza di impianti e di
servizi che si è voluto realizzare corrisponde alle pratiche esigenze del mondo
moderno.
Per questo era necessario che il tutto fin dall’inizio fosse
concepito con ampio respiro, con quelle attrattive – oltre che con quei
vantaggi – di cui i giovani oggi sentono il richiamo: la piscina di metri 13 x
25 per il nuoto, la pallanuoto, le gare varie; il campo sportivo regolare per
il calcio con la possibilità di svolgere fare di atletica leggera, campo di
pallacanestro e pallavolo, spogliatoi con docce.
Il Centro Sportivo non vuole limitare la propria funzione a
un piano esclusivamente tecnico, ma vuole essere ragione, o almeno occasione di
contatti più elevati.
Il 6 ottobre 1957 venne solennemente posta e benedetta la
prima pietra di tutto il complesso sportivo. Poco tempo dopo perveniva una
lettera dalla Francia che diceva testualmente. “Monsieur le Directeur, j’ai l’honneur de vous faire savoire que j’ai
trouvè un ballon bleu avec l’iscription suivante; “W l’Oratorio di Azzate – W
il Centro Sportivo di Azzate” à S. Marcel de Careiret (Gard). Agreez, Monsieur
mes salutations. Veisset Aline ».
Si trattava di una lettera proveniente dalla regione del
Rodano nel dipartimento di Gard in Francia, in cui la scrivente con gentile
premura esprimeva la soddisfazione di aver raccolto un palloncino augurale che,
lanciato in occasione della festa per la posa della prima pietra, valicò le
Alpi raggiungendo la Francia.
Altra graditissima risposta ad uno di quei
palloncini-messaggio giunse da un bracciante di Buronzo in provincia di
Vercelli.
Continuava intanto l’interessamento e l’aiuto di tanti
collaboratori e da Roma in data 18 gennaio 1958 giunse pure graditissimo il
parere favorevole della Commissione Interministeriale Impianti Sportivi sul
progetto inoltrato tramite il CONI di Varese con l’interessamento del
Presidente provinciale commendator Bellini.
In tale comunicazione si precisava: il campo di calcio di m.
90 x 50 omologato per la seconda divisione ed amatori; e la piscina
utilizzabile per gli allenamenti di pallanuoto, e omologabile come campo di
nuoto di seconda categoria.
Questa approvazione che recava la forma di Bruno Zauli,
Presidente della C.I.S., non importava nessuno impegno di aiuto del CONI, da
parte del quale però si attende sempre un contributo che valga almeno di
incoraggiamento.
Ora il Centro Sportivo è completato nella sua struttura
generale e a giudizio di tecnici e di tutti è ben fatto e ben riuscito tanto da
costituire motivo di apprezzamento ed onore di Azzate, infatti in rapporto alla
capacità del paese è stato attuato un lavoro importante finanziariamente e
tecnicamente, basti a proposito pensare a ben 58.000 mc. di terra spostata e
livellata tanto da cambiare l’aspetto al centro del paese, va molto apprezzato
anche il lavoro di tutti: muratori, carpentieri, operai specializzati di ogni
genere che hanno prestato la loro opera e la loro dura fatica.
Si tratta dunque di un complesso sportivo fatti sul “serio”
che permette ai giovani di dedicarsi seriamente agli sport preferiti, di
ottenere risultato sportivamente validi e attraverso la pratica della
disciplina sportiva il giovane si educa e si prepara ad assimilare nella sua
coscienza altre e più importanti realtà che fanno, in nome di Dio, più bella e
accettabile questa vita.
Don Alberto”.
PIERGIORGIO BOSSI
Parlare e ricordare don Alberto è nello stesso tempo parlare
del nostro Oratorio.
Lui era l’Oratorio: il nostro punto di partenza per ogni
avventura giovanile, che fosse una nuotata al lago, un tuffo in piscina, una
partita al pallone, e per ultimo il basket.
Il suo era quasi sempre un sì, dettato con una risata,
sintomo per noi di sicurezza verso quello che si stava per organizzare e poi
naturalmente fare.
Non ci siamo mai persi di vista e il rivederci in qualche
occasione a Limido è sempre stato un modo per continuare in quel cammino di
stima e di affetto che ci aveva legati. Lui da sacerdote e noi ragazzi
dell’Oratorio di Azzate.
Piergiorgio Bossi
“E’ arrivata la banda dell’ALFA”. Con questo acronimo don
Alberto comunicava l’arrivo in Oratorio di Angelo, Giorgio, Ivo e Mauro. Sì, la
banda dell’ALFA, ovvero: Associazione Lattanti Fumatori Azzatesi.
Quando ci ripenso ecco che oltre al suono delle parole, si
affaccia il ricordo sorridente del don, quel prete estroverso, geniale, capace
in pochissimo tempo di portare tutti i giovani azzatesi e non solo ad
aggregarsi intorno all’Oratorio ed al Centro Sportivo, progettando e
realizzando prima la piscina poi la palestra e la grande sala cinematografica.
Don Alberto aveva doti e capacità di grande educatore, a cui
tutta la mia generazione deve dire grazie
per averci dato la possibilità di vivere la nostra infanzia all’insegna
dell’amicizia, tenendoci lontani da tentazioni e pericoli.
Tra le tante passioni ed hobbies che don Alberto aveva c’era
la fotografia, non di certo quella “artistica”, ma più semplicemente la ricerca
dell’immagine “come reportage” della vita che scorreva attorno all’Oratorio e
alle persone chi vi partecipavano; l’intera documentazione della fase di
realizzazione della piscina, del centro polifunzionale con palestra e sala
cinematografica; le nostalgiche immagini dei vari campeggi che ancora una volta
don Alberto realizzava con lo spirito dell’aggregazione e dell’amicizia.
Ora, in età adulta, ripensando a quegli anni devo
sottolineare la grande fortuna di avere avuto come educatore una personalità
così particolare come quella di don Alberto.
Grazie “don”!
Angelo Costanza
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