INDICE
Stato dei benefici e legati della Parrocchia d’Azzate pag. 6.
Elenco dei parroci di Azzate pag. 50
Elenco dei coadiutori pag. 54
Cronistoria della Parrocchia pag. 59
Zibaldone delle funzioni parrocchiali pag.
160
Storia dell’Oratorio della Madonnina del Lago
Compagnie esistenti in Parrocchia
Tariffe in uso e contribuzioni pag.
180
Oggetti artistici nella Chiesa Parrocchiale pag.
190
INDICE DEI LEGATI PII
1 Beneficio Parrocchiale pag. 6
2 Coadiutoria titolare pag. 9
3 Coadiutoria dei santi Luigi e Clara pag. 8
4 Beneficio dei Santi Quirico e Giulitta pag.
16
5 Beneficio di S. Antonio pag. 8
6 Beneficio di S. Giovanni Evangelista pag.
10
7 Beneficio del S. Rosario e S. Giovanni pag.
10
8 Beneficio di S. Andrea pag.
10 e 30
9 Beneficio di S. Lorenzo pag.
28
10 Beneficio di S. Francesco d’Assisi pag.
28
11 Beneficio di S. Gerolamo e Giuseppe pag.
30
12 Beneficio di S. Carlo pag. 30
13 Beneficio di S. Giovanni Evangelista e S. Maria pag.
30
14 Beneficio dei Fratelli Carnasini
15 Beneficio di S. Gerardo
16 Legato Teresa Giamboni pag.
12
17 Legato Arcangelo Bossi pag.
12
18 Legato Clara Mozzoni pag.
12
19 Legato Carlo Antonio Bianchi pag.
12
20 Legato Luigi Buzzi pag.
12
21 Legato Gerolamo Campaniga pag.
14
22 Legato Daverio Buzzi pag.
14
23 Legato Carlo Fumagalli pag. 14
24 Legato Gio. Battista Bossi pag.
14
25 Legato Caterina Bossi pag.
14
26 Legato Ennida Besozzi pag.
14
27 Legato per le Missioni pag.
16
28 Legato Tomaso Bossi pag.
16
29 Legato Guidetto Bossi pag.
16
30 Legato Teresa Ferrario pag.
16
31 Legato Beltramo Bossi pag.
16
32 Legato Bossi pag.
18
33 (manca nella scansione)
34 Legato Giacomo Antonio Bossi pag.
18
35 Legato Annibale Bossi pag.
18
37 Legato Gio. Battista Brioschi pag.
18
38 Legato Angelo Torniamenti pag.
18
39 Legato anonimo pag.
20
40 Legato S. Lucia pag.
20
41 Legato Giovanni Orlandi pag.
20
42 Legato Carlo Sangiovanni pag.
20
43 Legato Arcangelo Bossi pag.
20
44 Legato Gandola pag.
20
45 Legato Idelfonso Bossi pag.
22
46 Legato Gio. Battista Bossi pag.
22
47 Legato Caterina ed Elisabetta Bossi pag.
22
48 Legato Felice Bizzozero pag.
24
49 Legato Felice Bizzozero pag.
24
50 Legato per l’organista pag.
24
51 Legato per le torchie pag.
24
52 Legato Alfonso Limido pag.
24
53 Legato Gabrio e Maina Mantici
54 Legato Francesco de Cianis
PARROCI DI AZZATE
Pietro da Carnago 1503-1555
Daverio Luigi 1555-1581
Bossi Annibale 1587-1594
Crespi Agostino[2] 1628-1639
Fumagalli Carlo 1640-1689
Bossi Gio. Battista 1690-1694
Buzzi Luigi 1694-1726
Giamboni Pietro 1726-1745
Biondi Pietro Antonio 1746-1756
Lotterio Giovanni Antonio
1756-1768
Stefanini Giuseppe[3] 1768-1812
Brioschi Gio. Battista[4] 1813-1850
Cazzaniga Angelo[5] 1851-1882
Redaelli Luigi[6] 1883-1908
Baggioli Enrico[7] 1908-1920
Vanetti Alessandro[8] 1921-1932
Rimoldi Paolo 1932-1937
Cremona Angelo[9] 1938-1974
Cantù Luigi[10]
Azzate, 12 novembre 1862
Dichiaro io sottoscritto di aver ricevuto dal M.R. signor
don Angelo Cazzaniga parroco di Azzate la somma di franchi mille i quali sono
in pagamento degli affreschi da me eseguiti nella chiesa parrocchiale di Azzate
per di lui commissione come da scrittura fatta il 20 agosto 1861 presente il
signor Prevosto di Varese.
E in fede mi dico
Gaetano
Barabini pittore storico
Relazione sulle panche in chiesa, alla veneranda Curia
Arcivescovile chiesta in visita pastorale 11 ottobre 1890
PROMEMORIA PER LE
PANCHE PRIVATE IN CHIESA PARROCCHIALE DI AZZATE
Le panche che portano il nome di privati in chiesa sono 21,
ossia la quasi totalità, essendo le altre sette state fatte costruire di
recente dal parroco Redaelli a comodo della popolazione e per ….. della chiesa.
I nomi dei privati che figurano sulle panche sono:
in cornu evangelii, ossia per le donne (le uniche che ne
usano di fatto)
Casa Collobiano
Marcolli
Conti Bossi
Luigioni-Bodio
Casa Riva
Casa Castellani
Bossi-Lampugnani
Castiglioni
Borsa
C. Ferrari
Santina Brusa
Casa Pedoja (genuflessorio)
Casa Baroffio
In cornu epistolae (ossia dalla parte uomini)
Bossi-Lampugnani
Casa Castellani
Casa Riva
Fratelli Crugnola
V.C. (Vittorio Collobiano)
Casa Baroffio
Osservazioni:
- Talune di queste panche passarono da cognomi antichi a nuovi o per eredità o anche per (manca)
- Tre delle suddette panche (Castiglioni, Santina Brusa, Luigioni-Bodio) sono concesse dal Parroco e Fabbriceria dietro contributo annuo di lire 10 (ma al con visitatore della visita pastorale ultima, conviene ignorare questa circostanza, per non coinvolgere il Parroco nel procedimento sempre odioso).
- Nel 1886 Parroco e Fabbriceria esposero in chiesa un regolamento che rimase esposto finora, nel quale si invitavano i titolari delle panche a giustificare il fatto entro un anno, non volendosi né intaccare i diritti che esistessero, né menomare la libertà della chiesa, e nessuno si presentò.
- Anzi taluni, scomparso per ingiuria dei tempi il loro titolo sulla panca, ve lo affissero a nuovo, e due provvidero a proprie spese e si fecero ricollocare la scomparsa pretesa panca.
- I detti titolari di panche per la totalità non contribuiscono nulla per l’uso della panca e neppure compaiono tra gli oblatori nei bisogni sia ordinari che straordinari della chiesa. Un’unica eccezione: in occasione delle offerte della cera, generale nel popolo, due dei titolari danno un 10 lire, altri 5, altri nulla neppure allora e questo per lo meno dacché è parroco il sottoscritto.
- Assieme ai membri della famiglia del titolare taluni chiamano o sostituiscono sulla pretesa loro panca gli inquilini di loro case, amici, persone di servizio.
- Durante l’assenza della famiglia del titolare (da novembre a luglio circa), le famiglie addette alla casa (fattori, giardinieri ecc.) pretendono ed usano della banca.
- Talora avvennero disgustosi incidenti tra i titolari e il popolo, ai quali Parroco e Fabbriceria cercarono conservarsi estranei, limitandosi (manca)
- E così il povero popolo che col poco è ancora l’unico sostenitore della sua chiesa, si trova costretto in autunno specialmente o a starsene in piedi o a pagarsi la scranna (sedia)
Provvedimento: non andrebbe un
decreto da esporsi in chiesa? Nel quale pressappoco si dicesse: “Constatato in
occasione della visita pastorale ecc. ecc. si invitano i titolari ( e nominarli
tutti) ad intendersi con Parroco e fabbriceria (con l’obbligo di riferirne
l’esito) per l’uso delle panche pagando un contributo annuo, o levando il
titolo alla panca, ecc.?
Temo che qualcheduno cos’ non dia
più neppure l’offerta della cera: ma questo è il meno; è che qualche altro non
venga più neppure a Messa: videant consules.
Che importa è che il Parroco non
deve comparire in alcun modo nella
relazione, né nel provvedimento.
Azzate, 16 ottobre 1905
prete Luigi Redaelli parroco
LA MORTE DEL COADIUTORE DON NATALE ROTA
Il giorno 31 dicembre, poco prima
che l’anno tramontasse, chiudeva la sua vita il giovane coadiutore don Natale
Rota di appena 31 anni.
Fu un vero sacerdote secondo lo
spirito di Gesù Cristo. Umile e schivo di onori attuava la grande parola
dell’Imitazione di Gesù Cristo. “Ama di essere sconosciuto e stimato un nulla”.
Di pietà sincera e profonda, era
felice quando gli era possibile lunghe ore ai piedi dell’altare, e questa pietà
manifestava anche nell’esattezza delle funzioni liturgiche, nella precisione
che esigeva nel canto popolare, nel gusto finemente artistico e nella vera
passione per il decoro dei sacri altari e della casa di Dio.
Di carattere aperto e di una
schiettezza fino all’inverosimile, era nemico di ogni infingimento; la sua
parola era lo specchio nitido della sua anima.
Di costume intemerato, nelle
parole e nel tratto faceva brillare la purezza angelica del suo cuore.
Che dire poi dello zelo
infaticabile spiegato da lui nel campo del ministero affidato alle sue cure,
specialmente a favore della gioventù? Ordinato sacerdote la festa di Pasqua del
1924, fu mandato dall’obbedienza a Varenna, sul lago di Como, come supplente di
quel coadiutore lontano per malattia e là poté svolgere le iniziative geniali
dello zelo che lo divorava per i cari giovani fino logorarsi le forze rese
troppo delicate da precedenti malattie. Dopo un anno e tre mesi, tornato a
Varenna il coadiutore, fu destinato ai primi di agosto alla Parrocchia di
Azzate. Nei cinque mesi di sua permanenza fra noi, se non poté per la salute
malferma e il troppo breve tempo attuare, in pieno accordo col parroco, il
magnifico programma concepito per l’educazione dei giovani, seppe farsi amare
dal parroco che lo apprezzava grandemente e dalla popolazione tutta.
Questa ne diede la prova
coll’interessamento affettuoso dimostrato durante la breve sua malattia, nel
gorgoglio generale per la sua immatura morte, nella prestazione gentile dei
privati e delle associazioni sia nel sovvenire la sua povertà come nel rendere
più solenni i funerali.
I funerali stabiliti per le ore
10 di sabato 2 corrente riuscirono senza ombra di esagerazione un vero trionfo.
Tutta la popolazione vi
partecipò; dalle autorità comunali ai bambini dell’Asilo condotti dalle
reverende Suore; dalle Confraternite e Sodalizi, al Corpo musicale, ai ragazzi
della scuola, guidati dal corpo insegnante. Un gruppo numeroso di sacerdoti
venuti dai paesi vicini e lontani, una
larga rappresentanza dei compagni in cotta salmodiò durante le esequie
imponentissime. La chiesa non bastava a contenere la folla devota e lacrimante.
In chiesa, terminata la Santa
Messa, il parroco, visibilmente commosso, tessé l’elogio del venerato suo
coadiutore; al cimitero prima che la salma scendesse nella tomba donata da una
famiglia generosa, un socio dell’Unione Giovanile e due compagni fra le lacrime
dei presenti porsero l’ultimo saluto. Azzate in quel momento ha ritrovato e
manifestato l’antica anima cristiana e la sua devozione al ministro del
Signore!
COMUNE DI AZZATE
18 luglio 1898
Al M.R. don Luigi Redaelli –
Azzate
Oggetto. Circa la concessione di
processioni in Comune.
Lo scrivente ha preso nota del
contenuto di pregiata lettera 11 corrente ma deve avvertire che per conseguire
il permesso per la processione religiosa occorre la presentazione al Sindaco
dell’avviso voluto dalla legge di pubblica sicurezza.
Per la Giunta Municipale
f.to
C. Castellani
S. Lorenzo con oratorio (di cui pretendono patronato!)
Fondazione: 27 maggio 1329 rogito
Gasparolo Bossi notaio di Azzate.
Fondatore: Beltramo Bossi parroco
di Cinisello,
Fondiaria: irreperibile (in
Curia?). Nel 1850 l’investito era il nob. Antonio Bossi. (Ora del Brugnoni
…..).
Oneri: 4 messe per settimana, 3
annuali, messa in canto con 4 sacerdoti il giorno di S. Lorenzo; pranzo annesso
più una messa …..
Dote: fondi pertiche 269 vani 20
nei territori di Azzate, Daverio, Crosio, Capolago, Buguggiate e casa
masserizia a Crosio (rendita circa lire 1.500).
Carte esistenti: riportato fu …
gli stati dei benefici con carteggio colla reverenda Curia per accomodamento
fallito nel 1873 e lettere della fabbriceria da parte degli attuali
svincolatori.
Prospetto di rendita presentato dal parroco Cazzaniga alla Curia il 18
settembre 1873.
Rendita annuale lorda lire
1.428
Defalco carichi: moggi (?) stari
(?) 18 mistura alla ….. 5 anniversari lire 626
-----------
lire 808
Pagato per tassa di svincolo lire
6.252.56 di cui l’interesse annuo lire 312.64
---------------
lire 495.36
=========
La Curia accetta l’offerta per
una metà … di annue lire 100 (esclusa mistura e 3 anniversari.
Osservazioni: gli stari 18
mistura vanno alla chiesa per l’organista come da rogito Lampugnani 4 settembre
1812 e 10 gennaio 1605 rogato Giovanni Bossi.
S. Francesco
Fondazione: 5 maggio 1647 rogito
Federico Negretti notaio arcivescovile; eretto in beneficio il 22 maggio 1649;
fondato da Federico Solari.
Oneri: 5 messe per settimana
compresa la festiva ed un anniversario (calcolato già di lire 8.15).
Più moggi 18 mistura in cui …..
Investito: nel 1870 era don
Pietro Bossi di Gerolamo …. dall’8 novembre 1854.
Patroni: i Bossi Pietro e Giulio
col Parroco.
Dote: pertiche 98.9 scudi 565.3.4
in Azzate con casa masserizia di cui esiste istrumento di vendita in archivio.
Carte: stati …. Fondiaria in mano
don Pietro Bossi (come da rapporto 8 luglio 1854 n. 166).
Lodo del 1818 di nomina dell’I.R.
Consigliere Gaetano Giudici esistente in Curia.
Istrumento d’investitura di
felice Bizzozero 28 agosto (‘) 1793 rogito Gio. Battista Perabò (in Curia?).
Carteggio 1873 per accomodamento
con la Curia.
Osservazioni. La festa di S.
Benigno (in lire 24) già cartella …… n. 73642 con istrumento 18 maggio 1833
rogito Domenico Pasetti di Varese e federico Soriani di Milano 7 gennaio (?)
1834
Si pagava dai discendenti del
marchese Benigno Bossi.
Specchietto Cazzaniga alla Curia
18 settembre 1873:
rendita lorda lire
1.171.93
carichi e 2 anniversari lire 380
--------------
lire 791.93
interessi al 10% lire 385
---------------
lire 406.93
La Curia accetta la proposta di
lire 100 annue (esclusi anniversari).
ELENCO COADIUTORI
Bizzozero Felice (coadiutore
titolare)
Somarelli (coadiutore titolare)
Del Torchio Stefano (titolare)
Velini Carlo (supplente alla
titolare)
1881 Ceresi Amando di Milano
(supplente)
185 Fassi Edoardo nativo di
Vizzola (supplente)
1887 Scaltritti Isidoro nativo di
Cavaria (supplente)
1892 Cavallé Pietro nativo di
Campo Morto (supplente). Cassato cappellano nella Casa degli Incurabili di
Abbiategrasso.
1898 don Vincenzo Ambrosiani di
Saronno (supplente). Defunto in famiglia a Saronno il 2 febbraio 1899.
1899 don Giulio Mari di Gorla
Minore (supplente alla titolare) di ani 3 di messa proveniente da Pieve
Emmanuele. Promosso parroco a Lissago.
1906 don Fiorenzo lavelli di Bernareggio
candidato dal 1906. Promosso parroco a Caiello.
1918 canonico don Guglielmo
Ballerio ordinato nel 1897, già parroco di S. Lorenzo di Parabiago, indi
Vicario alla Prepositurale di Perledo (1899-190) e per 7 anni parroco di Claino
e dal 1907 al 1910 assistente dell’Oratorio di Monza; dal 1910 ad honorem
Canonico di Busto; nel giugno 1919 coadiutore titolare di Azzate dopo 39 anni
di vacanza. Per la malattia del parroco don Enrico Baggioli costretto ad
allontanarsi dalla parrocchia per iniziare una cura climatica, il suddetto
canonico ballerio venne ad Azzate alla fine di ottobre 1918 in qualità di
sostituto del parroco e governò la parrocchia fino al 1920
1922 sac. Luigi Pozzi ordinato
nel 1922 come coadiutore titolare (solo di fronte al governo perché ecclesiasticamente
la coadiutoria fu stitolata e ridotta a manuale). Venne in Azzate ai primi di
luglio 1922 e partì ai primi di settembre 1928 pur ritirandosi in famiglia a
Varese mantenendo però l’investitura personale del beneficio.
1924 venne nominato coadiutore
residente don Giuseppe Redusche segretario di Sua Eminenza, si fermò fino al
mese di agosto 1925. Ai primi di agosto tornò a Milano coadiutore di S. Maria
Incoronata. Parroco a Piano di Porlezza.
1925 a sostituire il precedente
venne don Natale Rota da Varese ma già sofferente. Colpito nella novena di
natale da polmonite (manca).
Giugno 1926. Dopo sei mesi nei
quali il parroco rimase solo, gli venne assegnato come nuovo coadiutore
don Alfredo Arnaboldi di Cantù sacerdote
novello che rimase in parrocchia fino alla fine di settembre 1928 ritirandosi
per salute a Balsamo come aiuto del parroco. Parroco (manca).
Giugno 1929 Dopo altri nove mesi
d’interruzione con la festa di S. Pietro e Paolo venne il prof. Don Angelo
pecchi dal Collegio Arcivescovile di Porlezza. Ordinato nel 1924. Fu assegnato
come coadiutore e come aiuto del parroco da lunghi mesi sofferente.
Fino al 1934 fu coadiutore don
Enrico Alberio poi parroco di Brunello.
Giugno 1943. Azzate rimase così 9
anni senza coadiutore. Nelle ordinazioni del 1943 venne nominato il sacerdote
don Francesco Rattaggi nativo di Mombello Lago Maggiore. Nominato parroco di
Gazzada nel 1953.
Giugno 1953 Viene inviato come
coadiutore don Alberto Isella sacerdote novello nativo di Porlezza (1929); nel
dicembre 1975 è nominato parroco di Limido Comasco.
Luglio 1976 viene inviato come
coadiutore il sacerdote novello don Angelo Zanzottera nativo di Legnano (1950).
Luglio 1988 A sostituire don
Zanzottera, nominato parroco di Indago, è destinato il sacerdote don Mario
Gonti nato ad Angera nel 1964.
ELENCO DEI COADIUTORI DEL BENEFICIO DEI SANTI LUIGI E CLARA
Primo investito fu don Francesco
Abozzoni.
Dal 1897 al 1901 fu economo
spirituale (criminalmente) il M.R. don Luigi Castaldi oblato della Casa S.
Carlo in Milano.
Dal 1901 economo spirituale
nominale il M.R. don Carlo Lucchini oblato pure della Casa S. Carlo in Milano.
Fino al luglio 1903 venne come
supplente, il nuovo secondo coadiutore, don Leopoldo Parolai di Milano e partì
subito col novembre, coadiutore a Nava, cappellano a Valera di Arese.
Gennaio 1923 investito del
beneficio don Giuseppe Rivetta senza residenza ad Azzate e senza diritti
personali sulle rendite del beneficio perché il beneficio stesso i cui terreni
e casa colonica furono venduti, sede vacante,
dall’Economato, inconsueta l’autorità ecclesiastica, più oltre non
venisse amministrato dall’Economato con detrimento degli utili.
I redditi del beneficio con
indulto dell’autorità ecclesiastica con oneri proporzionati unitamente ai
redditi dell’ex coadiutoria titolare, amministrati dal parroco, sono a favore del coadiutore residente pure
non essendo finora investito di alcun beneficio.
Giugno 1943 è nominato coadiutore
il reverendo don Francesco Rattaggi sacerdote novello nativo di Mombello
Laveno, dopo 10 anni senza coadiutore.
Viene investito del beneficio di
S. Luigi e Clara perché l’Ufficio Amministrativo Diocesano non permette che
abiti una casa e sia investito del beneficio di un’altra casa. Allora prima
della costruzione dell’Oratorio abitava nella Casa del beneficio di S. Luigi e
Clara. Nel 1952 agosto viene nominato parroco di Gazzada.
1974 la gestione del beneficio
dei Santi Luigi e Clara, con la rinuncia del prevosto don Angelo Cremona, passa
all’Ufficio Amministrativo Diocesano secondo disposizioni emanate dal cardinale
Gio. Battista Montini, poi Papa Paolo VI.
1976 dopo le ordinazioni
sacerdotali di giugno viene inviato come coadiutore don Angelo Zanzottera,
sacerdote novello nativo di Legnano. Sostituisce don Alberto Isella dal
dicembre 1975 nominato parroco di Limido Comasco nel decanato di Appiano Gentile.
1988 è destinato vicario
parrocchiale ad Azzate don Mario Gonti, sacerdote novello di anni 24 e sei
mesi, nativo di Angera. Don Zanzottera è destinato parroco di Inarco
nell’estremità nord-ovest del decanato di Azzate.
RIVISTA DELLA
SOCIETA’ STORICA VARESINA
AZZATE
Volume 2 (1560-1590) Documenti vari raggruppati per
parrocchie: ACIATI (Azzate) q. 1, 17.
Volume 6 (1582) Notizie dei sacerdoti della pieve molto
particolareggiate. Nel q. 17 notizie di legati e della chiesa di Azzate, in
seguito a visita nel 1597.
Volume 7 (1574) Scrpturae veters loci S. Mariae Aciati
plebis Varismi.
Volume di 33 quinterni numerati. Contiene una miscellanea di
carte: testamenti. Inventari di beni e di suppellettili, ecc.
Una nota sulla prima pagina di guardia avverte che altre
carte relative ad Azzate sono contenute della Pieve di Dairago segnato
esternamente con la lettera O: In libro, cuius titulus est variae Visitationes,
Decreti, Status ecclesiasticorum, et aliae scriptureae Plebis Dayragi im simil
conglutinatae anno D. 1665, habetur
fundatio Sansissimi Rosarii loci Azzati folio primo quinterni 11.
Importanti i quinterni 7, 8 e 33 che contengono le
prescrizioni fatte da S. Carlo nella visita del 1574 per la Chiesa di S.
Lorenzo.
Nei quinterni 10 e 11 ordinazioni per la chiesa parrocchiale
di S. Maria, ed ancora per S. Lorenzo.
In fine al quinterno 11 schizzo planimetrico parziale per S.
Maria di Bodio.
Nei quinterni 12 e 20 inventario dei beni e delle reliquie
della chiesa parrocchiale.
Nel quinterno 14 beni e suppellettili della Chiesa di S.
Antonio.
Nei quinterni 18, 19, 22 e 25 documenti della famiglia
Bossi.
Nei quinterni 27 e 29 cappella di S. Gerolamo.
Vi si trovano inserite anche dichiarazioni di parroci di
aver fatto le pubblicazioni nelle chiese della famosa bolla in Coena Domini e
delle disposizioni del Tridentino sulla pubblicità del matrimonio.
Lo studioso può consultare BERTANI FELICE: S. Carlo e la
bolla Coena Domini (Milano 1888).
Interessante un breve studio di GUSTAVO FRIZZONI “La pala di
Callisto Piazza nella chiesa parrocchiale di Azzate (Ambrosiana, IV
Hie.E.VI,224).
Volume 24 (1612-1658) Congregazione di tutto il clero della
pieve (q. 9 e 10).
Dal 1653 in poi matrimoni e battesimi di Varese
……...
Azzate (quinterno 29).
Pag. 59
CRONISTORIA DELLA
PARROCCHIA DI AZZATE
La data di fondazione della Parrocchia non è conosciuta;
anteriore certissimamente di molto al 1329, epoca della fondazione del Beneficio
di S. Lorenzo; nel cui istrumento di fondazione si parla di anniversari da
farsi al Castello nell’Oratorio di S. Lorenzo, e di altro dal rettore nella
Chiesa di S. Maria.
Anzi, se stiamo alla tradizione che vuole discendente dei
Bossi d’Azzate l’arcivescovo Ansperto e l’arcivescovo S. Benigno del 465,
possiamo dire che se non la parrocchia l’esistenza di Azzate, si perde nella
più remota antichità.
Altrettanto deve dirsi della chiesa parrocchiale: non se ne
conosce l’anno della prima sua costruzione. Evidentemente l’architettura
diversa dell’altare e del coro, fa dire che questi furono un’aggiunta
all’antica chiesa; aggiunta fatta nel 1606 circa se stiamo allo stile bizantino
dei vecchi schienali del coro. Le due piccole navate ai fianchi, furono
aggiunte per opera del parroco Angelo Cazzaniga nel 1853; come pure la
sagrestia nuova coi suoi magnifici scaffali, pulpiti e cantoria su disegno
dell’architetto Maciacchini.
La chiesa parrocchiale fu consacrata da monsignor Melchiorre
Crivelli vescovo di Tagaste in partibus infidelium, e coadiutore del vescovo di
Bergamo come si legge sulla porta maggiore “Hoc templum ac altare majus
consacravit Melchior Cribellius
episcopus tagastensis anno 1545 decimoquinto calendas novembris”.
In proposito alla Chiesa Parrocchiale di Azzate si sono
trovate annotazioni in archivio parrocchiale dalle quali risulta che la
cappella della Madonna e di S. Carlo sono dipinte dal Morazzone (Pier Francesco
Mazzuchelli) nel 1646. Gli affreschi della volta sono di Gaetano Barbini, opera
del 1854. l’affresco sopra l’altare (lasciato in bianco).
La magnifica torre o campanile e la bussola della porta
maggiore sono del 1776 sotto il parroco Stefanini, ope suae et populi.
Il celebre quadro dello sposalizio di S. Caterina vergine
martire è di Callisto Piazza da Lodi (1542), dono del senatore Egidio Bossi.
In un documento dell’archivio parrocchiale si riferisce che
per un dissidio con la chiesa di Varese del 1224 si accertò che Azzate era
parrocchia, celebrandosi tutti gli uffici parrocchiali da questo rettore ab immemorabili.
Pag. 61
Possiede pure la parrocchiale uno stupendo Angelo del detto
Morazzone; più un S. Gerolamo che si crede del Guercino, e due tavole (di S. Pietro e di S. Paolo) d’ignoto autore;
con una copia del Cristo nel sepolcro (insulto alla devozione (?)) di cui l’originale
si trova a Lucerna. Una S. Lucia del Panfilo.
I gradini dell’altare maggiore e le balaustre di tutti e tre
gli altari sono in magnifico marmo di macchia vecchia di cui si è perduta la
cava, e furono posti nel 1607.
L’organo fu rinnovato ed accresciuto dalla distinta Ditta
Mentasti di Varese nel 1856 ed esisteva fin dal 1600 come da annotazioni
d’archivio.
Le campane attuali furono rifuse ed accresciute nel 1873 col
concorso della popolazione e del Comune.
Lo stendardo dei Confratelli fatto e pagato da loro nel 1876
è opera della Ditta Valori di Milano. Quello delle Consorelle è della Ditta
Giuseppe Cardani del 1893.
Lo stupendo paramento rosso a ricamo è della stessa Ditta Cardani
del 1898 nel costo di circa lire 4.000 così del pallio a lastra e cesello con
(lasciato in bianco).
La Confraternita del Santissimo Sacramento e della Dottrina
Cristiana furono erette da S. Carlo il 27 ottobre 1574 (come da decreto di sua
visita pastorale). Quella del S. Rosario il 4 dicembre 1607 dal prete Lodovico
Isella vicario generale dell’ordine dei ….
Sotto il pavimento della chiesa vi erano i sepolcreti con
due porte per accedervi, e 24 celle. Il tutto sgraziatamente ricolmato coi
ruderi delle atterrate pareti laterali per la costruzione ed ingrandimento chiesa di due corridoi e non
navate avvenuto nel 1854.
La chiesa aveva croce, 6 candelieri, lampade tutto argento;
di cui non si conosce la scomparsa. Forse date nel 1848 al Governo provvisorio.
Fu poi consegnato il certificato del Tesoro di annue lire 500.
La insigne reliquia
di un dito di S. Andrea apostolo fu dono del vescovo di Novara
reverendissimo Francesco Bossi; come si legge negli atti della visita pastorale
del cardinale Federico Borromeo esistenti in archivio plebano di Varese.
Il battistero anticamente esistente a S. Rocco (dove dalla
istruzione sua conviene la compagnia del Santissimo sacramento) e trasportato
alla Parrocchiale per ordine del cardinale stesso.
Antichissimi oratori pubblici sono: S. Rocco, S. Antonio
(ora officina privata ma sempre redimibile, perché le chiese non sono oggetto
di commercio e quindi invendibili e sempre redimibili anche nel nostro codice),
S. Lorenzo, S. Biagio (scomparso), l’Immacolata (ora rifatta), La Madonnina ad
Domus Veteres ora Sacra Famiglia ribenedetta nel 1896.
Gli affreschi sulla volta sono di Gaetano Barbini dipinti
nel 1862. Gli ornati furono ideati ed eseguiti da Vincenzo De Bernardi da
Claino nell’anno 1853.
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1882. Nella notte dall’8 al 9 dicembre 1882 e precisamente
alle 2 antimeridiane moriva dopo un sol giorno di malattia il distintissimo
parroco don Angelo Cazzaniga, lasciando nel pianto la popolazione, specialmente
i poveri, e tracce imperiture nelle grandiosi opere a decoro di questa chiesa,
quali furono l’ingrandimento di essa, i mobili in noce, la facciata della
chiesa, la sagrestia nuova, la casa parrocchiale, ecc. Gli si celebrarono commoventi
funerali e per anni ed anni il popolo ne conservò indimenticabile gratitudine
specie per la sua generosità e popolarità.
A vicario spirituale in luogo, nella vacanza della
parrocchia, fu designato il coadiutore in luogo don
….. Censis.
1883. Col concorso di benefici vacanti del 6 marzo venne
nominato a parroco il molto reverendo don Luigi Redaelli oblato, nato a Befana
Brianza il 21 aprile 1844 e allora direttore spirituale nel Collegio di Gorla
Minore, allora fiorente di ben 466 alunni.
Il 6 maggio domenica dopo l’Ascensione, il nuovo parroco prese possesso della
parrocchia e vi fece solenne ingresso, accompagnato da buon numero di superiori
ed alunni del detto Collegio.
Fu ricevuto processionalmente in cima alla strada per la
Gazzada e di là condotto alla chiesa parrocchiale fra apparati continui.
Il 4 luglio alle ore 5 pomeridiane Iddio visitò questa parrocchia (come
tante altre circonvicine) con una terribile grandinata che portò via tutti i
frutti esistenti. Il parroco chiamò in chiesa la
popolazione per esortarla a portare con rassegnazione la
tribolazione, come fu a lode di questo popolo.
1884 Col giorno dell’Epifania e susseguenti si incominciarono
le Sante Quarantore con apparati, illuminazione chiesa, predicazioni,
straordinaria; e straordinario davvero ne fu il beneficio che ancora si
mantiene, quando …. tale devozione si rinnova.
In questa occasione s’ammisero alla solenne professione una
sessantina di confratelli nuovi.
In quest’anno si avviò anche la devota pratica del Mese di
Maggio, con sermoncino, rosario, canto e benedizione con la reliquia; pratica
alla quale tuttora partecipa in massa il buon popolo.
Colla prima domenica di maggio si fece la prima Comunione
alla festa di S. Luigi, il tutto per la prima volta colla massima solennità; il
che riuscì di comune approvazione, e da sperarsi anche di frutto.
Si celebrò con ogni solennità il III centenario di S. Carlo
Borromeo.
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1885. L’asilo. Col giorno 6 maggio s’apriva un modesto asilo
pei bambini della parrocchia. Il parroco a tutta sua spesa personale aveva nei
mesi anteriori in parte adattata in parte fabbricata di pianta l’attuale
locale, senza che persona vivente avesse subodorato lo scopo: col 5 maggio
tutto era pronto e nessuno ne sapeva nulla di nulla; col 6 entrarono 40
bambini.
Vera benedizione, specialmente per l’educazione, custodia
pretesa e cristiana dei bimbi, che così imparavano a meraviglia le loro orazioni. Pagano una tassa di
centesimi 50; pel restante finora supplisce interamente il parroco Redaelli col
suo.
Chissà quando ad Azzate si troveranno benefattori.
La cosa fu di tanto maggior merito perché così si sventò il
progetto di un asilo alla massoneria, che si andava propagando.
Questione Società Operaia. Eterne furono le noie ed
incalcolabili i danni che portò in questi tempi la Società Operaia ibrida,
liberale per non dire massonica, costituitasi durante la vacanza della
parrocchia nel 1883. La principale questione fu quella per la benedizione della
bandiera sociale: alle importune ed insistenti pretese anche con minacce
indecorose, il parroco come di dovere oppose sempre un formale rifiuto. La
Società si inaugurò ugualmente il proprio vessillo con una festa civile il 28
febbraio, domenica, coll’intervento di
molte Società liberali, d’alcuna col vessillo a segni massonici; si
tennero discorsi in pubblica piazza Grande, infarciti di errori ed insulti a
cose e persone religiose più o meno velatamente e si chiuse la giornata con un
pubblico festival; va a lode del sesso femminile che, tolte 4 o 5 delle
famiglie caporioni, nessuna donna o
ragazza vi partecipò, per quanto a violenza quasi affascinate sul luogo. In
occasione di tal festa civile, il parroco vi fece precedere un triduo di
benedizione col Miserere, e tenne orario e funzioni ordinatamente, con
raccomandazione di non mancarvi e coll’esito più soddisfacente.
Di lì a quattro anni, in occasione della Missione, il
parroco indirizzò una lettera d’invito a tutti i suoi della Società Operaia,
perché volessero mettersi in regola coll’autorità ecclesiastica, però mettere
un’immagine alla bandiera ed un articolo di sottomissione nello Statuto, e così
ottenere la pace desiderata da ambe le parti sul fondamento religioso: la cosa
ora ben predisposta e quasi matura, quando per opera dei soliti 4 o 5
molestatori non se ne fece nulla, e la Presidenza recrisse al parroco
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Una lettera apparentemente rispettosa ma in realtà ripiena
di idee ostinate ed irreligiose. Fu allora che il Parroco troncò con sua ultima
lettera alla Società ogni relazione, e presto,
come fece l’anno seguente, ad impiantare una Società Cattolica di Mutuo
Soccorso.
Al cimitero, rinnovatosi nel 1883, con atto arbitrario della
Giunta Municipale si divise la sagrestia di S. Rocco, adibendone 2/3
Ad uso camera
mortuaria. Parroco, Fabbriceria e priori confraternita protestarono inutilmente
e non adirono le vie legali, solo perché le spese previste a ciò, si previdero
superare il vantaggio materiale.
1886. Questioni della banda o Società Filarmonica. In
seguito al servizio ripetutosi di festival, il parroco rifiutò gli assegni
propri, della chiesa e delle confraternite; si affiatò coi parroci
circonvicini, perché non cercassero più in servizio questa banda locale; il che
si verificò quasi generalmente per tre o quattro anni; e si ebbe, dopo infinite
noie, il felice risultato che la ricostituitasi banda, ammise per programmi di
non accettare più servizi i quali facessero in opposizione all’autorità
ecclesiastica; il che lodevolmente finora di avvera.
S. Cresima. Tenuta in questa chiesa parrocchiale il 14
settembre da S.E. monsignor Paolo
Ballerini, patriarca d’Alessandria: con apparati esterni ed interni alla
chiesa; con un triduo di predicazione precedente.
Corpus Domini solenne con invito di altri sacerdoti,
tenutosi in riparazione alle bestemmie del giornale Il Secolo di Milano, contro
la divinità di Nostro Signor Gesù Cristo; riuscì imponente, con apparati e
processione solenne fino al castello., con adorazione ed esposizione pubblica
tutto il giorno, ed analogo discorso del parroco.
Giubileo concesso da Sua Santità, con due processioni a S.
Rocco, con predicazione straordinaria; perché si unirono le feste di S. Andrea
colle Sante Quarantore, in quest’anno anticipate.
1887. Giubileo di papa leone XIII. Col 1° gennaio e
susseguenti S. Quarantore col nuovo paramento rosso a ricamo, pallio a cesello
e tappeto grande con triduo solenne di predicazione precedente mattina e sera;
con comunione letteralmente generale. La cappella di S. Carlo fu convertita
come in sala aperta, col trono pontificio e l’effige del Papa.
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La primizia. Dopo un inutile tentativo del parroco Redaelli,
si può dire completamente perduta. Fin dal 1850 non si esigeva più. Dopo il
quinquennio prima di sua parrocchialità, il parroco suddetto, comprese che non
avrebbe potuto più potuto ristabilire il suddetto diritto parrocchiale se non
intentando causa a moltissimi dei suoi parrocchiani, abituati da 40 anni a non
pagare più primizia; tutto calcolato credette per il miglior bene non
insistere, con preavviso a S.E. l’arcivescovo Calabiana.
Ne rimase però al parroco il peso di pagare egualmente 1/3
di primizia alla Coadiutoria titolare, per compromesso così concepito fin dal
1800 circa. Ricorse in proposito all’Economato generale, ma finora sempre
inutilmente, perché non si trova il documento (Gattico) su cui è fondato tale
compromesso dalla Prebenda Parrocchiale e Coadiutoria Titolare.
1889. Questione suono delle campane. All’insaputa del parroco
e con sfacciato arbitrio taluno della Giunta Comunale ordinò per la festa dello
Statuto il suono solenne delle campane. All’istante accortosene il parroco fece
cessare immediatamente il suono; ne presento protesta motivata alla regia
Sottoprefettura, e si finì per accomodare per allora le cose in famiglia, fermo
stando il diritto del parroco a regolare il suono delle campane.
Inconveniente che altre volte si tentò di rimuovere, ma
finora felicemente senza riuscita dannosa ai diritti parrocchiali.
1890. Santa Missione. Tenutasi dal 15 al 22 dicembre dai
reverendi Missionari oblati di Rho, padri Prada, Malacrida e Tosi, con frutto
consolantissimo.
Ufficio solenne consorziale tra i sacerdoti ascritti di
Azzate, Bodio, Brunello, Buguggiate, Caidate, Capolago, Daverio, Galliate,
Gazzada, Montonate, Mornago, Schianno stabilito di celebrarsi annualmente in
suffragio dei confratelli defunti; e si tenne per la prima volta e per turno ad
Azzate il 18 febbraio, con frequenza di sacerdoti al mattino, essendosi convenuti
già confessati.
Società Cattolica federativa di Mutuo Soccorso fra i
lavoratori del Varesotto sotto la protezione della madonna del Sacro Monte con
sezione anche ad Azzate. Venne largamente diffuso il programma il dì 9 marzo ed
il 7 aprile la Società fu definitivamente costituita con proprio statuto a
Loreto frazione di Gazzada. Nei suo primordi contava 1.500 soci con dodici
sezioni, di cui una
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delle più fiorenti ad Azzate con 150 soci. Cosicché la
seconda domenica di ottobre giorno 12, fu solennemente benedetta la bandiera,
madre di tutte le sezioni,; al Sacro Monte di Varese da S.E. monsignor Molo
amministratore apostolico del Ticino e vescovo a Lugano, con l’intervento di
ben trenta altre società e bandiere, ed una sfilata da S. Ambrogio al Santuario
di tremila persone, tutte di società cattoliche. Ma purtroppo i primi fervori
sbollirono e da 19 sezioni in altrettante parrocchie discesero a 12 con un 500
soci, di cui per benedizione del cielo e per lo zelo del clero locale, una
ottantina si contano ancora ad Azzate, a paralizzare l’azione mala della locale
Società liberale. Strozzate dei torbidi del 1898 per un … di Bavara Beccaris.
Partenza coscritti. Si incominciò quest’anno la buona
abitudine di attirare i giovani con speciale Messa, benedizione e discorso ai
Santi sacramenti, la mattina istessa che devono partire per l’esercito.
1891. De more. In quest’anno si aprì una piccola biblioteca
per letture sane della gioventù che cessò nel 1894 col sorgere dell’Agenzia ….
a Varese.
1892 Festa straordinaria all’8 settembre con apparati,
portoni, illuminazione generale,
processione fino al castello ecc. In
questa occasione si benedisse il nuovo stendardo dell’Asilo e la banda vestì la
nuova sua divisa.
In quest’anno coll’approvazione dell’Ordinario, si
incominciò a celebrare solennemente la festa del sacro Cuore alla domenica di
quinquagesima, festa che al suo posto vede quasi sempre in epoca di grandi
lavori peperò difficile celebrarsi allora colla pietà dovuta.
All’8 dicembre moriva in casa propria il sacerdote don
Giovanni nobile Riva della diocesi di
Como, caro modello di bontà e pietà sacerdotale; fu trasferito a Como.
1893 Giubileo episcopale di Sua Santità papa leone XIII,
celebrato il 19 marzo alla festa di S. Giuseppe, celebrate quindi con ogni
solennità, tre discorsi e molta frequenza ai Santissimi Sacramenti anche
d’uomini. La cappella di S. Carlo fu messa come a giardino coi colori papali e
coll’effigie di leone XIII nel mezzo.
Col 1° maggio, per opera del parroco locale uscì il primo numero del
giornale La Sveglia del Popolo a Varese.
1894. Il giorno 30 marzo a 86 anni la venerata madre del
parroco, Teresa Sangiorgio vedova Redaelli, nativa di Brianzuola, e il 2
febbraio le furono celebrati
solennissimi funerali, fra l’universale compianto e perché madre del curato e
più ancora per la stima eccezionale di donna d’antico stampo cristiano, che di lei giustamente si aveva.
In quest’anno si diede principio all’erezione del porticato
colla sua cupola alla Madonnina delle Case vecchie al lago, come si dirà più
diffusamente nella sua rubrica, in questo libro stesso.
Provvisto l’orologio pendolo, con sua ancona di noce, in
sagrestia.
Pag. 67.
Nuovo regolamento alla Confraternita del Santissimo
Sacramento. A togliere una infinità di abusi, ad instillare il buono spirito
finora sconosciuto in questa importante compagnia, il parroco trascrisse questo nuovo
regolamento con piena approvazione di S.E. il cardinale arcivescovo, e ne
propose l’accettazione ai confratelli il dì di S. Stefano: col 1° di gennaio di
quest’anno, il regolamento veniva sottoscritto da tutti i confratelli (160),
fatta eccezione di soli 4; cosicché si ricostituì e fondò la compagnia sulle
nuove basi del regolamento in seguito stampato: … …. Si ricostituisca e fiorisca presto in
tutti anche il buon spirito desiderato!
Cooperativa Consumo. Iniziasi da alcuni mesi dai soci della
sezione operaia cattolica, il parroco credette ben fatto appoggiarla ed
incoraggiarla: ed ottenne che a fondamento del proprio statuto, la cooperativa
ponesse questo articolo da tutti i soci accettato: “La cooperativa non prenderà
mai disposizione alcuna che in qualunque modo non fosse accettata dall’autorità
ecclesiastica; e quel savio il quale attentasse anche solo di infirmare questa
deliberazione, sarà perciò solo escluso dalla società”.
La cooperativa fa celebrare ogni anno al dì di S. Apollonia
con intervento in corpo dei soci, un solenne ufficio anniversario in suffragio
dei soci defunti, ed il parroco ben volentieri crede di prestare gratuitamente
l’opera sua. (Strozzata nel 1898 da Bava Beccaris o meglio dai Cottoli (?)
ringhiosi del paese).
Cassa Rurale, fu felicemente avviata con 12 buoni soci il giorno 7 febbraio, ed
ottenuta l’approvazione ministeriale, incominciò a funzionare col 1° luglio di quest’anno.
(Ma pure strozzata nel 1898).
Monsignor Francesco Magani vescovo di Parma, a rifarsi di
sua malandata salute, veniva tra noi il 9 maggio e vi si fermava fino al 20
giugno, ospite del molto reverendo parroco, nella casa di proprietà privata del
parroco stesso, contigua alla casa parrocchiale. L’eccellentissimo celebrava
nell’improvvisata sua cappella privata; favorì non di meno celebrare due volte
nella chiesa parrocchiale e tenervi l’assistenza pontificale nel dì di
Pentecoste e del Corpus Domini colla processione da lui fatta.
In questo periodo fu qui a visitare monsignor Magani
l’eccellentissimo vescovo eletto di Mantova monsignor Carlo Maria Origo, e
specialmente l’istesso cardinale arcivescovo Ferrari
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Il quale venuto il 31 maggio, fu ricevuto solennemente da
tutta la parrocchia con processione al Puvié, e tenere personalmente verso sera
il discorso di chiusura del Mese di Maggio al popolo e dando pontificalmente la
benedizione col Santissimo.
Monsignor Magani all’ultima sera di sua permanenza fra noi,
diede la benedizione col Santissimo e tutto il popolo fu alla sua casa,
bellamente illuminata, a salutarlo ed acclamarlo. Partì abbastanza rimesso in
salute col desiderio di ritornare fra noi.
Cresima. Costituzione dei Luigini. Professa dei Confratelli.
Benedizione della bandiera della Società Cattolica di Mutuo Soccorso. Il tutto
per l’intervento di monsignor Carlo Origo vescovo di Mantova alla festa di S.
Andrea 30 settembre. Giunto in parrocchia al sabato verso le 10.amministrava
immediatamente la cresima a 400 ragazzi della parrocchia. Al dopopranzo, prima
della benedizione benediceva ed imponeva il distintivo dei Luigini ad un 120
ragazzi. Alla domenica, festa di S. Andrea, celebrava la S. Messa con una
comunione generale numerosissima, anche tra gli uomini. Prima dell’assistenza
pontificale alla Messa solenne, S.E. accettava la professione di un 60
confratelli, quindi benediceva la nuova bandiera della Società Cattolica di
Mutuo Soccorso sezione della Federazione del Varesotto, dopo sospesi, portava
egli stesso in processione la insigne reliquia di S. Andrea, sempre
accompagnando le varie funzioni, con appropriate ed efficacissime sue
esortazioni. A padrino e madrina della bandiera, si prestarono gentilmente il
cavalier Vittorio Avogadro di Collobiano e la contessa Anna Castellani in
Caraffa, proprietari in paese.
1896. Cupola della Madonnina. Fu felicemente innalzata, per
quanto col sacrificio della vita del povero muratore Luigi Vanoni di Ambrogio
che, casualmente caduto dal ponte, soccombeva dopo un mese di patimenti.
Figlie di Maria. Avviate colla festa patronale dell’8
settembre e professate per la prima volta addì 8 dicembre dello stesso anno con
decreto arcivescovile.
S.E. monsignor Magani vescovo di Parma ritornò fra noi dal 2
luglio al 6 agosto per rinfrancarsi nella sua malferma salute, come felicemente
avvenne. Il 30 luglio fu qui ancora a visitarlo (improvvisamente9 il cardinale
arcivescovo Ferrari. Il 5 agosto S.E.
teneva un commovente discorso di commiato e diede la benedizione col
Santissimo.
Pag. 69.
Nel 1896 si fece a nuovo la bella mensa dell’altare
maggiore, imitando marmi, ornati e disegno dell’altare.
1897. I giovinotti del paese colle vie di fatto, formarono una specie di circolo cooperativo
per lo smercio del vino. Il parroco si intromise per l’ordine religioso e
morale e ne ottenne ogni garanzia, come dal 1° articolo del loro regolamento;
come per esempio escluse le donne, i giornali cattivi ed accettati i cattolici,
le riunioni a scopo socialistico o liberale, la chiusura nel tempo delle
funzioni religiose e dopo le ore 22, l’esclusione dei soci dannosi allo spirito
morale e religioso del circolo ecc. Speriamo abbino a continuare! Ma purtroppo ….
Più o meno malate dei soliti mestatori e quel che è peggio lavorerio a levare
le condizioni del parroco, … …., introdotte.
Il 19 giugno alle ore 10 grandinata terribile, specialmente
sul versante del lago.
Benedizione della Madonnina del Lago alle Case Vecchie.
Ultimati i lavori della cappella interna, se ne fece la solenne inaugurazione
il dì10 ottobre 1897 seconda domenica d’ottobre, designata anche in futuro per
la festa in luogo. Favoriti da una giornata splendida, alle 10 discese la
processione solenne; quindi del parroco locale provvisto di facoltà
arcivescovile speciale, fu benedetta solennemente la chiesa, quindi cantatavi
dopo 100 e più anni la Messa solenne col discorso indovinatissimo al Vangelo
dell’illustre pubblicista e dottore don Davide Albertario. Dopo un’ora circa fu
ricevuta l’offerta generosa del popolo, seguita dal bacio e dalla benedizione
della reliquia della Madonna Santissima.
La chiesa fu dedicata alla Sacra Famiglia.
1897. Venne definitivamente costituito coll’intervento di un
rappresentante del Comitato Diocesano, Il Comitato Parrocchiale in luogo sotto
il titolo ed il patrocinio di Maria Nascente (strozzato nel 1897).
Il 30 novembre la parrocchia tenne devoto pellegrinaggio
proprio alla tomba di S. Ambrogio in Milano per l’occasione del XX centenario:
furono un 56 pellegrini, riuscita di comune e consolante edificazione; molta
comunione a messa.
1898 il 30 marzo partiva per la sua nuova destinazione di
cappellano nell’Ospitale degli Incurabili di Abbiategrasso il sacerdote don
Pietro Cavalli, qui coadiutore per 5 anni.
4 luglio. Visita pastorale di Sua Eminenza il cardinale
Andrea Ferrari arcivescovo (preceduta dalla predicazione triduana dei reverendi
Padri di Rho Montoli e Martinoli). L’eminentissimo arrivava da Milano la sera
del 23, ricevuto con ogni solennità alla cappelletta dello stradone, dove da un
magnifico arco d’entrata ed una vera galleria di apparati e di illuminazione
fino al campanile, entrava nella chiesa parrocchiale, accompagnato anche da
monsignor Magani vescovo di Parma,
Pag. 70.
Ed incominciava la visita pastorale. Ritornato
processionalmente al Campo Santo, impartiva la benedizione con Santissimo.
Alla domenica mattina Messa pontificale letta con convocato
generale (920). Alle ore 10 cresima, Messa in canto con discorso di Sua
Eminenza, assistenza pontificale di Sua Eminenza il cardinale e di Sua
Eccelenza monsignor di Parma.
Alle 4 catechismo ai ragazzi e dottrina di Sua Eminenza,
benedizione, processione alla madonnina delle Case Vecchie donde, acclamato
entusiasticamente dalla popolazione, partiva su magnifica quadriglia per la
visita pastorale a Bodio.
9 agosto. Congregazione del clero delle 10 parrocchie
visitate (Azzate, Bodio, Capolago, Buguggiate, Brunello, Caidate, Gazzada,
Schianno, Bizzozero, Gurone) e di altri sacerdoti in numero di 32. Di ritorno
da Gurone, Sua Eminenza era ricevuto in processione solenne ancora alla
cappelletta la sera del 2 agosto. Recitato il rosario, un discorso dal pulpito,
impartiva la benedizione col Santissimo.
Al mattino di mercoledì 3 agosto celebrava la S. Messa con
400 comunioni. Alle 8.30 ufficio solennissimo per i defunti delle 10 parrocchie
visitate, con Messa in canto del signor Prevosto di Varese, ed assoluzione alla
tomba di Sua Eminenza.
Alle 11 messa in canto al Castello per la festa ricorrente di S.
Gaudenzio, intanto che nella sala parrocchiale si teneva al Congregazione del
Clero presieduta da Sua Eminenza . In ogni occasione e
della visita e della congregazione Sua Eminenza effondeva il
suo cuore in ben appropriati discorsi, che lasciarono in tutte le più care
impressioni e frutti preziosi, che il Signore faccia siano duraturi e non
lascino il tempo che trovarono.
Alle ore 16.30 Sua Eminenza accompagnato dal vescovo di
Parma e da quasi tutto il clero presente, fra le acclamazioni del popolo
accorso alla partenza, ripartiva per la
stazione di Gazzada per Milano.
Sua Eccellenza monsignor Francesco Magani vescovo di Parma
ritornò fra noi anche quest’anno per rinfrancare la sua salute, e dimorò nella
casa di proprietà personale del parroco Redaelli dal 4 luglio al 9 agosto:
Celebrava la S. messa nei dì feriali nell’improvvisata sua cappella privata in
casa,nei dì festivi in chiesa
parrocchiale.
In quest’anno si fece la riparazione generale ai tetti della
chiesa e sagrestie con una spesa di circa lire 1.200
Le figlie di Maria si provvidero del loro bel stendardo che
importò lire 450.
Foglio 71.
Lo stato d’assedio per i motti insurrezionali di maggio a
Milano, esteso anche alla provincia di Como, ebbe il suo contraccolpo anche in
parrocchia, per le nostre associazioni cattoliche fiorenti, per le mene dei
soliti avversari. Comitato parrocchiale, Società di Mutuo Soccorso, Cooperativa
Consumo, Cassa Rurale, tutto fu disciolto con un … alla Bava Beccaris. Ne
vennero noie e sospetti, specialmente per il parroco: nulla di nulla ne emerse
per colpabilità politiche; né poteva emergere l’unica ingloriosa impresa per
una contravvenzione per processione, essendosi casualmente sbagliata la data
dell’avviso!! A tempi migliori le risurrezioni.
1899. E’ morto (1° febbraio) in casa sua a Saronno il sacerdote
don Vincenzo Ambrosiani, nominato coadiutore in luogo, per otto mesi. Venne da Pieve Emmanuele in luglio il nuovo
coadiutore Emilio Mari, nativo di Gorla Minore. Nei vari intermezzi di mesi e
mesi di vacanza, veniva a supplire nei dì festivi dal Collegio Rotondi di
Gorla, il professor dottor don Giuseppe Rusconi di Valmadrera.
In quest’anno si rinnovarono in ghisa i ceppi alle due
campane più piccole.
1900. Alla mezzanotte dal 31 dicembre al 1° gennaio, dopo
celebrate Sante Quarantore si cantò la messa solenne con discorso e comunione
generale (circa 1.000) secondo la pontificia concessione, a corona anche delle
Sante Quarantore.
Si trasportò il battistero sito a metà chiesa nel lato
destro, al posto ordinario, come di regola, con nuova cancellata.
La Confraternita del Santissimo Sacramento fece rifondere la
campana del suo oratorio di S. Rocco.
Il parroco mise del suo l’impianto della luce acetilene
anche nella chiesa, sagrestia e coro.
Quest’anno per un concorso di molti e specialmente di quelli
di Vegonno si edificò il nuovo Oratorio di S. Giorgio, stato demolito nel 1855,
per totale decadimento. I lavori spontanei finirono col febbraio 1905.
Cause legali per adempimento oneri dei benefici soppressi.
Fin dai primi suoi anni di parrocchialità il parroco Redaelli tentò ogni via
amichevole coi vari patroni di benefici soppressi, da essi svincolati, per gli
oneri inerenti finora inadempiuti. Riusciti vani questi tentativi, innanzi
scadesse la prescrizione trentennale, egli spiccò nel 1896 la citazione per
l’adempimento a tutti i patroni.
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Primo a discutersi fu il beneficio di S. Maria e S. Giovanni
Evangelista avverso le svincolanti sorelle Tosi di Milano. Perduta la causa in
prima istanza, si ricorse in appello e la Corte di Appello di Milano con
sentenza di cui conservasi copia stampata in archivio, finiva dopo ammesse le
prove per testi, e condannare le sorelle Tosi a lire 224.78 annuali, alla
rifusione delle spese in lire 557 ed al pagamento di tre anni arretrati.
Pel restante gli arretrati fu aggiudicato agli eredi del
defunto don Pietro Crugnola di Varese già investito di questo beneficio, il
diritto di impedire le Tosi pel pagamento mancato.
Secondo beneficio in questione fu quello di S. Andrea
Apostolo. Fino dal 1878 don Federico Marliani, patrono di detto beneficio, lasciava per testamento la somma di lire
2.000 per l’adempimento parziale di detto beneficio. Somma che venne convertita
nel certificato 644805 colla rendita di annue lire 100 alla Fabbriceria.
Iniziata la causa per l’adempimento dei restanti oneri, contro l’unico
superstite patrono nobile Antonio Marliani di Daverio, essendosi dal detto
patrono coinvolta anche la Veneranda Curia Arcivescovile per una proposta
amichevole dalla stessa presentata e dal Marliani rifiutata, si finì per
suggerimento dell’Autorità Diocesana, a venire col Marliani ad un
accomodamento, e così fu liquidata per sempre la partita …… questo beneficio.
Per gli altri benefici pendono ancora le liti, come si dirà
a suo tempo.
Colle vie amichevoli si accomodarono: il Beneficio di S.
Antonio fin dal 1874, già di patronato del conte Federico Bossi; quindi nel
1886 il beneficio dei Santi Quirico e Giulitta, già di patronato Della Porta;
nel 1887 il Beneficio del S. Rosario già di patronato Tredici.
Questione col Comune per le campane e relativo assegno
comunale alla fabbriceria. Vedi avanti.
Il 9 giugno veniva ordinato sacerdote il candidato don Luigi
Baroffio del fu Abrogo e della vivente Cristina Rossi nato in questa parrocchia
addì 25 ottobre 1876 e celebrò con ogni solennità possibile in luogo, la sua
prima Messa il 14 giugno (Corpus Domini).
Venne destinato coadiutore a S. Gottardo di Milano. In quel
giorno per fin di secolo, 40 vecchi, oltre i 70 anni, si dettero a mensa in
casa parrocchiale, rallegrati dalla musica locale.
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1900. Per unire la parrocchia alle grandiose feste celebrate
ad onore di Gesù redentore re dei secoli,
in principio del secolo XX si provvide l’attuale bella statua di Gesù Redentore
sotto il tempietto dell’altare maggiore, con sotto una pergamena dei
concorrenti alla spesa. In quella occasione il nobile Giacomo Cottalorda,
discendente dei Bossi per linea femminile, donò la bella cornice pel quadro del
Roccagno: si esposero definitivamente in chiesa le altre tele preziose l’Angioletto
del Morazzone, il S. Gerolamo del Salvator Rosa, la S. Lucia del Panfilo, i
Santi Pietro e Paolo sulle lesene, il Cristo deposto dell’Holbein in coro, ecc.
Si lucidò a nuovo la cantoria dell’organo, si praticarono i
quattro usci sul presbiterio.
Il tutto coronato con una splendida festa ad onore di Gesù Redentore
celebrata il 1° dicembre 1900 da monsignor Angelo Vasoni.
1901. Si tennero le Sacre Missioni dal 2 al 10 febbraio dai
Padri Oblati della Casa S. Carlo di Milano don Alessandro Marchesi vescovo di
Penne ed Atri, don Carlo pensa con frutto soddisfacentissimo. La spesa fu
rifusa in lire 400 e più dalla locale Congregazione di carità, come
d’obbligo, presentando al parroco
domanda di rifusione colle pezze giustificative (ricevute) singole, missionari,
carreghe, ecc. Il di più fu distribuito dal parroco ai poveri, specie infermi.
1902. Fu posto il nuovo ed artistico cancelletto alla
balaustra dell’altare maggiore, dono del nobile Giacomo Cottalorda.
Minacciando rovina la casa colonica di compendio della
Prebenda Parrocchiale, il parroco Redaelli fu costretto atterrarla per 2/3 fino
dalle fondamenta, ricostruendola a nuovo con tre locali in più. La spesa
preventiva dal regio Economato fu di lire 2.600 circa, in realtà ben maggiore;
a rifusione il parroco Redaelli ebbe lire 1.050 per asta di piante pretendali e
il ricavo vendita di due fondi pretendali di Lomnago e Morazzone coll’obbligo
però all’investito di ricostituirne il capitale entro 15 anni. Sul fondo di
Lomnago gravita il legato Luigi Daverio (vedi il n. 17).
1903. Solenni funebri per leone XIII, con catafalco,
apparati, fiori ecc.: intervennero Municipio, Fabbriceria, Congregazioni di
Carità, Scuole, Asilo, Confraternite in abito intorno alla tomba, discorso ecc.
(27 luglio) e molte comunioni al mattino. Solenne te Deum, con Messa solo letta
e discorso in domenica (al 9 agosto) per l’elezione di Pio X.
Al Corpus Domini messa nuova solenne del candidato Carlo
Casati di varano nipote del signor parroco, destinato coadiutore a Cernusco sul
Naviglio.
Coll’ordinazione di Pentecoste venne destinato il secondo
coadiutore nella persona del coadiutore don Leopoldo Parolai di Milano
(Parrocchia di S. Satiro). Venne in parrocchia col 1° luglio e col 31 ottobre
venne destinato a trasferito coadiutore a Nava.
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Col 23 ottobre moriva a Buguggiate il parroco don Achille
Dralli; il parroco Redaelli di Azzate vi veniva nominato vicario spirituale e
alla meglio poté assistere quella parrocchia, recandovisi alla festa tra la
Messa letta e la conventuale di Azzate, e poi tra la Messa conventuale d’Azzate
e la dottrina, per la dottrina a Buguggiate nei dì feriali recandosi almeno una
volta per settimana a celebrare. E ciò fino al mese di agosto.
Quest’anno in ossequio alle disposizioni del Sinodo XXXVIII,
si celebrò la festa del compatrono S. Andrea, il giorno stesso in cui cadeva,
senza trasferirla alle donne, come si usava e riuscì egualmente bene, con
soddisfacente concorso ai Santissimi Sacramenti.
Alle figlie di Maria per l’Immacolata si tennero previamente
un po’ di esercizi dal coadiutore di 9 prediche in 3 giorni: benissimo!
1904 Le Sante Quarantore 6, 7 e 8 gennaio predicate dal M.R.
prevosto Rolandi di S. Giochino, con frutto, solo 12 astensionisti circa.
La festa del sacro Cuore, solita celebrarsi alla Quinquagesima
per concessione speciale dell’Ordinario, fu preceduta da due discorsi: al
mattino comunione generale al completo delle consorelle e di molti altri al
sabato antecedente, due confessori straordinari.
Nuovo castello e ceppi alle campane di ghisa e ferro
costruiti dalla ditta Bianchi di Varese per un totale di 2 quintali e la spesa
(compresi gli accessori) di lire 2.600
Il Comune concorse questa volta con lire 800; le offerte
private, fatte prima per via di sottoscrizione libere salirono a lire 500
circa; il restante spesa fu sostenuta dalla fabbriceria.
La solita festa di S. Luigi al 15 maggio, preceduta da un
po’ di predicazione del parroco, riuscita bene, colla prima comunione e
concorso ai Santissimi Sacramenti di molta gioventù.
I due anniversari Campi e Mayneri che cadrebbero in giorni
ferventi lavori campestri si sono fissati: Campi alla vigilia di S. Andrea;
Mayneri alla vigilia della Natività di maria, festa del paese, cosicché i
sacerdoti che intervengono giovano come confessori straordinari per chi crede
approfittarsene fin dalla vigilia.
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Colla fine di novembre 1904 si sostituì all’acetilene
l’impianto anche in chiesa della luce elettrica
1904. Per ragione del Giubileo che terminava l’98 dicembre,
si anticiparono le Sante Quarantore nei giorni 28, 29 e 30 novembre con sei
prediche, 10 confessori, parata ecc. Dopo la Messa solenne del 30 novembre si
chiusero le Sante Quarantore con processione breve alle ore 15. vesperi … di S.
Andrea compatrono e processione solenne e benedizione colla reliquia.
Nel giorno di S. Andrea feria XV di novembre si ottenne la
dispensa dal digiuno e magro: alla vigilia invece la parrocchia fece
l’astinenza prescritta per il Giubileo, colla commutazione ottenuta
dall’arcivescovo dall’olio nel magro, Come al solito concorso generale al
completo ai santissimi sacramenti.
Grotta di Lourdes. A ricordo del 50° dalla proclamazione del
dogma dell’Immacolata, si pose laggiù alla Madonnina del Lago, la grotta di
Lourdes, con una spesa totale di circa 700 lire, raccolte dalle offerte di
questi ultimi anni alla madonnina. La statua della madonna (e della Bernadette)
benedetta al mattino ed esposta in chiesa, venne solennemente trasportata in
processione e benedetta la grotta il dopo mezzogiorno dell’Immacolata stessa, con
corpo musicale.
All’Immacolata si fece precedere una novena in chiesa con
discorseti, benedizione, ecc. per le figlie di Maria. Al mattino
dell’Immacolata comunione generale e numerosa.
Dal 1° ottobre 1903 al 5 settembre 1904 il parroco Redaelli
di Azzate fu nominato vicario spirituale della Parrocchia di Buguggiate, vacante
per la morte del parroco Dralli. In questo periodo di vacanza il parroco
Redaelli, se non poteva farsi supplire da altri sacerdoti, binava nei giorni
festivi; né mai cambiò l’orario delle funzioni ad Azzate, né vi mancò una sola
volta, trasferendo l’ottava dei morti e del Corpus Domini facendo al mattino le
funzioni o viceversa ad Azzate e Buguggiate.
1905. Si eresse canonicamente in parrocchia l’Associazione
alla sacra Famiglia, con decreto
arcivescovile 15 gennaio 1905, celebrandone la festa.
In occasione dell’ufficio solenne di Congregazione Plabena,
il curato di Varese don Enrico Baggioli oblato teneva tre famigliari discorsi
agli emigranti con bel concorso ai santissimi Sacramenti, prima di partire i
volonterosi di Vegonno prestarono gratuitamente l’opera e parte anche di
offerte per rifabbricarne il nuovo. Il signor Rabuffetti regalò l’area,
l’effige della Maddalena e parte del materiale. Se ne stese regolare atto di
servitù perpetua del fondo registrato all’Ufficio del registro in Varese addì
(lasciato in bianco).
Se ne spedì esatta relazione in Curia Arcivescovile,
Il parroco don Luigi Redaelli, fornito di delegazione
scritta del cardinale arcivescovo, nemedisse solennemente l’Oratorio al 5 marzo
1905. La festa fu funestata sulla sera da un incendio ad una stalla e cascinale
sul luogo. Mistero!
Nel maggio del 1905 il parroco Redaelli si recò col
pellegrinaggio italiano al paradisiaco Santuario di Nostra Signora di Lourdes
ai Pirenei e vi rimase per 6 giorni di veri esercizi spirituali nel modo più
poetico. Si recò anche allora a Nostra Signora della Guardia in Marsiglia, a S.
Rocco di Montpelliere ecc.
Con una spesa di circa lire 8lasciato in bianco) si rinnovò
e riparò tutto lo schienale di stile bizantino si bello del nostro coro, si
fecero a nuovo i tre genuflessori, le cornici dei quadri soprastanti il leggio
ecc. ecc. il pavimento. …. Vi fossero i mezzi per dipingere … negli schienali,
il Redentore coi 12 Apostoli.
In vista della visita pastorale si fecero argentare tutti i
candelieri e croci di stile barocco (una trentina) e ripulire dal cesellatore
tutti gli altri arredi ecc.
Visita pastorale 10 11 ottobre. Preceduto dalla predicazione
(domenica alle 2, lunedì alle 5.30 e 6.30 martedì alle 5.30) dei reverendi
Padri di Rho Re e Rebuzzini, Sua Eminenza il cardinale arcivescovo Ferrari, con
4 laudeani prestati gentilmente dai Signori in luogo che lo vollero
accompagnare (e visitare alla sera in uno coll’autorità comunale) da Buguggiate
poi arrivava verso le 17, ricevuto in piazza grande dalla popolazione, dove era
eretto un ottagono a cupola con l’altare, e di lì lungo le contrade e le case
parate a festa dai privati alla chiesa parrocchiale pure addobbata con 86
lampade elettriche in giro all’arco maggiore.
Quella sera teneva la visita alla chiesa de more, e uno,
anzi due de suoi effusi e cordiali
discorsi.
Alla notte davanti alle reliquie dei santi Martiri Clemente
e Massimino, destinate per la consacrazione dell’altare maggiore (il bravo
operaio fu il signor Andrea Arioli premiato più volte e ricercato per simili
lavori, uso antico)
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Ed esposto sulla mensa dell’altare di S. Carlo la
popolazione successivamente vegliò tutta la notte in preghiera, canti,
discorseti dei sacerdoti presenti.
Al mattino dell’11 col 3° alle ore cinque, circondato da 12
sacerdoti, il cardinale arcivescovo consacrava solennemente l’altare maggiore
(la pietra nuova grande è di marmo di Viggiù), Vi celebrava Messa pontificale,
seguita dalla Messa dei parroci; dedicando l’altare al compatrono S. Andrea
apostolo, come ricorda la piccola lapide posta nell’altare in coro. Fissava poi
l’amena festa della dedicazione di questa chiesa ed altare per la domenica
terza dopo la dedicazione della Chiesa Maggiore che cade di solito nell’ottava
dei morti, rilasciandone relativo decreto con indulgenza perpetua di 100 giorni
a chi visita in quel giorno l’altare maggiore.
Durante la Messa pontificale comunicava un 908 persone, una
metà per la seconda volta e anche terza.
Alle 9.30 cresimava 300 ragazzi, teneva la dottrina
cristiana, dava opportuni avvertimenti dal pulpito e colla benedizione solenne
partiva alle 11.30 per Galliate in automobile, visitando nel passaggio la
Madonnina colla grotta di Lourdes al lago.
La lapide dice: Hoc
altare maius arch. Mediol. V
id oct MCMV in actu visit. Pastoralis solemniter consacravit et divo
Andrea apostolo dicavit.
N.B. – Dalla mensa dell’altare maggiore, già consacrata nel
1545 il 18 ottobre, assieme alla chiesa da Melchiorre Crivelli vescovo
coadiutore di Bergamo, nel 1896 rimase dissacrata in occasione del nuovo
rivestimento di marmi ed ornato allora fatto a nuovo. Si supplì in questi anni
di mezzo con una piccola pietra sacra, a cui oggi si sostituì l’attuale pietra
grande.
Defunto il parroco don Luigi Fontana di Brunello fu nominato
vicario spirituale il parroco Redaelli di Azzate, il quale vi mandava come
delegato il coadiutore Mari, e poi venne don Mario Mottironi, divenutovi
parroco col febbraio 1906.
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1906. Provvista di nuovi candelieri e croce d’ottone per
l’altare maggiore che ne era sprovvisto.
Dal 1° aprile al 1° luglio, essendo scoperta la coadiutoria,
si aveva la Messa festiva dai sacerdoti del Collegio di Arona, uno dei quali si
fermò in parrocchia in quasi tutta la quindena pasquale.
Quest’anno felicemente si poté tenere nelle Scuole Comunali
il catechismo nella prima e terza dal coadiutore, nella seconda e quarta dal
parroco (il quale continuò dassolo dal marzo al luglio: 4 ore alla settimana
per la partenza del coadiutore).
Partito come parroco di Lissago il coadiutore don Emilio
Mari, venne col 1° luglio in parrocchia quale nuovo coadiutore il candidato don
Fiorenzo Lavelli, nativo di Bernareggio.
1907. Colla morte di
don Luigi Redaelli avvenuta nel 1908 il nuovo parroco don Enrico Baggioli
lasciò in bianco il Liber Cronicus per tutti gli anni della sua permanenza cioè
fino alla sua rinuncia avvenuta in data 1° gennaio 1921.
1921. nel 1° semestre 1921 con grande zelo governò la
parrocchia allora in condizioni difficili per l’infuriare del socialismo e
comunismo, come vicario il sacerdote oblato padre Francesco Corti della casa
madre degli Oblati. Alla fine di gennaio alla vigilia della morte del cardinale
Andrea Ferrari era nominato vicario di Azzate don Alessandro Vanetti assistente
alla chiesa S. Maria della Pace in Milano. Nel mese di aprile moriva in lecco
il rinunciatario parroco don Enrico Baggioli.
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Luglio 1921. Il giorno 10 luglio 1921 il nuovo parroco sac.
Alessandro Vanetti faceva il solenne suo ingresso in parrocchia accompagnato da
monsignor Angelo Nasoni e dal Vicario Foraneo Prevosto di Varese monsignor
Cesare Cermesoni.
Malgrado i tempi classici della marca rossa il paese preparò
feste sontuose. Brillò però per la sua assenza l’autorità municipale socialista
quantunque invitata.
Fin dai primi mesi il novello parroco essendo solo per la
morte del coadiutore titolare don Guglielmo Ballerio e attendendo nella cura
pastorale nella parrocchia e all’Azione Cattolica specialmente giovanile colle
Unioni Giovani Maschile e femminile che si opposero strenuamente ai conati
antireligiosi delle leghe rosse, non trascurò anche i bisogni materiali (comprese
le riparazioni gravose e urgenti di una casa pericolante del beneficio e altre
considerando che l’esistenza della coadiutoria titolare coi diritti comuni in
queste coadiutorie e speciali ammesse dalla fondiaria della coadiutoria di
Azzate venivano a continuare una posizione difficile e troppo inceppata per il
parroco, come faceva fede l’esperienza passata, ottenne con rescritto in data
30 marzo 1922 della Sacra Congregazione del Concilio, trasmesso dalla Curia in
data 15 aprile, la trasformazione della coadiutoria titolare in manuale. Così
caddero i diritti che legavano le mani ai parroci.
1922. In questo anno il parroco d’accordo colla fabbriceria constatando
che lo splendido paramento in terza bianco antico con ricami in oro e fiori in
seta per il lungo uso era ridotto pressoché a brandelli e quasi più non usabile
affidò alle sorelle Gerosa Via Olmetto Milano il delicato e costoso incarico
del riporto del paramento in questione sopra una seta nuova conservando e
riparando gli antichi ricchi ricami. Il lavoro fu cominciato dalla pianeta
ed in seguitole funicelle, piviale, ecc e compiuto con vero intelletto d’amore
in poco più di un anno.
Il lavoro pur perdendo in parte del suo pregio di antichità
è riuscito magnifico. La spesa gravosa di quasi lire 10.000 venne saldata in
due anni dalla fabbriceria colle sue entrate ordinarie nella gestione 1924. Il
pallio però dell’altare maggiore
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E uguale al paramento e il velo del leggio del pulpito
ancora in buon stato non vennero toccati.
Il giorno 30 ottobre alle ore 8 del mattino la morte
fulminava nella casa parrocchiale in modo repentino il padre del parroco
Benedetto Vanetti, ultimo superstite della famiglia, d’anni 75.
Lo schianto che ne ebbe il parroco fu condiviso dalla
popolazione che seguì larghissimamente la cara salma alla chiesa e al cimitero.
1923. Fu inaugurato con le Sante Missioni che ai primi di
gennaio ebbero luogo predicate da tre missionari di Rho cioè padre Rebuzzini,
padre Vaiani e padre Polvara. Purtroppo gli inizi non furono favorevoli perché
un’abbondante nevicata cadde proprio la prima sera impedendo nel 1° giorno un
largo concorso che, migliorato il tempo, venne aumentando in modo abbastanza
consolante. E’ doloroso però il dover prendere nota dell’astensionismo alle
prediche e ai santi Sacramenti di un buon numero di giovanotti e uomini legati
al giogo del socialismo e a quello non meno feroce del rispetto umano. Che
differenza colle Missioni precedenti. Padre Vaiani in questa occasione cominciò
una grave malattia che di ritorno a Rho lo portò agli estremi. Fortunatamente
la crisi fu superata. Il parroco crede pure di dover qui notare l’opportunità
che tenendosi le Missioni altra volta, anche per l’insufficienza della
chiesa, esse non durino più una
settimana ma due settimane: la prima per le donne, la seconda per gli uomini.
La spesa certamente è rilevante ma la provvidenza non mancherà
come non è mancata essendo stato coperto il passivo non inferiore a lire 1.500
col legato Bizzozero e colle offerte larghe dei fedeli.
1924. nella solennità di S. Giuseppe il reverendo prevosto
di Varese Ceresani inaugurò il paramento bianco rimesso a nuovo di cui sopra
con tutto lo splendore permesso dalla liturgia quadragesimale.
In quest’anno oltre le riparazioni al tetto dell’Oratorio di
S. Rocco in disordine, la fabbriceria dietro iniziativa del parroco ventilò il
disegno di sostituire al vecchio e logoro pavimento in cotto uno nuovo bello in
piastrelle di cemento. Anche questa volta la popolazione corrispose al disegno
e una sottoscrizione lanciata e firmata anche abbastanza largamente da qualche
famiglia ricca diede modo di coprire la spesa di quasi lire 7.000
L’inaugurazione del pavimento fu celebrata in modo solenne
nella festa patronale di S. Maria Nascente in settembre con intervento di S.E.
monsignor Giovanni di Dio Mauri ausiliario di Milano il quale amministrò la S.
Cresima a circa 160 bambini e bambine e assistette alla messa solenne
ripartendo nel pomeriggio per Milano.
1925. L’Anno Santo venne ricordato anche ad Azzate colle
processioni per l’acquisto del Giubileo.
Durante l’Anno per iniziativa del parroco la fabbriceria
fece compiere due notevoli lavori: le riparazione all’Oratorio di S. Giorgio in
Vegonno che si trovava in stato indecente. Queste importarono la spesa di circa
lire 1.400 coperte colle entrate ordinarie della fabbriceria. Con maggiore
solennità in questa occasione fu portata processionalmente nella frazione di
Vegonno la statua del loro protettore S. Giorgio, benedetta e posta
decorosamente nell’Oratorio riassettato in modo decoroso.
Il 2° lavoro consistette nelle riparazioni al paramento
rosso moderno con ricchi ricami, paramento pure in terza non poco deteriorato
dall’uso. Le riparazioni furono pure eseguite dalle sorelle Gerosa di Via
Olmetto, imputando alla Fabbriceria la spesa di poco più di lire 2.600 anche
questa coperta colle entrate ordinarie.
1926. Ricorrendo quest’anno il 25° di ordinazione
sacerdotale del parroco don Alessandro Vanetti, il parroco stesso pensò di ricordare
questa data con due (manca una riga).
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Pur senza grandi pretese, bravo, ma lento, anzi lentissimo
nell’esecuzione, anche per copia di altri lavori. Il lavoro cominciato in
maggio 1926 si protrasse a lungo come si vedrà innanzi.
Il lavoro di ponteggio fu affidato alla ditta Guido Mai con
il preventivo stabilito in lire 5.500. Non si poté invece fare un vero
preventivo del grosso lavoro di decorazione, previsto comunque in una spesa
ingente che si cominciò a coprire con una sottoscrizione e una pesca in
occasione della festa di settembre che fruttò circa lire 20.000
complessivamente.
Nella circostanza del 25° del parroco celebrato in occasione
della festa di Maria Santissima Nascente ebbe una solennità superiore per
addobbi, archi trionfali a quella dell’ingresso in parrocchia. Quella mattina
il parroco venne accolto in principio della parrocchia dalla popolazione,
questa volta rappresentata dal comm. Ugo Introini podestà che pronunciò parole
brevi di circostanza alle quali rispose il parroco. Alla S. messa giubilare,
con scelta musica, tenne il 1° giorno il discorso monsignor Ceresani prevosto
mitrato di Varese. Nel pomeriggio con immenso concorso di popolo venuto anche
dalle altre parrocchie, sfilò solenne la processione con Santissimo Sacramento.
Il 2° giorno alla messa cantata pure dal Parroco, tenne il discorso don
Fortunato Mazzoleni parroco di Vighizzolo e nel pomeriggio sopra una macchina
addobbata fu condotta per tutte le vie della parrocchia il venerato simulacro
della Madonna. Chiusa la festa il 3° giorno con Ufficio solenne dei defunti.
Nel mese di ottobre, la seconda domenica fu pure inaugurato
il Santuario della madonnina al Lago incominciato dal parroco Redaelli ma da
lunghissimi anni rimasto aperto coi soli pilastri e la cupola. Il compimento
almeno in modo greggio del Santuario fu affidato al capomastro Eligio
Tibiletti. La spesa realmente incontrata fu di circa lire 20.000 che in breve
tempo venne completamente coperta colle offerte annuali dei canestri che da
molti anni si fanno in occasione della festa della madonnina giacenti in Curia
e presso la Fabbriceria. Queste offerte ogni anno si ripetono e ben custodite
sono tenute a disposizione per i futuri lavori di abbellimento al Santuario
stesso.
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La festa di inaugurazione del Santuario si svolse alla
mattina con Messa in musica nel Santuario e nel pomeriggio in una poetica
processione dalla chiesa parrocchiale al Santuario dove ebbe luogo dopo la
predica del parroco e le complete cerimonie l’incanto generoso.
Larghissimo il concorso di popolo venuto da ogni dove.
1927. A vari intervalli, con parecchie sospensioni
continuavano i lavori della decorazione nell’abside con un ricordo a Gesù
Cristo Re ricordato il titolo nella corona regale e nei simboli.
Nella festa di Maria Nascente l’11 settembre di quest’anno
Sua Eccellenza monsignor Giovanni Gamberoni vescovo di Vercelli da Comerio sua
terra natale, venne, quantunque infermo,
ad Azzate ed amministrò nel mattino la Santa Cresima a circa 60 bambini e
bambine, assistette alla messa solenne tenendo uno splendido discorso di
circostanza e nel pomeriggio assistette pure alle solenni funzioni.
1928. Anche quest’anno con incredibile lentezza proseguirono
i lavori della decorazione anche in parte delle navate laterali. Pure in
quest’anno trovandosi la casa d’abitazione del beneficio titolare (ex) in
condizioni deplorevoli ed occorrendo provvedere almeno provvisoriamente alla
sede dell’ Unione Giovanile Cattolica ed un po’ di oratorio, col consenso ed
assistenza del parroco il coadiutore don Alfredo Arnaboldi fece eseguire o
meglio compiva importanti opere nella casa stessa, lasciando il piano terreno
oscuro ed umido, come sede all’Unione Giovanile e oratorio sistemando il piano
superiore, con ballatoio in cemento, impianto acqua potabile, divisione nuova e
aggiunta di un latro locale, serramenti nuovi, aperture ecc. La grossa
riparazione cominciata nel 1924 e ripresa nel 1928 importò una spesa
complessiva di pressoché lire 8.000, anche questa coperta con entrate del
beneficio quali avanzi nei tempi in cui mancava il coadiutore e con offerte
speciali comprese fra di esse lire 500 di Sua Eccellenza il cardinale Tosi che
uguale somma diede per i lavori di decorazione della chiesa parrocchiale.
Nel mese di dicembre di quest’anno il parroco volendo
abbellire la casa parrocchiale a seconda delle esigenze moderne, liberò il vano
della scala oscuro e il felicissimo restringendo un locale superiore che
ingombrava, abbatté un muro per allargare una stanzetta da toilette e da bagno,
introducendo questi confort moderni suggeriti dalla pulizia e igiene moderno. I
restauri con tutto il necessaire per il bagno importava una cifra superiore a
lire 5.000 che il parroco per giovare alla casa e anche ai suoi successori
versò completamente dal suo patrimonio personale senza concorso di altri.
1929. Finalmente il lavoro eterno (!) della decorazione a
metà anno fu completato tanto nelle navate laterali, quanto nel battistero
decorato con figure d’angeli e simboli sacri dal pittore Piero Posè di Milano
con disegno indovinato dello stesso architetto felice Pasqué che ha ben
raffigurato nelle varie parti la caduta dell’uomo e la riparazione per Nostro
Signor Gesù Cristo e il sacramento del battesimo.
Finora dalla Fabbriceria per diritti dell’architetto, lavori
di ponteggio, mezzaluna a rulli, fabbro, lavori dei decorazione e di pittura
furono versate circa lire 37.000
La Fabbriceria finora non conosce con precisione la cifra
completa che prevede debba aggirarsi intorno alle lire 45.000
Nel mese di ottobre, uscite le rivende Suore dalla casa che
abitavano di pertinenza del beneficio dei Santi Luigi e Clara (Mozzoni) per
entrare nella nuova abitazione soprastante all’Asilo il parroco, considerate le
condizioni veramente pietose della vecchia casa per poterla mettere in grado di
ospitate con affitto decoroso e a favore del beneficio stesso una nuova
famiglia, si sobbarcò all’impegno di riparare completamente la stessa casa,
anticipando di sua borsa la grossa spesa che sarà rifusa gradatamente al
parroco cogli aumenti dell’affitto senza pregiudizio di quanto tuttora
percepisce il coadiutore ed avendone la debita autorizzazione
dell’Amministrazione Diocesana col nuovo contratto di affitto con un certo
Luciano Brugnoli di lire 1.900 annue superiori di ben lire 820 all’affitto
precedente pagato alla coadiutoria dalla Congregazione di Carità per le Suore
dell’Asilo.
I lavori ai primi di novembre sono ultimati. La casa è in
completo assetto e molto decorosa.La spesa incontrata è di lire 3.900 circa.
Visto il 3 settembre
1930 sac. Alessandro Proserpio.
1930. Anno non molto movimentato e per la salute cagionevole
del parroco e perché il grosso dei lavori nella chiesa, negli oratori e nelle
case dei benefici è stato felicemente ultimato.
In luogo di lavori materiali, coll’aiuto del reverendo
coadiutore si è procurato di curare un po’ di riforma spirituale e di
intensificare la cura della gioventù specialmente nelle due Unioni Giovanili.
La Fabbriceria ha economizzato per poter al più presto
saldare il grosso debito incontrato nella decorazione. Purtroppo la crisi ha il
contraccolpo nelle entrate specialmente dei bozzoli che per il prezzo
bassissimo hanno reso meno di lire 700.
La festa patronale di S. Maria Nascente fu celebrata con
solennità coll’intervento del nuovo prevosto vicario foraneo monsignor
Alessandro Proserpio che cantò la S. Messa e tenne il panegirico di
circostanza. La frequenza ai Santi Sacramenti fu nell’occasione discreta.
L’offerta della cera di poco inferiore alle normali.
La cara festa della madonnina al Lago che si celebra la 2°
domenica di ottobre fu nel pomeriggio grandemente ostacolata dal maltempo che
continuò fino alla sera. L’affluenza sempre consolante fu limitata quest’anno
con contraccolpo pure nella consueta offerta.
1931. L’anno si inizia bene colla devozione delle Sante
Quarantore predicate con frutto dal molto reverendo prof. Don Giacomo Colli di
Azzate il quale qualche tempo prima aveva tenuto un giorno di ritiro chiuso per
le ragazze all’Asilo. La frequenza alla predica, all’adorazione e soprattutto
ai Santi Sacramenti fu notevole.
Cominciate le Sante Quarantore la domenica 4 gennaio, si
chiusero nel pomeriggio della festa dell’Epifania.
La Fabbriceria in preparazione della sacra visita pastorale
annunciata per quest’anno incontrò una rilevante spesa complessiva di circa
lire 1.000 per in argentatura vasi sacri, candelieri e altre riparazioni.
Essendo stato fondato in ossequio anche del desiderio di Sua Eminenza il gruppo
Donne Cattoliche e il parroco volentieri ha ceduto ad uso gratuito delle stesse
e delle altre opere parrocchiali due bei locali del beneficio decorosamente
restaurati.
Come pure ad uso pure gratuito dei ragazzi ha ceduto un
largo tratto del “chioso” perché serva come luogo di ricreazione, dividendolo
con rete metallica dal resto del terreno e impiantando a sue spese l’altalena
in ferro, il passovolante ecc.
Ha pure voluto pensare alle ragazze dell’oratorio nel
cortile dell’Asilo facendo costruire a sue spese un’altalena e una piccola
giostra in ferro.
Attende dalla Divina provvidenza i mezzi che mancano
purtroppo completamente per costruire nell’appezzamento del “chioso” un salone
per oratorio. Sarebbe pure suo desiderio di costruirvi sopra un appartamento
per il coadiutore ma per ottenere ciò occorrerebbe che coll’autorizzazione
dell’Autorità Ecclesiastica e Civile si potesse alienare la casa infelice della
coadiutoria titolare per ricostruirla intestata allo stesso beneficio sopra il
futuro oratorio.
Finora però è solo un pio desiderio.
29 luglio 1931 vidimazione in occasione della visita
pastorale del cardinale Idelfonso Schuster.
16 luglio 1932. Da qualche anno la salute di don Alessandro
Vanetti era andata deperendo specialmente per pleuropneumo.. ed insufficienza
cardiaca. E dopo alterne vicende si sollievi e depressioni, ben preparato sia
per lo spirito delicato e piuttosto meticoloso sia per croci morali e ripetute
amarezza venutegli dalla popolazione non troppo grata e alquanto fuorviata, non
senza colpa di qualche collega, munito di tutti i Sacramenti e con la
benedizione Papale e di Sua Eminenza decedeva ancora nella lusinga di poter
guarire il buon servo di Dio, parroco di Azzate, apprezzato oratore e
scrupoloso sacerdote il 4 giugno 1932.
Erede fiducioso fu il parroco di Vighizzolo don F.
Mazzoleni, suo vecchio amico. Il modesto suo risparmio, non ancora precisato, è
destinato dalla pietà del testatore, come primo fondo per la costruzione
dell’Oratorio parrocchiale.
I funerali ebbero luogo martedì, giorno sette.
Sospeso il lavoro dello Stabilimento Maino, chiusi i negozi,
quasi tutti indistintamente parteciparono ai funerali che si svolsero dalle ore
10 a mezzogiorno circa. Numerosi i sacerdoti partecipanti: circa una sessantina.
Funziona mons. Prevosto Proserpio. La salma è portata a spalla dai Confratelli.
Sono ai cordoni il prevosto di Sesto Calende, il podestà comm. Introini, il
fabbriciere signor Campi ed un parente. Al cimitero davano l’estremo saluto
alla salma i rappresentanti delle Associazioni Cattoliche e della fabbriceria.
Il Comune non brillò di magnanimità negando la tumulazione nel posto d’onore
riservato alle persone benemerite (Famedio). Qual maggior benemerenza d’una
vita pastorale illuminata, zelante, esemplare? La decorazione della chiesa
parrocchiale da lui voluta e curata, non è un merito distinto? Il suo lasciato
a favore dell’erigendo Oratorio, sebben modesto, non è degno di considerazione?
Il terreno per la tomba del compianto don Vanetti venne comperato
dall’esecutore testamentario in un posto centrale del cimitero nuovo. Accanto
alla salma di don Vanetti verranno collocati anche i resti di suo padre,
sotterrato nel cimitero vecchio e probabilmente anche i resti dei parroci che
l’hanno preceduto.
30 luglio 1932. Nello stesso giorno dei funerali di Don
Vanetti, Sua Eminenza comunicava a mons. Alessandro Proserpio prevosto di
Varese e vicario foraneo, la nomina a vicario di Azzate del canonico don Paolo
Rimordi, curato di Varese.
Questi, pur rimanendo nel suo ufficio di Varese, subito
assunse la diretta amministrazione della Parrocchia di Azzate, coadiuvato dal
molto reverendo don Enrico Alberio, coadiutore da pochi mesi in luogo, qui
trasferito da Castiglioni, dopo circa quattro anni di permanenza in quella
parrocchia.
Statistica anno 1933: nati 28, morti 20, matrimoni 9, sante
comunioni pasquali n. 1.050 complessive n. 22.300
Statistica anno 1934: nati 29, morti 17, matrimoni 14, sante
comunioni pasquali n. 1.020 complessive 22.500
Pag. 88.
1° giugno 1934. E’ degno di nota, sebbene questa nota si
faccia ora, l’ingresso grandioso del nuovo parroco canonico don Paolo Rimordi,
ingresso avvenuto il 3 dicembre 1932. Cioè dopo un semestre della sua
permanenza in Azzate come vicario. Non mancò il popolo di Azzate di prestarsi
in ottimo modo per le migliori festose accoglienze, ma la nota più fervide ed
entusiastica fu arrecata dalla larga ed entusiastica partecipazione della
popolazione di Somma Lombardo, di cerro Maggiore e di Varese, precedenti campi
di lavoro del suddetto parroco. Intervennero per l’immissione in possesso mons.
Alessandro Proserpio, prevosto mitrato di Varese e vicario foraneo, i prevosti
di Somma Lombardo e mezzana, molti parroci, il comm. Avv. D. castelletti
podestà di Varese e comm. Ugo Introini podestà di Azzate, come padrini, e
cinque corpi musicali quello cioè di cerro Maggiore, di Somma Lombardo, di
Varese, di Capolago e della Gazzada. Discreta l’accademia tenuta dalle
Associazioni Cattoliche. Però si capisce che la popolazione o à molto povera o
è poco generosa, perché nell’occasione non si è fatta alcuna donazione né alla
chiesa né alla persona.
25 settembre 1934. Consci dell’importanza della buona
stampa, parroco e coadiutore condussero nell’annata che volge al tramonto una
buona campagna a favore dei giornali cattolici, con buon frutto per il
settimanale Luce!, circa una ottantina di abbonamenti, ma con nessun frutto per
il quotidiano L’Italia.
15 gennaio 1935. Per rimettere in maggior ossequio il
vetusto e commovente crocifisso che la confraternita di Azzate venera nel suo
Oratorio di S, Rocco, il parroco in questi mesi decorsi promosse i restauri e
la decorazione della cappella del Crocifisso nel detto Oratorio e , sebbene con
non troppa facilità, riuscì a farla mettere in condizioni abbastanza
soddisfacenti.
20 maggio 1935. Dottrina cristiana, da due anni ormai si
sono sistemate le classi della dottrina cristiana in chiesa e si cerca con
dispute, premi, esposizione vivace e ricca di similitudini, esempi, ecc. di
rendere l’insegnamento più gustato, ma l’abitudine dall’astensione per parte di
quasi tutti gli uomini ed anche moltissime donne, non si è mutata.
Pag. 89.
Statistica anno 1935: Nati 26, morti 29, matrimoni 10, S.
Comunioni pasquali 1.060 complessive 22.200
24 giugno 1935 vidimazione Alessandro Proserpio.
15 settembre 1936. Congresso Eucaristico Diocesano Milanese
tenuto a Varese dal 9 al 13 settembre.
La parrocchia di Azzate, discretamente da tempo preparata e
ben disposta ha partecipato coi suoi diversi rami di associazioni di pietà e di
azione cattolica alle diverse specializzate adunanze, relazioni, atti di culto
e specialmente alla trionfale, maestosa processione eucaristica, ricevendone
profonda, indelebile impressione edificativi e risvegliativo.
Vidimazione 24 novembre 1936 sac. Alessandro Properpio.
8-22 novembre 1936 Sante Missioni di quindici giorni tenute
dai Padri Oblati di Rho: Ronzoni, Polvara, Misani e Caccia.
Preparazione. Da un semestre in precedenza avvisi ripetuti,
spiegazioni dell’importanza con predicazione e stampa. Pregato e fatto pregare.
Fioretti fatti e fatto fare. Circolari stampate in abbondanza e diffuse
largamente. “Carissimi cristiani e figli amatissimi! Tre rilievi, due inviti,
una partecipazione: Tre rilievi: a) Lo spirito piega e doma la materia. Lo
spirito crea l’eroismo e la santità, lo spirito dà a chi lo meritano, la
vittoria e la gloria! B) Il grande avvenimento del Congresso Eucaristico ha
scosso salutarmene e avviato al bene tante e tante persone di Varese e del
Varesotto, prima religiosamente trascurate ed ora fatte vigili e diligenti. c)
Ad Ancona, non è tanto, mi ha scritto un vostro soldato che ci sono state le
Missioni. I missionari, non bastano le chiese, hanno predicato dappertutto,
nelle scuole, nelle caserme, all’arsenale, nei tribunali e sulle piazze. E
tutti ne approfittarono. E tra i frutti, un’adorazione notturna con comunione
generale di diverse miglia di uomini. Orbene se ad Ancona le Sante Missioni
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Hanno fatto tanto bene perché non disdegneranno di
approfittarne popolo e dirigenti, tra cui i professori di questi istituti di
studio, gli ufficiali ed i soldati di quegli arsenali e di quelle caserme, i
magistrati e gli avvocati di quei tribunali, che certamente non sono meno colti
ed evoluti di noi, gioveranno molto anche a noi di Azzate che dopo il Congresso
di Varese abbiamo maggior dovere di di svegliarci e infervorarci. Per altro le
Missioni sono un gran dono divino di luce e di grazia per quello spirito che
crea l’eroismo e la santità a chi deve dare la vittoria su ogni difficoltà nel
bene e la gloria del trionfo finale.
Due inviti: a) venite tutti, chiunque siate! Voi che
frequentate la chiesa e siete generosi con Dio generoso. Voi che vi limitate
solo agli stretti precetti della Chiesa, quasi timorosi di dar troppo a Gesù!
Voi che non ci venite mai Una moneta d’oro, anche se caduta nel fango, rimane
d’oro. Basta lavarla e torna bella! b) Ascoltate e meditate tutte le prediche.
Non perdetene una. Le Missioni sono un congegno perfetto di studi sacri ben
appropriati e combinati a costruire una perfetta macchina spirituale
persuasiva. Se un orologio perdesse una ruota, perde una vite … non funziona.
Una partecipazione di orari e di nomi. Le Missioni durano 15 giorni. Alle
Missioni delle donne dall’8 al 15 di novembre attenderanno tre Padri di cui
sarà superiore il padre Ronzoni. E tre altri con a capo padre Polvara, dal 15
al 22 attenderanno a quelle degli uomini. I padri arriveranno alle ore 17 del
giorno 7. Al loro giungere le campane suoneranno a distesa. Carissimi parrocchiani
e figli amatissimi! Sono più di 10 anni dall’ultima Missione ad Azzate.
Moltissimi di noi, per un’altra Missione non ci saranno più. Forse le sorti
eterne di molti di noi possono dipendere da questa Missione. Dio vi chiama
tutti. Nessuno faccia il sordo alla chiamata di Dio, nessuno resti assente,
V’attende col cuore vivido di belle speranze il vostro parroco.
Avvenimento memorando a salutarissimo. Cos’ furono definite
e commentate dal popolo azzatese le Sante Missioni. Ed invero è la prima volta
che si tengono quindici giorni di Missioni e che si vede la chiesa zeppa
dapprima di sole donne e poi di soli uomini.
Il bell’avvenimento venne coronato dalla messa pontificale
cantata da monsignor prevosto Alessandro Proserpio e accompagnata dalla Scola
Cantorum di Novate Milanese qui condotta dal concittadino sacerdote dottor don
Giacomo Colli professore di Dogmatica nel nostro Seminario Arcivescovile di
Vengono Inferiore, che si reca ogni festa a Novate in aiuto a quel clero.
Il nostro grazie e la nostra promessa. Uno spettacolo
commovente si ammirava domenica 22 novembre alle ore 16 sulla nostra piazza
parrocchiale e in tutta la Via Vittorio Veneto, gremita di popolo applaudente
ai Missionari partenti.
Le mamme offrivano i bambini agli Apostoli del Signore che
li benedicevano e donavano di medagliette e crocette. Gli uomini battevano le
mani, agitavano i fazzoletti e salutavano con le lacrime agli occhi. Un
rappresentante delle Associazioni Cattoliche ha rivolto il saluto di commiato e
fra l’altro ha detto: “Voi, messi del Signore, spesso e bene ci avete rivolto
la parola di Dio! Io, incaricato dal popolo, vi rivolgo la parola dell’uomo.
Anche il nostro cuore, come quello del popolo va cercando pace e la mente va
invocando luce. Voi ci avete dato luce con la predicazione e pace coi
sacramenti. Parola dell’uomo riconoscente “Grazie”; parola del galantuomo “la
promessa della Comunione …. e della Dottrina domenicale sarà mantenuta! Per la
nostra salvezza! Per la gioia dei Missionari! Per l’onore della Patria!! Per la
gloria di Dio!
Vidimazione 1-2 giugno in occasione della visita pastorale
del cardinale Idelfonso Schuster.
Statistica anno 1936: nati 19, morti 18, matrimoni 11 S.
Comunioni pasquali 1.040 complessive 26.400
15 giugno 1937. La santa visita pastorale ebbe luogo nei
giorni 1-2 giugno.
Preparazione. Dal principio dell’anno si iniziò un lavoro di
studio e di riforme a adattamenti corrispondenti a quei canoni sia da parte
degli edifici sacri e suppellettili come da parte dell’organizzazione della
parrocchia. Spiegazioni ed esortazioni al popolo perché ne rilevi l’importanza
e ben si disponga. Elencazioni, riparazioni, provvedimenti necessari. Negli
ultimi giorni di preparazione fu diramata ad ogni famiglia la seguente
circolare. “Spettabile famiglia N.N. Via … Azzate. Carissimi cristiani e figli
amatissimi. Dopo la Santa Missione dei Padri Oblati di Rho a cui corrispondeste
veramente con la più bella serietà e la più completa totalità, eccovi un altro
gran dono di Dio: la Visita Pastorale!
Il distinti principe della Chiesa, il cardinale Alfredo
Idelfonso Schuster, apprezzato ed amato non solo in Italia e non dai soli
fedeli, per la sua pietà, la sua scienza, il suo fattivo patriottismo, sarà fra
noi martedì 1° giugno alle ore 15. Egli viene in nome di Dio “Sicut misit me
Pater et ego mitto vos” per dare a noi tutti alle parole di luce e di bontà.
Viene a segnare i nostri bimbi col Sacramento dei forti, a dare la sua mano ad
ogni anima ben disposta il Sacramento di vita e di amore, a sondare
l’istruzione religiosa vostra e dei vostri figli a pregare per i vostri orti, ad informarsi della vostra premura e
diligenza per la Fede e per
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il bene. Viene a constatare il tenore e3d il fervore della
vita cristiana nelle famiglie di Azzate.
Preparate dunque con diligenza le vostre anime, le vostre
case e le vostre cose.
Ogni anima si rinnovi. Ad ogni casa un segno di festa. Ogni
cosa cara all’invio di Dio presente e rassettata: ogni cosa da Lui riprovata,
morta e seppellita.
Siano splendenti per decoro e bellezza le chiese, ben
composte e pulite le tombe, cristianamente ordinate le famiglie, solerti le
anime nell’amore del Signore.
La stessa massa di popolo delle Missioni e, se è possibile,
con maggiore fervore e più alto entusiasmo. Gratissima e sensibilissima del
dono e dell’onore per la visita di tanto ospite (nessuna eccezione di persone e
di associazioni sia religiose che civili, nessuna freddezza a tiepidezza di
anime, col … che all’onore del Santo Cardinale in visita pastorale scuotono
anche gli … innominati), tutti e bene partecipino ai diversi atti programmati,
nessuna industria, nessun padrone tenga impediti i suoi dipendenti. Nessuna
persona perda sì cara preziosa occasione di vita cristiana che Dio gli offre
“Qui recipit Prophetam, mercedem prophetae accipiet”.
Eccovi gli orari: sabato, domenica e lunedì 29, 30 e 31
maggio ore 20.15 predicazione straordinaria.
Martedì 1° giugno ore 14.30 raduno del popolo, del clero e
delle Associazioni alla Cappelletta dell’addolorata.
Ore 15 arrivo di S.E.. Processione alla chiesa parrocchiale.
Discorso di S.E.. Esame catechistico del bambini. Cerimonie consuete della
visita pastorale. (Subito dopo parecchi sacerdoti saranno a disposizione dei
fedeli per le Confessioni in preparazione alla Comunione generale.
Ore 20 S. Rosario recitato da S.E.
Mercoledì 2 giugno. Ore 5 S. Messa celebrata da S.E..
Comunione generale.
Ore 7.30 S. Cresima. Discorso di chiusura da parte di
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Sua Eminenza. Benedizione pastorale. Offerte per chiese
periferia di Milano e per Seminario. Breve accompagnamento di commiato.
Invito tutti a tutte le funzioni e da tutti spero ed attendo
unanime e fervida corrispondenza. Il vostro parroco”.
Attuazione. In sostanza per un solenne atto di vita
soprannaturale, una bella manifestazione di fede sentita, un distinto tributo
di omaggio al pastore della Diocesi.
E Passiamo alla cronaca. Precede un triduo di preparazione
straordinaria predicato da un ottimo padre oblato di Rho padre Fraschini. E
martedì, 1° giugno alle ore 16 l’illustre presule è fra noi. Sono presenti a
riceverlo col parroco locale i diversi parroci viciniori il protonotario
monsignor Proserpio, numeroso clero secolare e regolare, il delegato del
Podestà Galeazzo Magnini (essendo a Roma il podestà per ragioni professionali
ed avendo mandato in antecedenza un devoto telegramma di omaggio), il
segretario comunale C. Galletti, il segretario politico L. Magni, il prof. La
Rosa direttore didattico, il cav. De Natali, il cav. A. Villa direttore
generale degli stabilimenti Maino, l’industriale Chiaravalli, i fabbricieri
Inversini, Ballerio ed Ossola, il signor Martora direttore della locale
tessitura Maino, il signor Nicora dello Studio Maino ecc. ecc. le
rappresentanze di tutte le Associazioni religiose e civili e la massa del
popolo. Alla porta della chiesa la bambina Liliana Campi rivolge il
tradizionale saluto poetico dell’innocenza e della fede. Ed ecco S.E. che
salito sul pulpito e spiegato il programma della sua venuta, subito ne inizia
lo svolgimento facendo i suffragi per i morti. Segue l’esame catechistico alle
fanciullezze, che lascia buona impressione nell’eminentissimo interrogante e a
tutti i presenti. La visita alle diverse parti della chiesa ed ai diversi
oggetti del culto trovati in buono stato ed in buon ordine.
Si passa la visita del cimitero e della chiesetta di S.
Rocco, di S. Giorgio, di S. Lorenzo, dell’Immacolata, della Madonnina al Lago e
di quello in formazione nella casa ex barone Baroffio, ove S.E. riceve
l’omaggio
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delle ospitate Religiose di Maria Bambina dirigenti
l’Istituto dell’Addolorata di Milano (che verrà ad Azzate nella suddetta casa a
passare il periodo caldo dell’anno) e dai signori avv. Besozzi, avv. Bocca ed
ing. Mentasti. Il cardinale si interessa di ogni cosa e si mostra soddisfatto
della località scelta a sollievo estivo delle ricoverate del benefico Istituto
sopraddetto. Si ritorna in chiesa e di qui si passa all’archivio parrocchiale.
Dagli scaffali sono levati i registri dell’epoca di S. Carlo e l’occhio del
cardinale esperto alle scorribande fra i geroglifici delle pagine paleografico,
si slancia veloce per ogni riga e per molte pagine in cerca di … sperate scie
permanenti del Borromeo, ma non è felice di trovarne. “Signor curato, lascio
qui il libro aperto sul tavolino, ci tornerò domani mattina” aggiunge il
cardinale a chi annunciava che era ora della cena. “Signor curato mi parli del
Colle di S. Quirico e della chiesetta che dovette esserci un tempo” chiese il
cardinale durante la cena. Ed il signor curato stanco e stordito dai
preparativi e dagli atti della visita, a rimbalzo della palla: “Eminenza,
abbiamo presente don Colli, nativo del luogo ed il padre Ballerio, che a suo
tempo a visitato e fotografato dei cimeli e delle iscrizioni relative; essi
potranno dire cose maggiori e più esatte di quanto saprei dire io”.
E’ suonato il Rosario. Il popolo, dagli avvisi avuti dal
parroco che il cardinale, che si attiene strettamente alle leggi liturgiche,
certamente avrebbe fatto la processione eucaristica trovandoci nell’ottava del
Corpus Domini, aspettava i tre segnali solenne soliti per muoversi da casa. Il
cardinale fra pochi personalmente recita il Rosario. Alla fine del canto delle
litanie tiene uno speciale esame di coscienza, che riescemi ottimo preparamento
alla confessione. Per le confessioni sono presenti quattro frati ed
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una decina di preti. Molti ne approfittano.
All’indomani, alle quattro, il Cardinale è trovato in
preghiera all’altare maggiore. Durante la sua Messa canti e numerosa comunione.
Quante? C’è da essere contenti se non entusiasti! Quasi un migliaio Ma potevano
essere di più Eppure, per andare in Paradiso, cinque cose: e fra queste i
Sacramenti cristiani.
Alle ore 7 presente mons. Prevosto Alessandro Proserpio
protonotario apostolico, il parroco è ricevuto in ufficiale udienza per le
deliberazioni conclusive:
“Dunque, signor curato, come va la parrocchia? E come si
trova nella parrocchia?”.
“Eminenza, la parrocchia potrebbe e dovrebbe andare meglio!
Dopo cinque anni di non inattiva permanenza devo dire che non è cattiva, ma
religiosamente e organicamente (Azione Cattolica, ecc) così non premurosa e non
fervida (apatia?) (fatta la debita eccezione del gruppo dei buoni , che
peraltro non manca in nessun paese) da non più illudermi da poter io riuscire a
trasformarla. Quindi non posso dire di trovarmi bene, tanto più che le mie
risorse e le mie energie usabili allo scopo, sono pressoché esaurite e la mia
tempra è tale che non vedendomi in iniziative di bene, ne risento anche nella
salute. Ragione per cui io oso chiedere un trasferimento, che naturalmente non
deve essere né inferiore né uguale, altrimenti tiro avanti, sperando nei frutti
dell’Oratorio, seppure questo per mancanza di mezzi, se potrò erigerlo”.
“Ecco, anch’io, credo opportuno un cambiamento, dato il suo
carattere ed il carattere della parrocchia: Ebbene ella ci pensi, tenga aperti
gli occhi, scelga una parrocchia che le vada a genio, giacché non si può amare
una sposa se non piaccia. Attualmente, se volesse, potrei mandarla prevosto a
Milano alla Parrocchia dei Tre Ronchetti.
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Non c’è l’aria buona del Varesotto, non c’è una casa
giardino come questa, però è una prevostura ed è a Milano. Ci pensi e mi dia la
risposta”.
Alle ore 7.30 la S. Cresima. Novanta cresimati.
Alle ore 9 fra due ali di popolo plaudente parte il
cardinale per le udienze di Milano. Ritorno per le ore 15.30. E sul pulpito per
la predica dei ricordi e dei proponimenti. Dalle parole che dirà non pochi si
studieranno di rilevare quali siano le impressioni lasciate nell’animo del
vescovo da quanto può aver visto e udito in questa sua visita.
“vengono le Missioni, vengono le visite pastorali: è Dio che
viene e visita; è la volontà di Dio che viene manifestata, è il seme di Dio che
viene buttato. Ma del seme di Dio parte va a cadere sulla strada, sulle anime
stradaiole, anime che non si trovano a Dottrina, con si trovano al
confessionale, all’altare, alle buone associazioni di Azione Cattolica, si
incontrano solamente in strada. Parte cade sul terreno spinoso che interessa,
che conta, è il far soldi. Di questo ci si preoccupa. Per questo si profanano
anche le feste. Ma che veramente vale è una cosa sola, è la salvezza eterna. E
perché il seme produca davvero questo frutto di salvezza eterna, occorre che
trovi buon terreno, occorre la buona volontà
costantemente conservata. Azzatesi, siate tutti e sempre animati di
buona volontà”.
Ecco la predica dei ricordi delle Visite Pastorali, predica
che a sua volta trovò le diverse qualità di terreno. Il cardinale esce di
chiesa a stento tra la folla presente per avvicinarla, baciargli le mani, avere
una medaglietta. Sale in macchina, sorride, saluta
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la massa che applaude ringraziando. La macchina si muove e
corre alla volta di Galliate.
2 ottobre 1937. L’Istituto Beata Vergine Addolorata di Milano
Via S. Croce, ad Azzate almeno per nove anni.
Questo Istituto ha preso in affitto per nove anni, ed a
quanto pare intende farne l’acquisto definitivo, la casa ex barone Baroffio.
L’ha adattata a soggiorno estivo per le sue duecento alunne e vi ha formato la
sua graziosa cappelletta.
Duecento alunne, in due riprese, con circa una ventina di
suore di Maria Bambina, hanno portato nella vita religiosa locale un distinto e
sano contributo di vita, di fervore e di lustro. Ci sono rimaste tre mesi:
luglio, agosto e settembre.
Partendo, la Madre Superiora suor Maria Teresa Soster ha
parlato sentitamente e speriamo efficacemente alla più ricca signora di Azzate,
la vedova nobildonna Angela Riva Cottalorda, esortandola all’atteso da tutti,
parroco e fedeli, grandioso e geniale atto, di detta nobildonna già fatto da
tempo sperare, la quasi-donazione della grandiosa, sebbene trasandata Casa
Mera, sita nella più bella posizione di Azzate, per l’erezione dell’Oratorio ed
a sede di altre istituzioni parrocchiali e di esercizi, e giorni di ritiro
chiuso per la gioventù maschile e femminile di questa plaga del Varesotto.
5 ottobre 1937 Casa mera e 10 pertiche circa di terreno per
l’erezione delle Case delle Istituzioni Parrocchiali e dell’Oratorio di Azzate:
chieste dal signor parroco a donna Angela Riva a queste condizioni:
a) Il parroco s’impegna a far versare da persona benefica
lire 50.000 all’atto dell’istrumento in formazione;
b) L’Oratorio porterà il nome “Oratorio Riva Cottalorda”;
c) l’intestazione della proprietà è al Seminario che la
persona donatrice intende beneficare;
d) L’uso completo è della Parrocchia, che pagherà alla
persona
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benefica e cioè i signori D.P.R., Cat. Rim. Ad. Rim, don
L.G. dapprima, loro vita natural durante, poi al Seminario Arcivescovile
Diocesano, l’annuo canone di sole 2.000 lire, ma curerà riparazioni e
miglioramenti e pagherà le tasse.
Il Presidente della Gioventù Maschile di Azzate signor
Pasquale Ballerio ed il signor Galeazzo Magnini, vice-podestà, s’interessano
perché le proposte siano accettate. Ma donna Angela Riva insiste e richiede la
somma di lire sessantamila e nel non volere come proprietario il Seminario. Le
persone disposte alla suddetta beneficenza si tengono impegnate sino al 15
corrente mese e non oltre e non decampano dalla donazione al Seminario pur
beneficando nella surriferita forma la
Parrocchia di Azzate. Di questo tempo limitato per la conclusione delle
trattative, che ormai durano da due anni, i signori Ballerio e Magnini,
desiderosi del buon esito sono stati informati per le debite sollecitazioni.
Trascorso il 15 ottobre senza l’attesa soluzione, la pendente beneficenza
prenderebbe altra meta ed altra strada.
16 ottobre 1937. La rinuncia del Parroco canonico don Paolo
Rimordi alla parrocchia. Considerato che ormai da cinque anni il parroco, che
non si risparmiò nella predicazione e nell’orazione allo scopo di elevare ad un
maggior fervore (manca una riga)
antichi ricchi ricami. Il lavoro fu cominciato dalla pianeta
ed in seguitole funicelle, piviale, ecc e compiuto con vero intelletto d’amore
in poco più di un anno.
Il lavoro pur perdendo in parte del suo pregio di antichità
è riuscito magnifico. La spesa gravosa di quasi lire 10.000 venne saldata in
due anni dalla fabbriceria colle sue entrate ordinarie nella gestione 1924. Il
pallio però dell’altare maggiore
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E uguale al paramento e il velo del leggio del pulpito
ancora in buon stato non vennero toccati.
Il giorno 30 ottobre alle ore 8 del mattino la morte
fulminava nella casa parrocchiale in modo repentino il padre del parroco
Benedetto Vanetti, ultimo superstite della famiglia, d’anni 75.
Lo schianto che ne ebbe il parroco fu condiviso dalla
popolazione che seguì larghissimamente la cara salma alla chiesa e al cimitero.
1923. Fu inaugurato con le Sante Missioni che ai primi di
gennaio ebbero luogo predicate da tre missionari di Rho cioè padre Rebuzzini,
padre Vaiani e padre Polvara. Purtroppo gli inizi non furono favorevoli perché
un’abbondante nevicata cadde proprio la prima sera impedendo nel 1° giorno un
largo concorso che, migliorato il tempo, venne aumentando in modo abbastanza
consolante. E’ doloroso però il dover prendere nota dell’astensionismo alle
prediche e ai santi Sacramenti di un buon numero di giovanotti e uomini legati
al giogo del socialismo e a quello non meno feroce del rispetto umano. Che
differenza colle Missioni precedenti. Padre Vaiani in questa occasione cominciò
una grave malattia che di ritorno a Rho lo portò agli estremi. Fortunatamente
la crisi fu superata. Il parroco crede pure di dover qui notare l’opportunità
che tenendosi le Missioni altra volta, anche per l’insufficienza della
chiesa, esse non durino più una
settimana ma due settimane: la prima per le donne, la seconda per gli uomini.
La spesa certamente è rilevante ma la provvidenza non mancherà
come non è mancata essendo stato coperto il passivo non inferiore a lire 1.500
col legato Bizzozero e colle offerte larghe dei fedeli.
1924. nella solennità di S. Giuseppe il reverendo prevosto
di Varese Ceresani inaugurò il paramento bianco rimesso a nuovo di cui sopra
con tutto lo splendore permesso dalla liturgia quadragesimale.
In quest’anno oltre le riparazioni al tetto dell’Oratorio di
S. Rocco in disordine, la fabbriceria dietro iniziativa del parroco ventilò il
disegno di sostituire al vecchio e logoro pavimento in cotto uno nuovo bello in
piastrelle di cemento. Anche questa volta la popolazione corrispose al disegno
e una sottoscrizione lanciata e firmata anche abbastanza largamente da qualche
famiglia ricca diede modo di coprire la spesa di quasi lire 7.000
L’inaugurazione del pavimento fu celebrata in modo solenne
nella festa patronale di S. Maria Nascente in settembre con intervento di S.E.
monsignor Giovanni di Dio Mauri ausiliario di Milano il quale amministrò la S.
Cresima a circa 160 bambini e bambine e assistette alla messa solenne
ripartendo nel pomeriggio per Milano.
1925. L’Anno Santo venne ricordato anche ad Azzate colle
processioni per l’acquisto del Giubileo.
Durante l’Anno per iniziativa del parroco la fabbriceria
fece compiere due notevoli lavori: le riparazione all’Oratorio di S. Giorgio in
Vegonno che si trovava in stato indecente. Queste importarono la spesa di circa
lire 1.400 coperte colle entrate ordinarie della fabbriceria. Con maggiore
solennità in questa occasione fu portata processionalmente nella frazione di
Vegonno la statua del loro protettore S. Giorgio, benedetta e posta
decorosamente nell’Oratorio riassettato in modo decoroso.
Il 2° lavoro consistette nelle riparazioni al paramento
rosso moderno con ricchi ricami, paramento pure in terza non poco deteriorato
dall’uso. Le riparazioni furono pure eseguite dalle sorelle Gerosa di Via
Olmetto, imputando alla Fabbriceria la spesa di poco più di lire 2.600 anche
questa coperta colle entrate ordinarie.
1926. Ricorrendo quest’anno il 25° di ordinazione
sacerdotale del parroco don Alessandro Vanetti, il parroco stesso pensò di ricordare
questa data con due (manca una riga).
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Pur senza grandi pretese, bravo, ma lento, anzi lentissimo
nell’esecuzione, anche per copia di altri lavori. Il lavoro cominciato in
maggio 1926 si protrasse a lungo come si vedrà innanzi.
Il lavoro di ponteggio fu affidato alla ditta Guido Mai con
il preventivo stabilito in lire 5.500. Non si poté invece fare un vero
preventivo del grosso lavoro di decorazione, previsto comunque in una spesa
ingente che si cominciò a coprire con una sottoscrizione e una pesca in
occasione della festa di settembre che fruttò circa lire 20.000
complessivamente.
Nella circostanza del 25° del parroco celebrato in occasione
della festa di Maria Santissima Nascente ebbe una solennità superiore per
addobbi, archi trionfali a quella dell’ingresso in parrocchia. Quella mattina
il parroco venne accolto in principio della parrocchia dalla popolazione,
questa volta rappresentata dal comm. Ugo Introini podestà che pronunciò parole
brevi di circostanza alle quali rispose il parroco. Alla S. messa giubilare,
con scelta musica, tenne il 1° giorno il discorso monsignor Ceresani prevosto
mitrato di Varese. Nel pomeriggio con immenso concorso di popolo venuto anche
dalle altre parrocchie, sfilò solenne la processione con Santissimo Sacramento.
Il 2° giorno alla messa cantata pure dal Parroco, tenne il discorso don
Fortunato Mazzoleni parroco di Vighizzolo e nel pomeriggio sopra una macchina
addobbata fu condotta per tutte le vie della parrocchia il venerato simulacro
della Madonna. Chiusa la festa il 3° giorno con Ufficio solenne dei defunti.
Nel mese di ottobre, la seconda domenica fu pure inaugurato
il Santuario della madonnina al Lago incominciato dal parroco Redaelli ma da
lunghissimi anni rimasto aperto coi soli pilastri e la cupola. Il compimento
almeno in modo greggio del Santuario fu affidato al capomastro Eligio
Tibiletti. La spesa realmente incontrata fu di circa lire 20.000 che in breve
tempo venne completamente coperta colle offerte annuali dei canestri che da
molti anni si fanno in occasione della festa della madonnina giacenti in Curia
e presso la Fabbriceria. Queste offerte ogni anno si ripetono e ben custodite
sono tenute a disposizione per i futuri lavori di abbellimento al Santuario
stesso.
Pag. 83
La festa di inaugurazione del Santuario si svolse alla
mattina con Messa in musica nel Santuario e nel pomeriggio in una poetica
processione dalla chiesa parrocchiale al Santuario dove ebbe luogo dopo la
predica del parroco e le complete cerimonie l’incanto generoso.
Larghissimo il concorso di popolo venuto da ogni dove.
1927. A vari intervalli, con parecchie sospensioni
continuavano i lavori della decorazione nell’abside con un ricordo a Gesù
Cristo Re ricordato il titolo nella corona regale e nei simboli.
Nella festa di Maria Nascente l’11 settembre di quest’anno
Sua Eccellenza monsignor Giovanni Gamberoni vescovo di Vercelli da Comerio sua
terra natale, venne, quantunque infermo,
ad Azzate ed amministrò nel mattino la Santa Cresima a circa 60 bambini e
bambine, assistette alla messa solenne tenendo uno splendido discorso di
circostanza e nel pomeriggio assistette pure alle solenni funzioni.
1928. Anche quest’anno con incredibile lentezza proseguirono
i lavori della decorazione anche in parte delle navate laterali. Pure in
quest’anno trovandosi la casa d’abitazione del beneficio titolare (ex) in
condizioni deplorevoli ed occorrendo provvedere almeno provvisoriamente alla
sede dell’ Unione Giovanile Cattolica ed un po’ di oratorio, col consenso ed
assistenza del parroco il coadiutore don Alfredo Arnaboldi fece eseguire o
meglio compiva importanti opere nella casa stessa, lasciando il piano terreno
oscuro ed umido, come sede all’Unione Giovanile e oratorio sistemando il piano
superiore, con ballatoio in cemento, impianto acqua potabile, divisione nuova e
aggiunta di un latro locale, serramenti nuovi, aperture ecc. La grossa
riparazione cominciata nel 1924 e ripresa nel 1928 importò una spesa
complessiva di pressoché lire 8.000, anche questa coperta con entrate del
beneficio quali avanzi nei tempi in cui mancava il coadiutore e con offerte
speciali comprese fra di esse lire 500 di Sua Eccellenza il cardinale Tosi che
uguale somma diede per i lavori di decorazione della chiesa parrocchiale.
Nel mese di dicembre di quest’anno il parroco volendo
abbellire la casa parrocchiale a seconda delle esigenze moderne, liberò il vano
della scala oscuro e il felicissimo restringendo un locale superiore che
ingombrava, abbatté un muro per allargare una stanzetta da toilette e da bagno,
introducendo questi confort moderni suggeriti dalla pulizia e igiene moderno. I
restauri con tutto il necessaire per il bagno importava una cifra superiore a
lire 5.000 che il parroco per giovare alla casa e anche ai suoi successori
versò completamente dal suo patrimonio personale senza concorso di altri.
1929. Finalmente il lavoro eterno (!) della decorazione a
metà anno fu completato tanto nelle navate laterali, quanto nel battistero
decorato con figure d’angeli e simboli sacri dal pittore Piero Posè di Milano
con disegno indovinato dello stesso architetto felice Pasqué che ha ben
raffigurato nelle varie parti la caduta dell’uomo e la riparazione per Nostro
Signor Gesù Cristo e il sacramento del battesimo.
Finora dalla Fabbriceria per diritti dell’architetto, lavori
di ponteggio, mezzaluna a rulli, fabbro, lavori dei decorazione e di pittura
furono versate circa lire 37.000
La Fabbriceria finora non conosce con precisione la cifra
completa che prevede debba aggirarsi intorno alle lire 45.000
Nel mese di ottobre, uscite le rivende Suore dalla casa che
abitavano di pertinenza del beneficio dei Santi Luigi e Clara (Mozzoni) per
entrare nella nuova abitazione soprastante all’Asilo il parroco, considerate le
condizioni veramente pietose della vecchia casa per poterla mettere in grado di
ospitate con affitto decoroso e a favore del beneficio stesso una nuova
famiglia, si sobbarcò all’impegno di riparare completamente la stessa casa,
anticipando di sua borsa la grossa spesa che sarà rifusa gradatamente al
parroco cogli aumenti dell’affitto senza pregiudizio di quanto tuttora
percepisce il coadiutore ed avendone la debita autorizzazione
dell’Amministrazione Diocesana col nuovo contratto di affitto con un certo
Luciano Brugnoli di lire 1.900 annue superiori di ben lire 820 all’affitto
precedente pagato alla coadiutoria dalla Congregazione di Carità per le Suore
dell’Asilo.
I lavori ai primi di novembre sono ultimati. La casa è in
completo assetto e molto decorosa.La spesa incontrata è di lire 3.900 circa.
Visto il 3 settembre
1930 sac. Alessandro Proserpio.
1930. Anno non molto movimentato e per la salute cagionevole
del parroco e perché il grosso dei lavori nella chiesa, negli oratori e nelle
case dei benefici è stato felicemente ultimato.
In luogo di lavori materiali, coll’aiuto del reverendo
coadiutore si è procurato di curare un po’ di riforma spirituale e di
intensificare la cura della gioventù specialmente nelle due Unioni Giovanili.
La Fabbriceria ha economizzato per poter al più presto
saldare il grosso debito incontrato nella decorazione. Purtroppo la crisi ha il
contraccolpo nelle entrate specialmente dei bozzoli che per il prezzo
bassissimo hanno reso meno di lire 700.
La festa patronale di S. Maria Nascente fu celebrata con
solennità coll’intervento del nuovo prevosto vicario foraneo monsignor
Alessandro Proserpio che cantò la S. Messa e tenne il panegirico di
circostanza. La frequenza ai Santi Sacramenti fu nell’occasione discreta.
L’offerta della cera di poco inferiore alle normali.
La cara festa della madonnina al Lago che si celebra la 2°
domenica di ottobre fu nel pomeriggio grandemente ostacolata dal maltempo che
continuò fino alla sera. L’affluenza sempre consolante fu limitata quest’anno
con contraccolpo pure nella consueta offerta.
1931. L’anno si inizia bene colla devozione delle Sante
Quarantore predicate con frutto dal molto reverendo prof. Don Giacomo Colli di
Azzate il quale qualche tempo prima aveva tenuto un giorno di ritiro chiuso per
le ragazze all’Asilo. La frequenza alla predica, all’adorazione e soprattutto
ai Santi Sacramenti fu notevole.
Cominciate le Sante Quarantore la domenica 4 gennaio, si
chiusero nel pomeriggio della festa dell’Epifania.
La Fabbriceria in preparazione della sacra visita pastorale
annunciata per quest’anno incontrò una rilevante spesa complessiva di circa
lire 1.000 per in argentatura vasi sacri, candelieri e altre riparazioni.
Essendo stato fondato in ossequio anche del desiderio di Sua Eminenza il gruppo
Donne Cattoliche e il parroco volentieri ha ceduto ad uso gratuito delle stesse
e delle altre opere parrocchiali due bei locali del beneficio decorosamente
restaurati.
Come pure ad uso pure gratuito dei ragazzi ha ceduto un
largo tratto del “chioso” perché serva come luogo di ricreazione, dividendolo
con rete metallica dal resto del terreno e impiantando a sue spese l’altalena
in ferro, il passovolante ecc.
Ha pure voluto pensare alle ragazze dell’oratorio nel
cortile dell’Asilo facendo costruire a sue spese un’altalena e una piccola
giostra in ferro.
Attende dalla Divina provvidenza i mezzi che mancano
purtroppo completamente per costruire nell’appezzamento del “chioso” un salone
per oratorio. Sarebbe pure suo desiderio di costruirvi sopra un appartamento
per il coadiutore ma per ottenere ciò occorrerebbe che coll’autorizzazione
dell’Autorità Ecclesiastica e Civile si potesse alienare la casa infelice della
coadiutoria titolare per ricostruirla intestata allo stesso beneficio sopra il
futuro oratorio.
Finora però è solo un pio desiderio.
29 luglio 1931 vidimazione in occasione della visita
pastorale del cardinale Idelfonso Schuster.
16 luglio 1932. Da qualche anno la salute di don Alessandro
Vanetti era andata deperendo specialmente per pleuropneumo.. ed insufficienza
cardiaca. E dopo alterne vicende si sollievi e depressioni, ben preparato sia
per lo spirito delicato e piuttosto meticoloso sia per croci morali e ripetute
amarezza venutegli dalla popolazione non troppo grata e alquanto fuorviata, non
senza colpa di qualche collega, munito di tutti i Sacramenti e con la
benedizione Papale e di Sua Eminenza decedeva ancora nella lusinga di poter
guarire il buon servo di Dio, parroco di Azzate, apprezzato oratore e
scrupoloso sacerdote il 4 giugno 1932.
Erede fiducioso fu il parroco di Vighizzolo don F.
Mazzoleni, suo vecchio amico. Il modesto suo risparmio, non ancora precisato, è
destinato dalla pietà del testatore, come primo fondo per la costruzione
dell’Oratorio parrocchiale.
I funerali ebbero luogo martedì, giorno sette.
Sospeso il lavoro dello Stabilimento Maino, chiusi i negozi,
quasi tutti indistintamente parteciparono ai funerali che si svolsero dalle ore
10 a mezzogiorno circa. Numerosi i sacerdoti partecipanti: circa una sessantina.
Funziona mons. Prevosto Proserpio. La salma è portata a spalla dai Confratelli.
Sono ai cordoni il prevosto di Sesto Calende, il podestà comm. Introini, il
fabbriciere signor Campi ed un parente. Al cimitero davano l’estremo saluto
alla salma i rappresentanti delle Associazioni Cattoliche e della fabbriceria.
Il Comune non brillò di magnanimità negando la tumulazione nel posto d’onore
riservato alle persone benemerite (Famedio). Qual maggior benemerenza d’una
vita pastorale illuminata, zelante, esemplare? La decorazione della chiesa
parrocchiale da lui voluta e curata, non è un merito distinto? Il suo lasciato
a favore dell’erigendo Oratorio, sebben modesto, non è degno di considerazione?
Il terreno per la tomba del compianto don Vanetti venne comperato
dall’esecutore testamentario in un posto centrale del cimitero nuovo. Accanto
alla salma di don Vanetti verranno collocati anche i resti di suo padre,
sotterrato nel cimitero vecchio e probabilmente anche i resti dei parroci che
l’hanno preceduto.
30 luglio 1932. Nello stesso giorno dei funerali di Don
Vanetti, Sua Eminenza comunicava a mons. Alessandro Proserpio prevosto di
Varese e vicario foraneo, la nomina a vicario di Azzate del canonico don Paolo
Rimordi, curato di Varese.
Questi, pur rimanendo nel suo ufficio di Varese, subito
assunse la diretta amministrazione della Parrocchia di Azzate, coadiuvato dal
molto reverendo don Enrico Alberio, coadiutore da pochi mesi in luogo, qui
trasferito da Castiglioni, dopo circa quattro anni di permanenza in quella
parrocchia.
Statistica anno 1933: nati 28, morti 20, matrimoni 9, sante
comunioni pasquali n. 1.050 complessive n. 22.300
Statistica anno 1934: nati 29, morti 17, matrimoni 14, sante
comunioni pasquali n. 1.020 complessive 22.500
Pag. 88.
1° giugno 1934. E’ degno di nota, sebbene questa nota si
faccia ora, l’ingresso grandioso del nuovo parroco canonico don Paolo Rimordi,
ingresso avvenuto il 3 dicembre 1932. Cioè dopo un semestre della sua
permanenza in Azzate come vicario. Non mancò il popolo di Azzate di prestarsi
in ottimo modo per le migliori festose accoglienze, ma la nota più fervide ed
entusiastica fu arrecata dalla larga ed entusiastica partecipazione della
popolazione di Somma Lombardo, di cerro Maggiore e di Varese, precedenti campi
di lavoro del suddetto parroco. Intervennero per l’immissione in possesso mons.
Alessandro Proserpio, prevosto mitrato di Varese e vicario foraneo, i prevosti
di Somma Lombardo e mezzana, molti parroci, il comm. Avv. D. castelletti
podestà di Varese e comm. Ugo Introini podestà di Azzate, come padrini, e
cinque corpi musicali quello cioè di cerro Maggiore, di Somma Lombardo, di
Varese, di Capolago e della Gazzada. Discreta l’accademia tenuta dalle
Associazioni Cattoliche. Però si capisce che la popolazione o à molto povera o
è poco generosa, perché nell’occasione non si è fatta alcuna donazione né alla
chiesa né alla persona.
25 settembre 1934. Consci dell’importanza della buona
stampa, parroco e coadiutore condussero nell’annata che volge al tramonto una
buona campagna a favore dei giornali cattolici, con buon frutto per il
settimanale Luce!, circa una ottantina di abbonamenti, ma con nessun frutto per
il quotidiano L’Italia.
15 gennaio 1935. Per rimettere in maggior ossequio il
vetusto e commovente crocifisso che la confraternita di Azzate venera nel suo
Oratorio di S, Rocco, il parroco in questi mesi decorsi promosse i restauri e
la decorazione della cappella del Crocifisso nel detto Oratorio e , sebbene con
non troppa facilità, riuscì a farla mettere in condizioni abbastanza
soddisfacenti.
20 maggio 1935. Dottrina cristiana, da due anni ormai si
sono sistemate le classi della dottrina cristiana in chiesa e si cerca con
dispute, premi, esposizione vivace e ricca di similitudini, esempi, ecc. di
rendere l’insegnamento più gustato, ma l’abitudine dall’astensione per parte di
quasi tutti gli uomini ed anche moltissime donne, non si è mutata.
Pag. 89.
Statistica anno 1935: Nati 26, morti 29, matrimoni 10, S.
Comunioni pasquali 1.060 complessive 22.200
24 giugno 1935 vidimazione Alessandro Proserpio.
15 settembre 1936. Congresso Eucaristico Diocesano Milanese
tenuto a Varese dal 9 al 13 settembre.
La parrocchia di Azzate, discretamente da tempo preparata e
ben disposta ha partecipato coi suoi diversi rami di associazioni di pietà e di
azione cattolica alle diverse specializzate adunanze, relazioni, atti di culto
e specialmente alla trionfale, maestosa processione eucaristica, ricevendone
profonda, indelebile impressione edificativi e risvegliativo.
Vidimazione 24 novembre 1936 sac. Alessandro Properpio.
8-22 novembre 1936 Sante Missioni di quindici giorni tenute
dai Padri Oblati di Rho: Ronzoni, Polvara, Misani e Caccia.
Preparazione. Da un semestre in precedenza avvisi ripetuti,
spiegazioni dell’importanza con predicazione e stampa. Pregato e fatto pregare.
Fioretti fatti e fatto fare. Circolari stampate in abbondanza e diffuse
largamente. “Carissimi cristiani e figli amatissimi! Tre rilievi, due inviti,
una partecipazione: Tre rilievi: a) Lo spirito piega e doma la materia. Lo
spirito crea l’eroismo e la santità, lo spirito dà a chi lo meritano, la
vittoria e la gloria! B) Il grande avvenimento del Congresso Eucaristico ha
scosso salutarmene e avviato al bene tante e tante persone di Varese e del
Varesotto, prima religiosamente trascurate ed ora fatte vigili e diligenti. c)
Ad Ancona, non è tanto, mi ha scritto un vostro soldato che ci sono state le
Missioni. I missionari, non bastano le chiese, hanno predicato dappertutto,
nelle scuole, nelle caserme, all’arsenale, nei tribunali e sulle piazze. E
tutti ne approfittarono. E tra i frutti, un’adorazione notturna con comunione
generale di diverse miglia di uomini. Orbene se ad Ancona le Sante Missioni
Pag. 90
Hanno fatto tanto bene perché non disdegneranno di
approfittarne popolo e dirigenti, tra cui i professori di questi istituti di
studio, gli ufficiali ed i soldati di quegli arsenali e di quelle caserme, i
magistrati e gli avvocati di quei tribunali, che certamente non sono meno colti
ed evoluti di noi, gioveranno molto anche a noi di Azzate che dopo il Congresso
di Varese abbiamo maggior dovere di di svegliarci e infervorarci. Per altro le
Missioni sono un gran dono divino di luce e di grazia per quello spirito che
crea l’eroismo e la santità a chi deve dare la vittoria su ogni difficoltà nel
bene e la gloria del trionfo finale.
Due inviti: a) venite tutti, chiunque siate! Voi che
frequentate la chiesa e siete generosi con Dio generoso. Voi che vi limitate
solo agli stretti precetti della Chiesa, quasi timorosi di dar troppo a Gesù!
Voi che non ci venite mai Una moneta d’oro, anche se caduta nel fango, rimane
d’oro. Basta lavarla e torna bella! b) Ascoltate e meditate tutte le prediche.
Non perdetene una. Le Missioni sono un congegno perfetto di studi sacri ben
appropriati e combinati a costruire una perfetta macchina spirituale
persuasiva. Se un orologio perdesse una ruota, perde una vite … non funziona.
Una partecipazione di orari e di nomi. Le Missioni durano 15 giorni. Alle
Missioni delle donne dall’8 al 15 di novembre attenderanno tre Padri di cui
sarà superiore il padre Ronzoni. E tre altri con a capo padre Polvara, dal 15
al 22 attenderanno a quelle degli uomini. I padri arriveranno alle ore 17 del
giorno 7. Al loro giungere le campane suoneranno a distesa. Carissimi parrocchiani
e figli amatissimi! Sono più di 10 anni dall’ultima Missione ad Azzate.
Moltissimi di noi, per un’altra Missione non ci saranno più. Forse le sorti
eterne di molti di noi possono dipendere da questa Missione. Dio vi chiama
tutti. Nessuno faccia il sordo alla chiamata di Dio, nessuno resti assente,
V’attende col cuore vivido di belle speranze il vostro parroco.
Avvenimento memorando a salutarissimo. Cos’ furono definite
e commentate dal popolo azzatese le Sante Missioni. Ed invero è la prima volta
che si tengono quindici giorni di Missioni e che si vede la chiesa zeppa
dapprima di sole donne e poi di soli uomini.
Il bell’avvenimento venne coronato dalla messa pontificale
cantata da monsignor prevosto Alessandro Proserpio e accompagnata dalla Scola
Cantorum di Novate Milanese qui condotta dal concittadino sacerdote dottor don
Giacomo Colli professore di Dogmatica nel nostro Seminario Arcivescovile di
Vengono Inferiore, che si reca ogni festa a Novate in aiuto a quel clero.
Il nostro grazie e la nostra promessa. Uno spettacolo
commovente si ammirava domenica 22 novembre alle ore 16 sulla nostra piazza
parrocchiale e in tutta la Via Vittorio Veneto, gremita di popolo applaudente
ai Missionari partenti.
Le mamme offrivano i bambini agli Apostoli del Signore che
li benedicevano e donavano di medagliette e crocette. Gli uomini battevano le
mani, agitavano i fazzoletti e salutavano con le lacrime agli occhi. Un
rappresentante delle Associazioni Cattoliche ha rivolto il saluto di commiato e
fra l’altro ha detto: “Voi, messi del Signore, spesso e bene ci avete rivolto
la parola di Dio! Io, incaricato dal popolo, vi rivolgo la parola dell’uomo.
Anche il nostro cuore, come quello del popolo va cercando pace e la mente va
invocando luce. Voi ci avete dato luce con la predicazione e pace coi
sacramenti. Parola dell’uomo riconoscente “Grazie”; parola del galantuomo “la
promessa della Comunione …. e della Dottrina domenicale sarà mantenuta! Per la
nostra salvezza! Per la gioia dei Missionari! Per l’onore della Patria!! Per la
gloria di Dio!
Vidimazione 1-2 giugno in occasione della visita pastorale
del cardinale Idelfonso Schuster.
Statistica anno 1936: nati 19, morti 18, matrimoni 11 S.
Comunioni pasquali 1.040 complessive 26.400
15 giugno 1937. La santa visita pastorale ebbe luogo nei
giorni 1-2 giugno.
Preparazione. Dal principio dell’anno si iniziò un lavoro di
studio e di riforme a adattamenti corrispondenti a quei canoni sia da parte
degli edifici sacri e suppellettili come da parte dell’organizzazione della
parrocchia. Spiegazioni ed esortazioni al popolo perché ne rilevi l’importanza
e ben si disponga. Elencazioni, riparazioni, provvedimenti necessari. Negli
ultimi giorni di preparazione fu diramata ad ogni famiglia la seguente
circolare. “Spettabile famiglia N.N. Via … Azzate. Carissimi cristiani e figli
amatissimi. Dopo la Santa Missione dei Padri Oblati di Rho a cui corrispondeste
veramente con la più bella serietà e la più completa totalità, eccovi un altro
gran dono di Dio: la Visita Pastorale!
Il distinti principe della Chiesa, il cardinale Alfredo
Idelfonso Schuster, apprezzato ed amato non solo in Italia e non dai soli
fedeli, per la sua pietà, la sua scienza, il suo fattivo patriottismo, sarà fra
noi martedì 1° giugno alle ore 15. Egli viene in nome di Dio “Sicut misit me
Pater et ego mitto vos” per dare a noi tutti alle parole di luce e di bontà.
Viene a segnare i nostri bimbi col Sacramento dei forti, a dare la sua mano ad
ogni anima ben disposta il Sacramento di vita e di amore, a sondare
l’istruzione religiosa vostra e dei vostri figli a pregare per i vostri orti, ad informarsi della vostra premura e
diligenza per la Fede e per
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il bene. Viene a constatare il tenore e3d il fervore della
vita cristiana nelle famiglie di Azzate.
Preparate dunque con diligenza le vostre anime, le vostre
case e le vostre cose.
Ogni anima si rinnovi. Ad ogni casa un segno di festa. Ogni
cosa cara all’invio di Dio presente e rassettata: ogni cosa da Lui riprovata,
morta e seppellita.
Siano splendenti per decoro e bellezza le chiese, ben
composte e pulite le tombe, cristianamente ordinate le famiglie, solerti le
anime nell’amore del Signore.
La stessa massa di popolo delle Missioni e, se è possibile,
con maggiore fervore e più alto entusiasmo. Gratissima e sensibilissima del
dono e dell’onore per la visita di tanto ospite (nessuna eccezione di persone e
di associazioni sia religiose che civili, nessuna freddezza a tiepidezza di
anime, col … che all’onore del Santo Cardinale in visita pastorale scuotono
anche gli … innominati), tutti e bene partecipino ai diversi atti programmati,
nessuna industria, nessun padrone tenga impediti i suoi dipendenti. Nessuna
persona perda sì cara preziosa occasione di vita cristiana che Dio gli offre
“Qui recipit Prophetam, mercedem prophetae accipiet”.
Eccovi gli orari: sabato, domenica e lunedì 29, 30 e 31
maggio ore 20.15 predicazione straordinaria.
Martedì 1° giugno ore 14.30 raduno del popolo, del clero e
delle Associazioni alla Cappelletta dell’addolorata.
Ore 15 arrivo di S.E.. Processione alla chiesa parrocchiale.
Discorso di S.E.. Esame catechistico del bambini. Cerimonie consuete della
visita pastorale. (Subito dopo parecchi sacerdoti saranno a disposizione dei
fedeli per le Confessioni in preparazione alla Comunione generale.
Ore 20 S. Rosario recitato da S.E.
Mercoledì 2 giugno. Ore 5 S. Messa celebrata da S.E..
Comunione generale.
Ore 7.30 S. Cresima. Discorso di chiusura da parte di
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Sua Eminenza. Benedizione pastorale. Offerte per chiese
periferia di Milano e per Seminario. Breve accompagnamento di commiato.
Invito tutti a tutte le funzioni e da tutti spero ed attendo
unanime e fervida corrispondenza. Il vostro parroco”.
Attuazione. In sostanza per un solenne atto di vita
soprannaturale, una bella manifestazione di fede sentita, un distinto tributo
di omaggio al pastore della Diocesi.
E Passiamo alla cronaca. Precede un triduo di preparazione
straordinaria predicato da un ottimo padre oblato di Rho padre Fraschini. E
martedì, 1° giugno alle ore 16 l’illustre presule è fra noi. Sono presenti a
riceverlo col parroco locale i diversi parroci viciniori il protonotario
monsignor Proserpio, numeroso clero secolare e regolare, il delegato del
Podestà Galeazzo Magnini (essendo a Roma il podestà per ragioni professionali
ed avendo mandato in antecedenza un devoto telegramma di omaggio), il
segretario comunale C. Galletti, il segretario politico L. Magni, il prof. La
Rosa direttore didattico, il cav. De Natali, il cav. A. Villa direttore
generale degli stabilimenti Maino, l’industriale Chiaravalli, i fabbricieri
Inversini, Ballerio ed Ossola, il signor Martora direttore della locale
tessitura Maino, il signor Nicora dello Studio Maino ecc. ecc. le
rappresentanze di tutte le Associazioni religiose e civili e la massa del
popolo. Alla porta della chiesa la bambina Liliana Campi rivolge il
tradizionale saluto poetico dell’innocenza e della fede. Ed ecco S.E. che
salito sul pulpito e spiegato il programma della sua venuta, subito ne inizia
lo svolgimento facendo i suffragi per i morti. Segue l’esame catechistico alle
fanciullezze, che lascia buona impressione nell’eminentissimo interrogante e a
tutti i presenti. La visita alle diverse parti della chiesa ed ai diversi
oggetti del culto trovati in buono stato ed in buon ordine.
Si passa la visita del cimitero e della chiesetta di S.
Rocco, di S. Giorgio, di S. Lorenzo, dell’Immacolata, della Madonnina al Lago e
di quello in formazione nella casa ex barone Baroffio, ove S.E. riceve
l’omaggio
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delle ospitate Religiose di Maria Bambina dirigenti
l’Istituto dell’Addolorata di Milano (che verrà ad Azzate nella suddetta casa a
passare il periodo caldo dell’anno) e dai signori avv. Besozzi, avv. Bocca ed
ing. Mentasti. Il cardinale si interessa di ogni cosa e si mostra soddisfatto
della località scelta a sollievo estivo delle ricoverate del benefico Istituto
sopraddetto. Si ritorna in chiesa e di qui si passa all’archivio parrocchiale.
Dagli scaffali sono levati i registri dell’epoca di S. Carlo e l’occhio del
cardinale esperto alle scorribande fra i geroglifici delle pagine paleografico,
si slancia veloce per ogni riga e per molte pagine in cerca di … sperate scie
permanenti del Borromeo, ma non è felice di trovarne. “Signor curato, lascio
qui il libro aperto sul tavolino, ci tornerò domani mattina” aggiunge il
cardinale a chi annunciava che era ora della cena. “Signor curato mi parli del
Colle di S. Quirico e della chiesetta che dovette esserci un tempo” chiese il
cardinale durante la cena. Ed il signor curato stanco e stordito dai
preparativi e dagli atti della visita, a rimbalzo della palla: “Eminenza,
abbiamo presente don Colli, nativo del luogo ed il padre Ballerio, che a suo
tempo a visitato e fotografato dei cimeli e delle iscrizioni relative; essi
potranno dire cose maggiori e più esatte di quanto saprei dire io”.
E’ suonato il Rosario. Il popolo, dagli avvisi avuti dal
parroco che il cardinale, che si attiene strettamente alle leggi liturgiche,
certamente avrebbe fatto la processione eucaristica trovandoci nell’ottava del
Corpus Domini, aspettava i tre segnali solenne soliti per muoversi da casa. Il
cardinale fra pochi personalmente recita il Rosario. Alla fine del canto delle
litanie tiene uno speciale esame di coscienza, che riescemi ottimo preparamento
alla confessione. Per le confessioni sono presenti quattro frati ed
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una decina di preti. Molti ne approfittano.
All’indomani, alle quattro, il Cardinale è trovato in
preghiera all’altare maggiore. Durante la sua Messa canti e numerosa comunione.
Quante? C’è da essere contenti se non entusiasti! Quasi un migliaio Ma potevano
essere di più Eppure, per andare in Paradiso, cinque cose: e fra queste i
Sacramenti cristiani.
Alle ore 7 presente mons. Prevosto Alessandro Proserpio
protonotario apostolico, il parroco è ricevuto in ufficiale udienza per le
deliberazioni conclusive:
“Dunque, signor curato, come va la parrocchia? E come si
trova nella parrocchia?”.
“Eminenza, la parrocchia potrebbe e dovrebbe andare meglio!
Dopo cinque anni di non inattiva permanenza devo dire che non è cattiva, ma
religiosamente e organicamente (Azione Cattolica, ecc) così non premurosa e non
fervida (apatia?) (fatta la debita eccezione del gruppo dei buoni , che
peraltro non manca in nessun paese) da non più illudermi da poter io riuscire a
trasformarla. Quindi non posso dire di trovarmi bene, tanto più che le mie
risorse e le mie energie usabili allo scopo, sono pressoché esaurite e la mia
tempra è tale che non vedendomi in iniziative di bene, ne risento anche nella
salute. Ragione per cui io oso chiedere un trasferimento, che naturalmente non
deve essere né inferiore né uguale, altrimenti tiro avanti, sperando nei frutti
dell’Oratorio, seppure questo per mancanza di mezzi, se potrò erigerlo”.
“Ecco, anch’io, credo opportuno un cambiamento, dato il suo
carattere ed il carattere della parrocchia: Ebbene ella ci pensi, tenga aperti
gli occhi, scelga una parrocchia che le vada a genio, giacché non si può amare
una sposa se non piaccia. Attualmente, se volesse, potrei mandarla prevosto a
Milano alla Parrocchia dei Tre Ronchetti.
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Non c’è l’aria buona del Varesotto, non c’è una casa
giardino come questa, però è una prevostura ed è a Milano. Ci pensi e mi dia la
risposta”.
Alle ore 7.30 la S. Cresima. Novanta cresimati.
Alle ore 9 fra due ali di popolo plaudente parte il
cardinale per le udienze di Milano. Ritorno per le ore 15.30. E sul pulpito per
la predica dei ricordi e dei proponimenti. Dalle parole che dirà non pochi si
studieranno di rilevare quali siano le impressioni lasciate nell’animo del
vescovo da quanto può aver visto e udito in questa sua visita.
“vengono le Missioni, vengono le visite pastorali: è Dio che
viene e visita; è la volontà di Dio che viene manifestata, è il seme di Dio che
viene buttato. Ma del seme di Dio parte va a cadere sulla strada, sulle anime
stradaiole, anime che non si trovano a Dottrina, con si trovano al
confessionale, all’altare, alle buone associazioni di Azione Cattolica, si
incontrano solamente in strada. Parte cade sul terreno spinoso che interessa,
che conta, è il far soldi. Di questo ci si preoccupa. Per questo si profanano
anche le feste. Ma che veramente vale è una cosa sola, è la salvezza eterna. E
perché il seme produca davvero questo frutto di salvezza eterna, occorre che
trovi buon terreno, occorre la buona volontà
costantemente conservata. Azzatesi, siate tutti e sempre animati di
buona volontà”.
Ecco la predica dei ricordi delle Visite Pastorali, predica
che a sua volta trovò le diverse qualità di terreno. Il cardinale esce di
chiesa a stento tra la folla presente per avvicinarla, baciargli le mani, avere
una medaglietta. Sale in macchina, sorride, saluta
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la massa che applaude ringraziando. La macchina si muove e
corre alla volta di Galliate.
2 ottobre 1937. L’Istituto Beata Vergine Addolorata di Milano
Via S. Croce, ad Azzate almeno per nove anni.
Questo Istituto ha preso in affitto per nove anni, ed a
quanto pare intende farne l’acquisto definitivo, la casa ex barone Baroffio.
L’ha adattata a soggiorno estivo per le sue duecento alunne e vi ha formato la
sua graziosa cappelletta.
Duecento alunne, in due riprese, con circa una ventina di
suore di Maria Bambina, hanno portato nella vita religiosa locale un distinto e
sano contributo di vita, di fervore e di lustro. Ci sono rimaste tre mesi:
luglio, agosto e settembre.
Partendo, la Madre Superiora suor Maria Teresa Soster ha
parlato sentitamente e speriamo efficacemente alla più ricca signora di Azzate,
la vedova nobildonna Angela Riva Cottalorda, esortandola all’atteso da tutti,
parroco e fedeli, grandioso e geniale atto, di detta nobildonna già fatto da
tempo sperare, la quasi-donazione della grandiosa, sebbene trasandata Casa
Mera, sita nella più bella posizione di Azzate, per l’erezione dell’Oratorio ed
a sede di altre istituzioni parrocchiali e di esercizi, e giorni di ritiro
chiuso per la gioventù maschile e femminile di questa plaga del Varesotto.
5 ottobre 1937 Casa mera e 10 pertiche circa di terreno per
l’erezione delle Case delle Istituzioni Parrocchiali e dell’Oratorio di Azzate:
chieste dal signor parroco a donna Angela Riva a queste condizioni:
a) Il parroco s’impegna a far versare da persona benefica
lire 50.000 all’atto dell’istrumento in formazione;
b) L’Oratorio porterà il nome “Oratorio Riva Cottalorda”;
c) l’intestazione della proprietà è al Seminario che la
persona donatrice intende beneficare;
d) L’uso completo è della Parrocchia, che pagherà alla
persona
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benefica e cioè i signori D.P.R., Cat. Rim. Ad. Rim, don
L.G. dapprima, loro vita natural durante, poi al Seminario Arcivescovile
Diocesano, l’annuo canone di sole 2.000 lire, ma curerà riparazioni e
miglioramenti e pagherà le tasse.
Il Presidente della Gioventù Maschile di Azzate signor
Pasquale Ballerio ed il signor Galeazzo Magnini, vice-podestà, s’interessano
perché le proposte siano accettate. Ma donna Angela Riva insiste e richiede la
somma di lire sessantamila e nel non volere come proprietario il Seminario. Le
persone disposte alla suddetta beneficenza si tengono impegnate sino al 15
corrente mese e non oltre e non decampano dalla donazione al Seminario pur
beneficando nella surriferita forma la
Parrocchia di Azzate. Di questo tempo limitato per la conclusione delle
trattative, che ormai durano da due anni, i signori Ballerio e Magnini,
desiderosi del buon esito sono stati informati per le debite sollecitazioni.
Trascorso il 15 ottobre senza l’attesa soluzione, la pendente beneficenza
prenderebbe altra meta ed altra strada.
16 ottobre 1937. La rinuncia del Parroco canonico don Paolo
Rimordi alla parrocchia. Considerato che ormai da cinque anni il parroco, che
non si risparmiò nella predicazione e nell’orazione allo scopo di elevare ad un
maggior fervore (manca una riga)
antichi ricchi ricami. Il lavoro fu cominciato dalla pianeta
ed in seguitole funicelle, piviale, ecc e compiuto con vero intelletto d’amore
in poco più di un anno.
Il lavoro pur perdendo in parte del suo pregio di antichità
è riuscito magnifico. La spesa gravosa di quasi lire 10.000 venne saldata in
due anni dalla fabbriceria colle sue entrate ordinarie nella gestione 1924. Il
pallio però dell’altare maggiore
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E uguale al paramento e il velo del leggio del pulpito
ancora in buon stato non vennero toccati.
Il giorno 30 ottobre alle ore 8 del mattino la morte
fulminava nella casa parrocchiale in modo repentino il padre del parroco
Benedetto Vanetti, ultimo superstite della famiglia, d’anni 75.
Lo schianto che ne ebbe il parroco fu condiviso dalla
popolazione che seguì larghissimamente la cara salma alla chiesa e al cimitero.
1923. Fu inaugurato con le Sante Missioni che ai primi di
gennaio ebbero luogo predicate da tre missionari di Rho cioè padre Rebuzzini,
padre Vaiani e padre Polvara. Purtroppo gli inizi non furono favorevoli perché
un’abbondante nevicata cadde proprio la prima sera impedendo nel 1° giorno un
largo concorso che, migliorato il tempo, venne aumentando in modo abbastanza
consolante. E’ doloroso però il dover prendere nota dell’astensionismo alle
prediche e ai santi Sacramenti di un buon numero di giovanotti e uomini legati
al giogo del socialismo e a quello non meno feroce del rispetto umano. Che
differenza colle Missioni precedenti. Padre Vaiani in questa occasione cominciò
una grave malattia che di ritorno a Rho lo portò agli estremi. Fortunatamente
la crisi fu superata. Il parroco crede pure di dover qui notare l’opportunità
che tenendosi le Missioni altra volta, anche per l’insufficienza della
chiesa, esse non durino più una
settimana ma due settimane: la prima per le donne, la seconda per gli uomini.
La spesa certamente è rilevante ma la provvidenza non mancherà
come non è mancata essendo stato coperto il passivo non inferiore a lire 1.500
col legato Bizzozero e colle offerte larghe dei fedeli.
1924. nella solennità di S. Giuseppe il reverendo prevosto
di Varese Ceresani inaugurò il paramento bianco rimesso a nuovo di cui sopra
con tutto lo splendore permesso dalla liturgia quadragesimale.
In quest’anno oltre le riparazioni al tetto dell’Oratorio di
S. Rocco in disordine, la fabbriceria dietro iniziativa del parroco ventilò il
disegno di sostituire al vecchio e logoro pavimento in cotto uno nuovo bello in
piastrelle di cemento. Anche questa volta la popolazione corrispose al disegno
e una sottoscrizione lanciata e firmata anche abbastanza largamente da qualche
famiglia ricca diede modo di coprire la spesa di quasi lire 7.000
L’inaugurazione del pavimento fu celebrata in modo solenne
nella festa patronale di S. Maria Nascente in settembre con intervento di S.E.
monsignor Giovanni di Dio Mauri ausiliario di Milano il quale amministrò la S.
Cresima a circa 160 bambini e bambine e assistette alla messa solenne
ripartendo nel pomeriggio per Milano.
1925. L’Anno Santo venne ricordato anche ad Azzate colle
processioni per l’acquisto del Giubileo.
Durante l’Anno per iniziativa del parroco la fabbriceria
fece compiere due notevoli lavori: le riparazione all’Oratorio di S. Giorgio in
Vegonno che si trovava in stato indecente. Queste importarono la spesa di circa
lire 1.400 coperte colle entrate ordinarie della fabbriceria. Con maggiore
solennità in questa occasione fu portata processionalmente nella frazione di
Vegonno la statua del loro protettore S. Giorgio, benedetta e posta
decorosamente nell’Oratorio riassettato in modo decoroso.
Il 2° lavoro consistette nelle riparazioni al paramento
rosso moderno con ricchi ricami, paramento pure in terza non poco deteriorato
dall’uso. Le riparazioni furono pure eseguite dalle sorelle Gerosa di Via
Olmetto, imputando alla Fabbriceria la spesa di poco più di lire 2.600 anche
questa coperta colle entrate ordinarie.
1926. Ricorrendo quest’anno il 25° di ordinazione
sacerdotale del parroco don Alessandro Vanetti, il parroco stesso pensò di ricordare
questa data con due (manca una riga).
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Pur senza grandi pretese, bravo, ma lento, anzi lentissimo
nell’esecuzione, anche per copia di altri lavori. Il lavoro cominciato in
maggio 1926 si protrasse a lungo come si vedrà innanzi.
Il lavoro di ponteggio fu affidato alla ditta Guido Mai con
il preventivo stabilito in lire 5.500. Non si poté invece fare un vero
preventivo del grosso lavoro di decorazione, previsto comunque in una spesa
ingente che si cominciò a coprire con una sottoscrizione e una pesca in
occasione della festa di settembre che fruttò circa lire 20.000
complessivamente.
Nella circostanza del 25° del parroco celebrato in occasione
della festa di Maria Santissima Nascente ebbe una solennità superiore per
addobbi, archi trionfali a quella dell’ingresso in parrocchia. Quella mattina
il parroco venne accolto in principio della parrocchia dalla popolazione,
questa volta rappresentata dal comm. Ugo Introini podestà che pronunciò parole
brevi di circostanza alle quali rispose il parroco. Alla S. messa giubilare,
con scelta musica, tenne il 1° giorno il discorso monsignor Ceresani prevosto
mitrato di Varese. Nel pomeriggio con immenso concorso di popolo venuto anche
dalle altre parrocchie, sfilò solenne la processione con Santissimo Sacramento.
Il 2° giorno alla messa cantata pure dal Parroco, tenne il discorso don
Fortunato Mazzoleni parroco di Vighizzolo e nel pomeriggio sopra una macchina
addobbata fu condotta per tutte le vie della parrocchia il venerato simulacro
della Madonna. Chiusa la festa il 3° giorno con Ufficio solenne dei defunti.
Nel mese di ottobre, la seconda domenica fu pure inaugurato
il Santuario della madonnina al Lago incominciato dal parroco Redaelli ma da
lunghissimi anni rimasto aperto coi soli pilastri e la cupola. Il compimento
almeno in modo greggio del Santuario fu affidato al capomastro Eligio
Tibiletti. La spesa realmente incontrata fu di circa lire 20.000 che in breve
tempo venne completamente coperta colle offerte annuali dei canestri che da
molti anni si fanno in occasione della festa della madonnina giacenti in Curia
e presso la Fabbriceria. Queste offerte ogni anno si ripetono e ben custodite
sono tenute a disposizione per i futuri lavori di abbellimento al Santuario
stesso.
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La festa di inaugurazione del Santuario si svolse alla
mattina con Messa in musica nel Santuario e nel pomeriggio in una poetica
processione dalla chiesa parrocchiale al Santuario dove ebbe luogo dopo la
predica del parroco e le complete cerimonie l’incanto generoso.
Larghissimo il concorso di popolo venuto da ogni dove.
1927. A vari intervalli, con parecchie sospensioni
continuavano i lavori della decorazione nell’abside con un ricordo a Gesù
Cristo Re ricordato il titolo nella corona regale e nei simboli.
Nella festa di Maria Nascente l’11 settembre di quest’anno
Sua Eccellenza monsignor Giovanni Gamberoni vescovo di Vercelli da Comerio sua
terra natale, venne, quantunque infermo,
ad Azzate ed amministrò nel mattino la Santa Cresima a circa 60 bambini e
bambine, assistette alla messa solenne tenendo uno splendido discorso di
circostanza e nel pomeriggio assistette pure alle solenni funzioni.
1928. Anche quest’anno con incredibile lentezza proseguirono
i lavori della decorazione anche in parte delle navate laterali. Pure in
quest’anno trovandosi la casa d’abitazione del beneficio titolare (ex) in
condizioni deplorevoli ed occorrendo provvedere almeno provvisoriamente alla
sede dell’ Unione Giovanile Cattolica ed un po’ di oratorio, col consenso ed
assistenza del parroco il coadiutore don Alfredo Arnaboldi fece eseguire o
meglio compiva importanti opere nella casa stessa, lasciando il piano terreno
oscuro ed umido, come sede all’Unione Giovanile e oratorio sistemando il piano
superiore, con ballatoio in cemento, impianto acqua potabile, divisione nuova e
aggiunta di un latro locale, serramenti nuovi, aperture ecc. La grossa
riparazione cominciata nel 1924 e ripresa nel 1928 importò una spesa
complessiva di pressoché lire 8.000, anche questa coperta con entrate del
beneficio quali avanzi nei tempi in cui mancava il coadiutore e con offerte
speciali comprese fra di esse lire 500 di Sua Eccellenza il cardinale Tosi che
uguale somma diede per i lavori di decorazione della chiesa parrocchiale.
Nel mese di dicembre di quest’anno il parroco volendo
abbellire la casa parrocchiale a seconda delle esigenze moderne, liberò il vano
della scala oscuro e il felicissimo restringendo un locale superiore che
ingombrava, abbatté un muro per allargare una stanzetta da toilette e da bagno,
introducendo questi confort moderni suggeriti dalla pulizia e igiene moderno. I
restauri con tutto il necessaire per il bagno importava una cifra superiore a
lire 5.000 che il parroco per giovare alla casa e anche ai suoi successori
versò completamente dal suo patrimonio personale senza concorso di altri.
1929. Finalmente il lavoro eterno (!) della decorazione a
metà anno fu completato tanto nelle navate laterali, quanto nel battistero
decorato con figure d’angeli e simboli sacri dal pittore Piero Posè di Milano
con disegno indovinato dello stesso architetto felice Pasqué che ha ben
raffigurato nelle varie parti la caduta dell’uomo e la riparazione per Nostro
Signor Gesù Cristo e il sacramento del battesimo.
Finora dalla Fabbriceria per diritti dell’architetto, lavori
di ponteggio, mezzaluna a rulli, fabbro, lavori dei decorazione e di pittura
furono versate circa lire 37.000
La Fabbriceria finora non conosce con precisione la cifra
completa che prevede debba aggirarsi intorno alle lire 45.000
Nel mese di ottobre, uscite le rivende Suore dalla casa che
abitavano di pertinenza del beneficio dei Santi Luigi e Clara (Mozzoni) per
entrare nella nuova abitazione soprastante all’Asilo il parroco, considerate le
condizioni veramente pietose della vecchia casa per poterla mettere in grado di
ospitate con affitto decoroso e a favore del beneficio stesso una nuova
famiglia, si sobbarcò all’impegno di riparare completamente la stessa casa,
anticipando di sua borsa la grossa spesa che sarà rifusa gradatamente al
parroco cogli aumenti dell’affitto senza pregiudizio di quanto tuttora
percepisce il coadiutore ed avendone la debita autorizzazione
dell’Amministrazione Diocesana col nuovo contratto di affitto con un certo
Luciano Brugnoli di lire 1.900 annue superiori di ben lire 820 all’affitto
precedente pagato alla coadiutoria dalla Congregazione di Carità per le Suore
dell’Asilo.
I lavori ai primi di novembre sono ultimati. La casa è in
completo assetto e molto decorosa.La spesa incontrata è di lire 3.900 circa.
Visto il 3 settembre
1930 sac. Alessandro Proserpio.
1930. Anno non molto movimentato e per la salute cagionevole
del parroco e perché il grosso dei lavori nella chiesa, negli oratori e nelle
case dei benefici è stato felicemente ultimato.
In luogo di lavori materiali, coll’aiuto del reverendo
coadiutore si è procurato di curare un po’ di riforma spirituale e di
intensificare la cura della gioventù specialmente nelle due Unioni Giovanili.
La Fabbriceria ha economizzato per poter al più presto
saldare il grosso debito incontrato nella decorazione. Purtroppo la crisi ha il
contraccolpo nelle entrate specialmente dei bozzoli che per il prezzo
bassissimo hanno reso meno di lire 700.
La festa patronale di S. Maria Nascente fu celebrata con
solennità coll’intervento del nuovo prevosto vicario foraneo monsignor
Alessandro Proserpio che cantò la S. Messa e tenne il panegirico di
circostanza. La frequenza ai Santi Sacramenti fu nell’occasione discreta.
L’offerta della cera di poco inferiore alle normali.
La cara festa della madonnina al Lago che si celebra la 2°
domenica di ottobre fu nel pomeriggio grandemente ostacolata dal maltempo che
continuò fino alla sera. L’affluenza sempre consolante fu limitata quest’anno
con contraccolpo pure nella consueta offerta.
1931. L’anno si inizia bene colla devozione delle Sante
Quarantore predicate con frutto dal molto reverendo prof. Don Giacomo Colli di
Azzate il quale qualche tempo prima aveva tenuto un giorno di ritiro chiuso per
le ragazze all’Asilo. La frequenza alla predica, all’adorazione e soprattutto
ai Santi Sacramenti fu notevole.
Cominciate le Sante Quarantore la domenica 4 gennaio, si
chiusero nel pomeriggio della festa dell’Epifania.
La Fabbriceria in preparazione della sacra visita pastorale
annunciata per quest’anno incontrò una rilevante spesa complessiva di circa
lire 1.000 per in argentatura vasi sacri, candelieri e altre riparazioni.
Essendo stato fondato in ossequio anche del desiderio di Sua Eminenza il gruppo
Donne Cattoliche e il parroco volentieri ha ceduto ad uso gratuito delle stesse
e delle altre opere parrocchiali due bei locali del beneficio decorosamente
restaurati.
Come pure ad uso pure gratuito dei ragazzi ha ceduto un
largo tratto del “chioso” perché serva come luogo di ricreazione, dividendolo
con rete metallica dal resto del terreno e impiantando a sue spese l’altalena
in ferro, il passovolante ecc.
Ha pure voluto pensare alle ragazze dell’oratorio nel
cortile dell’Asilo facendo costruire a sue spese un’altalena e una piccola
giostra in ferro.
Attende dalla Divina provvidenza i mezzi che mancano
purtroppo completamente per costruire nell’appezzamento del “chioso” un salone
per oratorio. Sarebbe pure suo desiderio di costruirvi sopra un appartamento
per il coadiutore ma per ottenere ciò occorrerebbe che coll’autorizzazione
dell’Autorità Ecclesiastica e Civile si potesse alienare la casa infelice della
coadiutoria titolare per ricostruirla intestata allo stesso beneficio sopra il
futuro oratorio.
Finora però è solo un pio desiderio.
29 luglio 1931 vidimazione in occasione della visita
pastorale del cardinale Idelfonso Schuster.
16 luglio 1932. Da qualche anno la salute di don Alessandro
Vanetti era andata deperendo specialmente per pleuropneumo.. ed insufficienza
cardiaca. E dopo alterne vicende si sollievi e depressioni, ben preparato sia
per lo spirito delicato e piuttosto meticoloso sia per croci morali e ripetute
amarezza venutegli dalla popolazione non troppo grata e alquanto fuorviata, non
senza colpa di qualche collega, munito di tutti i Sacramenti e con la
benedizione Papale e di Sua Eminenza decedeva ancora nella lusinga di poter
guarire il buon servo di Dio, parroco di Azzate, apprezzato oratore e
scrupoloso sacerdote il 4 giugno 1932.
Erede fiducioso fu il parroco di Vighizzolo don F.
Mazzoleni, suo vecchio amico. Il modesto suo risparmio, non ancora precisato, è
destinato dalla pietà del testatore, come primo fondo per la costruzione
dell’Oratorio parrocchiale.
I funerali ebbero luogo martedì, giorno sette.
Sospeso il lavoro dello Stabilimento Maino, chiusi i negozi,
quasi tutti indistintamente parteciparono ai funerali che si svolsero dalle ore
10 a mezzogiorno circa. Numerosi i sacerdoti partecipanti: circa una sessantina.
Funziona mons. Prevosto Proserpio. La salma è portata a spalla dai Confratelli.
Sono ai cordoni il prevosto di Sesto Calende, il podestà comm. Introini, il
fabbriciere signor Campi ed un parente. Al cimitero davano l’estremo saluto
alla salma i rappresentanti delle Associazioni Cattoliche e della fabbriceria.
Il Comune non brillò di magnanimità negando la tumulazione nel posto d’onore
riservato alle persone benemerite (Famedio). Qual maggior benemerenza d’una
vita pastorale illuminata, zelante, esemplare? La decorazione della chiesa
parrocchiale da lui voluta e curata, non è un merito distinto? Il suo lasciato
a favore dell’erigendo Oratorio, sebben modesto, non è degno di considerazione?
Il terreno per la tomba del compianto don Vanetti venne comperato
dall’esecutore testamentario in un posto centrale del cimitero nuovo. Accanto
alla salma di don Vanetti verranno collocati anche i resti di suo padre,
sotterrato nel cimitero vecchio e probabilmente anche i resti dei parroci che
l’hanno preceduto.
30 luglio 1932. Nello stesso giorno dei funerali di Don
Vanetti, Sua Eminenza comunicava a mons. Alessandro Proserpio prevosto di
Varese e vicario foraneo, la nomina a vicario di Azzate del canonico don Paolo
Rimordi, curato di Varese.
Questi, pur rimanendo nel suo ufficio di Varese, subito
assunse la diretta amministrazione della Parrocchia di Azzate, coadiuvato dal
molto reverendo don Enrico Alberio, coadiutore da pochi mesi in luogo, qui
trasferito da Castiglioni, dopo circa quattro anni di permanenza in quella
parrocchia.
Statistica anno 1933: nati 28, morti 20, matrimoni 9, sante
comunioni pasquali n. 1.050 complessive n. 22.300
Statistica anno 1934: nati 29, morti 17, matrimoni 14, sante
comunioni pasquali n. 1.020 complessive 22.500
Pag. 88.
1° giugno 1934. E’ degno di nota, sebbene questa nota si
faccia ora, l’ingresso grandioso del nuovo parroco canonico don Paolo Rimordi,
ingresso avvenuto il 3 dicembre 1932. Cioè dopo un semestre della sua
permanenza in Azzate come vicario. Non mancò il popolo di Azzate di prestarsi
in ottimo modo per le migliori festose accoglienze, ma la nota più fervide ed
entusiastica fu arrecata dalla larga ed entusiastica partecipazione della
popolazione di Somma Lombardo, di cerro Maggiore e di Varese, precedenti campi
di lavoro del suddetto parroco. Intervennero per l’immissione in possesso mons.
Alessandro Proserpio, prevosto mitrato di Varese e vicario foraneo, i prevosti
di Somma Lombardo e mezzana, molti parroci, il comm. Avv. D. castelletti
podestà di Varese e comm. Ugo Introini podestà di Azzate, come padrini, e
cinque corpi musicali quello cioè di cerro Maggiore, di Somma Lombardo, di
Varese, di Capolago e della Gazzada. Discreta l’accademia tenuta dalle
Associazioni Cattoliche. Però si capisce che la popolazione o à molto povera o
è poco generosa, perché nell’occasione non si è fatta alcuna donazione né alla
chiesa né alla persona.
25 settembre 1934. Consci dell’importanza della buona
stampa, parroco e coadiutore condussero nell’annata che volge al tramonto una
buona campagna a favore dei giornali cattolici, con buon frutto per il
settimanale Luce!, circa una ottantina di abbonamenti, ma con nessun frutto per
il quotidiano L’Italia.
15 gennaio 1935. Per rimettere in maggior ossequio il
vetusto e commovente crocifisso che la confraternita di Azzate venera nel suo
Oratorio di S, Rocco, il parroco in questi mesi decorsi promosse i restauri e
la decorazione della cappella del Crocifisso nel detto Oratorio e , sebbene con
non troppa facilità, riuscì a farla mettere in condizioni abbastanza
soddisfacenti.
20 maggio 1935. Dottrina cristiana, da due anni ormai si
sono sistemate le classi della dottrina cristiana in chiesa e si cerca con
dispute, premi, esposizione vivace e ricca di similitudini, esempi, ecc. di
rendere l’insegnamento più gustato, ma l’abitudine dall’astensione per parte di
quasi tutti gli uomini ed anche moltissime donne, non si è mutata.
Pag. 89.
Statistica anno 1935: Nati 26, morti 29, matrimoni 10, S.
Comunioni pasquali 1.060 complessive 22.200
24 giugno 1935 vidimazione Alessandro Proserpio.
15 settembre 1936. Congresso Eucaristico Diocesano Milanese
tenuto a Varese dal 9 al 13 settembre.
La parrocchia di Azzate, discretamente da tempo preparata e
ben disposta ha partecipato coi suoi diversi rami di associazioni di pietà e di
azione cattolica alle diverse specializzate adunanze, relazioni, atti di culto
e specialmente alla trionfale, maestosa processione eucaristica, ricevendone
profonda, indelebile impressione edificativi e risvegliativo.
Vidimazione 24 novembre 1936 sac. Alessandro Properpio.
8-22 novembre 1936 Sante Missioni di quindici giorni tenute
dai Padri Oblati di Rho: Ronzoni, Polvara, Misani e Caccia.
Preparazione. Da un semestre in precedenza avvisi ripetuti,
spiegazioni dell’importanza con predicazione e stampa. Pregato e fatto pregare.
Fioretti fatti e fatto fare. Circolari stampate in abbondanza e diffuse
largamente. “Carissimi cristiani e figli amatissimi! Tre rilievi, due inviti,
una partecipazione: Tre rilievi: a) Lo spirito piega e doma la materia. Lo
spirito crea l’eroismo e la santità, lo spirito dà a chi lo meritano, la
vittoria e la gloria! B) Il grande avvenimento del Congresso Eucaristico ha
scosso salutarmene e avviato al bene tante e tante persone di Varese e del
Varesotto, prima religiosamente trascurate ed ora fatte vigili e diligenti. c)
Ad Ancona, non è tanto, mi ha scritto un vostro soldato che ci sono state le
Missioni. I missionari, non bastano le chiese, hanno predicato dappertutto,
nelle scuole, nelle caserme, all’arsenale, nei tribunali e sulle piazze. E
tutti ne approfittarono. E tra i frutti, un’adorazione notturna con comunione
generale di diverse miglia di uomini. Orbene se ad Ancona le Sante Missioni
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Hanno fatto tanto bene perché non disdegneranno di
approfittarne popolo e dirigenti, tra cui i professori di questi istituti di
studio, gli ufficiali ed i soldati di quegli arsenali e di quelle caserme, i
magistrati e gli avvocati di quei tribunali, che certamente non sono meno colti
ed evoluti di noi, gioveranno molto anche a noi di Azzate che dopo il Congresso
di Varese abbiamo maggior dovere di di svegliarci e infervorarci. Per altro le
Missioni sono un gran dono divino di luce e di grazia per quello spirito che
crea l’eroismo e la santità a chi deve dare la vittoria su ogni difficoltà nel
bene e la gloria del trionfo finale.
Due inviti: a) venite tutti, chiunque siate! Voi che
frequentate la chiesa e siete generosi con Dio generoso. Voi che vi limitate
solo agli stretti precetti della Chiesa, quasi timorosi di dar troppo a Gesù!
Voi che non ci venite mai Una moneta d’oro, anche se caduta nel fango, rimane
d’oro. Basta lavarla e torna bella! b) Ascoltate e meditate tutte le prediche.
Non perdetene una. Le Missioni sono un congegno perfetto di studi sacri ben
appropriati e combinati a costruire una perfetta macchina spirituale
persuasiva. Se un orologio perdesse una ruota, perde una vite … non funziona.
Una partecipazione di orari e di nomi. Le Missioni durano 15 giorni. Alle
Missioni delle donne dall’8 al 15 di novembre attenderanno tre Padri di cui
sarà superiore il padre Ronzoni. E tre altri con a capo padre Polvara, dal 15
al 22 attenderanno a quelle degli uomini. I padri arriveranno alle ore 17 del
giorno 7. Al loro giungere le campane suoneranno a distesa. Carissimi parrocchiani
e figli amatissimi! Sono più di 10 anni dall’ultima Missione ad Azzate.
Moltissimi di noi, per un’altra Missione non ci saranno più. Forse le sorti
eterne di molti di noi possono dipendere da questa Missione. Dio vi chiama
tutti. Nessuno faccia il sordo alla chiamata di Dio, nessuno resti assente,
V’attende col cuore vivido di belle speranze il vostro parroco.
Avvenimento memorando a salutarissimo. Cos’ furono definite
e commentate dal popolo azzatese le Sante Missioni. Ed invero è la prima volta
che si tengono quindici giorni di Missioni e che si vede la chiesa zeppa
dapprima di sole donne e poi di soli uomini.
Il bell’avvenimento venne coronato dalla messa pontificale
cantata da monsignor prevosto Alessandro Proserpio e accompagnata dalla Scola
Cantorum di Novate Milanese qui condotta dal concittadino sacerdote dottor don
Giacomo Colli professore di Dogmatica nel nostro Seminario Arcivescovile di
Vengono Inferiore, che si reca ogni festa a Novate in aiuto a quel clero.
Il nostro grazie e la nostra promessa. Uno spettacolo
commovente si ammirava domenica 22 novembre alle ore 16 sulla nostra piazza
parrocchiale e in tutta la Via Vittorio Veneto, gremita di popolo applaudente
ai Missionari partenti.
Le mamme offrivano i bambini agli Apostoli del Signore che
li benedicevano e donavano di medagliette e crocette. Gli uomini battevano le
mani, agitavano i fazzoletti e salutavano con le lacrime agli occhi. Un
rappresentante delle Associazioni Cattoliche ha rivolto il saluto di commiato e
fra l’altro ha detto: “Voi, messi del Signore, spesso e bene ci avete rivolto
la parola di Dio! Io, incaricato dal popolo, vi rivolgo la parola dell’uomo.
Anche il nostro cuore, come quello del popolo va cercando pace e la mente va
invocando luce. Voi ci avete dato luce con la predicazione e pace coi
sacramenti. Parola dell’uomo riconoscente “Grazie”; parola del galantuomo “la
promessa della Comunione …. e della Dottrina domenicale sarà mantenuta! Per la
nostra salvezza! Per la gioia dei Missionari! Per l’onore della Patria!! Per la
gloria di Dio!
Vidimazione 1-2 giugno in occasione della visita pastorale
del cardinale Idelfonso Schuster.
Statistica anno 1936: nati 19, morti 18, matrimoni 11 S.
Comunioni pasquali 1.040 complessive 26.400
15 giugno 1937. La santa visita pastorale ebbe luogo nei
giorni 1-2 giugno.
Preparazione. Dal principio dell’anno si iniziò un lavoro di
studio e di riforme a adattamenti corrispondenti a quei canoni sia da parte
degli edifici sacri e suppellettili come da parte dell’organizzazione della
parrocchia. Spiegazioni ed esortazioni al popolo perché ne rilevi l’importanza
e ben si disponga. Elencazioni, riparazioni, provvedimenti necessari. Negli
ultimi giorni di preparazione fu diramata ad ogni famiglia la seguente
circolare. “Spettabile famiglia N.N. Via … Azzate. Carissimi cristiani e figli
amatissimi. Dopo la Santa Missione dei Padri Oblati di Rho a cui corrispondeste
veramente con la più bella serietà e la più completa totalità, eccovi un altro
gran dono di Dio: la Visita Pastorale!
Il distinti principe della Chiesa, il cardinale Alfredo
Idelfonso Schuster, apprezzato ed amato non solo in Italia e non dai soli
fedeli, per la sua pietà, la sua scienza, il suo fattivo patriottismo, sarà fra
noi martedì 1° giugno alle ore 15. Egli viene in nome di Dio “Sicut misit me
Pater et ego mitto vos” per dare a noi tutti alle parole di luce e di bontà.
Viene a segnare i nostri bimbi col Sacramento dei forti, a dare la sua mano ad
ogni anima ben disposta il Sacramento di vita e di amore, a sondare
l’istruzione religiosa vostra e dei vostri figli a pregare per i vostri orti, ad informarsi della vostra premura e
diligenza per la Fede e per
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il bene. Viene a constatare il tenore e3d il fervore della
vita cristiana nelle famiglie di Azzate.
Preparate dunque con diligenza le vostre anime, le vostre
case e le vostre cose.
Ogni anima si rinnovi. Ad ogni casa un segno di festa. Ogni
cosa cara all’invio di Dio presente e rassettata: ogni cosa da Lui riprovata,
morta e seppellita.
Siano splendenti per decoro e bellezza le chiese, ben
composte e pulite le tombe, cristianamente ordinate le famiglie, solerti le
anime nell’amore del Signore.
La stessa massa di popolo delle Missioni e, se è possibile,
con maggiore fervore e più alto entusiasmo. Gratissima e sensibilissima del
dono e dell’onore per la visita di tanto ospite (nessuna eccezione di persone e
di associazioni sia religiose che civili, nessuna freddezza a tiepidezza di
anime, col … che all’onore del Santo Cardinale in visita pastorale scuotono
anche gli … innominati), tutti e bene partecipino ai diversi atti programmati,
nessuna industria, nessun padrone tenga impediti i suoi dipendenti. Nessuna
persona perda sì cara preziosa occasione di vita cristiana che Dio gli offre
“Qui recipit Prophetam, mercedem prophetae accipiet”.
Eccovi gli orari: sabato, domenica e lunedì 29, 30 e 31
maggio ore 20.15 predicazione straordinaria.
Martedì 1° giugno ore 14.30 raduno del popolo, del clero e
delle Associazioni alla Cappelletta dell’addolorata.
Ore 15 arrivo di S.E.. Processione alla chiesa parrocchiale.
Discorso di S.E.. Esame catechistico del bambini. Cerimonie consuete della
visita pastorale. (Subito dopo parecchi sacerdoti saranno a disposizione dei
fedeli per le Confessioni in preparazione alla Comunione generale.
Ore 20 S. Rosario recitato da S.E.
Mercoledì 2 giugno. Ore 5 S. Messa celebrata da S.E..
Comunione generale.
Ore 7.30 S. Cresima. Discorso di chiusura da parte di
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Sua Eminenza. Benedizione pastorale. Offerte per chiese
periferia di Milano e per Seminario. Breve accompagnamento di commiato.
Invito tutti a tutte le funzioni e da tutti spero ed attendo
unanime e fervida corrispondenza. Il vostro parroco”.
Attuazione. In sostanza per un solenne atto di vita
soprannaturale, una bella manifestazione di fede sentita, un distinto tributo
di omaggio al pastore della Diocesi.
E Passiamo alla cronaca. Precede un triduo di preparazione
straordinaria predicato da un ottimo padre oblato di Rho padre Fraschini. E
martedì, 1° giugno alle ore 16 l’illustre presule è fra noi. Sono presenti a
riceverlo col parroco locale i diversi parroci viciniori il protonotario
monsignor Proserpio, numeroso clero secolare e regolare, il delegato del
Podestà Galeazzo Magnini (essendo a Roma il podestà per ragioni professionali
ed avendo mandato in antecedenza un devoto telegramma di omaggio), il
segretario comunale C. Galletti, il segretario politico L. Magni, il prof. La
Rosa direttore didattico, il cav. De Natali, il cav. A. Villa direttore
generale degli stabilimenti Maino, l’industriale Chiaravalli, i fabbricieri
Inversini, Ballerio ed Ossola, il signor Martora direttore della locale
tessitura Maino, il signor Nicora dello Studio Maino ecc. ecc. le
rappresentanze di tutte le Associazioni religiose e civili e la massa del
popolo. Alla porta della chiesa la bambina Liliana Campi rivolge il
tradizionale saluto poetico dell’innocenza e della fede. Ed ecco S.E. che
salito sul pulpito e spiegato il programma della sua venuta, subito ne inizia
lo svolgimento facendo i suffragi per i morti. Segue l’esame catechistico alle
fanciullezze, che lascia buona impressione nell’eminentissimo interrogante e a
tutti i presenti. La visita alle diverse parti della chiesa ed ai diversi
oggetti del culto trovati in buono stato ed in buon ordine.
Si passa la visita del cimitero e della chiesetta di S.
Rocco, di S. Giorgio, di S. Lorenzo, dell’Immacolata, della Madonnina al Lago e
di quello in formazione nella casa ex barone Baroffio, ove S.E. riceve
l’omaggio
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delle ospitate Religiose di Maria Bambina dirigenti
l’Istituto dell’Addolorata di Milano (che verrà ad Azzate nella suddetta casa a
passare il periodo caldo dell’anno) e dai signori avv. Besozzi, avv. Bocca ed
ing. Mentasti. Il cardinale si interessa di ogni cosa e si mostra soddisfatto
della località scelta a sollievo estivo delle ricoverate del benefico Istituto
sopraddetto. Si ritorna in chiesa e di qui si passa all’archivio parrocchiale.
Dagli scaffali sono levati i registri dell’epoca di S. Carlo e l’occhio del
cardinale esperto alle scorribande fra i geroglifici delle pagine paleografico,
si slancia veloce per ogni riga e per molte pagine in cerca di … sperate scie
permanenti del Borromeo, ma non è felice di trovarne. “Signor curato, lascio
qui il libro aperto sul tavolino, ci tornerò domani mattina” aggiunge il
cardinale a chi annunciava che era ora della cena. “Signor curato mi parli del
Colle di S. Quirico e della chiesetta che dovette esserci un tempo” chiese il
cardinale durante la cena. Ed il signor curato stanco e stordito dai
preparativi e dagli atti della visita, a rimbalzo della palla: “Eminenza,
abbiamo presente don Colli, nativo del luogo ed il padre Ballerio, che a suo
tempo a visitato e fotografato dei cimeli e delle iscrizioni relative; essi
potranno dire cose maggiori e più esatte di quanto saprei dire io”.
E’ suonato il Rosario. Il popolo, dagli avvisi avuti dal
parroco che il cardinale, che si attiene strettamente alle leggi liturgiche,
certamente avrebbe fatto la processione eucaristica trovandoci nell’ottava del
Corpus Domini, aspettava i tre segnali solenne soliti per muoversi da casa. Il
cardinale fra pochi personalmente recita il Rosario. Alla fine del canto delle
litanie tiene uno speciale esame di coscienza, che riescemi ottimo preparamento
alla confessione. Per le confessioni sono presenti quattro frati ed
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una decina di preti. Molti ne approfittano.
All’indomani, alle quattro, il Cardinale è trovato in
preghiera all’altare maggiore. Durante la sua Messa canti e numerosa comunione.
Quante? C’è da essere contenti se non entusiasti! Quasi un migliaio Ma potevano
essere di più Eppure, per andare in Paradiso, cinque cose: e fra queste i
Sacramenti cristiani.
Alle ore 7 presente mons. Prevosto Alessandro Proserpio
protonotario apostolico, il parroco è ricevuto in ufficiale udienza per le
deliberazioni conclusive:
“Dunque, signor curato, come va la parrocchia? E come si
trova nella parrocchia?”.
“Eminenza, la parrocchia potrebbe e dovrebbe andare meglio!
Dopo cinque anni di non inattiva permanenza devo dire che non è cattiva, ma
religiosamente e organicamente (Azione Cattolica, ecc) così non premurosa e non
fervida (apatia?) (fatta la debita eccezione del gruppo dei buoni , che
peraltro non manca in nessun paese) da non più illudermi da poter io riuscire a
trasformarla. Quindi non posso dire di trovarmi bene, tanto più che le mie
risorse e le mie energie usabili allo scopo, sono pressoché esaurite e la mia
tempra è tale che non vedendomi in iniziative di bene, ne risento anche nella
salute. Ragione per cui io oso chiedere un trasferimento, che naturalmente non
deve essere né inferiore né uguale, altrimenti tiro avanti, sperando nei frutti
dell’Oratorio, seppure questo per mancanza di mezzi, se potrò erigerlo”.
“Ecco, anch’io, credo opportuno un cambiamento, dato il suo
carattere ed il carattere della parrocchia: Ebbene ella ci pensi, tenga aperti
gli occhi, scelga una parrocchia che le vada a genio, giacché non si può amare
una sposa se non piaccia. Attualmente, se volesse, potrei mandarla prevosto a
Milano alla Parrocchia dei Tre Ronchetti.
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Non c’è l’aria buona del Varesotto, non c’è una casa
giardino come questa, però è una prevostura ed è a Milano. Ci pensi e mi dia la
risposta”.
Alle ore 7.30 la S. Cresima. Novanta cresimati.
Alle ore 9 fra due ali di popolo plaudente parte il
cardinale per le udienze di Milano. Ritorno per le ore 15.30. E sul pulpito per
la predica dei ricordi e dei proponimenti. Dalle parole che dirà non pochi si
studieranno di rilevare quali siano le impressioni lasciate nell’animo del
vescovo da quanto può aver visto e udito in questa sua visita.
“vengono le Missioni, vengono le visite pastorali: è Dio che
viene e visita; è la volontà di Dio che viene manifestata, è il seme di Dio che
viene buttato. Ma del seme di Dio parte va a cadere sulla strada, sulle anime
stradaiole, anime che non si trovano a Dottrina, con si trovano al
confessionale, all’altare, alle buone associazioni di Azione Cattolica, si
incontrano solamente in strada. Parte cade sul terreno spinoso che interessa,
che conta, è il far soldi. Di questo ci si preoccupa. Per questo si profanano
anche le feste. Ma che veramente vale è una cosa sola, è la salvezza eterna. E
perché il seme produca davvero questo frutto di salvezza eterna, occorre che
trovi buon terreno, occorre la buona volontà
costantemente conservata. Azzatesi, siate tutti e sempre animati di
buona volontà”.
Ecco la predica dei ricordi delle Visite Pastorali, predica
che a sua volta trovò le diverse qualità di terreno. Il cardinale esce di
chiesa a stento tra la folla presente per avvicinarla, baciargli le mani, avere
una medaglietta. Sale in macchina, sorride, saluta
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la massa che applaude ringraziando. La macchina si muove e
corre alla volta di Galliate.
2 ottobre 1937. L’Istituto Beata Vergine Addolorata di Milano
Via S. Croce, ad Azzate almeno per nove anni.
Questo Istituto ha preso in affitto per nove anni, ed a
quanto pare intende farne l’acquisto definitivo, la casa ex barone Baroffio.
L’ha adattata a soggiorno estivo per le sue duecento alunne e vi ha formato la
sua graziosa cappelletta.
Duecento alunne, in due riprese, con circa una ventina di
suore di Maria Bambina, hanno portato nella vita religiosa locale un distinto e
sano contributo di vita, di fervore e di lustro. Ci sono rimaste tre mesi:
luglio, agosto e settembre.
Partendo, la Madre Superiora suor Maria Teresa Soster ha
parlato sentitamente e speriamo efficacemente alla più ricca signora di Azzate,
la vedova nobildonna Angela Riva Cottalorda, esortandola all’atteso da tutti,
parroco e fedeli, grandioso e geniale atto, di detta nobildonna già fatto da
tempo sperare, la quasi-donazione della grandiosa, sebbene trasandata Casa
Mera, sita nella più bella posizione di Azzate, per l’erezione dell’Oratorio ed
a sede di altre istituzioni parrocchiali e di esercizi, e giorni di ritiro
chiuso per la gioventù maschile e femminile di questa plaga del Varesotto.
5 ottobre 1937 Casa mera e 10 pertiche circa di terreno per
l’erezione delle Case delle Istituzioni Parrocchiali e dell’Oratorio di Azzate:
chieste dal signor parroco a donna Angela Riva a queste condizioni:
a) Il parroco s’impegna a far versare da persona benefica
lire 50.000 all’atto dell’istrumento in formazione;
b) L’Oratorio porterà il nome “Oratorio Riva Cottalorda”;
c) l’intestazione della proprietà è al Seminario che la
persona donatrice intende beneficare;
d) L’uso completo è della Parrocchia, che pagherà alla
persona
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benefica e cioè i signori D.P.R., Cat. Rim. Ad. Rim, don
L.G. dapprima, loro vita natural durante, poi al Seminario Arcivescovile
Diocesano, l’annuo canone di sole 2.000 lire, ma curerà riparazioni e
miglioramenti e pagherà le tasse.
Il Presidente della Gioventù Maschile di Azzate signor
Pasquale Ballerio ed il signor Galeazzo Magnini, vice-podestà, s’interessano
perché le proposte siano accettate. Ma donna Angela Riva insiste e richiede la
somma di lire sessantamila e nel non volere come proprietario il Seminario. Le
persone disposte alla suddetta beneficenza si tengono impegnate sino al 15
corrente mese e non oltre e non decampano dalla donazione al Seminario pur
beneficando nella surriferita forma la
Parrocchia di Azzate. Di questo tempo limitato per la conclusione delle
trattative, che ormai durano da due anni, i signori Ballerio e Magnini,
desiderosi del buon esito sono stati informati per le debite sollecitazioni.
Trascorso il 15 ottobre senza l’attesa soluzione, la pendente beneficenza
prenderebbe altra meta ed altra strada.
16 ottobre 1937. La rinuncia del Parroco canonico don Paolo
Rimordi alla parrocchia. Considerato che ormai da cinque anni il parroco, che
non si risparmiò nella predicazione e nell’orazione allo scopo di elevare ad un
maggior fervore (manca una riga)
Pag. 100
il parroco don Rimordi lascia definitivamente la Parrocchia
il giorno di S. Ambrogio, nominato cappellano presso le Suore di Via orti
25m(ricovero) Milano e viene nominato vicario il prete Celso Pirovano
dell’Istituto S. Ambrogio per le Vicarie.
1938 20, 21 e 22 gennaio si svolgono le Sante Quarantore con
ottimo esito. Si distribuiscono quasi 2.000 comunioni. Viene inaugurato il
nuovo impianto di luce elettrica eseguito dalla Ditta Ercoli di Varese.
Quaresima. Si tentò il quaresimale per categorie: martedì e
venerdì per gli uomini; giovedì per le donne. Scarsa la partecipazione degli
uomini. Forse potevasi tentare meglio con una sola predica settimanale per gli
uomini.
24, 25 e 26 marzo. La tre giorni “Forti e puri”. Preparata
con preghiere e con circolare indirizzata ai giovani dai sedici ai trenta anni
si tenne un ciclo di conferenze sulla purezza nel salone del Municipio con
l’intervento delle autorità civili e politiche oltre che da tutta la massa dei
giovani.
Presenti 220 giovani in ogni sera. Gli argomenti furono
trattati dall’ing. Mario Locatelli e dal rag. Berta della federazione Diocesana
Giovani. Dopo le conferenze furono fatte osservazioni e discussioni molto
chiare e proficue. Nell’ultima sera parlò anche il prof. Don Giuseppe Cereda.
Numerosi confessori attesero alle confessioni della totalità dei giovani. Alle
23.30 si recitò il rosario commentato dal signor Cigognini transitando per il
parco delle rimembranze ed alla mezzanotte si chiuse la tre giorni con la S.
Messa con S. Comunione generale di 220 persone. Il prof. Cereda tenne un latro
discorso tutto vibrante di entusiasmo. I giovani pure erano elettrizzati. E’ un
triduo ottimamente riuscito non tanto per la partecipazione totalitaria dei
giovani quanto per l’interessamento portato alle conferenze ed alle
discussioni.
Alle ore 10 vi fu poi la S. messa per la gioventù del
Littorio con predica sul carattere che deve reggere un giovane se vuole avere
una personalità e non soltanto essere qualche cosa nel gran numero dei poveri
esseri indistinti.
Pag. 101.
12 aprile. Il marchese Gino Cornaggia parla per mezz’ora ai
giovani della classe 1917 che devono recarsi alle armi e per 50 minuti agli
altri per rinsaldare i propositi dei Tre Giorni: 120 ascoltatori e tutti
coscienti.
15 aprile. Venerdì Santi. A sera Via Crucis per le vie del
paese predicate dai Giovani della Federazione. Una massa enorme di gente, la
popolazione al completo.
Gli uomini e giovani in massa compatta hanno seguito la Via
Crucis cantando tutti lo Stabat Mater. L’ultima stazione si tenne sulla porta
della chiesa. Gli uomini in chiesa, le donne sulla piazza. Tutti gli uomini
baciarono il Crocifisso. La funzione era durata due ore e mezzo senza stancare
nessuno. Migliore il contegno degli uomini di quello delle donne!
Tutta la settimana santa alla sera si tenne Via Crucis con
predichino sulla Passione. A tutte le funzioni della sera e del mattino
partecipazione di molta gente.
Per la S. Pasqua si sono distribuiti circa 1300 biglietti.
Le donne hanno fatto i santi esercizi nella settimana di
Passione in preparazione della Pasqua, le figliole in Ritiro Chiuso nella
domenica delle Palme, i figlioli in una domenica di Quaresima.
23.9.1938 Vidimazione di mons. Alessandro Proserpio.
Domenica 22 maggio 1938, XVI Era Fascista.
Ore 10. Ingresso del nuovo parroco. Sacerdote don Angelo
Cremona di anni 40, coadiutore a Cambiago (Milano) per 14 anni, nato a vengono
Inferiore (Varese) il 6 agosto 1898 e ordinato sacerdote dal cardinale Eugenio
Tosi il 14 giugno 1924.
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22 magio 1939 – XVII Era Fascista.
Ad un anno dalla data, 22 maggio 1938, presa di possesso del
nuovo Parroco si possono fermare le impressioni dei principali avvenimenti
verificatesi in parrocchia.
L’ingresso del nuovo Parroco, sacerdote Angelo Cremona,
coadiutore per 14 anni a Cambiago (Milano) non ebbe gran che di straordinario. Accoglienza
però assai cordiale. Ormai la popolazione era un po’ spoetizzata; era in attesa
di un nuovo parroco che fosse padre e prima di pronunciare il suo giudizio
voleva conoscerlo nelle opere. Furono assenti quasi tutte le Autorità le quali
in seguito cercarono di riparare.
Si deve riconoscere che nei mesi della Vicaria Spirituale,
il reverendo sacerdote don Celso Pirovano, vicario spirituale, ha lavorato
assai e preparò la parrocchia spiritualmente e anche materialmente al nuovo
parroco. Egli rinnovò l’impianto luce che costò più di lire 2000.
Molto rimane da fare per la chiesa, l’Oratorio Maschile e
per la Casa Parrocchiale.
Per le spese di ordinaria manutenzione della chiesa,
divenute straordinarie, si spesero lire 10.000; in riparazione dell’organo,
panche, sagrestia, coro, paramenti, verniciatura e imbiancatura della sagrestia
settentrionale; esternamente: canali e pluviali, parafulmini.
A questo si è provveduto colle offerte ordinarie borsa e
sedie che ebbe un bell’aumento dal tempo della Vicaria e più ancora nel primo
anno di Parrocchia.
A settembre festa patronale; viene indetta una pesca di
beneficenza con circa 4600 numeri che rendeva un ricavo netto di lire 4000, col
quale si dà mano ai restauri del campanile. Non era pericolante, ma deteriorato
dal tempo e dalle intemperie.
Una Commissione riunita dal parroco con a capo il perito
edile cav. Cesare belli e il prof. Cav. Angelo Comolli decise di affidare
l’opera dei restauri al capomastro di Azzate signor Vittorio Olivarez.
I lavori incominciarono alla metà di settembre e terminarono
a Sant’Andrea, compatrono, con una spesa di lire 12.000.
Venne pure intonacato tutto l’interno e rifatta la soletta
del primo piano.
Prima di Natale venne inviata in tutte le famiglie una busta
Pag. 103
di sottoscrizione; tutte le famiglie hanno risposto
entusiasticamente con una somma totale in lire 1836, alle quali si possono
aggiungere lire 2000 di offerte private. Il Comune ha concorso con lire 3000
quale contributo al restauro dei quadranti dell’orologio illeggibili.
Il tanto deprecato “spirito campanilistico” questa volta
ebbe ragione e spinse tutti i parrocchiani a rimettere il loro bel campanile
nelle linee e forme primitive e dare all’orologio n. 4 quadranti nuovi
graffiti.
Nel gennaio 1939 il signor Costanzo Ermolli nell’ammirare la
tela artistica del Morazzone “Angelo musico”, vedendola in una povera cornice,
ne fece dono di una artistica in legno dorato che mise in valore il quadro da
tutti ammirato.
Pag. 104
Pro Oratorio Maschile. Nella campagna bacologia 1938 vengono
distribuite n. 5 once di bachi da seta, gentilmente donati dal Consorzio Agri
varesino e coltivato con amore e dedizione rendono per i nostri ragazzi lire
2600 circa. Parti si adoperano per i bisogni urgenti dei nostri ragazzi, parte
si mettono in disparte per l’erigendo Oratorio.
Si ripete l’iniziativa nel maggio 1939, ma vengono
distribuite solamente once 2 perché quest’anno tutti hanno da pensare a loro
stessi.
Muore l’organista
Angelo Mangano. Il 12 novembre 1938 da tanti anni titolare della nostra
parrocchia, cieco a 4 anni, venne ducato nell’Istituto di Milano, e di animo
sensibilissimo, diventò un maestro di musica apprezzatissimo. Molti furono gli
scolari da lui avviati allo studio del pianoforte e dell’organo. Era un
cristiano di sentimenti delicati, rassegnato alla Divina Volontà, sempre ilare
e sereno e di grande esempio a tutti, giovani e vecchi. Voleva bene ai ragazzi
e giovani dell’Associazione Giovanile di Azione Cattolica. Lo sostituisce Luigi
Inversioni, maestro della Schola Cantorum.
Dimissioni del sagrestano Enrico Giamberini. Col 1° febbraio
1939 rassegnava le dimissioni dall’ufficio di sagrestano che da una ventina
d’anni ricopriva con intelletto d’amore. La sua salute non gli permetteva più
di continuare. Tutti new furono spiaciuti.
Nuovo sagrestano. Venne assunto a questa carica il giovane
di Azione Cattolica Andrea Biotti della frazione di Castello, d’anni 24, il
quale, dopo un mese di prova, venne confermato col 1° marzo 1939.
Febbraio 1939. Il Papa Pio XI milanese muore a 82 anni dopo
17 anni di pontificato in mezzo al compianto unanime del mondo intero. Alla
domenica si celebra alla seconda Messa un solenne ufficio con Messa “presenti
cadavere”.
2 marzo. Dopo un solo giorno di conclave viene eletto il
nuovo Papa Eugenio Pacelli col nome di Pio XII. Pax vita et salus perpetua.
Sepolcro nuovo al Cristo Morto. In fondo alla chiesa presso
il battistero esisteva un armadio-cassa dove si era riposto un bel Cristo
deposto dalla croce; in legno, del Cinquecento. Era fuori posto. Fatti assaggi
sotto l’altare di S. Carlo e trovatolo vuoto, durante la Quaresima 1939, si
preparò il loculo e per la Settimana Santa lo si ripose e così lo scurolo poté
essere effettuato nel luogo adatto e devoto.
Cappelletta di fronte alla chiesa. La sorella del defunto
organista Rosa Mangano fa ricostruire la cappelletta di cui ormai non rimaneva
più nulla. Spesa lire 900. Disegno del prof. Rivetta.
Pag. 105
Nuove vetrate. I tre finestroni, sopra l’altare e i due
verso nord, avevano vetri ordinari, sporchi e con rappezzi. Il signor Riccardo
Adiamoli e signora hanno provveduto alla sostituzione con vetri detti
cattedrali. Hanno pure donato il cristallo che racchiude il sepolcro del Cristo
Morto e i vetri per gli armadi della Biblioteca.
Quaresimale 1939. E’ predicato dal sacerdote don Natale Motta
di Varese. La Tre Giorni per giovani ed uomini si è tenuta nei giorni prima
della domenica di Passione. Le conferenze si tennero nel salone municipale
(gentilmente concesso) dall’ing. Dott. Mario Locatelli.
In luglio quella della Gioventù femminile all’Asilo. Ebbe un
esito lusinghiero. Colla propagandista era presente il parroco di Montegrino
sacerdote Giovanni Colombo.
Maria Nascente patronale. A sovvenire le spese della chiesa
venne organizzata ancora una pesca che per le pratiche burocratiche lunghe e
dispendiose, si mutò con il Pozzo di S. Patrizio scavato (!) nella cantina
parrocchiale: Diede, col banco di vendita, un ricavo netto di lire 2744. Deo
gratis.
Pellegrinaggio parrocchiale. Le donne in numeri di 150
ebbero per meta il Santuario di Caravaggio. L’itinerario fu: prima tappa una
visita al santuario di Saronno, poi a Cambiago, il parroco oriundo, o meglio
già coadiutore, celebrò la S. Messa con la partecipazione di tutta la
popolazione del buon paese della Brianza; poi Caravaggio. Dopo la colazione si
visitava Bergamo, il Santuario della madonna del Bosco e a Como il S.
Crocifisso per poi ritornare lieti e contenti ad Azzate. Questo si tenne il 9
maggio 1939 festa dell’Impero.
Gli uomini in n. di 90 ebbero per meta Torino. Il 14 agosto
visitarono Superga, il Cottolengo, l’Armeria Reale e monumenti. Partecipò anche
Pasqualino Ballerio colla sua carrozzella.
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Oratorio femminile all’Asilo. Nel corrente anno prendeva la
presidenza dell’Asilo il Commissario Politico cav. Alfredo Macchi di Bosto
(Varese) il quale ebbe in parecchie circostanze esprimere l’idea che l’Asilo
doveva essere usato solamente per i bambini.
Infatti verso la metà di ottobre arriva in Comune l’ordine
prefettizio di interdire l’uso dell’Asilo alle “donne cattoliche” e il 20
ottobre il presidente dell’Asilo ordina alla direttrice suora di mettere in
esecuzione tale ordine.
Il parroco all’ordine scritto del presidente vi unisce il
seguente memoriale e domanda udienza al Prefetto. Dopo una vivace discussione,
Sua Eccellenza pur dichiarando che l’Asilo essendo Ente Morale dipende dal
Governo il quale deve curare l’esecuzione dello statuto, aggiunge che se si
tratta di un’opera di bene è pronto a venire incontro al desiderio del parroco
e popolazione. Infatti dopo cinque giorni in Comune giunge l’ordinazione
prefettizia di revocare il divieto dato in precedenza.
Così dopo un mese di interruzione, si riprendeva il
funzionamento dell’oratorio femminile festivo e al scuola del lavoro alla sera
dei giorni feriali.
Conclusione della vertenza. La domenica 12 novembre il
parroco leggeva dal pulpito la seguente dichiarazione:
“Sua Eccellenza il Prefetto di Varese in una udienza al
Parroco di Azzate ebbe a dire che l’assistenza delle suore alle nostre figliole
è un’opera di bene. Quindi egli benignamente concedeva ancora il permesso di
frequentare l’Asilo nel pomeriggio delle giornate festive. Se il Rappresentante
del Governo vede nell’Oratorio un’opera di bene, tanto pi i genitori devono
tenerci di mandarle e per venire incontro a tutte le figliole che desiderano
passare un’ora di svago all’Asilo, apri il cancello a queste condizioni:
a) frequenza
domenicale alla Dottrina in chiesa;
b) frequenza
all’Oratorio
c) astensione
al ballo.
La seguente ha provocato le ire di colui che aveva messo la
prima pedina, poi tutto tornò alla normalità.
Visto 1940 sac. A. Proserpio.
Pag. 107.
Anno 1940.
Oratorio maschile. Il nuovo anno 1940 si è aperto cn la
campagna per la raccolta dei fondi per l’erigendo Oratorio maschile. Il parroco
fa la proposta di raccogliere una lira per famiglia tutte le domeniche
dell’anno. La popolazione è favorevole; la Gioventù femminile entusiasticamente
si presta. Gesù che ama tanto i pargoli, benedica questa iniziativa.
Le Sante Quarantore. Come da antica consuetudine si tennero
alla festa dell’Epifania, sabato.
Venerdì pomeriggio si iniziarono e furono chiuse alla
domenica. Il prof. Don Natale Colombo del Seminario di Vengono seppe con la sua
parola chiara, scultorea e pratica far accorrere una folla di fedeli. Alla
domenica mattina per la prima volta si celebrò la Messa degli uomini con
Comunione generale alle ore 7.30. Il numero accorso fu davvero consolante.
“Uno spettacolo di fede che non si vedeva più ad Azzate
dalle Missioni in poi, fu quello degli scorsi giorni delle Sante Quarantore
celebrate nella solennità dell’Epifania.
Furono veramente giorni di grazie segnalatissime e copiose
da parte del Signore. La parola dotta ed avvincente del prof. Don Natale
Colombo seppe trascinare non solo le donne, ma anche gli uomini e i giovani
compresa qualche faccia poco familiare alla chiesa.
La S. Comunione totale, meglio che generale degli uomini e
al solennissima ora di adorazione per tutto il popolo furono la dimostrazione
pratica dell’entusiasmo e della fede che avevano animati i buoni 3 che li
avevano spinti a purificarsi nel Sacramento della Penitenza. Possa tale
entusiasmo conservarsi a lungo per il bene spirituale della parrocchia e mentre
ringraziamo il reverendo predicatore per l’opera sua preziosissima svolta per
noi, gli chiediamo il ricordo nella preghiera perché il Signore fecondi e
faccia fiorire tutto il seme di bene da lui gettato a profusione nel terreno
della anime nostre” (Estratto dal
settimanale LUCE).
“ORATORIO MASCHILE. Le offerte domenicali sono unanime e
plebiscitarie. A queste si aggiungono quelle straordinarie.
Un padre di famiglia,
esprimendo al nostro parroco tutto il suo plauso e consenso per un’opera
tanto desiderata per la nostra gioventù offriva lire 100 e aggiungeva: con
questo non voglio dire di mancare alla mia offerta settimanale.
Iddio vi rimeriti, buon uomo! (Estratto dal settimanale
LUCE).
“LA VISITA DEL PREFETTO. 21 gennaio 1940. Martedì scorso,
accompagnato dal suo capo di gabinetto, dal tenente colonnello dei regi
Carabinieri e dal Questore, Sua Eccellenza il Prefetto della Provincia venne in
visita ufficiale alle varie istituzioni, enti ed opifici della nostra borgata.
Accolto dalla autorità locali con a capo il Podestà, il Parroco, il reggente il
Fascio di C., si avviò lungo due ali di Balilla e di Piccole Italiane al
palazzo del Municipio, dove il Podestà diede lettura di una relazione
illustrante l’opera comunale svolta nella multiforme attività del regime. Dopo
lusinghiere parole di approvazione e di stimolo a sempre più intensa operosità
a favore del popolo, l’illustre visitatore si recò all’Asilo Infantile, dove,
intrattenendosi benevolmente, dimostrò di interessarsi dei problemi inerenti
alla vita di quell’Ente. Pure la chiesa fu luogo di una sua minuziosa visita,
volendo osservare con palese soddisfazione la manutenzione e le opere d’arte che vi si trovano.
Infine, accompagnato dal Consigliere delegato in
rappresentanza del cav. Tonino Maino, dal direttore generale Villa e da altri
dirigenti, visitò la Manifattura Maino nei suoi reparti di tessitura, torcitura
e incollaggio rayon, richiedendo schiarimenti ed esprimendo parole di alta
ammirazione.
Lasciata la Manifattura, il Capo della provincia si
accomiatò dalle Autorità locali, con reciproca soddisfazione per il buon esito
della visita, dirigendosi verso Varese.
FESTA DI S. AGNESE. Domenica 21 corrente ricorre l’annuale
festa della gloriosa martire romana S. Agnese. E’ la protettrice delle nostre
bambine, giovinette e giovani. Al mattino dopo la prima Messa parteciperanno
alla Comunione generale. Alla seconda messa in canto terrò il panegirico il
reverendo parroco di Giubiano”. (Estratto dal settimanale LUCE).
Il 16 gennaio 1940. S.E. Giuseppe Ru…. Prefetto di Varese
veniva in visita ufficiale alla nostra borgata.
Il chiesa ebbe modo di ammirare la tela del Morazzone
“l’Angelo Musico”.
Ripartì manifestando la sua ammirazione per la bella chiesa
di Azzate.
Pag. 108.
Durante la Quaresima 1940.
La ditta locale Natale Daverio procedette al restauro dell’ultimo arco
di volta che precede il battistero. Tre o quattro anni prima della data
presente per noncuranza era caduta sulla detta volta tanta acqua da rovinare
quasi completamente la decorazione.
Nel contempo si pensò di procedere al riordino della nicchia
dell’altare della Madonna del Rosario. L’interno della nicchia era tappezzato
di stoffa smunta e deteriorata, un azzurro carico, e nei giorni senza sole la
statua della Madonna si vedeva a male pena. Per dare luce si aprirono due
finestrelle laterali e invece della stoffa, si dipinse la nicchia con tinte
sfumate e di bell’effetto. Spesa totale lire 540.
QUARESIMALE 1940. Due volte alla settimana tiene la
predicazione il sac. Don Stanislao Zanolli, coadiutore di Caronno Ghiringhelli
e parroco eletto di Noverate. La sua parola chiara, pratica, facile fu
ascoltata con piacere e speriamo anche con frutto spirituale.
“CURIOSITA’ LEGITTIMA – 31 MARZO 1940. Chi per qualsiasi
ragione avesse sostato in chiesa nelle decorse feste pasquali e giorni
seguenti, avrebbe notato con stupore un
insolito andirivieni, un ordinato accorrere di fedeli, uomini, giovani, mamme
recanti in braccio o per mano l’inseparabile marmocchietto, tutti a vedere il
simulacro della Madonna, restando meravigliati e compiacenti. Si dubitava che
durante il velamento quaresimale fosse stata addirittura cambiata a statua,
tanto appare ora diversa dalle sue condizioni antecedenti alla quaresima.
Mentre invece, come alfine si persuase la folla, la statua è ancora la medesima
antica, scolpita artisticamente in legno.
Solo una live innovazione apportò tanto miglioramento. Da
due pertugi praticati longitudinalmente nei fianchi della nicchia e chiusi con
piastrelle di vetro-cemento piovono fasci di luce vivida che avvolge e
rischiara il simulacro spiccante sul nuovo sfondo ceruleo e illumina modicamente
la penombra della cappella.
Così con una minima spesa (le piastrelle di vetro-cemento
furono donate) concorse notevolmente ad aumentare l’abbellimento del tempio e
forse incrementare il culto alla madonna del Rosario.
UN RESTAURO invece assai più dispendioso e che passò quasi
inosservato dalla popolazione, è quello
che si dovette fare alla volta sovrastante il battistero, dove l’acqua
profondamente penetrata, per trascurati guasti al tetto di qualche anno fa,
ebbe il tempo di scrostare e guastare la decorazione. Sembrava un lavoro di
qualche giorno, ma fu necessaria la impalcatura sotto tutta la volta, i cui
motivi decorativi si dovettero interamente rifare a mano. Grazie all’abilità
dei pittori, il rifacimento fu egregiamente compiuto”. (Estratto dal
settimanale LUCE).
PELLEGRINAGGIO A TORINO. Quest’anno, maggio 9 festa
dell’Impero, un centinaio di donne accompagnate dal Parroco si sono recate a
Torino in pellegrinaggio. Dopo d’aver venerato S. Giuseppe Cottolengo, S.
Giovanni Bosco ecc. molte mamme hanno potuto abbracciare i loro figli soldati
in quella città. Tutto è proceduto con ordine e soddisfazione generale.
11 GIUGNO 1940 – XVIII. Previo il discorso del Duce,
l’Italia dichiara guerra all’Inghilterra e alla Francia. Incominciarono le dolenti
note. Si era pregato tanto per tenere lontano un tale castigo, invece … Iddio
abbia misericordia della povera umanità!
Pag. 109.
8 settembre festa della Natività. Nonostante il tempo di
guerra, abbiamo procurato che la nostra patronale si svolgesse con solennità.
Canto Messa e tenne il discorso il prof. Don Francesco Corti del Seminario di
Vengono. Al pomeriggio processione per le vie del paese.
Anche quest’anno si organizzò il Pozzo di S. Patrizio: tra i
premi una bicicletta nuova del costo di lire 400. Il ricavo netto fu di lire
2632. Speriamo che questa iniziativa possa proseguire e diventare un’usanza.
PER IL BENEFICIO. Nel corrente anno ho migliorato la casa
colonica di vegonno con la costruzione della scala. Quella preesistente era in
legno troppo ripida, coi gradini pericolosi; l’ho ricostruita in vivo e coi
gradini di cemento-armato di modo che anche se esposti alle intemperie non avrà
nessun danno. Mi è costata un migliaio di lire. Nello stesso tempo ho posto
mano a restauri necessari.
IN CASA PARROCCHIALE. Lo sfollamento di Milano per le
incursioni aeree, ha spinto gente fino ad Azzate in cerca di locali
d’abitazione, dato il tempo eccezionale, mi decisi di affittare il piano
superiore verso strada, completo di mobilia, al rag. Luigi Pinelli di Milano
con l’ottima sua famiglia. Col ricavato affitto, ho riaperto il gabinetto a
metà scala, dotandolo di vasowater-closs, con acqua corrente il quale servisse
per noi, lasciando gabinetto e bagno a disposizione degli ospiti. Spesa del
gabinetto fu di lire 500.
Ho pure rifatto il pavimento del corridoio in marmette e del
locale in fondo al corridoio dal quale si accede al balcone.
Nel contempo faccio l’impianto per l’acqua e la corrente
elettrica industriale. Fu tutto internato a mezzo tubi Bugnami ed esteso a
tutta la casa in piano superiore e piano terreno. La spesa complessiva si
aggira sulle lire 600.
Queste opere vennero eseguite nel maggio 1941.
ANNO 1941 – ANNO DI GUERRA
SANTE QUARANTORE. L’anno si inizia con la devozione alle SS.
Quarantore che le predicò padre Gaetano Semini delle Missioni Africane di
Venegono. Furono sentite. La parola di padre Semini piacque e coi SS.
Sacramenti si accostarono anche tanti uomini.
Alla prima domenica di febbraio si tenne la solenne
consacrazione al sacro Cuore dei soldati. In una manifestazione commovente,
planaria. Ai soldati vennero inviate cartoline coll’immagine del Sacro Cuore
pubblicata dall’Opera della Regalità.
QUARESIMALE. Quest’anno invece del Quaresimale, si fecero i
ritiri pasquali. La settimana di Passione dalla chiesa di S. Rocco venne
portato il S. Crocifisso in chiesa parrocchiale e posto vicini all’altare sotto
il baldacchino del SS. Sacramento.
Nei giorni di lunedì, martedì, mercoledì a mezzogiorno e a
sera don Alberto Ghiringhelli, parroco di Orago, tenne due prediche alle donne,
e nei giorni di giovedì, venerdì e sabato agli uomini, con la Comunione
Pasquale nel mattino della Domenica delle Palme.
IN DIE TRIGESIMA, 17 GENNAIO 1941. Oggi un mese la nobile
Angiola Riva vedova Cottalorda passava a miglior vita. In quella dolorosa
circostanza si scrisse che la defunta signora era nobile, pia, caritatevole.
Non furono tali parole dettate dalla consuetudine, ma consone all’unanime
ammirazione di quanti la conobbero.
Donna Angiola nacque a Como nell’aprile di 80 anni fa dal
nobile Claudio Riva il quale per molti anni fu Sindaco o meglio padre di
Azzate, perché a lui ricorrevano tutti, specialmente i suoi contadini e
dipendenti nei diversi bisogni della vita. Ed egli assai generoso tutti
soccorreva ed aiutava. Donna Angiola fu ultima di nove figli, morti quasi tutti
in giovane età ad eccezione di Don Vittorio che, sebbene infermo, convisse con
la sorella fin sulla sessantina.
Sposatasi con colonnello Carlo Cottalorda, fu e si mantenne
sempre una signora distinta per decorosa dignità e per portamento, tanto
nobile, che eccelleva sempre nei ricevimenti dell’alta società
Nobile era anche il suo sentire e tale era stimata da tutti
tanto ad Azzate quanto a Como dove abitava gran parte dell’anno nel suo
magnifico palazzo. Quivi frequentava quotidianamente il di3
.Duomo, sua parrocchia, assai benvoluta dal Clero, Dama di
S. Vincenzo, Consorella del Santissimo Sacramento, Socia di Azione Cattolica
prestava la sua opera preziosa a tutte le iniziative di bene. Segno della sua
pietà profonda e vissuta sono queste sue parole che riassumono tutta la sua
vita: “fate, o mio Signore, che arrivi
finalmente a vedere ciò che credetti, a ottenere ciò che sperai, a godere in
eterno quello che amai: il mio Dio”.
Veramente benefica, anche in morte dispose larghe offerte.
Le amatissime figlie donna Daria e donna Valentina amorosamente e
religiosamente eseguirono le sue ultime volontà elargendo ad Azzate: lire 500
alla Conferenza di S. Vincenzo; lire 500 all’Ente Opere Assistenziali; lire 400
alle Consorelle del Santissimo sacramento; lire 500 all’erigendo Oratorio
maschile e lire 500 all’Asilo Infantile: altrettanto alle opre di beneficenza
di Como.
Certo che donna Angiola sarà sempre presente al ricordo memore e grato dei suoi
beneficati e di quanti la conobbero e stimarono. E non solo sarà ricordata la
pia signora dalla lapide marmorea
dell’erigendo Oratorio fra gli insigni benefattori, ma la sua cara
memoria vivrà perenne nel cuore di tutto il popolo azzatese e soprattutto dei
giovani che già ebbero l’onore di ossequiarla ed apprezzarla quale madrina
della loro bella bandiera..
Pag. 111.
LA CAPPELLETTA DEI
PRIMI PATRONI D’ITALIA COMPIUTA IL 4 MAGGIO 1941
“Inaugurazione e benedizione della cappelletta del sagrato.
Domenica – dopo la seconda Messa, nel sagrato della chiesa, la folla dei fedeli
si è stretta intorno al suo reverendo parroco, per la benedizione di un
affresco eseguito con squisita sensibilità artistica dal valente prof. Rivetta.
La scelta del soggetto dipinto, non poteva essere più
felice, specialmente in questi momenti in cui la nazione in armi lotta per la
giustizia nel mondo: S. Francesco d’Assisi e S. Caterina da Siena, i due grandi
Santi che il Sommo Pontefice ha elevato a primi Patroni della nostra Italia, ci
sono apparsi ai piedi di Gesù Crocifisso. Il grande amore che i due grandi
Santi portarono al Divin redentore, all’umanità ed in particolare all’Italia,
fa sorgere spontanea l’invocazione a Dio perché colla sua onnipotente renda la
nostra Patria vittoriosa, salvaguardi i nostri prodi combattenti e li faccia
presto ritornare vittoriosi alle loro case: questa la preghiera che ciascuno
dei presenti in cuor suo ha formulato e che non mancherà di ripetere ogni volta
che si troverà davanti alla bella immagine.
La benedizione al dipinto fu seguita dalla declamazione del
“Cantico delle creature” e da una poesia in onore di S. Caterina recitata
rispettivamente da un balilla e da una piccola italiana.
Parlò quindi con elevate, nobili ed intonate parole, il
reverendo don Natale Motta il quale seppe molto bene illustrare l’opera svolta
non solo in favore della religione, ma anche della nostra bella Italia, dai due
grandi Santi che la Chiesa vuole siano venerati quali Protettori della Patria.
Fu cantato un inno in onore di S. Francesco ed altre brevi parole del nostro
ottimo signor parroco, chiusero la bella cerimonia a cui presenziavano le
autorità civili, politiche e militari.
Al nostro signor Parroco che, con animo di ex-combattente
della grande guerra, segue con tanto affetto ciascuno dei nostri soldati
azzatesi e che in ogni manifestazione sa così bene congiungere i due grandi
amori alla religione ed alla Patria, vada tutta la nostra sentita e devota
gratitudine”. (Estratto dal settimanale LUCE).
“LA CAPPELLETTA DEI PATRONI D’ITALIA è finita. Infatti
quando venne inaugurata, mancava ancora di un giardinetto e di un riparo.
Questi vennero compiuti in questi giorni e sotto l’affresco venne apposta una
iscrizione in bronzo: “Patriae favete, fidenti servate” (Proteggete la patria,
conservate la fede).
Le lettere in bronzo furono donate dal fonditore Antonio
Carbonoli. A lui il nostro ringraziamento”.
(Estratto dal settimanale LUCE).
PELLEGRINAGGIO DEGLI UOMINI AD ARONA 22 GIUGNO 1941
Un gruppo di una settantina di uomini era pronto domenica
mattina alle 7.30 nella piazza della chiesa per la partenza. Guida, tromba,
servizio di pronto soccorso, officina meccanica, assistenza religiosa: tutto
era previsto per la lunga camminata in bicicletta fino a S. Carlo di Arona.
Dopo breve arringa del nostro signor parroco, il gruppo prende il via verso
Sesto Calende. A 5 Km si verifica la prima foratura: si vede l’officina
funzionaree in breve l’appiedato può raggiungere il grosso della comitiva. Alle
9 passiamo Vergiate, e si punta a tutta velocità su Sesto, oltrepassando il
meraviglioso ponte sul Ticino dopo pochi passi si fa un breve respiro per
riprendere subito la marcia verso Arona, dove alle 10 si arriva senza il minimo
incidente.
Presso il Collegio Arcivescovile deponiamo tutto il nostro
bagaglio e riassettati gli abiti, entriamo nella bellissima chiesa di S.
Graziano dove proprio in quel giorno la città di Arona festeggiava i Patroni:
S. Graziano e felino, e vi rimanemmo fino alle 11.30 Fu un’ora e mezzo di vero
godimento spirituale. La Messa “te Deum laudamus” di Perosi, eseguita alla
perfezione dalla cappella cittadina, i panegirico dei Santi Patroni, la
magnificenza dei sacri riti, ha fatto sì che quasi quasi non ci si credeva
all’orologio. Ormai non ci rimaneva che salire il monte dove ai piedi della
monumentale statua di S. Carlo si doveva consumare la colazione. L’appetito non
mancava e tutto era stato predisposto perché le forze venissero rifocillate.
Visitato il grandioso monumento, procurati i ricordi, alle 15 entriamo per le
nostre devozioni nella chiesa di S. Carlo: Santo Rosario, Litanie e benedizione
sol Santissimo sacramento: li aveste sentiti i nostri uomini come
pregavano,come cantavano le lodi della Madonna!
Pag. 112
4 AGOSTO 1941 MUORE
IL DOTT. ANNIBALE ACQUADRO MEDICO DEL CONSORZIO DI AZZATE
Il dott. Annibale
Acquadro era nato a Varano Borghi nel 1897. Durante la guerra 1915-18 era
tenente degli alpini e fu sempre ardente patriota e fascista della prima ora,
anzi tenne anche la segreteria politica. La sua professione la esercitava con
vera passione e con amore. Studioso seguiva gli ammalati, specialmente i gravi,
con grande interessamento, era caritatevole, generoso, di buoni principi, ma
non praticante. In chiesa non veniva mai. Per una serie di disgrazie familiari
ne aveva riportato conseguenze letali al sistema nervoso, tanto da essere
ricoverato nel dicembre 1940 in clinica Rovera, da dove vi era uscito
migliorato.
Ri prese ancora il lavoro estenuante e faticoso dei numerosi
paesi del Consorzio fino a quando il 21 agosto, dopo aver atteso alla cura
degli ammalati in ambulanza fino alle ore 12.30, si portava in auto al caffè
della stazione per telefonare, e quivi si abbatteva colpito da angina pectoris.
Trasportato a casa già morto, gli veniva amministrata l’Estrema Unzione.
A sostituirlo viene designato un giovane medico chirurgo
varesotto dottor Angelo Zocchi di Bardello, il quale per il momento abita di
pensione presso l’Osteria Magni, perché è in attesa di sposarsi.
(Ci sono due articoli
del LUCE sul dott. Acquadro che non trascrivo poiché li avevo già copiati.
Occorre andare a trovarli!).
Pag. 113.
LA SAGRA 1941
Anticipata alla prima domenica di settembre e in tal data
sarà bene mantenerla perché così non combina con Gazzada, che festeggia Santa
Croce alla seconda domenica di settembre.
Nonostante il tempo di guerra riuscì una bella festa per il
concorso del cav. Malerba, nostro caro villeggiante, e del prof. Don Giacomo
Colli nostro concittadino.
Il Pozzo di S. Patrizio funzionò egregiamente dando un
ricavo netto di lire 2614
Anche l’offerta della cera fu quasi plebiscitaria.
“Nel corrente anno la festa della titolare della nostra
chiesa S. Maria Nascente per varie ragioni viene anticipata alla prima domenica
di settembre p.v.
Il tempo di guerra impone senz’altro un contegno composto e
raccolto, tuttavia religiosamente ci sforzeremo di fare del nostro meglio
perché riesca a maggior gloria di Dio più che è possibile.
All’uopo buone persone hanno pensato di allestire l’ormai
famoso Pozzo di S. Patrizio a riempire il quale già sono pervenuti numerosi
doni e molti altri si aspettano.
Nel giorno della Sagra il “pozzo” sarà la gioia dei piccoli
e dei grandi e procurerà i mezzi di sussistenza per la Casa di Dio.
Novità importanti vi saranno quest’anno nelle funzioni religiose
del mattino e del pomeriggio.
La Messa solenne alle ore 10.30 sarà accompagnata dalla
celebre “Schola cantorum” di Novate Milanese. Il prof. Don Giacomo Colli
dirigerà la Messa a tre voci dispari del Pigami.
Alla solenne processione del pomeriggio ai canti della
“Schola” di Novate, si intrecceranno le note della musica “Dopolavoro Borletti
– Milano”. E’ un Corpo Musicale poderoso composto di una sessantina di
elementi, anzi prima delle funzioni del pomeriggio terrà concerto sulla piazza
della chiesa.
Frattanto i nostri migliori auguri ai cantori e musicanti, i
migliori ringraziamenti al carissimo don Giacomo Colli e all’egregio signor
cav. Malerba della Ditta Borletti nostro graditissimo ospite.
(Estratto dal settimanale LUCE).
IL TERZO CADUTO PER LA PATRIA
Un altro glorioso caduto si è aggiunto al numero degli eroi:
Giuseppe Longhi della frazione Vegonno, in uno scontro in terra ex-Jugoslavia,
nel compimento del suo dovere donava la giovinezza alla Patria.
Era partito sereno e forte la scorsa primavera, e come gli
altri due nostri concittadini, non tornerà più. Rivivrà però nel ricordo
suffragato dalla preghiera dei buoni.
Domenica, nella nostra parrocchiale, ci sarà una solenne
ufficiatura in suo suffragio.
(Estratto dal settimanale LUCE).
La guerra incominciata lo scorso anno ha portato il lutto
anche nella nostra parrocchia. Tre sono caduti per la Patria, due nella
campagna contro la Grecia ed il terzo contro i ribelli in Croazia. Iddio
misericordioso accolga il generoso sacrificio di questi fiorenti giovinazzi e
conceda la mondo una pace duratura.
NELL’ALBO DELLA
GLORIA – PRIMO CADUTO
Anche Azzate ha pagato il suo primo tributo di sangue alla
Patria in armi, e un nuovo nome ha aggiunto all’Albo glorioso dei suoi Eroi.
Angelo Ballerio del quarantatreesimo reggimento Autisti, il
giovanottone buono, sempre sorridente e faceto, non è più.
Il 21 febbraio scorso, mentre sul fronte greco-albanese
attendeva la suo dovere, una bomba nemica ne spezzava la giovane vita. Aveva 27
anni!
Alla mamme che lo salutava piangendo solo qualche mese fa
disse: “Sono giovane, sono forte, farò il mio dovere fino all’ultimo. Pregate
per me”.
Povero caro Angelo!, sì il tuo dovere lo compisti fino al
sacrificio supremo, ed il sangue tuo unito a quello dei tanti tuoi fratelli
otterrà alla Patria nostra da Dio il dono della Vittoria.
Visse credendo, per questo vivrà in eterno!
Alla famiglia desolata, ma forte nella sua fede, al
carissimo nostro padre Raimondo Ballerio, O.F.M. zio affezionato del caduto, le
condoglianze sincere di tutta la popolazione.
Domenica, alle 10, nella nostra parrocchiale si terrà un
ufficio solenne in suo suffragio.
IL SECONDO CADUTO PER
LA GRANDEZZA DELLA PATRIA – 3 MARZO 1941
Il fante Gino Oggiona è caduto sul fronte greco. Un
telegramma diceva in due righe il sacrificio compiuto da questo giovane
ventottenne che lascia nel dolore l’unica sorella di cui egli era il sostegno.
Ginetto, orfano dei genitori sui primi anni della sua
fanciullezza, aveva un carattere allegro, e portava dappertutto la nota
umoristica: al fronte era tanta la familiarità che tutti i commilitoni avevano
in Ginetto che bastava giungesse in un settore perché questo si mettesse tutto
in subbuglio.
Ma il giorno 3 del c.m. era sceso dal posto avanzato non più
cantando, ma sulla barella ferito
mortalmente. Pure ebbe ancora forza di sorridere e di scherzare coll’infermiere
azzatese che amorevolmente lo accoglieva come un fratello al posto di
medicazione.
Il giorno seguente moriva all’Ospedale da Campo. Alla
distanza di soli 15 giorni rinnovammo i suffragi di doverosa riconoscenza per
colui che diede la sua vita per la grande causa italiana. Il Signore affretti a
lui il gaudio eterno e alla sorella il conforto cristiano.
Pag. 114.
STELLA LUMINOSA PER
LE FESTE NATALIZIE.
La preparazione ed esecuzione di questa opera fu assai
laboriosa. Il disegno fu eseguito dal pittore signor Luigi Martinetti,
commilitare ed amico del parroco. Detto disegno fu affidato alla Ditta Colombo
– elettrica – di Milano che la fece eseguire al neon, moderna applicazione
elettrica del gas elio. Però nella spedizione a mezzo corriere giungeva rotta.
Fece una buona apparizione il primo dell’anno 1942, poi l’operaio
elettrotecnico che ne aveva curato l’esecuzione, signor Piero Pisati, la
metteva a punto e rendeva sicure le sue luminosità.
Il totale della spesa fu di lire 2500.
Nell’anno decorso si sono eseguite le migliorie già
descritte alla fine del precedente anno 1940. Vi si deve aggiungere il riordino
completo della cucina e locale lavandino dove si rinnovava il pavimento e si
rivestiva la parete di piastrelle smussate per l’igiene e pulizia. Alla cucina
economica facevo apporre una cappa di ferro e vetro e ornai le pareti di
piastrelle smussate. La spesa si avvicina a lire 1000.
Pag. 115.
ANNO 1942
Le sante Quarantore furono tenute alla solita epoca
dell’Epifania. Fu il concittadino prof. dott. Don Giacomo Colli che ebbe a
predicarle prima che avesse a partire per la parrocchia a cui fu chiamato dalla
fiducia di Sua Eminenza: la parrocchia di Bovisio. Fu ascoltato con tanto
piacere e i frutti di bene furono copiosi.
I RITIRA PASQUALI furono tenuti dal reverendo don Enrico
Alberio, parroco eletto di Velate Varesino. Anche le prediche a mezzogiorno
furono frequentate. Per la S. Pasqua furono a disposizione numerosi confessori
per la maggiore comodità dei parrocchiani.
IL PORTA CERO PASQUALE. Durante la Santa Quaresima dello
scorso anno si era ventilato il progetto per la preparazione di un nuovo porta
cero pasquale; la spesa di lire 2900 aveva spaventato, poi quando tutto
aumentava si è passato a preparare il materiale. Vennero raccolti tutti i
rottami di bronzo, di ottone e di rame fino a raggiungere il p4so di Kg. 50:
quanto era necessario per la fusione del porta cero in bronzo.
Il modello è della Scuola del Beato Angelico, la quale ne ha
curato l’esecuzione, fusione e cesellatura. Un po’ tutti hanno cooperato con
l’offerta del bronzo e con l’offerta in denaro.
Il conto è stato di lire 3700; però fu da tutti apprezzato
come un’opera artistica, decorosa sul nostro bell’altare ed eterna…
TEMPIETTO DELL’ALTARE MAGGIORE RINNOVATO.
Il capolino del tempietto fino a qualche decennio fa era
sormontato da un redentore in marmo bianco, poi per l’incuria del sagrestano,
cambiando il padiglione venne asportato mandandolo in frantumi. Venne
sostituito con una croce in legno dorato e l’anno scorso faceva la stessa fine
del Redentore. Si pensò di mettervi qualcosa di più solido ed artistico e
presso la fonderia Alessandro Chiaravalli si prepara la statuetta bronzea del Redentore
che cesellata e dorata corona degnamente la cupola del tempietto. Stonavano i
capitelli, le basi delle colonnine, gli ornati che dicevano di essere state una
Pag. 116
volta (chissà quanti anni fa) dorati e durante la Quaresima
il nostro valente decoratore signor Cesare Chiaravalli rinnovava la doratura in
foglia di tutte le parti ornamentali del tempietto. Non volle nessun compenso
per il suo paziente e scrupoloso lavoro di una decina di giornate lavorative.
Il Signore lo compensi con le sue grazie! I libretti in
foglia d’oro costarono lire 600. La statua bronzea del redentore lire 430. La
doratura a fuoco lire 200.
LA SAGRA E IL 25° DI SACERDOZIO DI PADRE RAIMONDO BALLERIO
O.F.M.
La festa venne preparata da padre Matteo Cabri O.F.M.
fratello e concittadino del festeggiato con un triduo di predicazione. Alla S.
Comunione generale venne distribuita un’immagine ricordo e fu numerosa.
Alla solenne Messa in canto fungevano da padrini il signor
Galeazzo Magnini e il signor Raffele Quarzi. La refezione in casa parrocchiale
fu modesta dati i tempi tesserati. Non mancarono gli addobbi e un bel cartello
decorato con la seguente iscrizione:
“Rinnovando i gaudii delle primizie sacerdotali fra l’esultanza del popolo,
torna oggi al natio paese padre Raimondo Ballerio O.F.M. nel 25° della Sacra
Ordinazione per immolare la Vittima Divina alla salute dei vivi, alla pace dei
morti, in auspicio di Vittoria per la Patria in armi”.
“GIUBULEO SACERDOTALE E FESTA PATRONALE. Con austera
solennità, quale si addice al momento attuale, nel raccoglimento e nella
preghiera abbiamo ricordato domenica scorsa, il 25° di Sacerdozio di padre
Raimondo Ballerio O.F.M.
E quanto la popolazione di Azzate abbia sentito il bisogno
di ringraziare il Signore per il dono immenso del Sacerdozio, e di stringersi
intorno alla culla di Maria Bambina consacrando a lei anche i suoi figli
lontani, lo abbiamo visto nella Santa Comunione generale distribuita da padre
Ballerio il mattino. Fu numerosa, fervente, devota!
Solenne la S. messa, ben eseguita la musica sacra, bello il
discorso di padre Cabri, che disse le glorie del Sacerdozio.
La processione eucaristica fu un trionfo.
Anche il tradizionale Pozzo di S. Patrizio ha esaurito le
sue prodigiose risorse accontentando tutti e dando alla chiesa un non piccolo
aiuto!
Un grazie particolare a offerenti e donatori pel Pozzo
prodigioso, dando la possibilità di mantenere questa cara tradizione.
A padre Raimondo rinnoviamo da queste colonne i nostri voti
che già abbiamo fatto per lui vicino al Signore: essere sempre nella mani di
Dio, un ostensorio in cui le anime abbiano a vedere rispecchiata l’immagine e
la Grazia sua”. (Estratto dal settimanale LUCE).
Si aprì il tradizionale Pozzo di S. Patrizio che ha fruttato
la bella somma di lire 3000.
Intanto ci si prepara alla:
11 OTTOBRE – FESTA DELLA MADONNINA
In prossimità della festa diamo la storia del nostro
Santuario chiamato “Madonnina del lago” che ha sapore dolce di fiaba col
principe azzurro e la fata dai capelli d’oro.
Narra dunque la leggenda che un cavaliere dal volto nobile,
in un inverno rigido come non mai, cavalcando fosse arrivato sulla sponda di
Bodio e credendo il lago una vasta campagna coperta di neve, continuò il suo
andare a galoppo sferrato per raggiungere la sua sposa dai capelli d’oro che risiedeva
non si sa dove. Arrivato all’altro versante e visto un contadino chiese quale
via fosse la più breve per arrivare al castello di …..; poi, per curiosità
domandò pure, chi, proprietario di una così vasta campagna, godesse di tenerla
spoglia senza la giogaia di un albero sotto il quale permettere nell’estate il
giusto riposo ai lavoratori della terra. Avuta risposta che trattatasi di un
lago gelato, il cavaliere dal volto nobile, gettò una borsa di sonanti scudi al
contadino, pregandolo che in ringraziamento a Dio, si interessasse affinché
fosse eretta, per voto, una cappellina vicino al luogo dove era uscito illeso.
Partì veloce il cavaliere sul suo sauro ché molto era il
cammino ancora da compiere e la cappellina per onestà del buon contadino fu
presto costruita.
Un po’ di storia, un velo di leggenda; sta di fatto che sul
pendio di una piccola catena di alture degradanti con dolcezza, Azzate vive la
sua giornata intensa di lavoro e sopra veglia dolce la sua “Madonnina del
lago”. (Estratto dall’Italia 1941).
Pag. 117
NUOVO SAGRESTANO
Nel breve giro di tre anni, nella chiesa di Azzate, si sono
avvicendati tre sagrestani, non per inettitudine, ma per cause di guerra.
Nel 1939 dava le dimissioni il vecchio sagrestano Enrico
Giamberini a causa degli acciacchi della vecchiaia. Veniva assunto il giovane
Andrea Biotti della classe 1915, ma nel settembre del 1940 veniva richiamato
alle armi.
Interinalmente lo sostituì il vecchio maestro di coro
Ernesto Ballerio che per più di un anno adempì i suoi doveri con facilità tanta
era la sua pratica della chiesa e delle funzioni. Ma la festa di S. Antonio
Abate andava in Paradiso a ricevere il premio dei giusti. Cos’ per un paio di
mesi si rimase in attesa di qualcuno che si prestasse, e questo fu Enrico
Terzaghi di anni 50, da tutti stimato, buon cristiano e cittadino esemplare. Il
1° aprile 1942 iniziò il suo servizio.
Vidimus in III nostra santa visitatione pastorali 17, 18 maj
1943 + Hildephonsus card. Schuster.
Il visto di Sua Eminenza ci ha trovati in arretrato nella
compilazione del “Liber chronicus”.
Chiudiamo questo secondo anno di guerra con l’accenno a un
bel lavoro artistico eseguito dalla Ditta Alessandro Cappuccini Via S. Agnese
Milano: un tronetto in legno dorato, per la culla di Gesù Bambino.
Pag. 118
Prima di chiudere l’anno di guerra 1942, dobbiamo con dolore
segnare il nome di tre giovani caduti sul campo dell’onore per la grandezza
della Patria.
NELLA GLORIA – Il geniere Enrico Lozza della classe 1915, ha
trovato morte gloriosa sotto un bombardamento aereo in Africa Settentrionale il
giorno 6 marzo 1942. E’ il quarto azzatese che dona la sua vigorosa giovinezza
alla grande Madre Patria.
Per lui, come per i fratelli che lo precedettero, ogni
azzatese oggi soffre e prega.
A lui che accettò la vita militare come una missione e un
dovere il Signore avrà certo donato il riposo eterno nella luce che non vedrà
tramonto.
LUIGI GHIRINGHELLI E LUIGI MAGNI DI AZZATE
Altri due azzatesi hanno immolato la loro fiorente
giovinezza alla Patria, combattendo valorosamente sul fronte russo. Entrambi
appartenevano al terzo bersaglieri della classe 1915, è caduto il 21 luglio, a
27 anni appena compiuti. Ancora il giorno prima aveva scritto alla sua mamma,
vedova e della quale era l’unico sostegno, tranquillizzandola e dandole notizie
di sé.
Nelle lettere alla madre e nelle sue missive al nostro
Ufficio Combattenti, manifestava sempre la sua assoluta certezza nella nostra
vittoria e mentre per sé nulla chiedeva, pregava di voler assistere e
confortare la sua mamma che egli adorava. Ottimo giovane, egli era benvoluto da
tutti. La sua memoria e il suo ricordo rimarranno indelebili nel cuore dei suoi
concittadini.
Il secondo, Luigi Magni, della classe 1919, è caduto il 28
agosto. Qualche settimana prima egli aveva scritto al nostro parroco,
narrandogli la morte eroica del camerata Ghiringhelli, di cui era anche vicino
di casa e lo pregava di confortare e tranquillizzare la di lui mamma
informandola che il figlio era spirato fra le sue braccia. Giovane ottimo sotto
ogni rapporto anche il Magni, tutto dedito alla famiglia ed al lavoro, pure
figlio di madre vedova e con un altro fratello alle armi, egli lasciava di sé
il migliore retaggio di ricorda tra i suoi concittadini. Anch’egli nelle sue
corrispondenze, tutte pervase di amor patrio, esprimeva la sua certezza nella
nostra radiosa vittoria.
Agli uffici in suffragio dei due Caduti, fatti celebrare
nella nostra parrocchiale dalle famiglie, dai coetanei e dagli amici, fascisti
e popolo sono intervenuti numerosi esprimendo in tale modo fiero cordoglio e la
loro solidarietà ai congiunti.
Azzate patriottica aggiunge al culto dei gloriosi suoi
cittadini Caduti i loro venerati nomi e li inciderà, eternandoli a ricordo e
monito per le venture generazioni nel marmo dedicato alla memoria dei prodi che
hanno fatto olocausto della loro vita sull’altare della Patria.
MORTI CHE CAMBIANO DIMORA – 15 NOVEMBRE 1942
Caro vecchio cimitero! Quanti ricordi porti in te! Nascosti
dietro a folti rami di cedri ed abeti, a due passi dalla stazione tranviaria,
all’ombra della Chiesa di S. Rocco, dopo solo dieci anni dal tuo abbandono,
sembri un morto in mezzo ai tuoi morti…, che, poveretti, incominciano a
sfollare lontano. Sembrano gemere: “Così fuor di mano, ci dimenticherete
presto!”.
Appena varcata la soglia del Cimitero vecchio. Trovi un
pietrone annerito su cui è giocoforza mettervi il piede e leggere l’iscrizione
scolpita a caratteri forti: “Pregate per il vostro parroco don Luigi Redaelli”.
I vecchi parrocchiani si scoprono il capo e chiedono pace all’anima del loro
Pastore la cui memoria vive in benedizione nelle sue opere: La Madonnina e
l’Asilo, e specialmente nei frutti del suo ministero pastorale svoltosi in
mezzo a tante difficoltà, in una lotta che solamente una tempra adamantina,
come era don Redaelli, poteva sostenere lungamente per la gloria di Dio e a
difesa del gregge a lui affidato.
Man mano che avanzi nel camposanto vedi tombe nell’oblio,
solamente il sasso coperto di erba essiccata ne segna l’esistenza; altre invece
ancora circondate da sempreverde, con mazzi di fiori sgualciti e lampada
votiva. A metà circa del viale centrale, sotto l’alta croce marmorea, riposa il
parroco di memoria imperitura: don Angelo Cazzaniga. I nostri vecchi dicono che
quando venne ad Azzate nel 1851 portò 25.000 svanziche austriache che profuse
subito nell’allargamento della chiesa, nelle campane e campanile, casa
parrocchiale e nei poveri, talmente che morendo nel 1881 lasciava debitucci da
pagarsi con il suo mobilio, ed era vissuto austeramente.
In fondo, addossate alla parete di S. Rocco vedi le tombe
gentilizie e distinte, tra le quali quella della famiglia Baroffio. Giovedì
scorso questa venne aperta per trasportare i morti alla tomba preparata nel
Cimitero nuovo e furono riconosciute le bare di Ambrogio e Cristina Baroffio,
mentre quella di don Luigi Baroffio, defunto nel 1911 fu trovata deteriorata
dall’umidità. I resti mortali del povero don Luigi furono riposti in un’altra
bara; dopo trent’anni erano ancora intatte la veste talare, la cinta, la corona
del Rosario e il Crocifisso. In un loculo di questa tomba vi riposa un altro
sacerdote che fu coadiutore nel 1926: don Natale Rota. Chi non ricorda il
giovane pretino, o meglio, il prete lungo lungo, magro, tutto ardente di zelo
per i giovani, per gli ammalati, per il fasto delle sacre funzioni! Pochi
ebbero l’occasione di conoscerlo a fondo perché fisse poco fra noi, ma quando
ebbe a morire, tutti andavano dicendo: era un santo prete! La famiglia Baroffio
aveva caritatevolmente concesso un loculo del,a propria tomba: don Rota non
aveva più padre né madre, e neppure un fratello, e il Signore l’aveva ordinato
Sacerdote nella sua Chiesa per brevi anni per farlo Sacerdote in eterno lassù
in Paradiso –“O Domine, anima istorum Sacerdotum, dona eis requiem”.
Pag. 119
ANNO 1943
L’anno si inizia colle Sante Quarantore. Apertura alla messa
delle ore 10 coll’esposizione del Santissimo Sacramento predicate dal molto
reverendo don Celeste Cappelletti dei Servi della Carità di don Guanella.
Proseguono il sabato mattina, una predica, poi alle 14 una predica per la
gioventù femminile, a sera per tutti. Si chiudono solennemente nel pomeriggio
di domenica con esito lusinghiero. Il Signore renda perenne e fecondo il seme
sparso.
LE NOSTRE S. QUARANTORE
Siamo stati invitati a sendere una piccola cronaca di queste
sante giornate e il pensiero ce lo ha suggerito stamane il Parroco nella sua
relazione dal pulpito: “carissimi, ha detto, non siate dei bugiardi! La Fede,
la Pietà e l’Ardore che avete dimostrato in questa occasione non siano solo un
abito per i soli giorni solenni, ma quello di ogni giorno, di ogni ora. Che
belle ore abbiamo passato e come è salita dal cuore di ognuno spontanea la
preghiera dei Discepoli di Emmaus: “mano nobiscum Domine quondam advesper
ascit!”.
Un padre dei Servi della Carità di don Guanella fu il
mandato di Dio, l’Apostolo che ha tracciato li linee sicure di un programma di
vita che è dovere sacrosanto per tutti ed a cui, sempre e specialmente in
momenti decisivi come quelli in cui siamo, nessuno può sottrarsi.
Scuotete la polvere, Rifare limpidi il cuore e la vita.
Ritrovare le strade perdute!
Allora i bimbi cresceranno innocenti, la gioventù andrà
preparata incontro alla vita, i genitori nella coscienza della loro alta
missione porteranno il loro contributo di bene, forza elevante fatta er
sollevare, e così tutti uniti forzeremo le porte della Divina Misericordia.
Furono tanto particolarmente ricordati tutti i cari nostri
soldati e non mancarono promesse e preghiere per loro.
La scomparsa di una benefattrice: Giuseppina Moranzoni – 11
marzo 1943.
Donna di casa della Nobile Famiglia Riva-Cottalorda fu
sempre fedele a Dio nella verginità e affezionata ai suoi padroni.
Viveva con una pensione che ella aveva avuto dal nobile
Cottalorda e beneficò assai la Chiesa e
l’Oratorio.
“In memoria eterna erit justus”.
NON SAPPIA LA TUA DESTRA…
Vicini al trigesimo della scomparsa della povera Peppina
Moranzoni è doveroso ricordare l’anima umile e generosa di questa connetta
tanto cara al Signore. Visse 81 anni in una purezza di vita che le valse in
gran premio della morte del giusto.
Passò più della metà dei suoi anni in casa Riva e per lo
scomparso don Vittorio fu grande sostegno. Paralizzato e infermo, fu dalla
buona Peppina assistito e curato con tanta pazienza e bontà che morendo le
lasciò una pensione vitalizia. In Casa Riva-Cottalorda era così benvoluta che
la povera donna Angiola e le sue figlie, la tenevano di famiglia e le gioie e i
dolori dell’una erano delle altre e viceversa, tanto che all’estremo passaggio
di donna Angiola la Peppina era al capezzale e così le nobili figlie di donna
Angiola fecero per la loro cara familiare.
Quello che più importa al titolo di questo scritto è che
questa umile donna del popolo molto ha fatto per il nostro incipiente Oratorio.
Quando anni or sono si parlò di quest’opera, la buona scomparsa si fece
accompagnare a Varese e dalla cassa di Risparmio ritirò tutti i suoi denari:
lire 10.000 che donò all’Oratorio.
Il Signore le avrà certamente concesso un giusto premio alla
sua generosità, ed essa dal cielo sarà la protettrice del nostro Oratorio.
S. PASQUA 1943
Fui aiutato dallo zelante vicario di Brunello: don Luigi
Radice che avendo dovuto abbandonare il paese per l’arrivo quasi improvviso del
nuovo parroco don Mario Pastorelli, ha preso stanza nella casa Parrocchiale di
Azzate predicando i tridui e aiutandomi tanto nella settimana santa e nel
giorno di Pasqua. Deo gratis!
Ricevuto da tutte le Autorità del Comune, salutato
all’ingresso della chiesa da due cresimandi, mentre un gran cartello alla porta
centrale ricorda con le date delle visite pastorali 1931-37-43 le premure
dell’arcivescovo per la parrocchia di Azzate, il cardinale dal pulpito parla
della novità trovata in paese, dall’ultima sua venuta.
Prima novità. Il parroco nuovo che nel suo molteplice zelo
tanto ha già compiuto e tanto farà ancora per il decoro della casa di Dio e per
la vita religiosa della Parrocchia, risorta si può dire a novella vita. Il
Pastore ricorda ancora 1 100 morti dall’ultima visita; i 150 militari; poi
discende per le funzioni della Visita e per ungere del sacro crisma 150
piccoli.
Alle ore 20.30 dopo una frugalissimacena il cardinale è in
chiesa per la funzione del mese di maggio. Come nella funzione precedente, la
chiesa è insufficiente alla bisogna, mentre i fedeli che gremiscono il tempio
non perdono sillaba delle venerate parole.
Il mattino alle 5, l’arcivescovo celebra messa, distribuisce
una imponente comunione generale, poi, calorosamente salutato dalla folla, si
reca a Milano per dirigere dalla sua Metropoli la vita multiforme della vasta
Archidiocesi.
Pag. 120
LA S. VISITA PASTORALE DI S.E. IL CARDINALE SCHUSTER 17 E 18
MAGGIO 1943
La S. Visita è stata preparata con un triduo di predicazione
del parroco di Brunello e molti confessori straordinari.
Sul portale della chiesa addobbata spiccava un bellissimo
cartello con la seguente dicitura: 1931 – 1937 -1943 dicono la sollecitudine,
le fatiche del cardinale A.I. Schuster per Azzate e ricordano ai Cresimati
l’effusione dello Spirito Santo.
Prima della visita pastorale, le campane erano già partite,
e fino a chissà suonarono solo tre.
Le nostre campane dopo un bellissimo concerto dato alla sera
di Pasqua, per iniquità il 27 aprile 1943, la Ditta Bianchi di Varese con
ordine di requisizione che il Fabri – guerra – inizia le operazioni per far
discendere il campanone e la quarta dal campanile con grande indignazione da
parte di tutta la popolazione. Kg. 3212 di bronzo.
21 GIUGNO 1943
Nuovo coadiutore. Partono le campane, arriva il novello
sacerdote don Francesco Rattaggi, come necessario aiutante del parroco che da 5
anni è solo in parrocchia.
25 LUGLIO 1943
data della morte di Mussolini e del Fascismo.
Pag. 121
UN QUADRO ED UNA PECORELLA
Nel coro della nostra chiesa esisteva, non sappiamo da quanti
anni, un quadro lungo lungo, polveroso, in cattiva luce, ritoccato da pittori
da strapazzo raffigurante “Cristo deposto”. Lo si diceva di valore e sulle
memorie lasciate dal parroco don Redaelli era segnato come copia di quello
celebre dell’Holbein.
Un giorno al nostro parroco balenò l’idea di farlo rinnovare
affidandolo al prof. Mario Rossi, pittore, restauratore al servizio della
fabbrica del Duomo di Milano. Al primo tocco della mano esperta, la vecchia
tela deteriorata rivelava la firma di Hans Holbein e la data 1525.
Che c’entra una tela antica con la pecorella? Dirà il
lettore curioso. Deve sapere costui che ad Azzate annualmente viene sorteggiata
una pecorella che il pastore di Crosio dona alla madonnina (quest’anno si
dovette pagarla) quale canone del pascolo di cui usufruisce pei prati del
Santuario della Madonnina del Lago.
A concorrere alla spesa del restauro del famoso quadro, i
numero della riffa furono venduti a lire 5, dando il provento di circa lire
3000. Se vi aggiungiamo l’offerta di lire 500 della Rinascente, possiamo dire
che quasi siamo vicini alla meta. La pecorella fu sorteggiata domenica e toccò
al possessore del n. 42. A tutti gli offerenti, alla Direzione della Rinascente
la riconoscenza dei parrocchiani azzatesi che presto avranno l’orgoglio di
vedere arricchita la loro chiesa di un’opera d’arte non comune.
CONCORSO A PREMIO: LA PECORELLA DELLA MADONNINA.
N. 42. Lire 5.
Con questa offerta tu darai la tua cooperazione al restauro
di una grande opera d’arte esistente ella chiesa parrocchiale: un quadro ad
olio rappresentante “Cristo morto” del celebre pittore tedesco Hans Holbein,
vissuto dal 1493 al 1554.
La tela si credeva una copia, ora si è scoperto che è
originale con data e firma dell’autore.
E’ un quadri meraviglioso per colori e per particolari
anatomici.
CRISTO MORTO DI HANS HOLBEIN
Le foto qui unite possono testificare in quale stato la
preziosa tela si trovava. Dopo un anno di cure mediche (!) prodigate dal prof.
Mario Rossi sotto la guida della Soprintendenza delle Belle Arti, possiamo
ammirare il chiesa l’opera artistica del grande pittore tedesco. Spesa lire
6000
NELLA LUCE DEGLI EROI
Alcide Ma bellini, appena ventenne, uno degli ultimi
partiti, con nel cuore ancora l’ardore di un fanciullo, ha trovato la morte tra
gli eroi della Patria!
Ci è restato di lui un ricordo particolare. L’eco della sua
voce sonora nel cantare le litanie della vergine con tanta passione!
E la vergine Santa che di lui fu sempre mamma tenerissima,
in sostituzione della madre terrena troppo presto a lui mancata, certo sulla
soglia della vita avrà accolto il suo sacrificio e purificata l’anima sua.
Alle sorelle addolorate e alla famiglia le nostre
condoglianze, a lui l’imperituro ricordo e la nostra preghiera di suffragio in
una cogli Azzatesi gloriosi che lo hanno preceduto. Ai giovani, a coloro che
hanno vent’anni e che pur in questi giorni di sanguinosi sacrifici, dimentichi
di ogni dovere, vogliono godere la vita, il monito severo di questi eroi.
Pag. 122
IL LIBRO D’ORO voluto dal nostro cardinale arcivescovo come
voto da collocare ai piedi della Madonnina del Duomo per ottenere la cessazione
della guerra.
Ghedi (Brescia) 18 marzo 1943.
Reverendissimo Signor Parroco di Azzate.
Sono abbonata al giornale LUCE e non vi so dire con quanta
gioia appresi dal giornale stesso la bella festa fatta alla nostra madonnina al
Lago l’11 di questo mese. Sono io pure nativa di Azzate e ricordo il giorno in
cui portammo laggiù in processione la bella Immacolata con tanta devozione e
con tante promesse. Allora io ero signorina ed appartenevo al sodalizio delle
Figlie di Maria, e ricordando quel giorno ricordo pure tante cose che mi
commuovono solo a pensarle.
Desidero, se in tempo, che il mio nome venga inserito fra le
700 firme del “Libro d’oro” poiché in casa mia c’è già la bella abitudine di
recitare ogni sera il santo Rosario, ed ora rinnovo la promessa anche a nome
dei miei. Anzi desidero venga inserito anche il nome di mia figlia (ora
insegnante) e quello pure di mio marito.
------
I nomi già furono segnato nel “Libro d’oro” e l’Immacolata
benedica tutti i suoi devoti.
Domenica scorsa dopo le funzioni, al santuario della
Madonnina furono benedetti i ricordi pasquali da inviare ai nostri cari
soldati.
SOTTO I CIPRESSI
E’ morto il 28 u.s. il conte don Bini Bossi ultimo
discendente della Nobile Famiglia Bossi che da secoli ha vissuto in Azzate e da
cui è uscito S. Benigno Bossi, arcivescovo di Milano. Alla famiglia le nostre
più vive e cristiane condoglianze.
I PULPITI
Prima fu restaurato l’organo che aveva bisogno di essere
pulito e rimesso in ordine. Spesa lire 3500. Poi venne la volta dei pulpiti.
Sono pure di quest’anno i “ferma tovaglia” dell’altare
maggiore in “similoro” fuse presso la Carrozzeria Macchi con materiale donato.
Tutto gratuitamente.
“NOVEMBRE 1943. NELLA CHIESA: I PULPITI.
Dopo l’organo in questi giorni furono presi di mira i
pulpiti. Opera pregevole eseguita il secolo scorso dai nostri Bossi, artigiani
(lavoratori artisti) che sotto la guida e il disegno dell’architetto
Maciacchini hanno dato alla nostra chiesa nei due pulpiti in noce massiccia,
un’opera d’arte.
Snelli nella loro imponente mole per le quattro colonne
scanellate che mentre sostengono l’ambone, raccolgono il confessionale. Il
parapetto è decorato di sei pannelli scolpiti con cura e finezza non comune. La
porta d’ingresso all’ambone è sormontata nell’uno e nell’altro da una coppia di
evangelisti recanti il vangelo, con a fianco il loro simbolo mentre puntano gli
occhi verso il Divin Paracleto che aleggia nella simbolica colonna. Corona il
fastigio un motivo floreale e sacro che arricchisce il copricelo.
Il tempo, la polvere, l’incuria degli apparatori li avevo
rovinati e offuscati. Un altro nostro artigiano colla sua perizia e… olio di
gomito ha ridato il luccicore e la linea artistica ai pulpiti della nostra
chiesa. Continuano i restauri.
AVVENIMENTI POLITICI
Prima di chiudere quest’anno fatale per la nostra Patria, è
bene ricordare la data 25 luglio 1943.in cui il fascismo fu “condannato a
morte” dal Gran Consiglio stesso con una votazione di sfiducia a Mussolini. Dal
25 luglio all’8 settembre Re Vittorio Emanuele III col maresciallo Badoglio a
parole avevano proclamato che la guerra continua, ma lavoravano per firmare
l’Armistizio che venne proclamato l’8 settembre, quando i tedeschi e i fascisti
avevano preso tempo per rendersi padroni dell’Italia e opporre resistenza agli
Inglesi e Americani. Fu liberato Mussolini e proclamata la repubblica Sociale
Italiana a capo Mussolini, ma alla mercé dei tedeschi. Fu nell’agosto di
quest’anno 15-17-18 agosto che Milano ha subito i più terribili bombardamenti a
tappeto che la resero irriconoscibile con più di 40 miliardi di danni.
Incominciò un’odissea di dolori e di morti. Quasi tutti i
nostri soldati sui vari fronti, furono dai tedeschi deportati in Germania in
campi di concentramento a languire di fame, di maltrattamenti e di stenti
Pag. 123
ANNO 1944 – S. QUARANTORE
Inizia l’anno con questa manifestazione religiosa. Sono
predicate dal prof. Don Andrea Ghetti del Collegio S. Carlo sfollato a Varese.
Dotto e profondo tiene incantato il pubblico con argomenti dotti e di
attualità.
ORATORIO MASCHILE
Il 1944 è l’anno in cui finalmente vedrà iniziarsi il tanto
desiderato Oratorio. Coll’aiuto del coadiutore il parroco pianifica subito una
raccolta di fondi e affida l’opera di costruzione alla Ditta Longhi e Clerici –
impresa locale – sotto la direzione del cav. Cesare belli, perito edile. I
lavori hanno inizio dopo lunghe tergiversazioni, per mancanza di materiali, il
1° luglio 1944.
Naturalmente l’opera era affidata a uomini fidati e
competenti; spiritualmente a S. Giuseppe, procuratore generale dei mezzi,
sicuri che non avrebbe deluso le nostre aspettative.
I lavori fervono e proseguono ininterrotti. L’11 novembre S.
Martino si mette il tetto. Con l’aiuto di una trentina di giovinette e
signorine e un po’ di ragazzi, salgono sul tetto 7000 tegole. Alla sera in casa
parrocchiale ai maestri muratori e ai loro capi si fa il ferragosto: la cena di
rito in una lieta compagnia.
I lavori continuano fino a Natale, per riprendere nel
febbraio 1945.
PRIMA BENEFATTRICE DELL’ORATORIO: LIDIA BROGGI.
Offerta ricavata dallo spoglio della sua casa lire 17.260
30 maggio 1944
“Lidia Broggi nell’ultimo venerdì del mese del sacro Cuore
ha chiuso gli occhi alla vita terrena per aprirli alla vita celeste.
Non è questa la frase convenzionale usata per annunciare la
morte di una persona: parecchi la conobbero diranno che è vera in tutta la sua
realtà.
Lidia aveva 48 anni, senza genitori, senza fratelli; aveva i
cugini e tutti le volevano bene; ma ella nella sua piccola stanzetta viveva
umile operaia nascosta, stentando la vita, senza dimostrarlo né a parole, né
col contegno, che si presentava sempre in forma impeccabile, precisa. Se nel
tratto era fine,, non lo era di meno nell’animo: di coscienza assai delicata,
di fede genuina. Nella sua povertà, prima di morire, vuol ricordare i poveri e
“dedotte le spese del funerale, tutto il ricavato della mia roba, sia dato ai
poveri”. Le si suggerisce che nel momento attuale il più povero di Azzate è
l’Oratorio maschile bisognoso di tutti e di tutto per la sua attuazione. Ne
sposa la causa e scrive con mano ferma la sua ultima volontà. L’agonia è lunga:
“Il Signore non mi vuole, non è contento di me” e soffre con pazienza . Nel giorno
di S. Pietro non può parlare più, la sua gola è uno strazio. Seduta sul letto
scrive le sue ultime parole: “Siccome non posso parlare fammi il piacere:
quando sto per morire, domani o quando Iddio vorrà, a leggermi la preghiera
della buona morte. Grazie, in Paradiso pregherò per te”. In due mesi di
sofferenza fu purificata dal dolore.
Il suo principale, a cui per 10 anni fu operaia solerte,
volle pagare le spese del funerale inviando fiori gentili; le compagne di
lavoro la seguirono al Cimitero pregando e portando una bella corona; le amiche
di Azzate la circondarono in veli bianchi, e gli Oratoriali nell’elenco dei
numerosi benefattori, segnarono riconoscenti il nome di Lidia Broggi. In
memoria aeterna erit justus!
Pag. 124
PIO RICORDO DEL CAV. RAG. EUGENIO BATTISTA BERNASCONI
Nato a Varese il 24 luglio 1862 morto ad Azzate il 20 maggio
1944.
Cattolico di azione, ai tempi del liberalismo difese alla
Giunta Municipale di varese l’insegnamento religioso nelle scuole.
In memoria del povero cav. Bernasconi, la signora Ersilia
elargiva per l’Oratorio lire 4300
“A 82 anni è morto sabato a mezzogiorno dopo breve malattia
e ben preparato perché fu cristiano di gran fede che dimostrò con l’assistenza
alla S. Messa quotidiana e colla devozione ai poveri defunti.
La città di Varese ha perduto nel cav. Bernasconi uno dei
suoi figli più benemeriti delle opere cittadine. Figlio del titolare della
Ditta costruttori di organi aveva ereditato dal padre un profondo senso
artistico musicale che esplicava senza farne professione. Fin a qualche mese fa
il suo “armoni-cord” strumento rarissimo, salutava con allegre note le prime
giornate di primavera.
A Varese fu il presidente dell’Amministrazione dell’Ospedale
del Ponte per 33 anni e quando nel 1934 diede le dimissioni, l’avv. May scese
ad Azzate per pregarlo di ritirarle; davanti alle ragioni personali, all’età.
Alla lontananza, il Consiglio Amministrativo formulava un ordine del giorno in
cui esprimeva all’unanimità il sincero rammarico per la determinazione del cav.
Bernasconi, il quale per tanti anni fu membro e presidente e contribuì con il
suo illuminato e pratico criterio, al buon andamento di questa Opera Pia,
avendo sempre avuto di mira il miglioramento dei servizi, il più confacente
trattamento dei ricoverati all’Ospedale e nello stesso tempo la conservazione,
anzi l’aumento del patrimonio, il quale infatti durante l’amministrazione sua
crebbe largamente come è dimostrato dai conti.
Il cav. Bernasconi continuava il sullodato consiglio
amministrativo, rimarrà fulgido esempio di correttezza, di rigidità
amministrativa, di disinteresse, nonché di abnegazione, avendo indefessamente
data l’opera propria con passione anche in momenti in cui era assillato da
latri doveri professionali. Il Consiglio costretto a prendere, come prende,
atto delle dimissioni, invia un caldo saluto al cav. Bernasconi, coll’augurio
che abbia a godere ancora molti anni di vita tranquilla e lieta, come degno
premio all’operosità e meriti suoi, Firmato avv. Piccinelli, avv. May, avv.
Nob. Besozzi, avv. Eugenio Maroni.
Anche la basilica di S. Vittore l’ebbe per una ventina
d0anni fabbriciere apprezzato. Aveva goduto dell’intima amicizia del Prevosto
Barzaghi, del curato don Massara e del Prefetto di Sagrestia don Cremona e nel
1908 l’Amministrazione della Basilica nel separasi dal solerte collaboratore,
unanime, gli scriveva, sente forte più che mai, il dovere di esternarle la sua
riconoscenza per quanto Ella ha fatto per la nostra basilica, alla quale è
legata con sincero affetto la cittadinanza varesina, che non dimenticherà mai
quei benemeriti che, come V.S., tanto si adoperano per il pubblico bene.
Firmato rag. Frattini segretario.
Ad Azzate il cav. Bernasconi venne 30 anni fa circa con il
suo studio di ragioniere e riscuotendo la stima della popolazione e l’amicizia
del comm. Introni, entrò a far parte dell’Amministrazione Comunale come
vice-sindaco e poi come delegato del Podestà. Negli ultimi anni tenne solamente
lo Stato Civile. Amava la nostra chiesa con un amore di predilezione e andava glorioso
di portare il nome del Pontefice regnante.
I suoi funerali furono come egli li volle: semplici e
modesti. Il Comune vi offrì il carro funebre e le autorità vi parteciparono al
completo. Reggevano i cordoni. Il comm. Introni, il commissario prefettizio, il
segretario comunale, il maresciallo della Guardia nazionale regia, il prof. La
Rosa direttore didattico e il signor Cacciamo.
GLI SFOLLATI da Milano per i bombardamenti aerei sono giunti
anche ad Azzate fino dal primo anno di guerra; ma è raggiunto l’apice l’anno
scorso dopo il bombardamento di Milano. L’Istituto dell’Addolorata ora permane
e fino chissà quando perché la casa di Milano è stata rasa al suolo.
La Rinascente occupò per due anni il Castello dei Collobiano
e molte altre case per i magazzini e personale. Piccole industrie si
trapiantarono qui quali: l’Emmepizeta materie plastiche, Gadol fabbrica bottoni
e oggetti artistici, Fotomeccanica per accessori della moto a Erbamolle.
26 novembre 1945 visto sac. Proserpio.
REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA fondata da Mussolini dopo la sua
liberazione dal Gran Sasso d’Italia dove era detenuto.
L’8 settembre 1943 data dell’Armistizio dell’Italia con gli
Alleati. I Tedeschi mettevano a capo della repubblichetta Mussolini con un
pugno di sparuti avanzi fascisti i quali per quei due anni depredarono e
spogliarono l’Italia.
Pag. 125
ANNO 1945
Prima che il fascismo abbia a morire per sempre e ben
fermare alla memoria gli stemmi e simboli del regime passato:
-
Comune di Azzate, provincia di Varese, con regio
decreto 22 settembre 1927 – V gli ex Comuni di Azzate, Brunello e Buguggiate
sono riuniti in un unico Comune denominato Azzate.
-
Partito Nazionale Fascista, Fascio di combattimento di
Azzate.
-
Comune di Azzate – Il Podestà.
Il Podestà di Azzate durante
tutta l’era fascista fu il comm. Ugo Introini: colui che con l’aiuto del
parroco Baggioli aveva fondato lo Stabilimento di tessitura. Una decina d’anni
or sono egli si ritirava e cedeva l’industria alla Ditta Maino pur conservando
sempre la carica di Podestà. Si professava apertamente ateo, ma ossequiente
all’Autorità religiosa, conservò col parroco sempre rapporti amichevoli e
cordiali. Dopo il 25 luglio 1943 rinunciava alla carica.
S. QUARANTORE a fine d’anno 1944
e primo dell’anno 1945. Furono predicate da padre Giacomo, passionista del
Convento di Caravate. Argomenti sociali, suscitando interessamento e qualche
reazione di un elemento fascista qui sfollato. Tutto finì bene.
TRIDUO PASQUALE fu predicato da
don Varesi del Collegio S. Carlo sfollato a Varese.
25 APRILE 1945. Inizia la
riscossa dei partigiani che sui monti aspettavano l’ora propizia. Nella caserma
dei carabinieri, occupata dai repubblichini, si presentarono alcuni animosi
intimando la resa. Dopo qualche tergiversazione (continua più avanti)
10 novembre 1991 – Don Luigi
Cantù per il gAzzatino.
3 novembre. L’Italia celebra la
giornate delle Forze Armate, la Chiesa nella liturgia domenicale ripete il
comandamento di Gesù: “Amerai Dio… amerai il prossimo tuo come te stesso”. Vedo
davanti all’altare coloro che hanno fatto la guerra. Non a celebrare
enfaticamente una vittoria ma a pregare per coloro che in tutte le guerre hanno
perso la vita servendo la Patria. La Patria non è essa pure “prossimo” da
amare?
I 7G della politica e della
finanza ci mettono in serie B, il Parlamento di Strasburgo definisce l’Italia
la centrale del crimine e pure noi italiani screditiamo la nostra Italia senza
mezzi termini, con sentenze solitamente ironiche raramente ingiuste.
Penso invece a coloro che negli
anni 1941-1945 hanno perso la vita sui vari fronti della guerra: Angelo
Ballerio sul fronte greco-albanese, Gino Oggiona sul fronte greco, Giuseppe
Longhi in terra Jugoslava, Enrico Lozza in Africa settentrionale, Luigi
Ghiringhelli e Luigi Magni sul fronte russo, Alcide Mabellini.
Le spoglie mortali di Luigi
Ghiringhelli sono tornate in Patria e riposano nel sacrario di Redipuglia. Una
lettera indirizzata al parroco don Angelo Cremona e un ritaglio di giornale
ricordano con accenti commossi la morte di Luigi Ghiringhelli. A Luigi Magni,
autore della lettera, la stessa sorte sarà riservata appena cinque settimane
dopo. Per entrambi, appartenenti al Terzo Bersaglieri, e per gli altri giovani
azzatesi morti in guerra vi è il giudizio scritto nel Libro delle Cronache, eco
della stima che godevano in paese. Vale più del loro nome inciso nel marmo
dedicato alla loro memoria. Questi giovani hanno combattuto una guerra non
voluta, hanno sacrificato la vita per la Patria. Bene si addice loro il detto
di Gesù “Non c’è amore più grande di chi dà la vita per i suoi amici”.
A noi non è richiesta la vita per
la Patria, ma tutti possiamo fare qualcosa per dimostrare, non a parole, che
amiamo questa nostra bella e ingiustamente denigrata Italia.
1846 RESTAURO CAMPANILE
Un fulmine scoppiato sul campanile
di Azzate non in questa settimana, ma quasi cento anni or sono: nell’agosto
1841 rovinò talmente la nostra bella torre campanaria che la Fabbriceria,
Parroco e Comune dovettero pensare a riparare tanto disastro.
Ma allora si andava assai a
rilento vuoi per la burocrazia dell’Imperial Regio Governo Austriaco, così il
campanile da due anni rovinato si trovava sempre nel suo stato pietoso.
Dopo le pratiche esperite dalla
Fabbriceria, finalmente nel marzo 1843 il perito pubblico signor Angelo
Torneamenti viene sul posto a nome della deputazione Amministrativa del Comune
per il rilievo dei lavori da eseguirsi e preventivo di spesa che si calcola
possa raggiungere la somma non indifferente di lire 466,27; poi si aspetta
l’approvazione.
Pure dopo tanto passo in avanti
non si capisce come non si concluda nulla di nulla. Solamente il 30 gennaio
1845 – quasi quattro anni dopo il fulmine –viene affisso in Azzate e nei paesi
circonvicini un Avviso d’asta così concepito: “Si vuole appaltare l’esecuzione
di alcune opere per riparo guasti cagionati dal fulmine alla torre parrocchiale
di Azzate, in base a perizia che ne calcola l’importo in lire 466,27
Gli aspiranti compariranno nella
casa parrocchiale di Azzate il giorno 20 prossimo futuro febbraio alle ore 10
mattina, muniti di un deposito non minore di lire 60; ove sotto i capitoli da
pubblicarsi e dietro esperimento d’asta, si delibererà l’appalto al miglior
offerente se così parerà e piacerà, salva la superfiore approvazione
coll’avvertenza che chiusa l’asta non si farà luogo a ulteriore offerta.
Azzate, l’ 30 gennaio 1845: Carl’Antonio Crespi, Giovanni Colli fabbricieri.
Visti l’Imperiale regio Subeconomo Calcagni”.
Ora immaginiamoci davanti alla
cada del parroco di Azzate in quella mattina del 20 febbraio e vediamo arrivare
da ogni parte del Varesotto oa piedi o a cavallo questi impresari. Nove ditte
concorrenti.
Hanno ragione gli Azzatesi di
dire che il campanile di Azzate è centro di attrazione di tutto il varesotto!
Vi è l’Impresa Cesare Antonimi di Morazzone, Guglielmo Mentasti di Biumo
Inferiore, Giovanni Tibiletti di Galliate, Carlo Pozzi di Albusciago, Filippo
Brioschi di Sumirago e quattro di Azzate: Ambrogio Baroffio, Antonio Colli,
Giuseppe Ballerio, Luigi Bernasconi.
I lavori vengono assegnati
all’Impresa Carlo Pozzi di Albusciago per la somma di lire 407.
Finalmente sorge la primavera del
1945 e sorge anche per il nostro bel campanile.
I lavori di restauro del
campanile sono favoriti da un tempo opportunissimo per trattare il cemento,
sono a buon punto. Presto speriamo di vedere tolte tutte le impalcare.
Nella primavera del 1845 intorno
al campanile di Azzate diroccato dal fulmine s’incominciarono i lavori di
restauro e proseguirono ininterrotti tutto l’estate. L’Impresa Carlo Pozzi di
Albusciago poteva consegnare agli azzatesi l’opera sua compiuta al 13 di
settembre dell’anno stesso.
La piccola cronaca non dice che
si siano fatte grandi feste per tanto avvenimento, essa piuttosto s’interessa
del modo con cui si eseguirono i lavori e del pagamento della cifra convenuta
in lire 400.
A un anno circa del termine dei
lavori, il 12 agosto 1846 si radunava la Fabbriceria delegando l’ingegner
Baldassarre Garoni di Varese per il collaudo. L’impresa era rappresentata dal
figlio di Carlo Pozzi in quel frattempo defunto.
La visita minuziosa alle varie
opere di restauro ci rivela un particolare interessante: la sommità del
campanile era coperta di tegoli così pure la parte della odierna balconata e
siccome nel contratto l’impresa doveva mettere n. 800 coppi, trovati sufficienti
n. 600, si addebitavano n. 200 coppi che calcolati in perizia lire 50 al mille
importavano lire 10. Se si levano lire 7 per lavori minori non eseguiti, il
Pozzi figlio al saldo riceveva la somma di lire 383 e il verbale di collaudo
così conclude: “… non essendovi altro da osservare venne chiuso il processo
verbale che trovato regolare dalle parti interessate viene dalle stesso confermato e muniti delle loro
firme. Azzate 12 agosto 1846 Carl’Antonio Crespi fabbriciere, Antonio Colli
fabbriciere, Giuseppe Pozzi figlio del fu Carlo ed anche a nome del mio avo
paterno Pietro Pozzi illetterato per l’interesse dei miei fratelli minori che
ha fatto il seguente segno di croce (+). Firmato Baldassarre Garoni ingegnere.
La parcella dell’ingegnere
varesino fu di lire 26,32 compreso vitto, viaggio e certificato di collaudo.
Così si chiudono le piccole
notizie del restauro del campanile di Azzate dello scorso secolo, e auguriamoci
che il restauro di questo anno sorpasso il 2000 e giunga all’anno 2040.
1939 MEMORIALE A S.E. IL PREFETTO
DI VARESE – 21 OTTOBRE 1939-XVII
Eccellenza,
permettete che vi metta al
corrente della incresciosa situazione morale in cui si trova la popolazione di
Azzate. Il 7 corrente mese il Presidente dell’Asilo Infantile e anche
Segretario Politico in una adunanza di organizzazione fascista comunicava
l’ordine che all’Asilo non si potevano radunare le donne nei giorni festivi.
Al diffondersi di questa notizia
più di un centinaio di famiglie si sono altamente turbate e protestano
apertamente per questo provvedimento che si dice prefettizio.
In data d’oggi, l’ordine scritto
specifica meglio e rincara la dose aggiungendo il divieto anche alla sera dei
giorni feriali.
Al malcontento della popolazione
vi aggiunge il suo il parroco di Azzate e tutti invochiamo da V.E. la
giustizia:
- Perché all’Asilo Infantile nei giorni festivi vi passano poche ore di svago non le donne, ma le bambine che frequentano le scuole e le iscritte alla GIL assistite dalla Suore e dalle loro sorelle maggiori. Nei giorni feriali vi si tiene una piccola scuola serale di lavori femminili di cucito per preparare alla famiglia le nostre giovinette.
- L’Asilo Infantile di Azzate è stato fondato una quarantina d’anni or sono dal parroco don Luigi Redaelli in mezzo alle difficoltà ed incomprensione del tempo, per raccogliere i bambini nei giorni feriali e servire di luogo d’istruzione e di svago per la gioventù femminile nei giorni festivi.
- Tale tenore di vita si è sempre tenuto dal 1890 attraverso a tutti i sistemi politici succedutisi al Governo nella nostra Patria.
Io sono certo che V.E. vorrà esaudire la supplica della
buona, laboriosa popolazione di Azzate e del suo Parroco evitando al
sottoscritto il ricorso al Consiglio di Stato perché venga riconosciuto un
diritto acquisito da più di un trentennio.
Il Parroco di Azzate sac. Angelo Cremona
1942 LETTERA MAGNI LUIGI
9 agosto 1942
Reverendo Parroco,
scusate se
vengo a voi con la presente.
Con molto dispiacere devo comunicarvi una dolorosa notizia
che in questi ultimi giorni ha colpito il nostro paese e a me in particolare
perché ne sono parente.
Si tratta della scomparsa del compaesano bersagliere Luigi
Ghiringhelli della Maccana, eroicamente caduto per la Patria.
La sua morte è avvenuta il mattino del 31 luglio a causa
bombardamento di mortai, in seguito a una grave ferita, di una scheggia che lo
colpì al torace.
Nella sua morte nulla ha sofferto, nessun soccorso e nessun
conforto ha potuto avere, perché la morte sua fu istantanea.
Subito raccolto, veniva portato a sepoltura nel Cimitero dei
bersaglieri il giorno stesso.
Di questo se ne occupava personalmente il Cappellano
Militare, anzi lui stesso ha detto che scriveva a casa e gli avrebbe mandato il
portafogli che teneva addosso.
Io finora della notizia a Voi solo ho comunicata, perché a
casa ancora mi pare troppo presto, vorrei che prima lo sapessero per
comunicazione ufficiale.
E poi anche finora non ho avuto tutta la forza e il coraggio
di far sapere si dolorosa notizia ai suoi e miei di casa.
Ho ritenuto più opportuno invece di averla fatta sapere a
Voi e sulla bontà vostra mi rivolgo, affinché come padre spirituale, abbiate a
portare un po’ di conforto a quella povera mamma, quando questa saprà di essere
stata privata dell’unico figlio, che chissà quale dolore e il quale modo lo
penserà.
Con questo non trovo altro da aggiungere. Il Signore
benedica ed accetti le nostre preghiere a suffragio dell’anima del povero
defunto, e dia forza di sopportare a quella povera donna tanto dolore.
Di nuovo chiedo scusa e ringrazio per quanto potete fare.
Con questa vi giunga inoltre gradito un mio saluto.
Vostro affezionatissimo Luigi Magni.
Il Signore vi benedica tutti.
Pag. 126
Comprano le armi e si danno alla fuga. Il tenente viene
fatto prigioniero. Si inalbera la bandiera rossa e per una decina di giorni si
mangia e beve; poi poco a poco ritorna tutto nel normale. Capi comunisti
moderati: Ugo Zanardo di daverio, prof. Brambilla sfollato di Milano.
2 SETTEMBRE 1945
Inaugurazione dell’Oratorio maschile S. Giuseppe.
Precedente e a preparazione della festa patronale e
inaugurazione dell’Oratorio, padre Giacomo, passionista (che già aveva tenuto
le SS. Quarantore nel precedente gennaio) tenne l’annunciata Settimana Sociale.
Eravamo d’accordo di usare il salone dell’Oratorio, poi
all’ultimo momento si decise di tenere la conferenza in chiesa alla sera ore
21. La folla che partecipava era molto attirata in particolare dalla parola
eloquente e rovente del frate che non risparmiava attacchi diretti contro il
Commissario, tanto che si arrivò alla sera del sabato ultima conferenza al
punto che due figuri stranieri domandarono la parola in chiesa. Padre Giacomo gliela
negò pregandoli avessero a passare in casa parrocchiale e fu tanta la
perorazione finale che il pubblico scattò in piedi battendo le mani.
Domenica 2 settembre, dopo la messa di mons. Prevosto di
Varese, la popolazione riempì il salone e monsignore benedisse e tenne il
discorso di occasione.
La processione si tenne alla sera alle ore 20.30 con il
giuramento anti classismo. Fuochi pirotecnici, cuccagna.
La serata di lunedì fu occupata nella prima rappresentazione
drammatica con splendido successo.
Pag. 127
CORRISPONDENZE SUL GIORNALE LUCE E DESCRITTIVA DELLA
GRANDIOSA FESTA PATRONALE E INAUGURAZIONE DELL’ORATORIO
“UN GIONO FELICE. Quando edificare il più modesto ricetto
sembra impresa folle, perché gli immani palazzi si sgretolano agli scoppi
possenti delle bombe; quando tutto d’attorno si manifesta doloroso il triste
frutto maturato dalla guerra – di una guerra mondiale fertile di distruzioni
materiali, di rovine spirituali, di odi nazionali ed intestini come quella
testé conclusasi su campi immensi fecondati di sangue – pacificamente,
lentamente, con ritmo sicuro, come avviene per le opere divine, nasce
l’Oratorio Maschile di Azzate.
E come germoglio che appartiene a Dio, per la gloria di Dio
si sviluppa, giganteggia, si compie e fruttifica.
Domenica 2 corrente, festa patronale di Maria Nascente,
sotto un cielo inconsutile di intenso turchino, la popolazione della Parrocchia
convenne, sfavillante di gioia, sul piazzaletto antistante il nuovo edificio,
ansiosa e tripudiante insieme che giungesse finalmente quel momento vagheggiato
come in un sogno di assistere alla benedizione del nuovo Oratorio.
Finché giunse il reverendissimo mons. Prevosto di Varese, il
quale amministrò il battesimo alla nuova casa di preghiera, di educazione e di
svago.
Oratorio S. Giuseppe: questo il suo nome di battesimo.
Perché S. Giuseppe aiutò il parroco nella titanica impresa, lo sostenne sotto
l’assillante peso delle responsabilità, ispirò tutti i fedeli, tutti i poveri a
sovvenzionare l’opera e ce ne ottenne insomma il compimento in sì breve tempo,
che una mente sperare era follia in quest’epoca densa di difficoltà. E S.
Giuseppe, il taumaturgo benigno, dall’alto del balcone assisteva alla
cerimonia, compiaciuto, sotto un nembo di fiori.
Si è detto però che questa indimenticabile data coincideva
volutamente con la festa patronale, sempre cara ai figlioli della Madre del
Cielo di cui quel giorno si celebrava la Natività. Riandare con la mente sulle
spirituali dolcezze provate è riaccostarci alla pura fonte di giogaia ed
assaporare ognora un poco, è rievocare fugaci ore di vera felicità, perché
anche quaggiù, per chi sa trovarla, v’è talvolta felicità. E nessuno dal cuore
sincero e puro direbbe il vero,se negasse di essere stato felice quando
partecipava – piccola unità fra un’incalcolabile insieme di altre unità – alla
divina mensa dell’alba, presso l’altare candido di luci, sfavillante d’argento,
sotto l’alito della Madonna parata a grande festa; quando assisteva rapito
dagli splendori del rito al pontificale Sacrificio celeste nel tardo mattino
con la bella liturgia che salta Colei che è Madre, Sposa e Figlia di Dio.
Nessuno direbbe il vero se negasse di essere stato felice quando la sera,
mentre a stento giungeva dai colli l’eco di tocchi armoniosi di campane in
preghiera, una processione imponente dalla chiesa lungo le vie del paese,
alternando osanna e preghiere al Dio Eucaristico. Seguire il Signore con fede
in Lui, con spasimo di amore per Lui, proclamato e riconosciuto Sovrano e Padre
amoroso, sotto un arco di stelle oranti, con un coro possente di voci
tripudianti, tra un turbinio di volute d’incenso, un luccichio ondeggiante di
ceri,nella penombra di faci multicolori ardenti lungo la via, era grande,
indicibile felicità.
Giunto al termine del trionfale cammino, l’Ostia candida
viene posata sull’altare di fortuna innalzato sul vasto piazzale del tempio,
che è lungo dall’essere capace di accogliere le migliaia di fedeli in procinto
di pronunciare il solenne giuramento anti blasfemo.
Padre Giacomo dei Passionisti di Caravate, in uno slancio di
travolgente oratoria che traboccava da un cuore ardente di amore, non meno che
concepita da una mente dottissima; lui che aveva magistralmente condotto la
settimana precedente un corso di predicazione su argomenti sociali, ottenendo
una partecipazione di fedeli come non si vide mai l’uguale,, seppe elettrizzare
una marea di folla, che, in un impeto di desiderio di perfezione e di
pace, gridò a Cristo presente il proprio
giuramento di indefettibile fedeltà, dichiarando guerra aperta ad ogni forma di
bestemmia.
IL SALONE PASSERINI
Perché questa denominazione? Il prof. Angelo Comolli nostro
concittadino trasferitosi ad Induco Olona, ha sposato la sua figlia all’ing.
Passerini il quale ebbe il figlio, laureando in ingegneria Bruno Passerini
fucilato dai Tedeschi perché preso sui monti coi partigiani. Per tutta la
famiglia fu una grande perdita, un grande dolore. Il nonno prof. Angelo Comolli
in memoria del nipote lasciò lire 50.000 per il nostro Oratorio e così noi a
riconoscenza si dedicò il salone al bravo, buono, intelligente giovane patriota
che militava nelle fila dei partigiani azzurri della democrazia Cristiana.
Pag. 128
FESTA DELLA MADONNINA 1945 ABBINATA ALLA FESTA DEI REDUCI
DALLA GUERRA E DALLA PRIGIONIA
La maggior parte dei nostri soldati che nel settembre 1945
si trovava in Grecia dopo l’89 settembre veniva internata in Germania. Dopo
stenti, patimenti e fame potranno ritornare e riprendere vita.
La loro riconoscenza alla madonnina la manifestarono ai
piedi della nostra Madonnina partecipando alla S. Messa e S. Comunione generale
nel Santuario.
Al pomeriggio poi con una processione devota i reduci
portarono dalla Parrocchiale al Santuario la Madonna attesa da una folla
immensa. Disse parole di circostanza il parroco, poi dopo la benedizione si
diede principio all’incanto delle offerte canestri.
La festa si chiudeva con una soddisfazione generale.
Da notare la ricostruzione di un angolo dei famosi (sic).
IL IV CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE DELLA CHIESA
PARROCCHIALE viene celebrato solennemente con discorso del molto reverendo don
Mario Pastorelli, parroco di Brunello.
1545 – 18 OTTOBRE – 1945: IV CENTENARIO DELLA CONSACRAZIONE
DELLA CHIESA
“Un centenario che non molte chiese possono vantare, è
quello celebrato giovedì dalla chiesa di Azzate la quale vide le sue origini
poco dopo il Mille e la sua consacrazione il 18 ottobre 1545 fatta da mons.
Melchiorre Crivelli vescovo di Tagaste in partibus infidelium.
La Chiesa di Azzate è una delle più antiche e più belle dei
dintorni per la sua struttura architettonica, per la sua decorazione e per i
quadri di famosi pittori che possiede. Basta ricordare la tela dell’Holbein…
I visitatori davanti a questo capolavoro strizzano l’occhio.
Ammiccano firma e data del famoso pittore tedesco e quasi increduli dicono:
“Come ha potuto venire ad Azzate una tela così meravigliosa?”.
La risposta: “ Solo le montagne rimangono al loro posto…”.
Domenica alla 10 S. Messa solenne con discorso
commemorativo.
Pag. 129
ANNO 1946
Le Sante Quarantore furono predicate dal prof. Don Peppino
Sormani del Collegio di Tradate. Non ebbe pari successo.
Fn dal 1939 aveva rinunciato alla carica di sagrestano per
acciacchi della vecchiaia,pur tuttavia era sempre fedele cantore in coro
nell’officiatura da morto e cristiano fervente e zelante.
Servì la chiesa per una ventina d’anni e certamente il
Signore l’avrà nella gloria sua.
Morto il 27 febbraio 1946.
POPOLARE FIGURA SCOMPARSA
Nelle prime ore di mercoledì 27 u.s. vinto dall’ultimo
attacco dell’inesorabile male che da anni minava la sua esistenza, decedeva
Enrico Giamberini, il ben conosciuto “Ricoeu”.
Chi fra gli Azzatesi e pur anco dei paesi viciniori, non lo
ricorda solerte infermiere al locale Ambulatorio e fedele sagrestano nella
Chiesa di Azzate? Sebbene già colpito da quel morbo che lo doveva portare
lentamente alla tomba, svolgeva pienamente tutte le sue mansioni, e quale non
fu il suo dolore quando impossibilitato a poter continuare, dovette ritirarsi
definitivamente. L’amore che portava alla sua chiesa era talmente sentito che
non tralasciava mai occasione in cui il male gli dava un po’ di tregua per
portarsi con grande fatica alla chiesa stessa a pregare.
L’ultima visita da lui compiuta fu appunto tre giorni prima
della sua scomparsa.
Ci associamo alle parole che il reverendo don Francesco
pronunciò prima che la bara fosse calata nella tomba: “Visse bene e morì per il
bene”.
Il nostro Enrico ha raggiunto ora il premio dei giusti! Ai
familiari le più sentite condoglianze.
2 GIUGNO 1946 – ELEZIONI DEO DEPUTATI ALLA COSTITUENTE
Il Partito democratico Cristiano ad Azzate va sul nascere.
Gli attivisti hanno lavorato: Tuttavia l’esito, sebbene inferiore agli altri
partiti, pure fu un’affermazione promettente.
(Non si trascrivono i risultati della consultazione).
Pag. 130
Nelle elezioni del 2 giugno 1946 fu indetto anche il
referendum intorno all’istituzione del Governo: se doveva continuare la Casa
Savoia oppure un regime repubblicano:
Una debole maggioranza rispose: repubblica e il Re Umberto II partì per il
Portogallo protestando per i brogli avvenuti nel referendum.
Un ringraziamento all’amico pittore signor Giuseppe Triacca
per aver preparato con amore campanilistico il disegno artistico che vedete in
copertina; al caro signor Gianfranco Mantovani che ha curato l’esecuzione del
cliché: alla Ditta presso cui egli lavora e che ha concesso il cliché a
completo beneficio del nostro Bollettino: a tutte queste buone persone il
ringraziamento più sentito.
GESU’ BAMBINO ALL’ASILO
E’ usanza che a Natale in onore di Gesù Bambino i buoni si
ricordini dei bimbi. Chi ci vede del male? Anzi… Costoro già dall’anno scorso
avevano posto una condizione, mi pare, un po’ avvilente “i bambini devono
venire al Circolo a ritirare il pacchetto| e i bambini innocenti sono andati.
Quest’anno è stata ripetuta l’antifona, alla quale il
Parroco vi aggiunse il responsorio: “ E’ sempre stata regola di buona
educazione che il donatore portasse il dono in casa del beneficato”. Nella
storia dei magi si legge infatti: “et intrates domum obtulerunt Domino aurum
thus et myrrom” (e entrando nella casa offrirono al Signore oro, incenso e
mirra”.
Vedi la consuetudine di tutti i benefattori che sempre vanno
all’Asilo a dare i loro doni.
Altro esempio palmare: le nostre Conference di S. Vincenzo
fanno pervenire i soccorsi agli assistiti direttamente nelle loro abitazioni.
E’ cosa che vien da sé, naturale, legittima.
Al responsorio del Parroco è volata per aria una minaccia di
gravi conseguenze. Per definire la questione si interpella il Sindaco
imparziale, in questa occasione, dimostratosi però parziale. Si risolve così:
pro bono pacis quest’anno 1946 i bimbi vanno al Circolo a prendere il
pacchetto-regalo.
Speriamo che negli anni prossimi prevalga il buon senso
perché è giusto, naturale che i benefattori portino i loro doni all’Asilo e non
facciano peregrinare come… questuanti i bimbi di Azzate.
IN MARGINE ALLA BENDIZIONE DELLE CASE
Durante il periodo della benedizione della case, su un tavolo
del Circolo faceva bella mostra di sé un bigliettone rosato da 500 lire che
doveva servire di compenso (?) al Parroco per la benedizione natalizia. Se era
un’offerta per la chiesa sapevano dove si poteva mandare, ma se era un
allettativi per lusingare, non è valsa.
I nostri uomini che frequentano il Circolo per bere un
bicchiere di vino e discutere d’affari, sanno che il Parroco per il passato ha
sempre benedetto il Circolo e il Salone del Teatro; è solamente dall’anno
scorso che per disposizione superiore il Parroco va il suo dovere passando
oltre.
E’ inutile che si vada dicendo che il Circolo è una
cosa e la sala da ballo è un’altra; sono
talmente unite che non si possono sdoppiare.
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ANNO 1947 – Finalmente a Parigi viene formato dalle
prepotenza avversaria Stati Uniti, Inghilterra, Russia, Francia e altri stati
il nostro trattato (capestro) di pace.
LUNEDI’ 10 FEBBRAIO 1947 – FIRMA DEL TRATTATO DI PACE
Dalle ore 11 alle ore 11.30 l’Italia si è raccolta in un
austero silenzio per esprimere il suo dolore per l’ingiusta pace. Eccone i
termini: L’Italia cede alla Francia un territorio di 770,6 Kmq. Con 5.500
abitanti, e alla Jugoslavia 7.400 Kmq. Con 503.000 abitanti; perde con lo stato
libero di Trieste altri 780 Kmq. Con 335.000 abitanti. Degli abitanti dei
territori ceduti alla Jugoslavia e di quelli dello stato libero di Trieste sono
italiani 447.000
Perde con la Libia 1.759.540 Kmq. Con 817.376 abitanti; con
l’Eritrea 119.472 Kmq. E 600.573 abitanti; con la Somalia italiana 506.573 Kmq.
E 1.021.572 abitanti: con le isole dell’Egeo 2.681,6 Kmq. Con 122.402 abitanti;
con l’Isola di Saseno (abitata solo da militari della Marina) 5,6 Kmq.; con la
Concessione di Tientsin, in Cina, 1-2 Kmq. Con 24.636 abitanti.
L’esercito, comprese le guardie di frontiera, viene limitato
a 185.000 uomini. In tutto ed a 65.000 carabinieri; il numero dei carri armati
pesanti e medi non potrà superare i 200. Gli effettivi dell’aviazione sono
limitati a 25.000 uomini in tutto, quello degli apparecchi a 200 da
combattimento e da ricognizione e a 150
da trasporto, istruzione, ecc. Sono vietati i bombardamenti. Gli effettivi
della Marina, non dovranno superare i 25.000 tra ufficiali e uomini.
Conserveranno 2 corazzate, 4 incrociatori, 4 caccia, 16 torpediniere, 62 tra
corvette, dragamine, vedette, 64 fra navi petroliere cisterne e rimorchiatori,
1 nave scuola ed una decina per servizi tecnici. L’Italia per contro cede 3
corazzate, 5 incrociatori, 7 caccia, 6 torpediniere, 8 sommergibili e 140 navi
diverse ed ausiliarie.
L’Italia deve pagare a titolo di riparazioni100 milioni di
dollari americani all’Unione Sovietica: unica tra i “bigs four” che fruiscono
della nostra miseria; 5 milioni all’Albania, 25 milioni all’Etiopia, 105
milioni alla Grecia e 125 milioni alla Jugoslavia.
Tutte queste riparazioni saranno pagate, in gran parte, con
lavoro delle nostre fabbriche.
UN PORTICO
Quante critiche, biasimi, censure, rimproveri, per un …
portico! E’ una stonatura, una deturpazione dell’Oratorio.
Miei cari critici sono con voi: avete tutte le ragioni del
mondo; ma vi sembra possibile che il Parroco spenda circa 100.000 lire per
deturpare la facciata dell’Oratorio? Non si può neppure immaginare; il fatto
che i nostri ragazzi, che numerosi frequentano l’Oratorio, avevano bisogni di
un riparo, di un rifugio: costruirlo di sana pianta là in cortile o dove era meglio
indicato, avrebbe incontrato una spesa doppia e per il momento ne abbiamo spesi
di soldi!
Ma mi sembra di sentire una voce che mi sussurra
all’orecchio: “adelante, Pedro, (parroco) cum sudicio – con giudizio…. A meno
che mi aiutate con offerte più valide” e allora si fa in fretta a togliere la
deturpazione e a far ritornare l’estetica del nostro Oratorio.
MAGGIO – CONGRESSO MARIANO A BUSTO ARSIZIO
Accompagnati dal coadiutore nella giornata di giovedì
parteciparono un bel gruppo di bambini, dal parroco nella giornata di domenica
una ottantina di parrocchiani con bandiera di Azione Cattolica. Venne da Milano
a Busto la statura della Madonna Pellegrina.
CONGRESSO MARIANO
“Giovedì festa dei bambini, un bel gruppo di fanciulli
accompagnati da don Francesco e dai parenti parteciparono al grandioso
Congresso di Busto Arsizio. Domenica poi circa un centinaio di adulti sotto la
guida del signor Parroco presero parte con tanto entusiasmo e tanta fede
all’apoteosi di Maria Santissima.
I Congressi sono sempre un risveglio di fede non solo per le
città dove vengono svolti, ma per tutti i cristiani che sentono di vivere e far
vivere la loro fede. Di qui la necessità di sentirle e di viverle queste feste
e di cooperare con tutte le nostre forze per la gloria di Dio e della mamma
Divina.
E’ incominciatoli pellegrinaggio di Maria – arriverà anche
da noi la Mamma con le sue grazie, col suo materno sorriso – colla sua pace.
Prepariamoci fin d’ora a riceverla meno indegnamente possibile, e Lei
certamente non ci sarà avara delle sue grazie e delle sue benedizioni.
PELLEGRINAGGIO
Al 22 giugno un forte gruppo di Azzatesi prese parte ad un
devoto pellegrinaggio a Varallo. Malgrado l’acqua che non li volle risparmiare,
tornarono tutti con tanta letizia nel cuore dopo aver passato una magnifica
giornata di ristoro spirituale e fisico.
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PELLEGRINAGGIO PADOVA-VENEZIA
Anche questa data, ferragosto, come tante altre, così belle,
è passata. Ci ha lasciati però un così dolce ricordo che non sarà facile
dimenticare. Siam partiti con tanta gioia nel cuore e siam tornati con
altrettanta serenità.
PEREGRINATIO MARIAE
La madonna Pellegrina ad Azzate dal 21 novembre venerdì sera
al 23 novembre 1947.
La madonna pellegrina arriva alla sera del venerdì 21 da
Daverio alle ore 21.30
Accolta al Mulino da una folla con fiaccole l’accompagnano
ad Azzate passando dal Castello illuminato e parato e apparati splendidi.
In chiesa entrano gli uomini e alle ore 24 dopo messa e
comunione fa la veglia un gruppo.
Sabato vedi orario programma.
Sabato notte veglia donne.
Domenica sera grande processione dalla chiesa fino Piazza
Cairoli, Via Cesare Battisti, Via Piave, poi salita al monte S. Quirico dove i
brunellesi aspettano e accompagnano alla loro chiesa.
I missionari che l’accompagnavano erano i Padri Monfortiani.
Viva Maria!
COLONIA ESTIVA PER OPETA DEL COADIUTORE DON FRANCESCO
RATTAGGI
“Una calma insolita si nota passando per le vie del nostro
paese in questi giorni. Dove sono i nostri bambini? Parecchi li abbiamo visti
partire felici per il mare e per i monti in cerca di riposo e di salute.
Sappiamo che stanno tutti bene e fisicamente e spiritualmente. Siano tranquille
dunque le mamme perché altre mamme buone e pazienti le van sostituendo in
questi giorni nella cura, maternamente gelose dei loro piccoli.
Un cinguettio insolito invece nota chi passa accanto al
recinto del Municipio. Che c’è? Sono i bambini – più di centotrenta – della
Colonia Elioterapica che da mane a sera giocano, cantano, pregano, mangiano e
si curano, sotto l’occhio vigile ed amoroso di coloro che li assistono collo
stesso amore di colui che disse un giorno: “Lasciate che i pargoli vengano a
me”. Noi non vogliamo qui tessere gli elogi, ci sentiamo però in dovere di
ringraziare tutti, dal Pontefice Sommo che pensa ai nostri bimbi, fin giù ai
sacerdoti, al Sindaci, al medico, alle reverende Suore, alle Assistenti e a
tutti i buoni che vorranno concorrere ad aiutare quest’opera buona. Il Signore
ricompensi e benedica tutti.
NOZZE SOLENNI del figlio del Ven.. Ludovico dott. Necchi.
Due matrimoni sontuosi si sono celebrati nella nostra
Parrocchia nei giorni 25 e 26 settembre.
Il 25. in casa Castellani nella loro Cappella privata, per
l’occasione rimessa a nuovo e benedetta, si unirono in matrimonio il nob.
Giancarlo Necchi Della Silva con la signorina Marisa Parenti.
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ANNO 1948
L’anno nuovo si è aperto con le Sante Quarantore che sono
passate quiete, tranquille, in un clima dolce sottolo sguardo di Gesù
Eucaristico che nel silenzio del tempietto marmoreo, benediceva i suoi figli
devoti.
Il predicatore don Giovanni Martinelli, laureando
all’Università Cattolica di Milano, con parola incisiva, e facili ragionamenti
ci ha elevati nelle sfere spirituali di Dio e dell’anima. Nel complesso ha
detto a tutti che “la scienza unita alla fede porta a Dio”. Non dimentichiamoci
del gran monito “Approfonditevi nella conoscenza della vostra Religione”.
IL 16 GENNAIO 1948 MUORE IL PREVOSTO DI VARESE
Monsignor Alessandro Proserpio fu il vero Buon Pastore! Alla
sua morte piansero i poveri, perché morì povero. Svolse il suo ministero
specialmente in confessionale dove quotidianamente passava molte ore. Umile con
tutti, oratore, tuonava dal pulpito contro i disordini, la moda invereconda.
Scomparse dopo brevi giorni di malattia consumato dalla fatica apostolica.
Succede a lui monsignor Giuseppe Schiavini, penitenziere
maggiore del Duomo di Milano.
ELEZIONI
Furono preparate con conferenze, adunanze con ore di
adorazione e furono un trionfo della Democrazia Cristiana.
Una maggioranza schiacciante anche ad Azzate il Fronte
Popolare fu battuto e il Sindaco come protesta d’aver perso diede le dimissioni
e per 15 giorni non andò più in ufficio comunale. Il Prefetto respinse le
dimissioni e ……. Della figuraccia ritornò sul cadreghino.
La propaganda democrazia Cristiana fu davvero spietata e i
comitati civili salvarono l’Italia dal dominio bolscevico- russo.
Gratis agimus
tibi Deus!
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Prepariamoci a ricevere il Pastore della Diocesi, il nostro
cardinale Arcivescovo che verrà il 26 aprile a far la Visita Pastorale e nel
contempo impartirà la S, Cresima ai nostri bambini. Il 27 aprile alle ore
5.30celebrerà nella nostra chiesa. E’ già la quarta volta che viene in mezzo a
noi, facciamogli una accoglienza entusiastica. La merita perché è un santo. Saremo
tutti presenti nel pomeriggio del 26 aprile e grideremo di cuore: Viva il
cardinal Schuster, Viva il nostro santo Arcivescovo!
Sarà la risposta che noi daremo ai cattivi che in questi
giorni lo hanno ingiuriato tanto, Dio benedica tutti. Buona Pasqua!
VISITA PASTORALE 26-27 APRILE 1948
Cresime n. 101.
Fu otto giorni dopo le elezioni: noi contenti per aver vinto
le elezioni, il cardinale felice perché
la nostra Patria era riuscita a superare il grande pericolo che incombeva su
tutta l’Europa.
Fu cordiale, paterna e tratteneva a tavola con intimità,
visitò l’Oratorio, il Collegio dell’Addolorata e ripartì al mattino molto
soddisfatto.
Al ricevimento brillava per la sua assenza il Sindaco
Magister per le dimissioni date in seguito all’insuccesso delle elezioni.
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AZZATE fu il paese – primo di tutto il Varesotto – a cui
vennero restituite le campane, merito del parroco che poté 8attraverso
suggerimento di monsignor Maini, avvocato curiale) far pervenire una
sollecitazione a Roma. Si risparmiò un milione e più – se l’assegnazione fosse
stata a giro regolare.
NUOVE CAMPANE
“Dopo la distribuzione della busta “Pro campane” è giusto,
doveroso che attraverso al Bollettino Parrocchiale faccia giungere a tutte le
famiglie offerenti la mia soddisfazione per la generosa corrispondenza
dimostrata e il mio sentito ringraziamento per il sacrificio fatto anche da chi
ha limitata la sua offerta ad una piccola somma.
Ho compreso dal linguaggio di qualche buona connetta che
alcuni si sentono quasi confusi perché non hanno potuto offrire niente; costoro
stiano di buon animo! So che il loro cuore avrebbe voluto dare… molto, ma al
desiderio era inadeguata la possibilità
Il Signore che apprezza e ricompensa il piccolo bolo della
vedova, premierà anche le buone intenzioni del povero.
Le campane vogliono salire “nuove fiammanti” sul nostro bel
campanile e quella Divina provvidenza che ci ha aiutati a costruire l’Oratorio
in tempo di guerra, non verrà meno anche per il concerto campanario della
nostra chiesa”.
La Ditta Barigozzi di Milano ci diede un magnifico concerto.
Venne preferita alla Ditta Bianchi di Varese: 1° perché la Ditta Bianchi fu
quella che si prestò un po’ volentieri a portar via le vecchie; 2° la ditta
milanese dava maggior affidamento.
Se un’altra guerra sarà scongiurata dal disarmo, le nostre
campane avranno la durata di un secolo e più.
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IL CAMPANONE SALE ALLA CELLA CAMPANARIA
Il carro con bue di Tomaso Tibiletti (Cidin) trasporta il
campanone dall’Oratorio al piede del campanile.
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1949. La missione dei Padri di S. Vincenzo: padre superiore,
padre Valentino Zanin, oratore, zelante, instancabile.
Padre Luigi Dusio, giovane, faceva le istruzioni.
Ebbero un esito lusinghiero, frequentato anche da prediche
mattutine, tempo felice e favorevole.
“le utltime missioni sono state tenute dai Padri Missionari
di Rho in novembre dell’anno 1936. Sono più di dodici anni, ma il ricordo di
quei giorni è ancora vivo nel cuori di tutti gli Azzatesi: la nostra
parrocchia narra che la settimana degli
uomini fu una rivelazione, la chiesa era talmente zeppa che si andava dicendo:
sono uomini e giovani di Azzate? Quello che avvenne allora di auguro, lo sento,
avverrà anche prossimamente perché l’anima degli uomini e delle donne del 1936
sitibonda di verità, lo è ancora maggiormente nel 1949 quando i problemi
spirituali, morali e sociali sono più palpitanti di allora.
Quando ci saranno? La data è fissata dal 27 marzo al 10
aprile, quindici giorni per tutti: uomini e donne. Ma come potranno entrare
tutti nella chiesa che è piccola? I Missionari sanno far miracoli e vedrete se
non è vero.
Chi soni i Missionari? Non sono di Rho, perché ad aspettare
quelli le Missioni si sarebbero dovute trasportare due anni; i Missionari che
predicheranno sono chiamati Lazzaristi perché hanno la casa madre a Parigi
detta di S. Lazzaro, però verranno da Como dove risiedono da molti anni.
Da qualunque città vengano, noi li accoglieremo come inviati
di Dio, araldi della verità, ministri di Cristo per aiutarci a salvare le anime
nostre, dico anime nostre perché sono sicuro che se trarrete profitto da questa
santa Missione, avrò fatto un bel passo nel salvare l’anima mia.
Il Signore ci benedica tutti.
Il vostro Prevosto.
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L’ANNO SANTO 1950 ha visto a Roma tanti pellegrini della
parrocchia di Azzate.
Un gruppo di 25 accompagnati dal parroco, dopo l’acquisto
del Giubileo, di ritorno si fermano a Firenze e tornano contenti del ben
compiuto e della gioia goduta nel vedere tante belle chiese e cose.
La Ditta Maino ha facilitato il viaggio a Roma con 100
pellegrini con un forte aiuto-contributo accompagnati dal padre lega dei
gesuiti, cappellano degli Stabilimenti
Maino.
Il papa Pio XII è sempre stato la meta di tutti: vederlo e
sentire la sua parola di vita.
NUOVO OSTENSORIO
In questo anno santo venne lanciata l’idea di raccogliere
oro e argento per un nuovo ostensorio artistico e pregiato per la materia, a
sostituire quello di bronzo dorato stile gotico.
Il modello in cera venne approntato dagli artisti Fratelli
Rossi di Como, l’uno pittore e l’altro scultore. Dopo alcune modifiche
suggerite dal parroco locale e dal Prevosto di Cucciago, don Luciano Brambilla,
amico del parroco (don Luciano, animo di artista e ispiratore dell’albero della
vita che ci ha dato il “frutto salutifero”) venne eseguito dal cesellatore
Perini di Cucciago e composito dall’artigiano artista signor Mezzanino in Via
S. Sofia. Spesa lire 275.000
Venne fuso un ostensorio d’argento, classico, simile a
quello che si usa tutti i giorni.
Il giudizio intorno al lavoro è stato piuttosto sfavorevole,
perché un po’ pesante nello stile e nel peso. Però è un lavoro artistico e
fuori dal comune e sarà un bel ricordo dell’Anno Santo 1950.
COMPERA DELLA CASA ADDOSSATA ALL’ABSIDE DELLA CHIESA E
CASERMA.
Venduta dal parroco Baggioli per dissesto finanziario
(rovina dell’Asilo) era di sua proprietà, venne acquistato dal comm. Introini,
allora Sindaco, a lire 38.000 circa
Ora il Parroco la compera a lire 3.750.00 e fu
provvidenziale per l’avvenire della chiesa; per affrontare tale spesa si è
lanciato un prestito che ha dato esito – al 4% e così alla fine dell’anno si è
firmato l’istrumento. Figura donazione per evitare le spese di trapasso. Il
notaio Zafferri ha riconosciuto questa forma, perché la Chiesa non acquista ma
alla Chiesa si dona.
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ANNO DELLA PREPOSITURA
Quello che forse avevano sognato parecchi parroci miei
predecessori è capitato a me, senza averlo mai pensato. Lo pensò il Prevosto di
Varese mons. Giuseppe Schiavini, per alleggerire la mole del Vicariato di Varese
e ne fece proposta la cardinal Schuster, il quale confessava di essere
contrario a cambiare le cose antiche, ma così voleva il Prevosto di Varese.
Così venne il decreto il 1° giugno e si fece una bella festa
il 24 giugno (domenica).
Sabato il giovane Prevosto accompagnato dal vecchio – mons.
Schiavini – veniva ricevuto alla stazione dal clero e popolo, poi il Prevosto
di Varese sul pulpito presentava il novello Prevosto con parole belle e
appropriate e il giorno dopo il canto della messa solenne. Don Carlo Vanoni,
azzatese, teneva il discorso e al pomeriggio processione.
Il vicariato comprende: Brunello, Buguggiate. Daverio,
Bodio, Lomnago, Galliate, Crosio della Valle.
Per le offerta raccolte lire 632.000 (vedi registro a parte
e album foto).
ELEZIONI AMMINISTRATIVE
Ancora per la seconda volta avranno l’amministrazione
comunale i social comunisti con sindaco il signor Giuseppe Magister, per colpa
di Buguggiate (frazione). Il centro p democristiano. Pazienza. Dal sindaco, già
nella precedente amministrazione 1946-1951, non ci si può lamentare, certamente
… che tiene di loro.
CASE NUOVE
Anni or sono nel salone Passerini il ministro Fanfani
illustrava agli Azzatesi il suo disegno di legge per dare case agli operai.
Sentendolo descrivere dalla sua viva voce mi parve bello, ma assai lontano
nell’attuazione. E tale era anche l’opinione pubblica come ebbe a dire quella
sera il ministro stesso quando dispiegava sotto gli occhi degli ascoltatori il
giornale “Candido” dove il suo disegno legge era rappresentato con fine ironia
da una vignetta in prima pagina: l’enorme fabbricato (piano Fanfani) al fianco
di questo una cascina come la cuccia di un cane (attuazione dell’anno).
Paruriunt monte set nascitur ridiculs mus (Partoriscono i monti e ne nasce un
disprezzabile topolino9.
Questo per la storia, ma per Azzate il piano Fanfani ga dato
a 12 famiglie la casa nuova.
La burocrazia non è venuta meno; da sei mesi gli
appartamenti erano terminati e finiti e solamente sabato vennero aperti agli
assegnatari: 10 famiglie di Azzate, una di Daverio e una di Buguggiate.
Alla consegna delle chiavi erano presenti il direttore
signor cerini, un delegato dell’INNA CASE di Varese, il signor Cocchi
rappresentante l’ingegner progettista Secchi della direzione generale del
Cotonificio Maino.
Il reverendo signor Prevosto procedette alla benedizione dei
nuovi locali: non occorre dirlo che sono veramente belli, accoglienti, dotati
di tutte le attrezzature moderne.
Coloro che hanno tanto sofferto in ambienti stretti, bassi,
pericolanti ora hanno allargato i polmoni e hanno detto di tutto cuore: “Deo
gratias! Finalmente abbiamo una casa” e dopo Dio un pensiero di riconoscenza
anche al buon on Fanfani che ad Azzate ha lasciato di sé un caro ricordo.
Delle altre case nuove parleremo nel prossimo numero”.
“I due gruppi di fabbricati inaugurati la scorsa settimana
vengono denominati “Case della Maino” perché come si sa, furono costruiti con i
contributi INA CASA dei dipendenti e della direzione dello Stabilimento Maino.
Gli operai riconoscenti alla Direzione, fanno voti che si
dia mano al più presto alla costruzione anche degli altri due complessi di
abitazioni.
In aggiunta la Piano di ricostruzione Fanfani si è
affiancata, a risolvere il grave problema della crisi degli alloggi,
l’iniziativa privata. Siamo lieti quindi di passare in rapida rassegna le
costruzioni sorte in questi ultimi tempi.
Giungendo da Varese sulla strada provinciale, appena varcato
il confine della parrocchia, troviamo alla destra una casa costruita sin dalla
passata primavera. Gli artefici sono i Fratelli Broggini, muratori che prestano
la loro opera stagionale in Svizzera e che in due anni, durante la sosta
invernale sono riusciti a fabbricare la propria casa; all’esterno è ancora
rustica, ma fra non molto avrà la sua decorosa intonacatura.
Volgendo lo sguardo a sinistra, su di un poggetto, si
scorgono due ville gemelle costruite dalla Ditta Olivarez-Calca.
Una è del nostro segretario comunale e l’altra diverrà
l’abitazione del medico-veterinario, vincitore del concorso consorziale.
Proseguendo il cammino, dopo le ville Bertoloni e del cav.
Belli, quasi sul limite della provinciale, ci troviamo davanti ad una casa
linda, civettuola, con una grande vetrina, dove ben disposti, fanno mostra
tagli d’abiti chic: è del sarto signor Egidio Broggi che ha pure un rinomato
laboratorio di sartoria. Due passi dopo, ecco una casina nata in pochi mesi,
come d’incanto, e quasi alla fine: è di un operaio. Il signor Giovanni Parise
il quale con i suoi risparmi ha rimediato alla deficienza di abitazioni.
Ancora due passi e ci troviamo di fronte ad un villino
rialzato col piano superiore, carino: con ferrazzine girate, grondaie sagomate,
finestre inquadrate e ordinate di fini tendaggi; è la casa nuova del nostro
buon Gerolamo Nicora. Oh! Chi non conosce questo buon cristiano, fedele
confratello e per di più. Già cieco da parecchi anni? Poi per grazia di Dio e
di un abile oculista poté rivedere la luce. Santa Lucia gli conservi la vista e
il signore gli dia tanti anni di vegeta età e godimento della sua casetta!
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1952 – LA PARTENZA DI DON PIERO NICORA
L’imbianchino Pino Nicora del Basilio di Vegonno nel 1936
era partito per Penargo Salesiani, vocazione tardiva. Nel 1938, vestito l’abito
talare, era stato inviato in Patagonia per compiere gli studi. Nel 1950 era
stato ordinato sacerdote. Ritornato in Azzate per visitare la mamma verso
Natale 1951. Poi, dopo aver predicato le Sante Quarantore e adunato in
parrocchia, tornava in Argentina.
“I tre mesi di permanenza del nostro missionario se per lui
furono un baleno, per noi furono un sogno troppo presto svanito. Domenica
nell’ascoltare l’addio di don Piero ai suoi parrocchiani, al suo paesello
natio, si sentiva che il suo animo era profondamente commosso.
Il reverendo signor direttore del Collegio salesiano di
Varese come già era venuto a porgere il benvenuto al confratello missionario
così domenica scorsa gli volle dare l’addio accompagnandolo coll’augurio suo e
di tutta la popolazione che in quel momento stipava la chiesa. Lunedì per tempo
accompagnato da uno stuolo di parenti e amici partì alla volta di Torino.
Celebrava la S. Messa di commiato all’altare della Madonna di don Bosco, poi
tutta la comitiva partiva verso Castelnuovo, fino ai becchi dove don Bosco
passò i suoi anni d’infanzia.
Al pomeriggio partenza per Genova dove nel porto si doveva
profilarsi la grande mole della “Giulio Cesare” in partenza per l’America.
Gli addii e gli arrivederci insieme alla promessa di un
ricordo vicendevole nelle preghiere e poi il distacco. Ora don Piero è
sull’oceano, verso la meta”
E’ MORTA LA MAMMA DEL PREVOSTO
“Quindici giorni or sono leggevamo su questo giornale sette
funerali ad Azzate.
Dobbiamo dolorosamente constatare che l’elenco funebre segna
altri nomi cari: Giuseppe Colli, fratello di don Giacomo.
Vincenzo Brambilla che lascia la moglie con due figlioletti
in giovane età.
Ed il 14 febbraio, mentre don Francesco ricordava il quinto
anniversario della morte del padre, è stata la mamma del reverendissimo signor
Prevosto, Giuseppina Bambelli vedova Cremona, nonna del paese, a lasciarci.
Nata nel 1861, ha trascorso la sua laboriosa giornata
crescendo a Dio e alla Patria otto figli, esempio a tutti di virtù.
Rimasta vedova nel 1911 con i figli in giovane età, tutti li
educava cristianamente. Nel 1917 aveva il dolore di perdere il figlio Riccardo,
che cadeva nel compimento del proprio dovere.
Nel 1924 il suo don Angelo saliva l’altare: ella lo
accompagnava poi nel suo ministero sacerdotale come coadiutore a Cambiago e
come parroco e prevosto ad Azzate.
Sabato si sono svolte le solenni onoranze funebri, colla
partecipazione delle Associazioni e Confraternite.
Tutta la parrocchia è spiritualmente unita all’amato
Prevosto in questa dolorosa circostanza e prega l’eterna requie per l’amata
estinta.
In memoria di Vincenzo Brambilla i suoi coscritti hanno
elargito lire 2.500 all’Asilo e lire 1.000 per l’Istituto dell’Addolorata.
NELLA RICORRENZA DELL FESTA PATRONALE
XXV DI SACERDOZIO DEL CONTITTADINO DON CARLO VANONI
Il proverbiale “non c’è il due senza il tre” trova conferma
anche negli avvenimenti religiosi della nostra Parrocchia. La tradizionale
festa patronale della Madonna, due anni fa, aveva segnata la concomitanza della
celebrazione del XXV di S. Messa dell’allora parroco don Angelo Cremona. Lo scorso
anno veniva solennizzato dalla elevazione della nostra Parrocchia a Prepositura
e dalla nomina del parroco a Prevosto Vicario Foraneo.
Quest’anno non poteva mancare il terzo avvenimento
distintivo: ecco che infatti il nostro concittadino don Carlo Vanoni proprio in
quel giorno, tornerà alla sua Azzate per celebrare la sua Messa d0argento, su
quell’altare che lo vide novello levita 25 anni or sono.
Fu infatti nel 1927 che, ordinato sacerdote dal defunto
cardinal Tosi, il nostro don Carlo offriva il suo primo sacrificio nella sua
bella parrocchiale, circondato da parenti e amici, parecchi dei quali ora
riposano nella quiete del camposanto.
Eì con animo commosso che gli Azzatesi si accingono a
celebrare festosamente il primo giubileo di questo loro amato concittadino. Pur
annoverando Azzate molti suoi figli preti non credo di errare dicendo che è a
don Vanoni ch’essa si sente più legata da vincoli di cristiano affetto e di
conoscenza.
Già la destinazione al suo campo di lavoro aveva suscitato
compiacimento ed ammirazione per lui.
Ego infatti, ancor diacono, aveva avuto per motivi di salute
compiere una sosta nell’interminabile corso degli studi.
Inviato a ritemprare le forze nell’Opera della madonnina del
Grappa a Sestri levante, incontrava quell’anima santa di padre Mauri che poco a
poco, sicuro di compiere un ottimo acquisto, persuadeva il giovane ordinando
nella grandiosa Opera ancora agli albori. E così infatti avveniva. Don Carlo,
l’uomo dello spirito e della predicazione, diveniva il direttore spirituale, il
forgiatore delle anime, delle vaste schiere di alunni che si succedevano nel
Collegio della Madonnina.
La sua attività gli permetteva frequenti visite fra noi. Ed
è appunto ai suoi ritorni che è un accorrere per ascoltare la sua preziosa
parola nelle predicazioni.
Ecco perché la celebrazione di domenica si può giù sin d’ora
definire una spontanea e sentita manifestazione di popolo verso questo suo
degno figlio.
Tutta Azzate, caro don Carlo, in quel fausto giorno le sarà
vicina, come lei per tutti noi. La ricorderemo nelle nostre preghiere per tutte
le sue necessità, specie per quelle della sua Opera che sta attraversando
giorni difficili.
Auguri don Carlo, ad multos annos.
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LA NUOVA GROTTA DI LOURDES
Opera eseguita per iniziativa della Superiore dell’Asilo
suor Giulia Casiraghi del Prezioso Sangue.
“Una grotta nuova di Lourdes si inaugurerà domenica 7 c.m.
nel nostro Asilo. Si realizza così il desiderio di un simbolo di fede nel luogo
dove i bambini sono educati dalla pazienza delle reverende Suore e le giovani
si ritrovano ogni giorno festivo per ricrearsi e formarsi bene.
Il reverendissimo signor Prevosto benedirà nella chiesa
prepositurale dopo le funzioni pomeridiane la statua della Madonna Immacolata
ed i fedeli la porteranno processionalmente all’Asilo. Un discorso metterà in
rilievo il valore spirituale della buona iniziativa sorretta dalle reverende
Suore, dalle oratoriale e dalla popolazione tutta. La bella madonna prenderà
posto nella nicchia preparata con tanto amore e dal quel trono guarderà con
sguardo materno all’Asilo ed alla parrocchia.
La S. Bernardetta inginocchiata ai suoi piedi, rappresenterà
noi che, pur pieni di difetti e di
debolezze, alla Madonna vogliamo tanto bene.
L’illuminazione studiata con gusto contribuirà a dare risalto
alla costruzione ed in particolare alla Beata Vergine.
Osservando l’insieme della grotta si deve notare l’abilità
di coloro che vi hanno contribuito: dalla cancellata, all’illuminazione,
all’acqua che scorre ai piedi della Madonna.
LA MORTE DEL PARROCO DI GALLIATE
“Lunedì sera alle ore 17 è spirato nel bacio del Crocefisso
il nostro amato parroco sacerdote don Angelo Guatta di anni 75.
Fu coadiutore a Laveno e venne nel 1927 a Galliate dove per
25 anni svolse il santo ministero fra noi.
Gli ultimi suoi anni furono un patire continuo. Ammalato di
asma e di cuore, offriva continuamente le sue sofferenze a Dio per i suoi
parrocchiani.
I funerali si svolsero nella mattinata di mercoledì.
Funzionava il Vicario Foraneo di Azzate assistito dai sacerdoti del Vicariato e
da molti sacerdoti venuti dalle Pievi di Varese e di Besozzo. Abbiamo notato
con piacere la presenza del Prevosto di Varese mons. Giuseppe Schiavini . Dopo
la messa esequiale il Prevosto di Azzate ricordò a tutti i Galliatesi il bene
fatto dal nostro parroco in cinque lustri di permanenza in mezzo al suo gregge.
In memoria aeterna erit
justus.
La sua memoria sarà perenne per i Galliatesi i quali lo
ricorderanno nei suffragi e nelle visite al cimitero; ed egli dal cielo
continuerà la sua preghiera per noi”.
A don Angelo Guatta succede il molto reverendo sacerdote don
Aldo Gessaga coadiutore nella parrocchia di Greco (Milano).
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ANNO 1953
STAZIONE TERMO-PLUVIOMETRICA
“L’Ufficio Idrografico del Po – per le osservazioni della
temperatura massima e minima e della precipitazione atmosferica – alle
dipendenze del Ministero dei Lavori Pubblici, sin dal 1901 ha una stazione
termo-pluviometrica in Azzate alla cui direzione fu preposto il nostro
farmacista dott. Girelli.
Ora, non potendo il dottor Girelli continuare per le sue
condizioni di salute, l’Ufficio Idrografico ha deciso di portare detta stazione
presso la casa parrocchiale affidando al Prevosto locale l’ufficio di
osservatore.
Il direttore dell’Ufficio idrografico – Sezione di Milano –
ringrazia il dottor Rodolfo Girelli per l’opera precisa, disinteressata
prestata per mezzo secolo, dando cos’ alla Stazione Osservatorio di Azzate un
ruolo di grande importanza assai apprezzato per l’Idrografico della pianura
padana”.
GIOVEDI’ SANTO
“Alle ore 20, dopo la visita al Santo Sepolcro, nella nostra
chiesa si ripeterà la cerimonia della “Lavanda dei piedi”.
Dodici piccoli dell’Asilo, con la veste bianca, la cintola
rossa, disposti in bell’ordine sui gradini della balaustra, porgeranno il loro
piedino innocente perché venga purificato.
Di questi Gesù poteva ben dire che tutti erano mondi, anche
se in premio i piccini riceveranno una borsa non con tanto denaro, ma coi
dolcetti.
RINGRAZIAMENTI
L’esimia famiglia Prevosti, residente a Varese, ha offerto
lire 10.000 alla locale Associazione S. Vincenzo per ricordare la signora
Giuseppina Cazzani Mangano, deceduta giorni or sono.
Il Signore rimeriti largamente la buona famiglia Prevosti
che anche in occasione della morte della signora Angelina si è ricordata di
Azzate.
Le Consorelle ed i beneficati non mancheranno di ricordare
al Signore i suddetti defunti e le loro famiglie.
LA SANTA VISITA PASTORALE NEL VICARIATO DI AZZATE 6-7 GIUGNO
1953
La parrocchia di Azzate colle sue quattro o cinque chiese,
viene ricordata già nel secolo XIII da Goffredo da Bussero. Come sede
prepositurale invece, data da appena un paio d’anni, quando cioè le otto parrocchie
che ne formano la Pieve vennero stralciate dall’altra vastissima di Varese ad
istanza del prevosto di S. Vittore.
L’ordine della santa Visita è stato il seguente:
6 giugno Brunello, Sante Cresime n. 26.
La chiesa parrocchiale è assai interessante per le sue
pitture quattrocentesche, ma trovasi troppo lungi dal paese. E’ giù da molti
anni che l’arcivescovo insiste a voce ed in iscritto, perché si provveda la
parroco una idonea sede presso la chiesa centrale di S. Rocco, dove già in
antico c’era la cura d’anime. Vi si ammira uno splendido polittico del secolo
XV. Gli abitanti dovrebbero essere fieri d’avere in mezzo a loro il proprio
parroco, senza relegarlo nel vecchio convento dei Frati dell’Annunziata, un
buon quarto d’ora fuori del paese. E quando il curato cadrà malato o sarà
vecchio, come si farà? E’ necessario che i fedeli di Brunello provvedano per tempo.
6 giugno Crosio, Sante Cresime n. 16.
Nel secolo XII, era un tranquillo cenobio di benedettine,
sotto il patrocinio di S. Apollinare ed il patronato dei Canonici di Varese.
Il piccolo oratorio è dotato di antiche pitture.
La popolazione insiste per avere quanto prima un sacerdote
cappellano, giacché ora è servita dal curato di Brunello, che dista ben sei
chilometri e deve celebrare tre messe festive.
A suo tempo, potrà crearsi anche la parrocchia; ma per ora
mancano l’idoneo tempio ed in necessario beneficio parrocchiale.
6-7 giugno Azzate, Sante Cresime n. 125.
Il tempio parrocchiale è un vero museo di quadri di antichi
autori, di Callisto Piazza, del Guercino, del Morazzone, del Crespi ecc.
Ora, purtroppo, la gente preferisce le oleografie, o le statue
dipinte di Val Gardena!
Fervono in paese i preparativi per le elezioni del giorno
seguente.
8 giugno Buguggiate, Sante Cresime n. 31.
Quei di Azzate si dolgono che il buon esito delle elezioni
venga compromesso dai votanti comunisti di Buguggiate!
Perciò l’arcivescovo ha vivamente raccomandato al Parroco,
la cura diligente delle Associazioni parrocchiali, che costituisce la diga più
efficace contro la cristianizzazione delle parrocchie.
8 giugno Bodio, Sante Cresime n. 40.
La popolazione è gongolante di gioia per il lieto esito
delle lezioni.
Anche qui la Canonica dista un trecento metri dalla Chiesa
Parrocchiale.
9 giugno Galliate Lombardo, Sante Cresime n. 10.
Il nuovo parroco è un antico prigioniero di guerra, in
Germania, e con zelo e mano sicura si è posto subito a coltivare la vigna che
da parecchi anni attendeva di essere lavorata a dovere.
9 giugno Lomnago, Sante Cresime n. 13.
L’arcivescovo ricorda il senatore Piero Puricelli al quale
si deve la chiesa e la casa parrocchiale.
Lamenta tuttavia la partenza delle Suore del paese: me è
seguito un vero danno spirituale.
10 giugno Daverio,
Sante Cresime n. 60.
La Parrocchia dei Santi Pietro e Paolo sta alquanto fuori
del paese.
Nell’interno invece dell’abitato trovasi il tempio di S.
Maria che dicesi consacrato da San Carlo. Il Santo Arcivescovo avrebbe ordinato
che ivi fosse anche la casa parrocchiale. Purtroppo, come a Brunello, i suoi
ordini non vennero mai eseguiti, ed anche oggi il Parroco di daverio risiede
fuori del paese, vicino al cimitero, a montar la guardia ai poveri morti.
Dopo le consuete sacre funzioni il cardinale nella Casa
Parrocchiale di Daverio celebra la Congregazione del Clero Vicariale. Lamento
generale: il catechismo festivo è assai poco frequentato. Il rimedio? La
diligente formazione delle Associazioni Parrocchiali, incominciando dagli
Oratori.
Nonostante le tante fatiche durate in questi ultimi tempi a
preparare un buon esito delle elezioni, pure la troppa larga parte concessa
generalmente in Italia ai partiti di destra o di sinistra contro il Centro
Cristiano, indica quanto poco siano formate le coscienze delle popolazioni.
Feste, collette, processioni, bandiere nuove, campane: tutte
belle cose! Ma che facilmente riescono dei palliativi. Dottrina Cristiana,
Associazioni Parrocchiali, Organizzazione della Federazione Azione Cattolica;
questi sì che sono i veri mezzi per risollevare le Parrocchie e cristianizzare
l’atmosfera”
Il cardinale Schuster era la quinta Visita Pastorale e si
comprendeva che era stanco e anche preoccupato perché il giorno dopo, 7 giugno,
era giornata delle elezioni. Al mattino, come solito, usciva di stanza alle ore
4.30 e chiamava il segretario don Galli.
Celebrava invece delle 5.30 alle 5.15, spiegava il Vangelo,
comunicava i fedeli e dopo breve ringraziamento, usciva subito alle ore 6
partiva perché voleva essere il primo al seggio nel dare il voto. Era l’ultima
sua visita: visita di un Santo.
MAGGIO 1953
LA VECCHIA MAESTRA E’ PARTITA PER SEMPRE
Nel bacio del Signore, dopo breve malattia, sopportata con cristiana
rassegnazione è spirata la maestra Maria Teresa Martignoni vedova Pezzali.
Aveva ormai 79 anni compiuti; ma nessuno, vedendola così
eretta e robusta, pensava che dovesse tanto presto scomparire.
Negli ultimi tempi strascicava un poco il paso e si
lamentava che, per insolita debolezza, mal si sorreggesse; mentre ancora la sua
persona era quasi solenne.
Tutti ad Azzate la conoscevano e la veneravano. Né poteva
essere altrimenti.
Era stata la maestra di tutti; anche di quelli giunti ai
margini della vecchiaia, e dei loro figli e dei loro nipoti. O per essere stati
suoi diretti alunni, o per averla vista maestra dei coetanei, pochissimi sono
gli Azzatesi che potranno dimenticare la vecchia signora Martignoni: la maestra
alta.
Il suo insegnamento, di rara abilità e di giusta serietà, è
ancora ricordato con ammirazione.
Era durato ben 45 anni: dal lontano 15 ottobre 1892 al non
più vicino 30 settembre 1937.
Anche dopo, durante il non breve periodo del meritato
riposo, si era sempre interessata della scuola dedicando ancora chi le si
affidava per completare la propria istruzione.
Era stata insignita della medaglia dei benemeriti della
Pubblica istruzione, concessa dal Capo dello Stato.
Ad un fanciullo che le era accanto in un ultimo fuggente
intervallo di lucidità, domenica mattina,chiese. “ Che voto hai meritato?”. E
non si acquietò finché non le fu data una confortevole risposta.
Valga quest’estremo episodio per imprimere nell’animo nostro
la cara memoria di una educatrice tutta dedita al dovere, per il quale profuse
doti rare d’intelletto e di cuore
Pag. 142
LA PRIMA MESSA DI DON TARCISIO LIVIETTI
Dopo quasi 25 anni, Azzate, già terra feconda di “operai del
Signore”, dona nuovamente un suo figliola Sacerdozio. La nobile tradizione
viene così ripresa, quest’anno, con la consacrazione di don Tarcisio Livietti;
l’anno prossimo con l’ascesa all’altare di don Bernasconi e, a Dio piacendo,
nei prossimi anni con altri leviti attualmente in cammino verso l’alta meta.
Domenica, nella mistica penombra del massimo Tempio
ambrosiano, dalle mani del vescovo, don
Tarcisio riceverà l’unzione sacerdotale e con animo trepidante, concelebrerà il
suo primo Santo Sacrificio.
Quante rinunzie, quante ansie, quanta aspettativa sarà
costato quest’attimo solenne!
E, allorché con tutti i consacrandi anche don Tarcisio sarà
prostrato per l’imposizione della mani episcopali, rivedrà certamente il giorno
in cui la voce del Signore lo chiamava al sacerdozio, la sua pronta risposta,
l’ingresso in Seminario e tutti, tutti gli Azzatesi, anche quelli che forse non
vedrai in chiesa perché allontanatisi dalla Chiesa del Padre, ti saranno vicini
per gioire con te nel giorno più bello della tua vita.
Ecco il programma dei festeggiamenti:
Domenica, ore 14.30 Santo Rosario, litanie, ricevimento di
don Tarcisio, benedizione.
Lunedì: ore 6 S. Messa con comunione generale distribuita
dal novello sacerdote; ore 8 S. Messa; ore 10 processione al castello per
l’accompagnamento di don Tarcisio; ore 10.30 prima Santa messa solenne
accompagnata dalla Schola Cantorum di Azzate.
Nel pomeriggio, ore 15 accademia; ore 17.30 compieta,
processione e benedizione.
Presterà servizio il Corpo Musicale di Lurate Caccivio
gentilmente offertosi in omaggio al festeggiato, dove era catechista.
Nominato coadiutore alla Barona.
IL XXV DI DON MARIO GHIRINGHELLI
La festa della nostra titolare S. Maria Nascente ha avuto un
carattere di particolare solennità per la presenza di don Mario Ghiringhelli,
nostro carissimo concittadino, che ha voluto celebrare assieme ai suoi Azzatesi
il 25° di sacerdozio. Al mattino la comunione generale ha superato le
previsioni, e le immagini ricordo si sono viste esaurirsi in poco tempo.
La S. Messa Giubilare ebbe una solennità imponente: fu
accompagnata egregiamente dalla nostra cantoria; tenne il discorso d’occasione
il prof. Don Luigi Oldani del Seminario di Vengono. Al pomeriggio sfilò per le
vie del paese la processione: buona la partecipazione della popolazione;
numerosi e belli gli ornamenti delle vie. Accompagnava il Corpo Musicale di Schianto.
Don Mario è rimasto soddisfatto.
Ecco la lettera di ringraziamento inviata al signor
Prevosto: “La debbo ancora una volta ringraziare per i festeggiamenti che ella
ha voluto per me organizzare ad Azzate. Sebbene fossi persuaso che la
parrocchia a questi trionfi avvezza per i suoi mirabili pastori avrebbe fatto
molto per me, ero ben ,ontano dall’aspettarmi le attenzioni di affetto e di
ricordo per il povero sottoscritto.
Azzate per me sarà sempre sublime ideale, ove ogni pietra è
un ricordo carissimo.
Ella non crederà, signor Prevosto, ma ogni volta che vengo
nella sua prevostura è un risvegliarsi di sentimenti i più belli, i più
disparati, i più nostalgici.
La più viva riconoscenza, il più sincero attaccamento verso
i suoi sacerdoti, l’ho constatato nella giornata di domenica scorsa dai suoi
figli spirituali. Può essere proprio chiamata la ricorrenza del mio 25°
“tripudio di popolo” attorno al sacerdote di Cristo.
Per me, che pur un giorno ebbi una popolazione che mi
chiamava “padre e Pastore”, fu di grande, di immensa consolazione. Ringrazio
lei, reverendissimo signor Prevosto, il molto reverendo parroco don Francesco
Rattaggi, il suo reverendo coadiutore don Alberto Isella. In modo tutto
particolare ringrazio il molto reverendo padre Carlo Vanoni e l’ottimo
professor don Luigi Oldani del Seminario che mi ha tutti commosso col
magistrale suo discorso. Ed un saluto speciale all’Oratorio tutto, alle ACLI,
alla cara Azione Cattolica, alla mirabile cantoria, nonché ai padrini signori
Giusppe Bonfamanti e Giorgio Boscaglia, al gruppo di Cerro Maggiore presente ed
a tutta la buona popolazione di Azzate.
Mi avete commosso, mi avete fatto troppo:non meritavo.
Ed ella, mio carissimo Prevosto, continui a volermi bene e
mi benedica”.
Sacerdote Mario Ghiringhelli.
SALUTO AL COADIUTORE CHE PARTE E A QUELLO CHE ARRIVA
Gli Azzatesi vogliono soddisfare ad un gradito dovere,
esprimendo i loro sentimenti a due degni e cari sacerdoti: a don Francesco
Rattaggi l’augurio per il suo ministero nella parrocchia di Gazzada, con un
grazie sentito per il decennio speso per noi Azzatesi.
A don Alberto Isella, nuovo coadiutore, il nostro benvenuto,
con la promessa che corrisponderemo del nostro meglio alle sue fatiche.
Don Alberto Isella sacerdote novello, nativo di Porlezza di
anni 24.
Don Francesco Rattaggi, coadiutore per 10 anni. Ha svolto un
fecondo lavoro di apostolato in paese e vicinanze e specie in Oratorio maschile
che aiutò a costruire. Eletto parroco di Gazzada, faceva il suo ingresso il 23
ottobre 1953 partendo dalla prepositura accompagnato da un corteo di auto di
Azzate e Gazzada e dagli auguri, voti e preghiere di tutti gli Azzatesi che gli
vollero sempre bene. Ad multos annos.
Pag. 143
Sembra finalmente risolto il problema della costruzione
delle case del piano Fanfani. Il primo gruppo – Case Maino – venne consegnato
agli inquilini in ottobre 1951.
Nel 1952 il Governo assegnava ad Azzate lire dodici milioni
per la costruzione del secondo gruppo.
Il Comune doveva procurare il terreno. Parentesi di due
anni di proposte, controproposte, di
sondaggi, livelli; di tira molla che ha dato alle povere famiglie anelanti a
una casa nervosismo, stanchezza, scoramento e alfine pessimismo verso tutto e
tutti.
Date la colpa a chi volete; ma ci vuole del coraggio a far
attendere due anni e adesso ci vorrà un altro anno per l’attuazione.
Arrivederci quindi alla primavera del 1955.
Intanto quelli che potevano costruirsi una casa non stettero
con le mani in mano. La rubrica delle “Case nuove” terminata nel novembre 1951,
verrà ripresa nel prossimo numero.
CASE NUOVE E STABILIMENTI NUOVI
Il cronista, prendendo le mosse dalla casa del cav. De Natali
e seguendo la provinciale Varese-Sesto, trova che dal 1952 sorsero nuove
costruzioni. Tra le quali deve notare la casa del signor Nova sfollato da
Milano durante la guerra e che ora ha stabile dimora tra noi e col suo Pierino
abita la casetta nuova e civettuola.
Prima di arrivare al centro di Azzate-Nuovo, vede la nuova
sede del parrucchiere signor Angelo Tibiletti che ospita anche la Sartoria
Zanzi.
Giunto al piazzale, sull’angolo che svolta verso Gazzada c’è
una casetta a un sol piano costruita dal signor Chiaravalle e ceduta lo scorso
anno al signor Giuseppe Negri. Vi sono un negozio di frutta e verdura ed una
macelleria. La casa non rimarrà sempre così, ma assumerà un aspetto più bello
come l’ebbe la casa del signor Ribolzi.
Dove prima vi erano delle botteghe in una costruzione molto
economica e malsana, ora si ammira una casina curata nei particolari e finita
con gusto e, con la Posteria Ribolzi, vi trovate il fiorista. Poteva mancare ad
Azzate un mazzo di fiori anche in pieno gelo?
Proseguendo il suo itinerario, il cronista trova piantata
nel cuore del Monte San Quirico una casa: nello spazio ricavato dallo scavo, il
signor Vandone ha costruito il suo prestino. Ad Azzate-Nuovo era sentito il
bisogno del pane quotidiano a portata di mano.
Passato il largo Stazione, davanti alla Chiesa di S. Rocco,
vediamo sul poggio dietro la segheria una bella villetta già abitata dal signor
Giulio Casoli e ne sono in costruzione altre due, una del signor Angelo
Brambilla e l’altra del signor Pagani di Galliate Lombardo, come pure quella
del nostro medico dottor Angelo Zocchi che è sul Viale delle Rimembranze.
L’industria tessile è stata portata in paese 40anni fa circa
dal comm. Ugo Introini che costruiva la prima parte dello stabilimento divenuto
in seguito “Tessitura Maino”.
Il grande Alessandro Maino sviluppò man mano l’industria
aggiungendo alla tessitura il reparto preparazione e incollaggio tanto che fino
a dieci anni or sono teneva occupata la mano d’opera femminile di Azzate e di
molti paesi vicini.
Finita la guerra il signor Tonino Maino cedeva tutto il
complesso industriale e la nuova Ditta Maino si trovo nel periodo della crisi
cotoniera.
La maestranza abile e adusata non rimase inerte e piuttosto
che emigrare fece sorgere l’artigianato tessile. Nel secolo scorso (1800) molti
avevano in casa un telaio a mano per tessere fibre di lino e canapa in tela
grezza, sbiancata sui prati al sole di luglio, ora molti hanno ripreso l’uso
antico, con i telai meccanici lavorando a conto terzi.
Anzi, i primi audaci e intraprendenti sono giunti a
costruire capannoni ragguardevoli. Questa industria ebbe un particolare
sviluppo nella “zona tessile” vicino alla Maino, sulla nuova Via dottor
Acquadro.
Quivi trovate quella del signor Antonio Ghiringhelli; quella
del signor Aspesi di Busto e ora sta sorgendo quella del signor Giuseppe
Grisotto.
Altrove hanno allargato il posto di lavoro e aumentato i
telai i Fratelli Giamberini in Via Marconi, il signor Angelo Piotti ha
collocato i suoi telai in una nuova costruzione piena di luce; come pure il
signor Abbondio Bernasconi cola sua nuova casa, da buon muratore; ha fatto il
suo laboratorio tessile; mentre il signor Livio Tibiletti in un angolo di
giardino,ha collocato i suoi telai che impiegano la mano d’opera famigliare. Non
posso tralasciare di far cenno del seminterrato della signora Marianna Vanoni e
di quello del signor Carlo Ballerio di Biagio dove battono rumorosi parecchi
telai; quello delle sorelle Tibiletti e signor Dall’osto verso Erbamolle. Il
signor Antonio Grisotto che dal Ninet ha preso stanza presso il falegname Lo
mazzi e il signor Lino Bardelli che aspettava la primavera per uscire dal
cantinato ed entrare in un ambiente sano e arioso.
Passando infine da Azzate-Nuova chi non ha sentito il rumore
di casa Moranti dove una decina di telai strepitano per quasi 20 ore
giornaliere e notturne?
Quanti telai saranno? Un centinaio, forse di più. Nei due
turni dalle 6 alle 22 tengono impiegate un buon numero di tessitrici. Il lavoro
tenace ha fatto di Azzate la Manchester varesina!
ANNO 1954 – ANNO MARIANO – 10° ANNIVERSARIO DELLA
PROCLAMAZIONE DEL DOGMA DELL’IMMACOLATA.
A ricordare l’Anno Mariano e perché portasse un frutto
spirituale, si organizzò la “Peregrinatio Mariae” casa per casa, cortile per
cortile. Ebbe inizio il 15 agosto. Il signor architetto Gaetano Sala disegnò e
fece fare un piccolo tabernacolo-nicchia di legno a modo di portantina dove
venne fissata una statuina dell’Immacolata, la quale iniziò il suo viaggio da
S. Quirico. Fece sosta durante l’inverno. Riprese il cammino in primavera
concludendo il 14 maggio 1955.
PRIMA MESSA DDO DON ERALDO BERNASCONI
Il nostro novello sacerdote don Eraldo Bernasconi nella
solennità dei santi Apostoli Pietro e Paolo, ha celebrato la su prima Santa
Messa. Il giorno 27 ha ricevuto la sacra ordinazione nel Duomo di Milano, vi ha
assistito una rappresentanza di parrocchiani. Al pomeriggio dello stesso giorno
ha impartito la solenne benedizione nella Prepositurale gremita per l’occasione
di popolo devoto e festante. Il signor Prevosto ha formulato un affettuoso
benvenuto al novello levita.
Nella frazione di castello i preparativi furono febbrili: le
famiglie. Gareggiando fra loro per ornare le vie, trasformarono tutta la
frazione in un gioiello; a tutti i Castellani un elogio e un ringraziamento del
loro don Eraldo.
L’alba del 29 non era troppo promettente: i pronostici per
la giornata erano soffusi di pessimismo, ma l’incanto si ruppe: tutto si svolse
secondo il programma.
Al mattino processionalmente don Eraldo dalla frazione venne
accompagnato alla Prepositurale, dove celebrò la prima Santa Messa solenne,
assistevano i padrini, signor Galeazzo Magnini e lo zio Aldo e parecchi
sacerdoti, La chiesa era stipata. Il discorso fu pronunciato per l’occasione
con afflato paterno da don Francesco.
Dopo il “prandium sponsale” i nostri giovani, preparati
accuratamente da don Alberto, rappresentarono “Il cardellino della madonna” in
onore del festeggiato.
Si snodò poi per le vie del paese e della frazione Castello
la solenne processione.
Impartita la benedizione, don Eraldo sentitamente ringraziò
i concittadini e invitò gli azzatesi a non lasciare spegnere la fiaccola avita
delle vocazioni sacerdotali.
NOVITA’ A VEGONNO
Anche a vegonno si fanno progressi. I coniugi Carlesso hanno
avuto l’idea geniale di aprire un’osteria, che da qualche settimana offre una
buona comodità agli abitanti della frazione.
Abituarti prima a correre fino ad Azzate anche per un
semplice rinfresco, sono ben contenti adesso di averlo a portata di mano, e di
avere anche un piccolo luogo di ritrovo dopo le dure giornate di lavoro.
Ci auguriamo che possa esser messa in efficienza l’attigua
posteria, a sollievo anche della massaie.
COLONIA ELIOTERAPICA
Lunedì 12 c.m. avrà inizio presso le Scuole Comunali la
Colonia dei nostri bambini. Sono un bel numero: un’ottantina.
Speriamo che il tempo sia favorevole per la loro salute, e
che la provvidenza ci venga in aiuto per la spesa di gestione.
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ANNO 1955
LA SETTIMANA MARIANA E TRIONFALE CONCLUSIONE DELLA
“PEREGRINATIO MARIAE”
“Azzate si è fatto onore; ne eravamo certi e lo ha
dimostrato l’ottima riuscita spirituale ed anche esteriore della “Grande
Settimana Mariana”.
La settimana si è aperta solennemente con l’esposizione del
simulacro della Beata vergine che da 30 anni non veniva rimossa dal suo altare.
Subito, lunedì sera, si è sentito quanto fossero graditi a
tutti i buoni Azzatesi tali festeggiamenti Mariani: la chiesa era affollata di
uomini, giovani, donne e bambini che nella funzione serale ascoltarono parole
di apertura del reverendissimo signor Prevosto.
E’ stato poi di giorno in giorno un crescimento di
entusiasmo, di preghiera e di Sante Comunioni.
Con viva attesa e con attenzione continua sono state accolte
le parole chiare e pratiche del reverendo prof. Don Luigi Bietti, già ben
conosciuto e stimato dalla popolazione di Azzate per i frequenti contatti con
la nostra parrocchia.
Abbiamo poi avuto, ad accrescere un entusiasmo già alto, la
parola ardente di un Missionario: il superiore dei Padri Monfortani di Arona,
che ha indirizzato i suoi richiami appropriati alle giovani, alle mamme, ai
bambini, agli uomini e giovani, agli ammalati.
Certo una della manifestazioni più belle è stato l’omaggio
floreale dei bambini: ciascuno di essi ha offerto un fiore alla santa vergine,
segno della loro innocenza affidata alla sua protezione. Abbiamo visto giovedì
mattina la chiesa piena di bambini e la Madonna deve aver tanto gioito vedendo
tutti quegli occhietti innocenti che si staccavano dal suo sguardo materno, in
una splendida preghiera di innocenza.
Se bella è stata questa manifestazione, migliore è stata la
funzione per gli ammalati che, commossi per la gioia e tante premure loro
rivolte, hanno commosso a loro volta, tutti quanti riuniti a rendere omaggio
alla nostra Madonna cui hanno chiesto serenità, conforto e speranza offrendo le
loro sofferenze per il bene della nostra parrocchia.
Giovedì il padre missionario ha portato a ciascuno di essi
di casa in casa una parola buona ed una benedizione; venerdì mattina tutti
hanno ricevuto la santa Comunione con splendida affermazione di fede. Nel
pomeriggio accompagnati innanzi alla santa Vergine, con immensa gioia nel cuore
hanno pregato raccogliendo l’esortazione del Padre Missionario e ricevendo
singolarmente la benedizione eucaristica loro impartita dal signor Prevosto,
che li ha poi ringraziati di aver offerto le loro sofferenze per la parrocchia.
Ed essi pieni di commossa riconoscenza hanno risposto col
cuore e con la voce che non era lui che doveva ringraziare loro, ma erano essi
stessi che dovevano ringraziarlo per aver fatto in modo che potessero
nonostante le loro sofferenze, correre ai piedi della Madonna.
Un grazie a nome degli ammalati ed anche del reverendo
signor Prevosto va a quelle buone persone che con tanta bontà si sono messi a
disposizione con le loro automobili per il trasporto degli ammalati.
Sabato abbiamo visto la gioia di più di cento bambini, che
nella Prepositurale, hanno ricevuto la Sua Eccellenza mons. Mario Civelli,
vescovo missionario, il sacramento della santa Cresima.
Tutti sono rimasti impressionati dall’imponente figura di
questo vescovo difensore della fede ed espulso recentemente dalla Cina
comunista, tutti ne hanno raccolto con attenzione le parole scultoree e chiare
rivolte all’inizio del sacro tiro a tutti i presenti.
Così si concludeva la vigilia della solennissima chiusura
dei festeggiamenti mariani.
Domenica è stato un vero trionfo: tante Sante Comunioni al
mattino hanno confermato che l’omaggio più profondo alla Madonna non è mancato.
Il pontificale del reverendissimo pro Vicario generale dell’Archidiocesi mons.
Luigi Oldani ha visto di nuova la prepositurale gremita di fedeli che hanno
ascoltato il discorso con devota attenzione, perché si sentiva che quelle
parole scendevano a illuminare e confermare nella devozione alla Santa Vergine.
Magnifica è stata anche la Schola Cantorum, che ha
accompagnato la Santa messa con musica polifonica diretta dal maestro Luigi
Inversioni al quale vanno, assieme a tutti i cantori, vivissime congratulazioni
e ringraziamenti, con la speranza di riudirli sempre con lo stesso entusiasmo e
bravura.
PROGRAMMA
SABATO 14 MAGGIO 1955: Giornata della Cresima.
Ore 6,7,8 Sante Messe.
Ore 16 arrivo del vescovo Missionario S.E. mons. Mario
Civelli che impartirà la S. Cresima ai nostri bambini e a quelli della pieve di
Azzate. Discorso di S.E. e solenne benedizione.
Domenica 15 maggio: Solenne chiusura “Peregrinatio Mariae”.
Ore 6, 8 Sante messe e Sante Comunioni.
Ore 10.30 solenne messa pontificale del reverendissimo Pro
Vicario Generale dell’Archidiocesi mons. Luigi Oldani. Accompagnerà la nostra
Schola cantorum preparata dall’egregio maestro Luigi Inversioni.
Ore 16. Solenne processione portando in trionfo la madonna
con questo percorso: Via Vittorio veneto, Via Piave, Via Cesare Battisti, Via
Garibaldi, Piazza Cairoli, Via Volta, Via Marconi, Via Cottalorda, Piazza della
Chiesa.
La piccola statua della madonna pellegrina è stata collocata
nel piccolo tabernacolo di casa Borsa-Crosta in centro presso la Rocca.
Mons. Giovanni Battista Montini è nato a Concesio (Bresdcia)
il 26 settembre 1897.
29 maggio 1920 è ordinato sacerdote e addetto alla
Segreteria di Stato.
1 novembre 1954 è nominato arcivescovo di Milano.
12 dicembre 1954 è consacrato vescovo in San Pietro a Roma.
31 dicembre 1954 prende possesso giuridico
dell’Archidiocesi.
6 gennaio 1955 fa il suo solenne ingresso in Milano.
Dicembre 1958 elevato alla dignità di cardinale di Santa
Romana Chiesa dal Pontefice Giovanni XXIII, riceve dalla mani di lui
l’imposizione del berretto cardinalizio.
Mons. Giovanni battista Montini succede al card. Ildefonso
Schuster morto il 30 agosto 1954.
Pag. 145
….. nel suo seminario di Vengono dove si era ritirato per un
riposo e cura dell’arterio schlerosi, moriva improvvisamente il mattino del 30
agosto.
In un viaggio trionfale la salma veniva riportata a Milano
dove anche il Prevosto con un gruppo di parrocchiani partecipavano al funerale.
Tesseva le lodi il cardinal Roncalli, patriarca di Venezia e futuro papa
Giovanni XXIII.
Col 1° novembre è nominato mons. Giovanni Battista Montini
arcivescovo di Milano.
GHIRINGHELLI DON MARIO nato ad Azzate il 27 febbraio 1903.
Ordinato nel 1928. Coadiutore a Cerro Maggiore. Nel 1946 parroco a
Pontevecchio. Nel 1952 direttore dell’Orfanotrofio maschile di desio. Nel
1953canonico onorario di desio. Morto il 22 settembre 1956.
Don Mario Ghiringhelli dopo la rinuncia alla parrocchia di
Pontevecchio
Pag. 146
fu nominato canonico a desio. Ivi moriva il 22 settembre
1956. Tumulato a cerro Maggiore dove per tanti anni fu coadiutore amato e
zelante.
PROF. DON GIACOMO COLLI parroco di Bovisio Masciago.
“Nacque ad Azzate nel 1901 e fu alunno del Seminario
diocesano di S. Pietro a Monza.
Gli ultimi tre anni di studi teologici però li fece a Roma,
frequentando la Pontificia Università Gregoriana e conseguendovi nel 1926 la
laurea in sacra teologia. Fu mandato dapprima ad insegnare ai chierici prefetti
del Seminario di S. Pietro. Nel 1931 fu trasferito a vengono, dove per dieci
anni tenne la cattedra di teologia dogmatica al corso seminaristico dei
chierici teologi. E fu maestro sapiente e apprezzato.
Quindici generazioni di sacerdoti della nostra Diocesi ricordano
con sincero affetto e molta gratitudine il prof. Colli, oltre che per la
ricchezza e la sicurezza della dottrina, per la singolare chiarezza
dell’esposizione che rendeva intelleggibili e luminose anche le verità più
profonde della scienza sacra. Rammentano la sua simpatica figura, dal volto
illuminato da un abituale sorriso, confusa, piccolo com’era di statura, nella
massa dei giovani che dopo le lezioni abitualmente lo circondavano per
continuare le appassionate discussioni avviate nella scuola e per discutere di
sport ciclistico di cui don Colli era perfetto intenditore.
In classe il maestro rivelava il suo mirabile equilibrio
spirituale che in armonica sintesi
conciliava le esigenze di una giusta disciplina e una facile confidenza,
ispirandola in tutti con la sua affabilità rispettosa e la grane bontà del suo
animo.
Nel gennaio 1941 con tanta nostalgia lasciò il Seminario, i
colleghi e i chierici, per i quali continuò a serbare sincero e cordiale
affetto, e fece il suo ingresso come parroco a Bovisio Masciago, dove già era
conosciuto, avendovi prestato il suo ministero ogni domenica nel primo anno del
suo sacerdozio.
Nel suo ufficio pastorale portò e sviluppò tutte le virtù
che aveva dimostrato sulla cattedra della scuola. Fu un parroco pio, umile,
laborioso, zelantissimo. Rifuggì da ogni simulazione, da vanitose apparenze o
rumore mondano e reclamistico amante com’era del premio di Dio più che della
lode e dei riconoscimenti umani. Nel silenzio, nell’umiltà e nell’ombra lavorò
profondamente, indefessamente, donando con semplicità e disinteresse tutto agli
altri, riservando per sé la gioia di poter dare ancora.
Arrivò al cuore di tutti i suoi parrocchiani che egli amò
senza preferenze, e senza serbare verso
alcuno risentimento o amarezza per torti subiti.
Il numero delle opere anche materiali compiute a Bovisio nei
suoi quindici anni di ministero è davvero imponente, ma dice solo un aspetto e
non il più importante della sua insonne fatica.
Resta invisibile e nascosta nelle anime per l’eternità la sua
opera spirituale di maestro, attraverso l’abbondantissima e robusta
predicazione, aperta a tutti i problemi della vita moderna; di consigliere
delle anime che avvicino nelle infinite ore passate in confessionale; di padre
affettuosissimo ed esemplare nell’amore e alla preghiera, nella fede scrupolosa
al dovere, nella costante serenità e semplicità dell’animo, sempre infiorato di
fecondo ottimismo.
Quando la popolazione di Bovisio seppe che un male
inesorabile lo stava logorando anzi tempo,
pianse e pregò; ogni famiglia si sentì colpita, come per la perdita di
uno di casa propria.
Commovente poi lo spettacolo degli ultimi giorni, quando don
Colli espresse il desiderio di rivedere ad uno ad uno tutti i suoi figli al suo
capezzale.
In dolente pellegrinaggio una gran folla, per giorni interi
salì silenziosa nella sua cameretta disadorna, sfilò muta per il dolore accanto
al suo letto, baciandogli la mano e ricevendone l’ultima benedizione. Così si
muore! Così è morto il professor don Giacomo Colli”.
Don Mario Colombo
Pag. 146
LA MISSIONE DI AZZATE 1957
Missionari: padre Aldo Gonfalonieri superiore, padre Ernesto
Bertani, padre Umberto Chiappa e padre Giaggioli.
Prima settimana delle donne, seconda settimana degli uomini.
Esito buono. Molti comunisti non hanno partecipato, sono lontani…
“E’ stato indetto dai Padri Missionari un corso scolastico
nelle Elementari di Azzate sul tema “La Santa Missione” A un mese dal termine
pubblichiamo il tema migliore.
Pensieri di una alunna di terza elementare: “Suonano festose
le campane. Ci sono fra noi i Missionari. Quale grazia grande per il nostro
paese! Ogni mattina ascoltando la predica con vivo desiderio e vedo tutti
accorrere alla Chiesa con grande fervore. I Missionari ci parlano della bontà
infinita del Padre nostro che sta nei cieli. Ci hanno fatto capire che solo con
Gesù nel cuore si può essere felici. Essi hanno trasformato i bambini in tanti
angioletti ed anche i grandi sembrano diventati più buoni.
Promesso a Gesù di essere sempre brava anche quando i
Missionari saranno partiti, di accostarmi frequentemente a ricevere la Santa
Comunione. Chiedo inoltre la grazia perché anche mio papà possa ascoltare le
prediche dedicate agli uomini e i miei genitori siano conservati in buona
salute. Mi rattrista il pensiero che presto terminerò la Missione; vorrei
durasse il più a lungo possibile perché con essa sembra di vivere una vita di
Paradiso. E così prego: “Signore! Fa che questo tuo popolo abbia a continuare a
vivere nella tua luce e nella tua grazia e noi fanciulli tieni sempre stretti
al tuo cuore, affinché possiamo diventare la consolazione dei nostri cari e la
speranza del nostro paese”.
MONSIGNOR PAOLO RIMOLDI EX PARROCO DI AZZATE
E’ morto a Milano, mercoledì mattina alle ore 6. Fu parroco
di Azzate dal 1932 al 1937, poi rinunciò alla parrocchia ritirandosi come
cappellano dell’Istituto dei vecchi poveri in Via orti a Milano.
Ad Azzate veniva due o tre volte all’anno, anzi si fermava
qualche giorno per riposare perché la sua attività non aveva sosta e nella
Parrocchia di S. Eusebio prestava volentieri e assiduamente la sua opera di
ministero.
I suoi funerali sono stati celebrati a Milano e la salma
venne poi trasportata nella borgata di cerro Maggiore dove aveva i suoi parenti
e la tomba di famiglia. Alle estreme onoranze intervenne il nostro signor
Prevosto col coadiutore e una rappresentanza del paese.
VIVISSIME CONDOGLIANZE
al nostro signor Luigi Daverio per la perdita del suo caro cognato
Giuseppe Borella in una disgrazia così repentina.
IMPRESSIONI DI UN VISITATORE
Il visitatore che, preso alla sprovvista, entra nella casa
del Prevosto rimane colpito e… perplesso dallo spettacolo che gli si presenta
davanti. Dove prima si stendeva un bel prato e un meraviglioso frutteto meta
obbligata del pallone – al tempo della frutta e dell’uva – ora è un’immensa
spianata. Non più muri perimetrali, scomparsi gli alberi, le viti, sacrificate
le piante di frutta; tutto è scomparso.
Anche l’orticello dell’Angiolina che, col pollaio e la
cucina, costituiva il suo regno ha dovuto essere sacrificato alle esigenze del
campo sportivo
A chi si fermasse a guardare le cose dai tetti in giù, di
fronte a tanta desolazione e spesa non indifferente per completare il progetto,
verrebbe spontanea la domanda: valeva la pena di affrontare lavori di tanta
mole e di tanta spesa?
Bisogna marciare coi tempi, e se si vuol tenere agganciata
la gioventù è necessario assecondarla nelle sue esigenze anche sportive.
E’ quello che hanno compreso i nostri sacerdoti. Se il
nostro Prevosto non fosse quello che è – di fronte alla prospettiva di perdere
tutto il suo orto – forse avrebbe lasciato perdere anche la gioventù, ma
l’assillo di poter giovare alla gioventù di Azzate gli fa sacrificare qualunque
cosa, gli fa addossare preoccupazioni non piccole di ordine finanziario, nella
fiducia che il suo popolo saprà comprendere questi sacrifici e venirgli
incontro nelle necessità. Quello che sostiene i nostri Sacerdoti a perseverare
e condurre a termine l’impresa è l’incoraggiamento e la benedizione del pastore
della diocesi – Sua Eccellenza mons. Montini – il quale, messo a parte dal Prevosto
nell’udienza del 13 marzo u.s. del progetto, non soltanto approvava e
benediceva ma: “La ringrazio signor Prevosto, del sacrificio che fa per i
giovani di Azzate”.
Don Carlo
6 OTTOBRE 1957 – BENDIZIONE PRIMA PIETRA CENTRO SPORTIVO
Pag. 147
Domenica 6 ottobre è stata solennemente posta la prima
pietra del centro Sportivo Azzatese benedetta dal reverendissimo signor
Prevosto col gradito intervento delle Autorità Comunali: signor Sindaco e vari
Consiglieri; del canonico don Sandro Dell’Era; del comm. Bellini presidente del
CONI Comitato Provinciale ed altre nobili gentili persone.
Ha preso subito la parola il Sindaco maestro Attilio
Baratelli svolgendo il pensiero dell’antico detto “mens sana in corpore sano”;
i giovani nel vigore delle forze fisiche acquisteranno l’equilibrio morale e
concludeva: “ Ciò che purtroppo per ragioni molteplici non poteva essere
realizzato dalla Civica Amministrazione, viene proposto da chi con altra
autorità è compartecipe delle preoccupazioni per il pubblico bene. Nel clima di
sincera collaborazione tra il Comune e la Parrocchia non posso che incitare
tutti a corrispondere e assecondare questa stupenda opera che tanto provvida si
paleserà per la nostra gioventù e tanto prestigio recherà al paese”.
Seguiva la lettura dell’artistica pergamena, egregia fattura
del nostro pittore signor Giuseppe Triacca: “Vicariato Foraneo di Azzate –
Centro Sportivo Giovanile. Sia gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.
In questo giorno 6 ottobre 1957, festa della Madonna del Rosario, solennemente
si pone la prima pietra in questa terra del chioso parrocchiale, con magnanimo
atto concesso dalla generosità del primo Prevosto di Azzate sacerdote Angelo
Cremona, nel ventesimo anno del suo ministero parrocchiale, perché qui sorga
mercé la collaborazione entusiasta di tutta la popolazione, una grande opre
cristiana-sportiva per la gioventù di Azzate e del suo Vicariato. Essa viva e
prosperi sempre mercé l’aiuto della Divina provvidenza. O dio! Fa che qui
sempre si adunino per uno sport sano tanti ragazzi, giovani, fanciulli più
numerosi che sia possibile! Intercedano e benedicano la madonna del Rosario, S.
Giuseppe validissimo tutore dell’Oratorio, Sant’Andrea patrono della
parrocchia, San Giovanni Bosco e tutti i santi Protettori della gioventù e
specialmente il Servo di Dio cardinal Ildefonso Schuster. Amen!”.
Seguiva il lancio dei palloncini con la scritta augurale
“Evviva il centro Sportivo” e ad essi i ragazzi affidarono dei gioiosi
messaggi.
Indi prendeva la parola il canonico don Sandro dell’Era di
Varese che sulle esortazioni del Papa precisava il rapporto e la missione della
Chiesa e del Cristianesimo nello Sport. Le autorità ed i presenti ponevano la
firma sulla pergamena e il reverendissimo Prevosto benediceva solennemente la
prima pietra aggiungendo commoventi parole.
Don Francesco Rattaggi, parroco di gazzada ha poi deposto la
pergamena e sigillato la prima pietra, ricordando i dieci anni di assistenza
all’Oratorio e confermando ancora una volta il bene che ciha voluto e che ci
vuole.
Il Corpo Musicale G. verdi di Capolago che egregiamente ha
con decorato la manifestazione, concludeva con un applaudito concerto.
I ragazzi aprivano l’anno oratoriano con giochi ben
organizzati e spassosi tra i quali una gimkana ciclistica.
Lieti della cordiale partecipazione, ringraziamo autorità e
popolazione per l’incoraggiamento e collaborazione concessa e assicurata.
Una gradita sorpresa è pervenuta dalla Francia che dice:
“Signor direttore ho l’onore di farvi sapere che ho trovato un pallone blu con
l’iscrizione seguente “Viva l’Oratorio di Azzate” a Saint Marcel de Careiret
(Gard). Gradite i miei saluti
Alyne Veysset
Si tratta di una lettera proveniente dalla regione del
Rodano nel dipartimento di Gard in Francia, in cui lo scrivente con gentile
premura esprime la soddisfazione di aver raccolto un palloncino augurale che, lanciato
in occasione della festa per la posa della prima pietra, ha valicato le Alpi
raggiungendo la Francia.
Altra graditissima risposta ad uno di questi
palloncini-messaggio è giunta direttamente al ragazzo Franco Lietti che l’ha
lanciato: si tratta della cortesissima risposta del bracciante Palmo Ronza di
Bronzo in provincia di Vercelli il quale tra l’altro dice: “Il giorno 19
ottobre, mentre tagliavo il riso, ho visto in mezzo alla paglia del riso un
palloncino rosso con un tubetto legato; a prima vista avevo paura di alzarlo
credendolo uni di quegli ordigni a matita che lanciano (continua)
LE STARDE – INCOMINCIA L’ASFALTATURA
C’è chi aspira a rivolgersi al rullo compressore
ideologico-materialista che in qualche paese va compiendo un funesto lavoro e
che ,o scorso anno, proprio in questi giorni, ha sconfinato dalla sua patria
per marciare contro il diritto di un popolo dell’autogoverno, schiantando ogni
aspirazione di libertà (colà veramente furono i carri armati a seminare strage
e sangue, e a suscitare martiri).
Noi ci rivolgiamo al rullo compressore autentico da 170
quintali che in questi giorni sta iniziando ad Azzate una piccola, pacifica,
attesa rivoluzione di progresso.
I cittadini, anche i più distratti o disinteressati, ora si
avvedono che i fatti arrivano e si rammaricano degli undici anni di trascorsa
placida Amministrazione.
Perché finalmente comprendono che sono undici anni di
arretratezza per il paese.
Ma il contrattempo di un infortunio politco-amministrativo
può essere e sarà ricuperato dagli Azzatesi e dalla loro Amministrazione
Comunale. E pertanto, benvenuto compressore. Non che ti adoriamo come una luna
rossa, anche se di questa non rechi i sinistra bagliori. Ma ci sei caro perché,
pensiamo, avrai molto da fare fra noi,
dopo la sosta invernale; perché l’impeto vigoroso del tuo motore è espressione
di tanta buona volontà di un gruppo di uomini che hanno anteposto il benessere
dei cittadini ai propri personali interessi. Senza iattanza, senza ambizioni,
ma con spirito di dedizione e di sacrificio, al servizio intelligente ed
operoso di un’idea, sotto l’impulso di una fede bella, immortale, benefica.
Ed a questo uomini di buona volontà, vada il plauso generoso
e cordiale di parte di tutta la colazione, grazie ad esso Azzate “s’è desta”.
Civis
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1958 – AZZATE CRISTIANA ONORA LA VERGINE DI LORDES
“La manifestazione celebrativa del centenario delle
apparizioni lourdiane, con la quale il nostro paese ha voluto partecipare
ufficialmente al tributo di omaggio che da ogni parte del mondo viene rivolto
alla vergine miracolosa dei Pirenei sta assumendo di giorno in giorno un
carattere sempre più solenne. Imponente la partecipazione di popolo. Il cortile
dell’Asilo, gentilmente concesso, può essere definito un’oasi mistica. Sotto
gli alberi severi, nell’ombra serale, c’è un’atmosfera intensa di sincera
spiritualità. In fonda la grotta e la candida statua della Madonna,
risplendenti di luce intensa, sembrano
un ideale rifugio di conforto e di pace.
Hanno già parlato, tra l’attrazione più viva, il maestro
Carruggi, lunedì; il signor Mario Bianchi, sindaco di Cazzago, martedì; il
maestro Attilio Baratelli, nostro Sindaco, mercoledì; il prof. Paolo Crosta,
assessore provinciale alla Pubblica Istruzione, giovedì.
Allora la celebrazione raggiungerà la sua fase culminante e
conclusiva. Tutti i combattenti ed i reduci di Azzate sono invitati per una
pubblica espressione di ringraziamento alla Vergine.
Sarà celebrata, nella chiesa prepositurale, una Santa Messa
vespertina. Verrà tra noi don Tarcisio Pigionatti, cappellano militare sul
fronte greco, dove si meritò per il coraggioso soccorso dei suoi soldati una
medaglia d’argento. Dalla parrocchia la processione si dirigerà alla Grotta,
preceduta dal gonfalone comunale e dalla bandiera della locale Associazione
Combattenti e Reduci.
Valga l’augurio della protezione materna della Vergine
benedetta per tutti i bisogni e le vicende della vita nella pace perenne delle
genti, nella prosperità delle proprie case a tutti colorala cui esistenza fu
assistita nelle tremende e fortunose vicende passate lontano dalla famiglie.
La solenne benedizione che sarà impartita dal reverendissimo
signor Prevosto sia come il prezioso commento di queste magnifiche sere di
fede.
CELEBRAZIONE DELLA FESTA PATRONALE
Programma: sabato 6 settembre, vigilia, nel pomeriggio
confessioni. Apertura del banco di beneficenza.
Domenica 7 settembre: al mattino ore 6.30 prima Santa Messa
con Comunione generale degli adulti. Ore 8.30 seconda Santa messa con Comunione
dei bambini. Ore 9.30 benedizione del nuovo centro di raccolta del Consorzio
Lattiero azzatese in Via Volta 4. Ore 10.30 Santa messa solenne cantata dal
molto reverendo don Giovanni Pianta, parroco di Casale Litta, con discorso.
Al pomeriggio: ore 16.45 compieta solenne e processione
eucaristica.
Le celebrazioni religiose della settimana e della sagra
saranno concluse con la solenne benedizione sulla piazza della chiesa e con
parole di circostanza del reverendo don Umberto Cicogna, parroco di Galliate
Lombardo.
La signora Maria Passamonti vedova di Mario Tibiletti di
Lugano, nell’anniversario della morte del compianto consorte, elargiva per il
Centro (non continua)
10 FEBBRAIO 1958 – FURTO SACRILEGO ALLA MADONNINA DEL LAGO
Permane tuttora viva la dolorosa impressione suscitata in
tutti gli azzatesi dalla notizia del sacrilego furto perpetrato da ignoti nella
notte presumibilmente di lunedì 10 scorso alla Madonnina del Lago.
I malfattori hanno infatti asportato un grande quadro che
faceva da nicchia a numerosi ex voto d’argento lasciati dai fedeli per “grazia
ricevuta”, quattro grandi candelieri in rame sbalzato di stile barocco e due
candelabri a cinque bracci di bronzo con fregi dorati.
Del furto si sono accorte alcune donne che si erano recate
giovedì mattina per tempo nella località. Premurosamente avvertivano il signor
Prevosto. Questi si recò sul posto con i Carabinieri della nostra Stazione i
quali, fatti i necessari rilievi, hanno iniziato le indagini per tentare di
identificare ed arrestare i ladri sacrileghi che avevano operato al sicuro,
data la località isolata.
Anime buone e generose di devoti alla madonna, mosse da
spirito di riparazione hanno già fatto pervenire al signor Prevosto la loro
offerta per sostituire degnamente gli oggetti sacri sottratti. Penserà la
madonna a ricompensare degnamente tanta bontà.
RECUPERATI GLI OGGETTI SACRI SOTTRATTI ALLA MADONNINA DEL
LAGO
Siamo lieti di annunciare che la quasi totalità di quanto
asportato nel Santuario della madonnina del Lago è stato felicemente
recuperato. Gli ignoti autori del furto, forse non avendo trovato ricettari,
hanno deciso di disfarsene. Al Comando della nostra Stazione Carabinieri, che
aveva avviato subito indagini e segnalato fonograficamente il fatto a tutti i
Comandi Stazione d’Italia, è pervenuto dal Comando di Somma Lombardo la notizia
del ritrovamento sulla Strada del Sempione, poco fuori la cittadina, degli
oggetto sacri rubati ad Azzate.
Ci rallegriamo vivamente con la benemerita, e ringraziamo la
madonna del rinvenimento di quanto la pietà dei suoi fedeli aveva offerto a
decoro e ornamento della sua Chiesetta.
E’ MORTO PIO XII IL 9 OTTOBRE 1958
Nato a Roma il giorno 2 marzo 1876 dall’avvocato Pacelli e
dalla nobil donna Virginia Grazioli, fu battezzato il 3 marzo successivo
ricevendo i nomi di Eugenio Giuseppe Giovanni.
E’ eletto arcivescovo titolare di Sardi.
13 maggio è consacrato vescovo.
20 aprile è nominato Nunzio Apostolico in Baviera.
22 giugno 1920 è nominato Nunzio Apostolico in Germania.
16 dicembre 1929 è creato cardinale.
7 febbraio 1930 è nominato Segretario di Stato da San Pio XI
e Prefetto della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari.
1° aprile 1938 è nominato Camerlengo di Santa Romana Chiesa.
2 marzo 1939 è eletto Papa dopo un Conclave di sole 22 ore
ed assume il nome di Pio XII col motto “Opus justitiae pax”.
12 marzo è incoronato in San Pietro.
9 ottobre 1958 morto a Castelgandolfo.
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1958 il 28 ottobre alla sera viene eletto il cardinal
patriarca di Venezia col nome di Giovanni XXIII.
FRAZIONE ERBAMOLLE
Riportiamo il Decreto Arcivescovile con il quale la Frazione
di Erbamolle sotto il Comune di Azzate, dopo un secolo circa, ritorna alla Parrocchia
di Azzate.
“Curia Arcivescovile di Milano. Gli abitanti della Frazione
denominata Erbamolle appartenente al Comune di Azzate ed alla Parrocchia di
Buguggiate, hanno presentato domanda perché vengano aggregati alla Parrocchia
di Azzate, dove già di fatto convengono per il lavoro, l’istruzione e le
funzioni religiose.
Poiché la richiesta ci sembra giustificata, nell’intento di
far coincidere i confini parrocchiali con quelli comunali, decretiamo, il
territorio, segnato in rosso nel tipo planimetrico allegato al presente atto, e
smembrato dalla Parrocchia di Buguggiate ed aggregato alla Parrocchia di Azzate
a partire dal 1° novembre. Dato a Milano il 17 ottobre 1958. L’Ordinario
diocesano Giuseppe Schiavini, Cancelliere arcivescovile canonico Narciso
Prandoni.
ECHI DEL NUOVO ALTARE DELLA MADONNINA
Il nuovo altare in pietra viva, inaugurato alla festa della
madonnina, è stato ammirato dai numerosi fedeli e devoti che domenica scorsa
hanno reso l’omaggio annuale alla cara Madonnina del Lago.
Il signor Prevosto ringrazia tutti gli offerenti che col
loro obolo generoso hanno cooperato alla copertura di questa spesa, alleviata
di molto dal piccolo Vittorio Olivarez, che ha consegnato il conto della messa
in opera muraria con la scritta “In saldo, nipote e nonno, offrono”. Deo
gratias!
In questi giorni ho esumato dal Cimitero a fianco della
Chiesa di S. Rocco, in demolizione, i resti del parroco don Cazzaniga. Sulla
sua tomba vi era una croce con una lapide e iscrizione. Aprendo la tomba,
abbiamo trovato la cassa di legni distrutta, quella di zinco corrosa, La salma
decomposta; alcuni resti della veste, i grani della corona del rosario, sono
stati deposti in una capsella di cemento.
Anche quella del parroco don Redaelli morto nel 1908, che
aveva voluto essere sepolto sulla soglia del cimitero “perché mi avete
calpestato da vivo” – “mi calpesterete anche da morto”.
Copriva l’avello una grande lapide di granito rosso. Levata
questa, abbiamo trovato la cassa immersa nell’acqua proveniente dal tombino. La
salma intatta con la veste intera, scarpe, ecc. L’abbiamo riposta in una nuova
cassa di legno.
Per ora le bare vengono posate nella Chiesa di S. Rocco,
domenica 16 novembre, verranno trasportate nella Parrocchiale e alle ore 10.30
dopo la messa in suffragio, quindi accompagnate al cimitero e riposte nella
nuova tomba preparata per i Parroci che si succederanno nei secoli venturi
“animae istorum Sacerdotum et omnium fidelium defunctorum requiescant in pace”.
Amen.
Pag. 158
UNA FOLLA DI OLTRE DUEMILA PERSONE
COME AZZATE HA INAUGURATO IL SUO MODERNO CENTRO SPORTIVO
Il vescovo Pignedoli taglia il nastro. Mostra alla Scuola
professionale. Cresima. Concerti bandistici e spettacolo pirotecnico.
Solenni sono riuscite nei giorni di sabato e domenica le
manifestazioni organizzate in occasione dell’inaugurazione del centro Sportivo
avvenuto alla presenza di mons. Sergio Pignedoli, arcivescovo ausiliario della
Diocesi di Milano.
Una folla notevole ha assistito al taglio del nastro
effettuato dal Presule presenti le Autorità.
La cerimonia si è svolta sabato alle ore 16, dopo che il
prevosto don Angelo Cremona ebbe impartita la benedizione alle opere e mentre
lungo il pennone saliva a garrire il tricolore, accompagnato dal simbolo
olimpico, bianco azzurro e il corpo bandistico levava le note dell’inno nazionale.
Il prevosto don Cremona ha poi sottolineato efficacemente
l’importanza dell’avvenimento per i suoi riflessi in campo fisico, sociale e
spirituale.
Il sindaco maestro Attilio Baratelli, a sua volta, rivolgeva
parole di plauso verso i promotori che hanno che hanno creato in Azzate un
centro di cui ben giustamente il paese può andare orgoglioso. E assumendo per
l’Amministrazione Comunale solenne impegno di solidarietà con la vita
dell’opera, si è detto sicuro che Archidiocesi, Prefettura, Provincia e CONI
non mancheranno di assecondare le eventuali istanze che per le opere sportive
inaugurate, dovessero eventualmente essere avanzate.
Seguiva da parte delle autorità – fra le quali il vice
prefetto Martinelli, l’onorevole Pio Alessandrini, l’Assessore provinciale alla
Pubblica Istruzione prof. Crosta, i consiglieri provinciali Fadda e Passerini,
la direttrice didattica professoressa Mina Carnelutti, il commendator Bellini
per il CONI provinciale e numerosi sindaci dei paesi vicini – la visita alle
varie costruzioni del centro e alla riuscitissima Mostra della Scuola
Professionale.
Lo spettacolo di folla si è ripetuto ancora domenica. Il
campo sportivo è stato invaso da oltre duemila persone che hanno assistito
all’incontro di calcio terminato con la vittoria del legnano sulla Malnatese
per tre a zero.
Altrettanta folla ha partecipato o assistito alla solenne
processione che è seguita, culminando con la benedizione impartita sul sagrato
da monsignor Ghetti.
In serata altra spettacolosa adunata di popolo che ha
assistito al concerto bandistico magistralmente eseguito dalla banda di
Porlezza ed al riuscitissimo spettacolo pirotecnico che ha coronato la
manifestazione alla quale avevano aderito il Ministri Tupini, il senatore
Cornaggia Medici, il presidente dell’EPT di Varese e dottor Beretta ed altre
personalità.
Nel corso della sua permanenza ad Azzate monsignor
Pign3doli, che ha fatto il suo ingresso in paese scortato dai centauri del Moto
Club locale, ha anche impartito il Sacramento della Cresima ad una cinquantina
di bambini e ha partecipato ad altri riti religiosi.
Settembre, sabato e domenica, giorni 5 e 6. Forse qualcuno
ad un solo mese di distanza se ne sarà già dimenticato. E’ purtroppo labile la
memoria delle cose degne di memoria! Eppure furono giornate tra le più
memorabili, per la nobiltà di manifestazioni e per dignità di espressione.
Tanto è stato bello, anzi tutto è stato stupendo! Giornate simili servono a
dare un tono di alto prestigio non solo alla cronaca ma anche alla storia di un
paese. Una comunità che ha saputo realizzare giornate tali, dense di opere, si
qualifica al livello di vera civiltà.
E perché il ricordo rimanga duraturo negli animi e valga
anche per chi non fu presente alle cerimonie, è utile divulgare il discorso del
signor Sindaco durante l’inaugurazione del centro Sportivo Vicariale, per la
profonda interpretazione degli avvenimenti:
“… Già il 6 ottobre 1957, quando venne benedetta la prima
pietra dell’allora costruendo centro Sportivo, dicevo che si stava mettendo nel
terreno, come nel grembo di un madre, il seme di un albero dalla crescita
vigorosa che avrebbe certamente dato frutti stupendi. Ed eccoci qua, dopo meno
di due anni, ad ammirare i frutti maturi.
Là l’edificio elegante e funzionante delle docce, degli
spogliatoi, degli uffici per i tecnici sportivi, della sala di laboratorio per
i giovani frequentanti la Scuola Serale professionale.
Accanto la piscina.
Qui il grande campo sportivo per il gioco del calcio.
Laggiù il vecchio campo per i giochi minori ed il palazzo
dell’Oratorio destinato all’istruzione religiosa ed ai divertimenti culturali.
Tutto è recinto, protetto, custodito.
Mi sembra esatto attribuire all’elegante ingresso la
funzione di entrata in un golfo ameno, in un’oasi di letizia e di pace.
Mi piace attribuire a questo luogo le definizioni della
Bibbia: ortus conclusus – il giardino prediletto, e alla piscina l’espressione:
fons signatus – fonte custodita per la sua bellezza ed il suo valore.
Tutti ammirano questa realizzazione. Tutti pronunciano
parole gratulative appena arrivano qui.
E difatti, agli apprezzamenti concepiti e realizzati
dall’uomo s’aggiunge la naturale bellezza della posizione.
Vorrei che voi tutti passaste qui una giornata intera. Una
di quelle giornate di maggio quando il cielo tesissimo domina trionfante su
questo campo.
Il sole dal primo mattino all’estreme ore serali può
illuminare senza impedimento e ristorare questo suolo. La piscina col suo
azzurro ride e scherza allora con l’immenso azzurro del cielo e si confonde e
si rifrange in segno d’alleanza.
Rivolgetevi poi a occidente, alla solenne struttura
architettonica del campanile della Pieve; rivolgetevi a mezzogiorno verso
quella Torre del S. Quirico che oserei chiamare dell’Assoluto, tanto nel segno
dell’assoluto è l’ineguagliabile splendore del panorama che di lassù si gode.
Poi mi direte se non viene spontanea l’antica frase:
“Alfiere pianta qui la bandiera; qui è ottima dimora”.
Allora (due anni fa) lodavo i sacerdoti di Azzate per
essersi posti nella serie dei migliori educatori della gioventù. Nella serie di
Vittorino da Feltre e di don Bosco. Ora aggiungo qualcosa.
Nell’antica Grecia, almeno in Atene, almeno per quanta
riguarda i tempi di Socrate, primo filosofo dell’uomo, l’educazione del figlio
si svolgeva nell’apprendimento delle discipline tradizionali seguenti:
l’insegnamento letterario, la ginnastica e la musica. Costituivano quel sistema
pedagogico a cui Aristofane nella sua commedia “Le nubi” attribuiva il merito
delle civiche virtù.
Ebbene i sacerdoti di Azzate hanno provveduto alla carenza
dell’ordine pedagogico locale, cercando così di contribuire alla formazione
dell’uomo integrale, in altri istituti educato alla cultura delle lettere,
delle scienze e dell’espressione artistica.
Così nel medioevo erano le chiese e i monasteri: centri di
ogni formazione liberale, artistica, professionale e fisica.
Li lodo adunque come epigoni di quei creatori della nostra
civiltà che trae da così lontani esempi la prima scaturigine e li lodo come
successori di quei padri della ‘civitas’ medioevale, tanto consona al costume
delle nostre contrade, dove il ‘vicus’ medioevale risalta ancora nella conformazione
urbanistica.
Certamente epigoni e padri moderni che al soccorso di una
tecnica moderna e di un progresso attuale hanno affidato le loro ansie e gli
intenti.
Oggi inauguriamo solennemente queste opere che durante
l’estate hanno già avuto, per quanto limitato e parziale, il loro
funzionamento, la loro prova di collaudo. E mi è sembrato fatto visivo, elemento
plastico il senso sociale, la lealtà, l’emulazione, la generosità, l’altruismo,
il vicendevole soccorso che già proponevansi due anni fa.
Siano pertanto queste opere fonte di letizia. Dove ognuno
esprima serenamente le proprie energie, ingentilisca il costume della sua vita,
rafforzi il carattere. E con la costanza, la tenacia nella fatica, il vigore
dello spirito, la perseveranza nella bontà, la fiducia nel soccorso superno,
acquisto l’ornamento della propria persona, conquisti le fronde di quell’alloro
che onora l’atleta, solamente perfetto quando è espressione equilibrata di
forma e di materia, di spirito e di corpo,
nella gerarchia dei valori eterni su quelli passeggeri.
Mi sia ancora consentito di riconoscere in questa la più
solenne e stupenda opera in funzione
sociale di questi tempi della vita azzatese.
Ciò manifestando, non penso di abdicare al principio delle
civile amministrazione o misconoscendo quanto essa ha operato di veramente
importante per una più confortevole espressione della vita associata. Al
benessere del popola la presente amministrazione s’è dedicata con risultati che
ognuno può giudicare.
Ma più che della propria valentia i moderni poteri
democratici, a mio parere, debbono
essere orgogliosi e soddisfatti dell’atmosfera di fiducia che si diffonde
nell’ambiente sociale per l’esistenza stessa di essi poteri e per la qual
fiducia il cittadino si sente sereno e sicuro e si esprima liberamente e
spontaneamente in opere private di progresso e di benessere.
E’ proprio il fenomeno palese e più rilevante di Azzate in
questi anni.
Come s’è trasformato il paese! Quante energie nuove! Quanti
sviluppi di aziende!
Persino quanto negozi belli! So distinguere e quali di
questi fenomeni attribuire alle congiunture economiche e produttive di
carattere più vasto, in rapporto di mercato nazionale od anzi internazionale:
Ma parecchie di queste iniziative si debbono all’accennato clima locale.
Tra questa la migliore è certamente quella che stiamo
ammirando e che ha anche una sua ragione nella colleganza tra Comune e
Parrocchia, nella cordialità dei rapporti tra Parroco e Sindaco.
Dicevo allora, due anni fa,
che nel sudore e nel dolore si semina, perché il raccolto faticato e
sofferto abbia con sé la maggior dose di letizia.
Ora mi rivolgo al signor Prevosto. E’ tutta letizia questa
giornata per lui! Nessun’ombra l’angustia pur dopo aver dimostrato così
splendido esempio di generosità donando il suo podere ed altro ed altro ancora!
Non è difficile leggere nel suo sguardo ragioni di ansia e
discernere nel suo spirito elementi di preoccupazione. Tra le molte voci che
pur allietano o lo distraggono una ce n’è sommessa, discreta, interna, sempre
viva anche se latente talora: la voce che gli ricorda la gravità degli impegni
finanziari, degli oneri assunti. Noi tutti, dopo d’aver incitato, approvato,
esaltato quanto vediamo conseguito, non possiamo ora ritiraci e disconoscere la
parte dei nostri doveri. Ai cittadini di Azzate ricordo che di nessuna cosa si
può dire “è nostra” se non quando è liberata dai gravami.
Ed il Comune? Il Comune, cui condizioni, economiche e
ragioni amministrative non avrebbero consentito quanto qui è attuato dovrà pur compiere un
gesto di solidarietà.
La concorde opinione pubblica, l’elemento aprioristico e
democraticamente impegnativo, valga ad affrettarne l’adempimento.
In visitatione prima pastorali 16 octobris 1960. + GB card.
Montini Archiepiscopus.
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ANNO 1960 VISITA APSTORALE – LA PRIMA DEL CARDINALE GIOVANNI
BATTISTA MONTINI
PARROCCHIA ANTICHISSIMA
Dal Monte S. Quirico, dove svetta la bellissima torre panoramica,
al Lago, in cui si specchia il Santuario della Madonnina, è un alternarsi di
frazioncine, di ville e di abitazioni isolate, costituenti nella
frastagliatissima disposizione, il paese di Azzate.
Il nucleo principale si concentra intorno alla parrocchiale,
di origini assai antiche, rifatta nel 1606 e ingrandita nel 1853. La comparsa
delle prime abitazioni risale – con tutta probabilità – a prima del Mille, se
già intorno al 1224 il rettore della chiesa esercitava tutti i diritti
parrocchiali col titolo di Arciprete.
Stando alla tradizione – poi – dovremmo attribuire ad Azzate
un’origine più che millenaria. E’ stato scritto, infatti, che l’arcivescovo
Ansperto e S. Benigno (465) sono discendenti, nientemeno, dai Bossi di Azzate;
il paese, quindi, già esisteva fin da quella remota età. E a conferma di ciò
gli Azzatesi mostrano i dipinti dei due arcivescovi esistenti sulle lesene
della cappella dedicata A San Carlo.
Nel tempio, al quale si affianca un maestoso campanile
(fatto costruire dal parroco don Giuseppe Stefanini nel 1776) si possono
ammirare quadri di gran pregio, come lo Sposalizio di S. Caterina, opera di
Callisto Piazza (1545), il S. Gerolamo del Guercino, l’Angelo musico del
Morazzone, la S. Lucia del Panfilo, S. Francesco del Morazzone, il Cristo morto
attribuito all’Holbein.
La “Gloria di S. Andrea” del barbini ed altri degni di
particolare nota.
Nella frazione di Castello abbiamo l?oratorio di S.
Gaudenzio, di proprietà privata, ma aperto al pubblico e dove si celebra la
messa festiva.
Altro oratorio è quello di vegonno di costruzione
relativamente recente. Fin qui le note storiche che interessano il paese.
Come tutti gli altri comuni, che hanno accolto in questo
ultimo decennio l’onda di rinnovamento e di progresso, anche Azzate ha
avvertito l’esigenza di dare a sé stesso un nuovo volto civico e urbanistico.
Numerose abitazioni hanno subito un radicale rinnovamento e altre ne sono state
costruite, che hanno donato un nuovo impulso al patrimonio edilizio. E’ stata
dato, poi, piena efficienza, con
costruzione x novo e ammodernamenti, alle opere di utilità pubblica. I tremila
abitanti circa di Azzate oltre che nell’industria locale (rappresentata
soprattutto dalla “Tessitura meccanica”) e nell’agricoltura, trovano lavoro
nella vicina Varese e in altri centri industriali del circondario.
L’INCONTRO CON L’ARCIVESCOVO
Prendendo lo spunto dall’episodio evangelico della visita di
Gesù al tempio (in fatto che dimostra come Cristo avesse in onore la casa del
Padre suo) il cardinal arcivescovo ha sottolineato la necessità – oggi
estremamente avvertita – di dare alla chiese e a ciò che essa rappresenta, la
sua fondamentale ed essenziale importanza. Dove manca la chiesa, cioè, il punto
di incontro fra il popolo e Dio, manca il focolare della vota spirituale e
religiosa. Chi non vuole essere cieco e vivere senza sapere qual’è la via da
battere, deve sapere che la religione è la luce della vita, la lampada, che
rischiara il cammino. Il mondo moderno dichiara superata la religione, e
accoglie come cose utili e necessarie soltanto ciò che è sperimentale. Anzi,
c’è una categoria di persone che va oltre e dichiara a parole e con i fatti,
guerra alla religione. “Non sono parole vane, queste, c’è veramente una
minaccia di ateismo, una minaccia, cioè,
del,vita concepita senza Dio”. A questo punto il cardinal Montini ha
illustrato la necessità fondamentale della religione per la nostra vita e ha
raccomandato ai fedeli l’istruzione religiosa, senza la quale non ci può essere
pratica religiosa.
In secondo luogo, oltre che all’istruzione religiosa, alla
quale è connessa la risposta ai principali perché della nostra vita, la Chiesa
ci dà una grande lezione di socialità, dichiarandoci tutti fratelli.
“Noi che siamo affannati nella ricerca di una socialità,
dovremmo trovarla, tale socialità, con più facilità nella parrocchia da cui
essa scaturisce”. Si tratta di una
socialità libera, ma, una volta accettata, estremamente vincolante”. E’ qui che
si diventa veramente popolo, uomini, gente forte, libera e onesta. Qui vige
veramente la carità, l’amore, fondamento della società cristiana.
Da tutto ciò derivano alcun doveri importanti per il fedele:
1) il
cristiano deve essere presente nella sua chiesa contribuendo a costruirla, non
soltanto in senso materiale, se necessario, ma soprattutto in senso spirituale
e religioso, perché è in questo secondo senso che la chiesa ha il suo vero
valore;
2) 2)
il fedele deve essere attivo, contribuendo, in modo particolare, a creare le
Associazioni e dando ad esse lo sviluppo che meritano. “Non siate parrocchiani
sbandati, ma parrocchiani costruttivi. Noi così facendo – ha concluso il
cardinal Montini – costruiremo la città di Dio, la comunione dei Santi, il
paradiso, perché la gloria di Dio incomincia proprio qui”.
IL CENTRO SPORTIVO
La costruzione dell’Oratorio, prima, e del centro Sportivo,
poi, costituiscono per Azzate due meravigliose tappe nello sviluppo della vita
parrocchiale, sviluppo reclamato con senso di maggiore impegno, soprattutto da
quando il paese divenne Vicariato Foraneo per disposizione del cardinal
Schuster (1952).
La prima impresa – se così posiamo chiamarla – ebbe inizio
nel 1939, epoca difficile e tormentata per lo scoppio della guerra, la quale,
con le sue funeste conseguenze, bloccò i lavori fin dall’inizio. Si dovette
attendere fino al 1944 per poter riprendere la costruzione, la quale (sotto la
vigile guida del Prevosto, don Angelo Cremona, che dispiega, ormai da 22 anni,
la sua attività pastorale ad Azzate) fu, nel giro di un anno, portata
felicemente a termine. Nel 1954 monsignor Proserpio di Varese benediva la nuova
realizzazione.
In questo stesso anno, don Cremona accarezzava l’idea di
dare alla parrocchia un centro sportivo che integrasse l’attività oratoriana,
la quale non sarebbe stata completa senza questa nuova fioritura. “Il signor
Prevosto – è stato scritto – superando sé stesso in magnanimità ha dati tutto
ciò che gli rimaneva e dà ancora le sue energie per un’opera degna della nostra
cara borgata”.
Tra difficoltà di ogni sorta, dopo progetti e
controprogetti, il Centro Sportivo azzatese è sorto in tutta la meraviglia di
un’opera veramente moderna e rispondente alla esigenze del nostro tempo. La
bella realizzazione è racchiusa dentro un perimetro di 13 mila metri quadrati e
comprende: una grande piscina per il nuoto, la pallanuoto e le gare varie: un
campo sportivo regolare per il calcio con la possibilità di svolgere gare di
atletica leggera, campo di pallacanestro e pallavolo, spogliatoi con docce e
bagni, i quali, durante la settimana servono anche per il pubblico. E’
superfluo parlare della sua attività; non sappiamo però tacere sulla generosa
rispondenza della popolazione, ai cui sacrifici è dovuto il Centro Sportivo.
Una realizzazione, questa, che torna a onore degli azzatesi, che hanno saputo
intelligentemente interpretare il segno dei tempi, allestendo per i propri
ragazzi ciò che di più adeguato potessero immaginare. Per quanto concerne il
futuro, don Cremona sarebbe del parere di costruire un nuovo salone, meglio
rispondente ai criteri moderni, mentre da quello attuale si potrebbe comodamente ricavare tante aule
di catechismo. Si farà? La volontà non manca. Chi pagherà?
C’è un fatto, comunque: tra don Cremona e la popolazione
esiste ancora, anzi, si va sempre più irrobustendo, l’antica alleanza che
permise la costruzione del Centro Sportivo.
Pag. 152
Nel 1961 la Ditta Lindo Grassi di Milano ha preparato le
quattro vetrate rappresentanti le quattro virtù cardinali. I disegni sono del
prof. Pittore Ravarello che ha dipinto la Chiesa di Cucciago e il prevosto don
Luciano Brambilla, amico del nostro prevosto, ha prestato i disegni, eseguiti
dalla Ditta Milanese. Sono costati vetri e intelaiatura in ferro lire 800.000
circa.
La chiesa colle nuove vetrate ha cambiato il suo volto.
Pag. 153
Il 18 ottobre 1962 alle 2.35 di questa notte è deceduto
all’ospedale del Circolo don Eraldo Bernasconi di 31 anni, coadiutore della
parrocchia di Biumo Superiore.
Il giovane sacerdote era rimasto ferito gravemente ieri
pomeriggio mentre percorreva Viale Aduggiare a bordo del proprio scooter.
Giunto all’altezza del numero civico 29, è stato visto compiere
improvvisamente una paurosa sbandata e quindi cadere pesantemente sull’asfalto
battendovi il capo con estrema violenza. E’ stato accertato che la ruota
posteriore della motoleggere, una Vespa 125 targata VA 24931, si era staccata
dal perno, spezzandosi nettamente, per cui il conducente, dopo aver percorso
una ventina di metri con il mezzo inservibile e privo di controllo, finiva per
ruzzolare a terra, rimanendovi senza conoscenza.
Il sacerdote veniva soccorso poco dopo e trasportato
all’ospedale di Circolo con una autovettura di passaggio. I sanitari
riscontravano a don Bernasconi una grave contusione cranica encefalica con
frattura della volta e della base cranica e perdita di sostanza cerebrale, la
frattura della clavicola destra, ferite lacero contuse al cuoio capelluto e
contusioni escoriate multiple. Il medico capo guardia del pronto soccorso ei
dottori Premoli e Rossi si prodigavano nel prestare le prime cure al gravissimo
ferito, che non riprendeva conoscenza ed era in preda a violente crisi
spastiche. Il primario anestesista dottor Bortoluzzi praticava quindi
all’infortunato la traqueotomia, innestandogli nella trachea un tubo collegato
ad uno speciale apparecchio erogatore di ossigeno. Dopo la delicata operazione
don Bernasconi veniva ricoverato nel reparto chirurgico dove questa notte e
deceduto.
MORTO PER UN GUASTO ALLA MOTORETTA
OGGI I FUNERALI DI DON BERNASCONI
Varese, 17 ottobre.
Don Eraldo Bernasconi, il giovane sacerdote perito a causa
dell’incidente stradale (si era rotto il mozzo della ruota posteriore della sua
motoretta) riposa da ieri mattina tra le pareti che gli erano più care, quelle
del salone di ritrovo dei giovani di Biumo Superiore, nella casa coadiutorale
di Via Biumi. I cento ragazzi, dai più piccoli ai più anziani che il giovane
assistente in circa otto anni di attiva opera aveva raccolto intorno a sé, si danno il turno
accanto alla salma.
Don Eraldo Bernasconi, figlio di poverissima gente di
Azzate, rimasto ancora bambino orfano di padre, entrato dapprima nel
preseminario di valle Colorina, passava successivamente al Seminario di vengono
Inferiore, sempre distinguendosi per diligenza, intelligenza, fervore.
Don Eraldo veniva consacrato nel 1954 e, dopo il periodo di
formazione e di preparazione presso il postseminario di Saronno, era chiamato a
collaborare al fianco di un parroco, don Enrico Alberio, già da alcuni anni
capo della Chiesa di San Giorgio.
Martedì pomeriggio si era recato all’ospedale di Varese per
visitare il sagrestano di S. Giorgio, Gaetano Martini, gravemente ammalato. E,
proprio nel ritorno a casa con il cuore stretto dal dolore perché il vecchio
sagrestano era appena spirato, Don Eraldo incontrava la morte.
I funerali avranno luogo domani venerdì alle ore 9.30,
partendo dal salone di ritrovo dei giovani. La salma sarà tumulata ad Azzate,
paese natale del giovane sacerdote. Il cordoglio per la tragica fine di don
Eraldo è unanime.
Nel settembre dello stesso anno 1962, don Eraldo aveva
tenuto nella nostra chiesa il triduo di preparazione alla sagra, seguito con
molta attenzione e godimento spirituale. Gli Azzatesi lo vedevano spesso anche
a Varese e gli volevano bene, ed ora custodiscono le sue spoglie e lo ricordano
con suffragi e peri desiderio della mamma viene inumato nella tomba dei parroci
in attesa della Risurrezione finale.
Pag. 154
ANNO 1963
Festeggiamenti per il 25° di parrocchia (1938-1963). E’
stato pubblicatoli numero unico.
Benedizione della prima pietra del nuovo Cinema-Palestra,
colla speranza di attuare il progetto di massima.
CASERMA DEI CARABINIERI
I Carabinieri lasciano la vecchia caserma e si trasferiscono
nella nuova lasciando liberi i locali, abitati dal maresciallo e dai
Carabinieri.
L’abitazione del maresciallo era in ordine discreto, con
poche riparazioni fu subito affittato; mentre l’ex caserma dovette essere tutta
rifatta e si ricavarono n. 4 appartamenti. La spesa è stata forte: lire sette
milioni e rotti che speriamo di poter arrivare a pagare col ricavo degli affitti
in una decina d’anni.
RIPARAZIONI ALLA CHIESA DI S. ROCCO
Il tetto lo si vedeva da lungi che era in disordine; dal
soffitto cadevano pezzi di tavole marcite per lo stillicidio; col coraggio a
due mani abbiamo incominciato dal tetto e furono cambiati travetti, qualche
terzeria e tutti i listelli, molti coppi nuovi e quasi tutto il soffitto con
tavole nuove. I canali e pluviali e riportata la sagrestia come era prima della
divisione in camera mortuaria, fatta ai tempi del parroco don Redaelli (senza
neppure chiedere il permesso al parroco – vedi nota anno 1883).
La spesa fu di lire 850.000
Mons. Francesco Rossi, prevosto di Varese, il 26 maggio 1963
venne consacrato vescovo-eletto di Tortona, e il giorno appresso si è degnato
di amministrare la S. Cresima ai nostri bambini (n. 14). I parrocchiani furono
molto entusiasti, augurando al neo-pastore molto bene apostolico nella sua
Tortona. La consacrazione è stata fatta dal cardinal Gio. Battista Montini che
nel prossimo mese, il 21 giugno – S. Luigi Gonzaga – veniva eletto papa col
nome di Paolo VI.
Pag. 155
Quasi unanime era la previsione che il nostro cardinale
arcivescovo andando a Roma per il Conclave non vi sarebbe ritornato. Così
avvenne. Grande gioia però vi fu in tutti perché il nuovo Pontefice Paolo VI
tutti lo abbiamo veduto, conosciuto e amato. Evviva il Papa! 21 giugno 1963.
25° DI PARROCCHIA
L’anno 1963 è stato il più sensazionale di tutto il mio
apostolato parrocchiale: 25 anni dal mio ingresso in Azzate; posso guardare
indietro serenamente e dire al Signore: “Agimus tibi grartias!”.
Col suo aiuto e colla corrispondenza dei parrocchiani siamo
giunti quasi al traguardo delle opere parrocchiali e.. dei miei anni.
Oggi, con la benedizione della prima pietra del nuovo
salone-palestra si prospetta la completa realizzazione delle opere parrocchiali
e il Signore tanto buono che ci ha assistiti finora con la sua provvidenza, ci
dia la grazia di giungere alla fine.
Il 40° di Messa è stato anticipato di un anno per unirlo al
25° di parrocchia e fare una festa sola.
Quanto ai festeggiamenti: programma svolgimento e riuscita:
vedi il fascicolo ricordo pubblicato in tale occasione e riposto nell’archivio.
“Non si è ancora spento l’eco dei festeggiamenti in onore
del nostro signor Prevosto don Angelo Cremona, tanto è stata viva la
partecipazione di tutti alle celebrazioni del suo Giubileo parrocchiale.
L’intensa preparazione della settimana precedente aveva
aperto l’animo degli Azzatesi alla comprensione del profondo significato che la
ricorrenza celebrava.
In primo luogo la messa solenne di domenica fu di una
grandiosità tale da lasciare in tutti una impressione profonda e difficilmente
dimenticabile: per il discorso di mons. Ghetti di Milano, per l’esecuzione
musicale della Cantoria e per la presenza di alte personalità e di numerosa
folla.
La chiesa, pure esternamente addobbata e il paese
illuminato, concentravano l’attenzione anche dei più indifferenti mentre ogni
altro mezzo di diffusione aveva informato i paesi vicini della festività.
Nel pomeriggio, dopo una lunga processione, si giungeva nel
Campo Sportivo e, sull’altare eretto per l’occasione, veniva benedetta la prima
Pietra dell’erigenda Palestra-Sala spettacolo.
Chiudeva la giornata solenne il concerto della Banda
Cittadina di Varese assai applaudito dai numerosi ascoltatori.
RINGRAZIAMENTO
Il Prevosto, commosso dalla dimostrazione di affetto che i
parrocchiani gli hanno tributato nell’occasione, vuole da queste colonne
porgere un sincero e cordiale ringraziamento: alle autorità religiose, civili e
militari per la loro partecipazione; ai padrini per il dono prezioso fatto alla
chiesa; alla Cantoria per l’amore con cui si è prodigata; al Consiglio
Parrocchiale e a don Alberto in particolare per l’organizzazione dei
festeggiamenti.
… juniores della Robur et Fides, gli juniores della Ignis e
la squadra di promozione del Lievissima Cantù.
Il torneo è stato suddiviso in due gironi, con classifiche
distinte; il primo per squadre juniores, il secondo per quelle di prima
divisione e promozione. Per il girone juniores sarà in palio la coppa “Don
Angelo Cremona” l’altro girone sarà in palio la coppa “Pro Loco”.
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L’opera compiuta nel corrente anno è stato il riscaldamento
della chiesa.
ANNO 1964 – MESE DI LUGLIO
Nel 1959, all’avvicinarsi dell’inverno, molto fedeli si
soffiavano sulle dita dimostrando che nella nostra chiesa era necessario il
riscaldamento. Si provvide con le lampade radianti a gas: la contessa
Castellani e donna Daria Cottalorda offrivano lire 50.000 ciascuna per
sopperire la spesa.
Ma tale sistema di riscaldamento non era dei più perfetti e
solamente quelli vicini alle fonti di calore ne sentivano un beneficio, gli
altri lo guardavano da lontano.
Dopo cinque anni, si venne nella determinazione di procedere
ad installare un vero impianto di riscaldamento ad aria calda, come ormai aveva
dato risultati del tutto positivi in molte chiese.
Venne interpellata la Ditta Castiglioni di Milano la quale,
dopo un sopraluogo, forniva il preventivo di spesa di lire 3 milioni circa per
un impianto di riscaldamento sistema
Termocast.
Difficile e dispendiosa la posa in opera dell’impianto sotto
il pavimento della chiesa,
Dal Cronicus parrocchiale si poteva rilevare che sotto il
pavimento della chiesa doveva esservi un vuoto. Si cominciò con l’aprire un foro
davanti al portale d’ingresso che diede un risultato felice: forata una piccola
volta di mattoni, si rinvenne una galleria larga metri 2,20 e lunga 2,50 quasi
ricolma di ossa umane: eravamo entrati nell’antico ossario “ante 1800”.
Questa galleria, con due divisioni, procedeva verso il
centro della chiesa.
Dopo il trasporto di dodici motocarri di ossa nell’ossario
del nuovo cimitero di Vegonno, ci si trovò davanti a terreno di riporto e cos’
si arrivò quasi alla balaustra, dove ora si apre la griglia della presa di aria
fredda.
La difficoltà maggiore si è riscontrata nello scavo al
centro della chiesa, dove si doveva posare la camera di combustione ad una
profondità di metri quattro dal livello del pavimento.
Questa operazione venne portata a termine con l’ausilio del
martello pneumatico e grande compresso (lire 150.000 spesa del compressore).
La spesa complessiva è stata di lire cinque milioni ivi
compreso l’allacciamento dell’energia elettrica, opere murarie compiute dalla
Ditta Vittorio Olvarez.
Il pavimento in mosaico 8marmo rosso di Trompia) è stato
eseguito dalla Ditta Santuz di Casbeno. Costo lire 150.000 solamente la
passatoia centrale poiché l’altra pavimentazione è stata salvata.
“Questo bel paese che adagiato ai piedi del Colle S.
Quirico, si stende fino a lambire i bordi del lago di Varese, all’uomo della
strada può sembrare un paese calmo e tranquillo, in realtà è tutt’altra cosa:
tutto i tutti sono in continuo fermento. Il Comune da parte sua ha curato e
condotto a termine opere da tempo tenute in incubazione e preparazione; il
palazzo comunale, il cimitero, le strade, ecc.; non di meno è stata attiva
l’autorità religiosa.
La nostra chiesa parrocchiale, oltre alla consueta
manutenzione, quest’anno è stata
arricchita di un impianto di riscaldamento ad aria calda. Il lavoro
magistralmente eseguito dalla Ditta Castiglioni, ha superato con esito positivo
il collaudo.
I migliori giudici di quest’opera saranno i fedeli che di
buon mattino nella prossima stagione invernale non dovranno più stropicciarsi
le mani intirizzite dal freddo, ma con animo “più caloroso” potranno rivolgere
le loro preghiere a Dio.
Anche la bella Madonnina del Lago non è stata dimenticata;
tuttora vi sono in corso lavori di ritocco e restauro eseguiti dal buon
“Natalino” e dall’abile signor Bavagli che si prodigano per terminare in tempo
utile per la sagra del prossimo mese.
Sagra molto sentita non solo dagli Azzatesi ma anche dagli
abitanti dei paesi viciniori.
Tradizionale la grande lotteria e l’incanto dei doni
generosamente offerti dai fedeli azzatesi.
Generosità dimostrata in più occasioni dai buoni
parrocchiani, quindi dimostrazione di solidarietà quando si tratta di sostenere
opere benefiche.
Però sembra che la Chiesa di S. Rocco venga dimenticata.
Infatti questa bella chiesa che forma ai piedi della collina
un angolo raccolto e mistico da tempo trascurata per mancanza di mezzi, sta
cadendo in rovina.
Vani sono stati gli appelli; si spera nel prossimo futuro,
dopo l’esempio datoci dagli immigrati meridionali per l’adattamento provvisorio
del tetto, che agli Azzatesi ritorni quella buona volontà sempre dimostrata.
Intuiamo lo stato d’animo e le preoccupazioni del nostro
Prevosto, sempre proteso nello sforzo di fare equilibrare le necessità con le
possibilità. Certamente questo è un uomo da elogiare, ma non da invidiare.
Azzatesi siate solidali anche nella nuova impresa che a
taluni può sembrare eccessiva e fuori luogo, ricordiamo però che le stesse
lamentele furono formulate quando vennero costruiti il Centro Sportivo e la
piscina, oggi complementi indispensabili e sani per gli svaghi dei nostri
giovani.
Nuova impresa dicevamo: si tratta della palestra per
atletica leggera da tempo progettata, ma sempre in attesa di fondi per poter
essere realizzata.
Siamo propensi che da anni gli azzatesi e non, hanno
contribuito validamente a tutte le illuminate iniziative del Prevosto e i loro
sacrifici oggi vengono ripagati con la giusta soddisfazione di aver dato lustro
e prestigio al paese, innalzandolo ad un livello di progresso invidiabile da
altri paesi più rinomati e più popolosi.
Malo
Pag. 157
DON ENRICO ARRIGONI nacque a Monticello Brianza l’11
novembre 1896. Ordinato il 26 maggio 1923 fu destinato coadiutore a Induco
Olona e successivamente fu trasferito coadiutore a Cologno. Dal 1938 era
parroco di Daverio. Morì il 23 agosto 1964.
Aveva rinunciato al beneficio parrocchiale l’anno
precedente, ritirandosi a vita privata in una villetta presso la frazione di
Dobbiate.
Venne nominato nuovo parroco il sacerdote don Giulio
Ottolina già parroco di Pino Lago Maggiore.
RESTAURI DELLA CHIESETTA DI S. ROCCO
Il tetto della chiesa era in pessime condizioni e lo
stillicidio aveva rovinato anche il soffitto, tanto che i fedeli ascoltavano la
S. Messa volgendo ogni tanto lo sguardo in alto. Con offerte straordinarie
(signori Sala e signor Bassetti) e aiuti da parte della popolazione si è potuto
rifare totalmente il tetto (falegname e rifusione tegole). La spesa totale è
stata di lire 870.000
DORATURA ARGENTERIA
La Ditta Cesati di Abbiategrasso ha provveduto al riordino
dei sacri arredi: candelieri, lampade, reliquiari, busti e la porticina del
Tabernacolo. Il tutto è venuto a costare lire 670.000
Pag. 158
ANNO 1965
CASA MAZZOCCHI ACQUISTATA DALLA PARROCCHIA
Sarà destinata al nuovo Circolo Femminile con campo da
tennis.
Con atto notarile in data 3 febbraio 1965, la Casa Mazzocchi
che sorge proprio dirimpetto alla chiesa e contribuisce, con la linea sobria ed
elegante della sua facciata nonché col suo giardino, è entrata a far parte del
beneficio parrocchiale.
Per chiarire meglio come la cosa sia maturata e quale
vantaggio costituisca il nuovo acquisto occorre fare un passo indietro e dire due
parole sui retroscena delle trattative.
Lo scorso anno il Prevosto don Angelo Cremona, titolare del
beneficio parrocchiale, aveva venduto due appezzamenti di terreno, di compendio
del detto di detto beneficio, in località “La Marra”.
Per tali appezzamenti egli aveva avuto due offerte
particolarmente vantaggiose, in rapporto alle specifiche appetibilità da parte
dei proprietari confinanti: la signora Elsa Tschudi Batello e la signora
Madeleine Valiton Fritz.
L’importo di tali offerte aveva toccato il massimo valore al
quale erano giunti i terreni prima della presente recessione economica. La
somma complessiva ricavata dalla vendita di 16 milioni.
Una parte di quella somma, e precisamente 14 milioni, si
pensò di reimpiegarla per l’acquisto della suddetta Casa mazzocchi, il cui
proprietario aveva appunto intenzione di venderla. La differenza di due milioni
tra il ricavo della vendita dei terreni e il costo d’acquisto del fabbricato è
servito a pagare le varie le varie spese di trascrizione, registrazione e competenze
notarili.
Stipulato e perfezionato il contratto, la bella Casa Mazzocchi
fa ora parte, come si è detto, del beneficio parrocchiale. L’ex proprietario
avv. Antonio Mazzocchi, si è ovviamente riservato il diritto di abitazione dei
locali al primo piano, vita natural durante. Lo stesso vale per la signora Elsa
vedova Lennard, che occupa pure alcuni locali al primo piano.
Per quanto riguarda gli altri inquilini, invece, che
occupano i locali a pianterreno, avranno diritto di rimanervi fino in maggio del
1966, dopo di che il beneficio parrocchiale potrà disporre come meglio crederà.
A tal proposito si dice che il fabbricato potrebbe essere
utilizzato per allogare l’Oratorio femminile, che sino ad oggi non ha trovato
adeguata sistemazione.
L’unito giardino si presterebbe inoltre per la costruzione
di un campo da tennis. Ma l’edificio potrebbe avere altre future utilizzazioni.
La chiesa parrocchiale, ad esempio, che già da alcuni anni si rivela
insufficiente alle accresciuti esigenze della popolazione, potrebbe venir
ampliata assorbendo la retrostante casa parrocchiale, e la nuova abitazione del
parroco potrebbe trovar sede nella casa ora acquistata che le sta di fronte.
La Parrocchia di S.
Maria Nascente, finora un po’ soffocata da altre proprietà tutt’intorno,
acquista così un più ampio respiro.
Luciano Tibiletti
LA MORTE DEL PROFERSSOR LUIGI CASTIGLIONI
Il 24 febbraio 1965 a Milano nella sua abitazione di Via
Mon… si è spento il prof. Luigi Castiglioni di anni 82.
Era fratello della nostra signora Anna Castiglioni che a suo
tempo veniva spesso e volentieri nella nostra Azzate alla quale era molto
affezionato e presso di noi si è voluto scegliere la sua ultima dimora.
Luigi Castiglioni insigne umanista, conseguì la laurea di
professore a soli …. anni e fu per quasi un decennio docente all’Università
degli studi di Milano della quale era professore emerito, e dell’Università
Bocconi.
Combattente della guerra 1915-18, dottore honoris causa
dell’Università di …, faceva parte dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia di
Scienze e di lettere e di varie Accademie straniere. Maestro di latino ad
intere generazioni egli lascia opere di grande valore culturale.
Eppure in tanta scienza, quanta umanità! Era semplice, tutti
potevano avvicinarsi senza timore. Ai suoi funerali a Milano hanno partecipato
eminenti personalità.
Mentre presentiamo le più sentite condoglianze alla signora
Anna, la accompagniamo con la nostra preghiera di suffragio.
I BOZZOLI
La consegna avveniva allora in vari punti: Tra gli altri,
sotto il portico di Casa Mazzocchi. (Foto Avv.
Mazzocchi).
Pag. 159
30 MAGGIO 1965
A CONCLUSIONE DELLA “PEREGINATIO” DELLA RELIQUIA DEL SANTO
NEL NOSTRO VICARIATO.
Domenica 30 maggio si conclude il pellegrinaggio della
reliquia di S. Carlo nel Vicariato di Azzate. La “Peregrinatio”, come già è
avvenuto in altri vicariati della diocesi,
vuol celebrare il quarto centenario dell’ingresso del Santo nella Chiesa
di Milano. L’insigne reliquia, gentilmente concessa dal parroco della Chiesa di
S. Carlo di Arona, aveva iniziato il suo pellegrinaggio domenica scorsa
partendo da Azzate e fermandosi durante la settimana con tappe successive nelle
parrocchie di Buguggiate, Brunello, Crosio della Valle, Daverio, Galliate
Lombardo, Lomnago, Bodio, ritornerà
domenica ad Azzate concludendo il suo itinerario. Per l’occasione nella nostra
chiesa prepositurale, alle ore 18, una solenne funzione religiosa alla quale
parteciperanno numerose rappresentanze di tutte le parrocchie del Vicariato
stesso.
A proposito di questa particolare celebrazione, vogliamo
dire due parole sulla storia e sul culto di S. Carlo ad Azzate.
Risulta dagli archivi che S. Carlo venne in visita pastorale
nella nostra parrocchia il 27 ottobre 1574, e i n tale occasione istituì la
Confraternita del santissimo sacramento, che ebbe poi sede nell’antico Oratorio
di S. Rocco.
Che il suo culto, poi,
abbia avuto inizio subito dopo la sua canonizzazione (1610) lo
dimostrano parecchie opere d’arte esistenti nella nostra Chiesa.
Infatti i lavori di ingrandimento di questa – antica del
1000 o 1200 – ebbero inizio nel 1600, giacché la balaustra dell’altar maggiore
è datata del 1607, e quindi la cupola e l’abside vennero aggiunti nei primi
anni del 1600, le cappelle laterali della Madonna e di S. Carlo risalgono alla
stessa epoca, o forse a qualche decennio più tardi, poiché gli affreschi delle
due lesene della cappella di S. Carlo, raffiguranti S. benigno e Ansperto
Bossi, sono datati dell’anno 1646, e deve essere stata una cappella eretta a
spese di due offerenti, di nome Carlo e Giovanni.
Nella volta della cappella si vedono ancora due affreschi
che ricordano una grazia di S. Carlo che salva un bambino travolto dalle acque
minacciose di un torrente, e un S. Giovanni Evangelista che scrive l’Apocalisse
nell’isola di Patmos.
I due offerenti devono aver fatto eseguire anche una pala
d0altare che rappresenta i due santi Carlo e Giovanni Evangelista imploranti
benedizioni su Azzate che si stende ai loro piedi nella panoramica verso il
lago. Questa pala sormontava l’altare di S. Carlo fino al 1880, quando il
parroco don Cazzaniga pensava di sostituire il vecchio con un nuovo altare
di marmo con nicchia, nella quale veniva
posta una statua del santo in terracotta, plasmata dai modellisti che avevano
preparato i cotti della facciata della chiesa (1865 circa).
RIFORMA LITURGICA –A LATARE RIVOLTO RIVOLTO AL POPOLO – 14
MARZO 1965
A preparare il nuovo altare rivolto all’assemblea dei
fedeli, hanno messo mano i nostri giovani sotto la direzione tecnica e
artistica del nostro pittore signor Giuseppe Triacca.
Giaceva inusitata nella chiesetta di S. Rocco, la tomba
monumentale che anni or sono veniva piazzata in centro chiesa durante l’ottava
dei morti: era veramente un monumento alto 5 o 6 metri con baldacchino
sostenuto da quattro colonnine, opera dell’indimenticabile mastro Andrea
Arioli, papà della nostra signora Clotilde Magnini.
Ebbene con elementi utili, quali il basamento e le quattro
colonne modificate e adattate dal tecnico signor Pinuccio Triacca, domenica 7
marzo, tutti hanno potuto ammirare un altare di linee artistiche e
proporzionate da chiedersi se era veramente di marmo o di legno.
Meritano menzione onorevole: il progettista don Alberto, il
pittore, l’artista del legno e il marmista signor Cecchino Giamberini.
CONDOGLIANZE
Alla famiglia delle reverende Suore sorelle suor Antonietta
e Marcellina dell’Istituto del Prezioso Sangue, la prima superiora nel Collegio
di S. Maria di Pallanza, l’altra all’Asilo di Caponago, presentiamo le più vive
condoglianze per la morte della mamma Adele Ballerio vedova Daverio.
Le accompagniamo con la nostra preghiera benché possiamo
pensare che quest’anima cara e piena di fede attraverso la lunga infermità e sofferenza,
sia già in seno a Dio.
CHIESA DI S. ROCCO RESTAURI
Nell’autunno scorso in attesa di aiuti per completare il
restauro dell’artistica chiesina, abbiamo rifatto il tetto e il soffitto con
legname nuovo e rifusione di coppi.
In questi giorni il dottor architetto Emanuele Rumore della
Sovrintendenza delle Belle Arti, ha eseguito un sopraluogo per le riparazioni
interne. Vi sono nella parete di fondo, dove appoggia l’altare, delle
lesioni che hanno colpito un affresco
pregevole rappresentante la Natività di Maria.
Di valore è pure l’altare in legno dorato, bisognoso egli
puro di cura.
Speriamo che la Sovrintendenza venga presto in soccorso e
arrivi a tempo a salvare l’angolo pittorico di Azzate, e il Comune a salvare il
portico.
CONFERENZE QUARESINALI
Il mercoledì sera per molti giovani e diventati sensazionale
per il Cineforum; però c’era un mutuo accordo di proseguire anche nei mercoledì
di Quaresima con conferenze culturali-religiose. Però al primo mercoledì molti
hanno disertato: l’invito è vantaggioso, va accettato fino in fondo.
Pag. 160
ZIBALDONE DI SAGRESTIA. (Note scritte dal parroco don Luigi
Redaelli).
ORARIO FUNZIONI DELLA PARROCCHIA
Le Ave Marie si suonano alle ore d’uso; mattina e sera colla
terza campana, mezzodì colla quarta eccetto la domenica in cui si usa la
quinta, e il venerdì tutte.
Nei giorni festivi mattina e sera tutte le campane e, se
solenni, in concerto.
Nei giorni feriali si celebra la prima Messa in Aurora, la
seconda deodora (sic) dopo, secondo le stagioni; la terza ad ora libera.
Nei giorni festivi la Messa parrocchiale con la spiegazione
del Vangelo si celebra d’inverno alle ore 10, d’estate (dal maggio all’ottobre
circa) alle 9. La prima Messa và dalle 5.30 alle 7.30, secondo le stagioni con
vangelietto nelle feste d’invito di sacerdoti esterni. La Messa solenne si
protrae alle 11 come alla Natività di Maria Vergine e S. Andrea. Venuto il
secondo coadiutore la terza Messa un’ora dopo la prima.
Le funzioni del dopo mezzodì alle feste abitualmente si
tengono d’estate alle 14, d’inverno alle 14.15 e consistono nella classe
pomeridiana, vesperi, spiegazione dal pulpito e benedizione.
L’apparato della chiesa quotidiano è quello d’uso per gli
altari, come pure alle domeniche semplici.
Alle terze domeniche del mese visi aggiungono quattro
candelieri col triangolo, …. Bianco alla credenza e si usano pianete un po’
distinte dalle feriali, credenza e domeniche solite.
Le solennità per ragione dell’apparato si possono dividere
in quattro classi:
Prima classe: si espongono a tutti gli altari arredi e
addobbi i più solenni, si scoprono i quadri, si mette la copertura rossa alle
pareti, il triangolo solenne, moschetto di seta, ecc. le torchie alla
balaustra.
Seconda classe: si sopprime pallio e tappeto solenne,
copertura pareti, triangolo solenne, moschetto di seta, i 12 candelieri, il
resto come alla prima classe.
Terza classe: si usano i candelieri meno solenni, i soli
busti, tappeto superiore.
Quarta classe: drappi rossi alle balaustre e pulpiti, si
espongono le reliquie, tappeto e drappi balaustre.
Le solennità di prima classe sono la Natività di Maria
Vergine, S. Andrea Apostolo, natale, Pasqua, Pentecoste, Corpus Domini.
Di seconda classe: il rosario, l’Epifania e S. Luigi.
Di terza classe: S. Ambrogio, Immacolata, Circoncisione,
Ascensione, S. Pietro, Assunzione.
Di quarta classe: Nome di Maria, A, Andrea se senza
solennità, Nome di Gesù, Purificazione, Trinità, Patrocinio e S. Stefano.
Il suono dell’organo si usa in tutte le solennità e terza
domenica.
Pag. 161
SPECIALI USI PER CIASCUNA FESTA
Alla natività di Maria Vergine (patronale): si invitano
alcuni sacerdoti delle parrocchie circonvicine. Si predispone la quantità di
cera
(da continuare)
Pag. 171
LA MORTE DELL’AVVOCATO MAZZOCCHI IL 14 OTTOBRE 1967
Lo scorso 14 ottobre giungeva da Roma un laconico telegramma
che annunciava la morte dell’avv. Antonio Mazzocchi.
Da un paio d’anni la limpida e bianca figura del caro
avvocato era scomparsa dalla scena di Azzate: ormai quasi novantenne solo, si
era ritirato a Roma presso la sorella Gioia.
Ai suoi tempi era stato un professionista assai noto nel
foro di Milano dove aveva l’abitazione e qui veniva con la moglie e il figlio a
passare l’estate.
Durante la guerra la casa di Azzate divenne la sua dimora e
anche quella della sorella con i nipoti Risi, osa assai noti nel mondo
cinematografico romano. A seguito della morte
improvvisa e immatura del figlio dottor Sigfrido, l’avvocato si trovò
così solo, che pensò di vendere la casa per sopperire alle sue necessità.
Tra i numerosi acquirente, egli preferì cederla alla Chiesa
perché vedeva volentieri che la casa sua davanti alla chiesa e sulla sua piazza
fosse così conservata nella sua linea e per l’uso della parrocchia.
Se da parte sua vi fu un sacrificio nell’aver ceduto la sua
diletta casa alla parrocchia pure fu soddisfatto e sereno perché i suoi
desiderata erano stati accettati in pieno dalla Curia Arcivescovile di Milano.
Il Signore gliene renda merito.
Le più vive e cristiane condoglianze alla signora Giulia e
parenti tutti accompagnate dal ricordo nella preghiera.
INIZIO LAVORI ALL’ORATORIO
Nella corrente settimana la Ditta Rimordi di Gazzada,
appaltatrice dei lavori per la costruzione del salone-palestra sta approntando
il cantiere.
Facciamo i migliori auguro perché l’opera tanto attesa possa
raggiungere la meta desiderata.
4 DICEMBRE 1966 – S. ANDREA APOSTOLO
Domenica 4 dicembre Azzate festeggia il suo compatrono S,
Andrea e durante la S. messa solenne delle ore 10.30 il celebrante darà fuoco
al pallone … In questa festa, la nostra chiesa avrà pure una parete dedicata e
decorata, dall’immagine del nostro Santo Protettore.
Nell’angolo disadorno del battistero, sarà riposto in una
custodia, ideata dal nostro architetto signor Gaetano sala, lo stendardo dei
Confratelli del santissimo Sacramento, fattura preziosa, ricamata in oro dalla
Ditta Valori di Milano, premiata con medaglia, eseguita nel …. (non si legge).
Gli artigiani azzatesi del ferro e del legno hanno preparata
la custodia; la ditta Adiamoli e Ballerio di Varese lo ha munita di un terzo
cristallo; e l’altarino che fa da supporto, è dono delle reverende Suore
dell’Istituto dell’Addolorata.
Così il battistero dove ha inizio la vita spirituale dei
nostri bambini, avrà una sede degna di rispetto e venerazione.
NOZZE D’ARGENTO
Il veterinario di Azzate dottor Silvio Santarone e la sua
sposa Luciana, hanno festeggiato domenica scorsa il raggiunto traguardo del
venticinquesimo anniversario di matrimonio.
Attorno ai due “sposini” erano i loro cinque figlioli, che
sono la più tangibile prova del senso cristiano della famiglia e dell’amore dei
festeggiati.
Le nozze d’argento hanno avuto un’appendice sacramentale
martedì (giorno reale dell’anniversario) quando gli sposi hanno partecipato con
commozione alla S. Messa di ringraziamento, suggellando e completando nel più
felice dei modi la lieta ricorrenza.
Alla breve nota stilata da una persona vicina al nostro
dottore, il parroco e i parrocchiani di Azzate, tutti gli agricoltori del
Consorzio aggiungono le più calorose felicitazioni e augurano di cuore ai
“gentili sposini” aurate nozze nel 1991. Ad multos annos!
Pag.172
MARZO 1967
LOTTIZZATO UN TERRENO DEL BENEFICIO PARROCCHIALE
Dopo l’interruzione dovuta all’abbondante nevicata di due
settimane fa, sono ripresi con nuova lena i lavori di sbancamento della zona
bassa del terreno già facente parte del beneficio parrocchiale, quella che ha
accesso direttamente dal piazzale della stazione e della strada provinciale.
Superate le difficoltà di ordine giuridico e ottenuta
l’autorizzazione delle autorità ecclesiastiche e civili, tutto l’appezzamento
di proprietà del beneficio parrocchiale, di complessivi 15 mila metri quadrati,
è stato lottizzato, e i venti lotti in cui è stato diviso hanno già i loro
acquirenti.
Dal punto di vista giuridico, sarebbe stato indubbiamente
più semplice vendere ad un solo acquirente, ma il prevosto don Angelo Cremona
ha preferito seguire la strada più difficoltosa – quella della lottizzazione –
per favorire il maggior numero possibile di artigiani, negozianti e nuclei
familiari del paese.
Perciò l’opera ha un alto valore sociale.
Le stesse caratteristiche topografiche del terreno hanno in
buona parte suggerito la lottizzazione. La zona bassa, che ha accesso
direttamente dalla strada provinciale, è adatta alla costruzione di negozi; la
zona alta, panoramica, i idonea per casette residenziali; essa è servita da una
strada consorziale che verrà ampliata e migliorata.
I lavori di sbancamento che si stanno facendo in questi
giorni riguardano, come si è detto, la patte bassa: quest’opera di sbancamento
è indispensabile in quanto i fabbricati da erigersi sui lotto fronteggianti la
strada provinciale dovranno sorgere a 12 metri dalla mezzaria della strada. E
questo enorme lavoro sarebbe stato a carico, ovviamente, dei singoli
proprietari. Senonché, per una fortunata coincidenza, la T.E.D.I.L. – la
società che ha in appalto i lavori per la costruzione della nuova strada che
congiungerà l’autostrada con la nord-lacuale – avendo bisogno di parecchia
terra di riporto per la sistemazione del piano della nuova arteria nei pressi
di Buguggiate, si è offerta di sbancare e rimuovere con mezzi propri e a
proprie spese l’eccedente quantità di terra dei lotti suddetti prospicienti la
strada provinciale.
Il nostro paese cambia continuamente volto. La vecchia
cappelletta di fianco alla stazione è già scomparsa demolita per necessità di
cose; la stessa stazioncina, che opra viene curiosamente a trovarsi non più a
ridosso del bosco, ma in mezzo al piazzale, verrà spostata in luogo più adatto.
Tra qualche anno tutta questa parte della collina di S. Quirico che domina
l’abitato diverrà un ridente quartiere residenziale.
“E i milioni che il beneficio parrocchiale incasserà dalla
vendita lottizzata di questo terreno? – si chiederà qualcuno – Come verranno
impiegati?
E’ già pronto il progetto per l’ampliamento del Centro
Sportivo con costruzione di una grande palestra e sale di ricreazione per i
giovani.
Una destinazione nuovamente sociale, quindi. E un complesso
di iniziative che fanno onore al nostro Prevosto e al suo valido Coadiutore.
LUGLIO 1967
La Ditta Luigi Corti di Albiolo ha eseguito il restauro
della bussola della nostra chiesa parrocchiale. La chiesa è rimasta senza porte
e sopraporte per circa 15 giorni poiché la ditta che ha provveduto al restauro
ha dovuto eseguire i lavori nella propria falegnameria.
20 NOVEMBRE 1967
UNA TARGA – CIRCOLO GIOVANILE, PATRONATO ACLI, BIBLIOTECA
PARROCCHIALE
Sono sicuro che come me, altri passanti avranno notato in
questi giorni sulla facciata della Casa mazzocchi una nuovissima targa
indicante le varie istituzioni che in essa sono ospitate.
Per questo voglio richiamare l’attenzione di eventuali
frettolosi che, forse presi da altri pensieri, hanno lanciato a questa targa
soltanto un’occhiata e non ne hanno pienamente interpretato il significato.
L’esistenza in Azzate di un Circolo Giovanile Femminile non
è certo una novità, anche perché un questi ultimi tempi esso è stato oggetto di
aspre e dolorose critiche sulla “Famiglia Cristiana” (vedi la risposta che ad
esse ha fatto una giovane sullo stesso giornale della scorsa settimana);
tuttavia mi sembra opportuno segnalare che esso ha una sede, modernamente
arredata, e vorrei anche suggerire a quelle mamme piuttosto scettiche e
preoccupate, di andarla a vedere e rendersi conto di persona se essa si
conviene più a signorine scapestrate, come si vorrebbe far intendere da alcuni,
o piuttosto a delle giovani che vogliono trovarsi insieme per dare sfogo alle
loro iniziative ed esprimere in modo sano e costruttivo tutta la loro vitalità.
L’altra Associazione ospitata è il Patronato ACLI, che ha
quindi istituito un ufficio di consulenza. Aperto tutti i giovedì dalle ore 20
alle ore 21, al quale potranno rivolgersi tutti coloro che hanno bisogno di
schiarimenti o di svolgere pratiche in materia di pensioni, invalidità e
vecchiaia.
E tanto per dare una cifra che meglio dimostri l’attività da
esso svolta e anche per vincere eventuali diffidenze nei suoi confronti, dirò
che nel 1966 sono state esperite una cinquantina di pratiche.
Della sua conduzione se ne è accollata la responsabilità la
signorina Gemma Zatta, che con vero spirito sociale ha voluto mettere in questa
iniziativa tutta la sua esperienza e capacità.
Infine nella Casa mazzocchi ha seda la Biblioteca
Parrocchiale (affiliata all’Ente nazionale delle Biblioteche Popolari), che ha
lo scopo di promuovere la cultura popolare.
Oltre un’ampia raccolta di opere di narrativa, recentemente
essa è stata dotata di nuovissimo materiale enciclopedico e di ricerca, (oltre
la libreria dello scomparso signor Matteo Lennard che il figlio Giorgio ha
lasciato alla Parrocchia a ricordo del caro genitore), ed è quindi auspicabile
che ad essa attinga una sempre maggiore schiera di lettori, affinché il
considerevole patrimonio di cultura di cui dispone possa essere pienamente
utilizzato a valorizzato.
La Biblioteca è aperta tutte le domeniche ed i giorni
festivi dalle ore 11 alle ore 12.
Come si vede, dunque, le iniziative del nostro paese non
mancano, ma, naturalmente. Esse hanno bisogno della partecipazione e
collaborazione di tutti, affinché queste non esauriscano in sé stesse le loro
finalità, ma tornino a vantaggio e a soddisfazione di tutti.
18 GENNAIO 1968
IN MORTE DI ANGELA CREMONA VEDOVA LURASCHI SORELLA DEL
PREVOSTO
Il 18 scorso è morta ad Azzate, dove da quasi trent’anni
aveva vissuto al fianco del fratello prevosto don Angelo Cremona, la signora
Angela Cremona vedova Luraschi, nativa di vengono Superiore.
Riteniamo di fare cosa grata ai nostri lettori pubblicando
uno stralcio della corrispondenza di Azzate apparsa sul “Luce!” della scorsa
settimana.
“La buona sorella del nostro prevosto, a tutti nota come “la
sciura Angiulina” ci ha lasciati per il Paradiso giovedì 18 corrente mese alle
ore 9.30, poco prima che iniziasse la S. Messa dei ragazzi: l’ha ascoltata in
Cielo, era per lei!
Ci ha lasciati quasi in punta di piedi per non disturbare,
nel silenzio, come del resto è stata tutta la sa laboriosa vita improntata a
semplicità, a umanità, proprio come un lume che brilla sino all’esaurimento
della sua luce, gioioso di consumarsi per far luce agli altri.
E’ una figura tanto cara per tutta la parrocchia di Azzate; tutti
possono ricordare la sciura Angiolina che è stata presente premurosa per
trent’anni nella Casa Parrocchiale a fianco del suo prevosto, la ricordiamo con
quell’attenzione pronta a venire incontro a ogni domanda, la ricordiamo
affaccendata finché ha potuto e le forse glielo hanno concesso, affinché la
Casa Parrocchiale fosse in ordine per il
suo prevosto e i suoi parrocchiani.
La si vedeva alcuni anni fa nel chioso del parroco a
lavorare con una energia e passione che sorprendeva: voleva che nell’orto ci
fosse sempre qualche verdura fresca per il fratello; e quando anche l’orto
scomparve per far posto ai campi da gioco, era preoccupata perché il suo
Prevosto non aveva più neanche “l’erburin”, ma sorrideva ugualmente contenta
perché sapeva che tutto era per il bene dei ragazzi e dei giovani.
Così ha partecipato per trent’anni ad un apostolato tanto
prezioso, e con uno spirito di fede che guidava il suo agire senza mai
pretendere nulla per sé, ma gioiosa che altri ne avessero del bene.
Questo spirito di fede si esprimeva anche negli ultimi tempi
quando chi la ricercava finiva per trovarla in chiesa così assorta in preghiera
e contemplazione, da dare a tutti la certezza di essere in profondo semplice
colloquio con Qualcuno che ascolta soprattutto le anime più semplici e limpide.
E’ per questo che ci è caro pensare alla sciura Angiola che
è passata dalla Chiesa Militante alla Chiesa Trionfante, perciò il fratello
reverendissimo Prevosto e la Parrocchia hanno ora una nuova protettrice in
Cielo e per tutti noi resta la convinzione che l’epoca dei Santi è perenne
nella Chiesa di Dio”.
8 SETTEMBRE 1968 – FESTA PATRONALE
nell’occasione si è festeggiato il 30° di parrocchia del
nostro Prevosto.
I festeggiamenti sono stati preceduti da una settimana
liturgica molto ben riuscita.
Hanno partecipato alla festa i sacerdoti oriundi di Azzate:
con Carlo Vanoni e don Tarcisio Livietti.
Pag. 173
GIUGNO 1968 – S. CRESIMA – MONS. FRANCESCO BERTOGLIO
Domenica 16 la nostra parrocchia ha festeggiato i nuovi
“Soldati di Cristo”.
La S. Cresima è stata impartita da mons. Francesco
Bertoglio, vescovo ausiliario di Milano, che, proveniente da Sedriano, è
arrivato puntuale alla nostra parrocchia alle ore 15.30
Sua Eccellenza è stato accolto dal Clero e, dopo che un
bambino gli ha rivolto parole di saluto,
fra l’ala festante degli ottanta bambini, dei padrini e dei fedeli ha fatto il
suo solenne ingresso al canto dell”Ecce Sacerdos magnus”.
E’ seguita immediatamente la S. Messa, alla quale S.E. era
assistito dai rivendi parroci di Brunello, Daverio e Gazzada; era pure presente
all’altare il nostro Fra Lucio, giunto appositamente da S. Colombano al Lambro.
All’omelia S.E. ha richiamato con parole franche i
principali doveri dei cresimandi e soprattutto quelli dei padrini, i quali non
esaudiscono i loro doveri con la sola assistenza alla sacra Funzione, ma bensì
vengono proiettati nel futuro come costante impegno di sorveglianza e guida
spirituale sui loro figliocci.
Quindi il Vescovo è sceso nella navata per l’unzione dei
cresimandi, già preparati da lungo tempo da don Alberto e dalle reverende
Suore.
Terminato il sacro rito, S.E. ha voluto visitare il Trenilandia,
che ha riscosso il suo vivo entusiasmo e per il quale il prelato ha espresso
parole di congratulazione ed augurio per tutti i realizzatori dell’imponente
opera.
Mons. Bertoglio si è quindi congedato dalla nostra
parrocchia, dirigendosi verso il Seminario di Vengono.
CAMPANE PIU’ SQUILLANTI
In settimana, dopo il ritorno da Lourdes dove si era recato
con un gruppo di Azzate, riportando una
nota entusiastica, il nostro Prevosto ha inaugurato la nuova sistemazione delle
strutture portanti delle campane.
Sono state sostituite le vecchie bronzine, che hanno portato
per quasi un secolo il peso delle “voci”. Della Parrocchia, con cuscinetti a
sfere oscillanti ad opera di una ditta di Chiari in provincia di Brescia.
Le cinque sorelle possono in questo modo muoversi con più
agilità e sicurezza ed inoltre essere di minor peso per il sagrestano e per i
campanari.
A questo proposito non possiamo dimenticare ed assicurare le
nostre preghiere per lo scomparso Tomaso Tibiletti, che per molto tempo è stato
assiduo e benemerito campanaro.
Il nostro “Bugin”, già operato un anno or sono ad un
polmone, è stato inesorabilmente colpito da tumore polmonare all’età di 62
anni, lasciando tra i familiari, i parenti e gli amici un vuoto incolmabile.
LUGLIO 1968 – SISTEMAZIONE ALTARE DI S. CARLO
Sistemato l’altare maggiore, come centro liturgico, gli
altari delle cappelle laterali rimanevano quasi inutili perciò si è pensato di
rinnovare in un primo tempo l’altare di S. Carlo, nell’anno 19… (non si legge)
era stato sistemato il Cristo deposto dalla croce e venerato dai fedeli, in
particolare il Venerdì ed il Sabato Santi.
Il fronte marmoreo dell’altare è stato arretrato e, dopo
aver assicurato con travi di ferro il peso soprastante, si è provveduto a
rimettere il Cristo nel vano esistente sotto la nicchia di S. Carlo con un
nuovo rivestimento di legno e seta. Levato l’altare, è stata pure tolta la
predella gradino di marmo, facilitando così il passaggio diretto alla
sagrestia.
Rimane però il pavimento rappezzato per mancanza delle
piastrelle, oggi non più in uso perché sostituite da altri modelli di
pavimento.
Il lavoro è stato eseguito con l’aiuto del marmista Luigi
Tibiletti della Ditta Italpietre.
9 AGOSTO 1968 – LAVORI IN CORSO A S. ROCCO
Questo secondo articolo ripropone all’attenzione la chiesa
di S. Rocco che, come tutti sanno, sorge in un angolo pittoresco all’imbocco
della strada per Brunello fra il piazzale delle corriere e la collina di S.
Quirico che col suo verde ne costituisce un incomparabile sfondo.
Una volta serviva come chiesa cimiteriale, annessa
all’antico camposanto demolito nel 1960, e veniva usata come Oratorio dai
Confratelli del Santissimo Sacramento che, forti di 200 soci, vi recitavano
ogni domenica l’Ufficio della Madonna e ne curavano la manutenzione ed il
decoro.
Decaduta la Confraternita e cessato il cimitero, anche la
chiesa, purtroppo, sembrava destinata ll’abbandono. Vi diede un temporaneo
ripristino il parroco don Paolo Rimordi quando mise in onore il S. Crocifisso,
venerato nella cappella laterale. Fu rifatto il legno della croce e l’aureola
venne fusa in argento (poi sostituita con l’antica in legno dorato per
l’eccessivo peso). Poi venne la guerra…
Scendendo da Brunello si vedevano nel tetto paurose
depressioni; i coppi erano sconvolti e si riscontravano seri segni di rovina
nel soffitto.
Nel 1965, con l’aiuto dei benefattori, della signora Emilia
Sala e della signora Carla Bassetti si diede mano ai più urgenti lavori di
restauro: il tetto venne messo quasi a nuovo, la sagrestia fu ampliata
riportandola alla sua forma primitiva (era stata suddivisa per ricavarne la
camera mortuaria) e proprio di questi giorni è il lastricato in beole del
sagrato.
Inoltre deve essere segnalato il ripristino della Via Crucis
che, curata dalle mani pietose del nostro Giancarlo Vettore sotto la guida del
pittore Giuseppe Triacca, avrà ora una migliore valorizzazione.
Altri lavori, però, rimangono ancora da fare e fra questi
vogliamo segnalare la improrogabile necessità del restauro degli affreschi
dell’altare, della sagrestia e quelli in facciata (che erano stati imbiancati e
da poco rimessi in luce). I primi due affreschi sono solcati verticalmente da
una profonda crepa che minaccia da un momento all’altro di far cadere
irrimediabilmente l’intonaco.
Le dovute segnalazioni sono già state fatte da tempo alla
Sovrintendenza, ma queste sono vie lunghe e difficili.
Abbiamo anche interessato il restauratore signor Carlo
Alberto Lotti di Varese, che ha fatto un sopraluogo e ne ha consigliato lo
strappo. In questo modo, oltre a salvare l’opera d’arte, questa potrà essere
messa in migliore luce nell’interno della chiesa. Ora mancano soltanto i mezzi.
Come si vede non manca né volontà, né concrete realizzazioni
per il mantenimento e l’abbellimento del nostro S. Rocco e, a tutti coloro che
finora hanno mosso soltanto critiche perché non si faceva niente per la sua
conservazione, diciamo: “fatevi avanti, questo è il momento di dare un’occhiata
e… anche una mano”.
La Chiesa di S. Rocco è aperta al pubblico tutte le
domeniche e ne cura il decoro la signora Irene Casoli che con le offerte delle
famiglie rionali ha dotato le finestre di tende, l’altare di tovaglie e altri
piccoli arredi sacri.
[1] Con lui venne istituita la
Coadiutoria Titolare nell’atto di visita del cardinale Carlo Borromeo.
[2] In quest’epoca venne
eretto il lazzaretto per gli appestati di Azzate, Brunello e Castronno ed il
parroco Crespi ne prestò l’assistenza.
[3] Fu protonotario apostolico
nominato da Clemente XIV. Sotto di lui si è eretto il campanile e si costruì la
bussola maggiore.
[4] Di Monza. Morì a Monza
l’anno dopo la rinuncia il 19 marzo 1851.
[5] Nativo di Mairaga frazione
di Cornano (?) in Brianza. Gia parroco di Brumano. Morto il 9 dicembre 1882 in
parrocchia. Con lui si fece l’ingrandimento della chiesa e la nuova casa
parrocchiale.
[6] Nativo di Befana Brianza,
già direttore spirituale a S. Pietro Martire e a Gorla Minore nel Collegio.
Nominato parroco il 6 marzo 1883. Presa di possesso ed entrata 6 maggio 1883.
Morto il 7 aprile 1908 in parrocchia dopo un anno di malattia. Fabbricò e
mantenne l’Asilo Infantile.
[7] Nativo di lecco, già
coadiutore titolare a Varese. Nominato vicario e poi parroco di Azzate nel
1908. Rinuncò col 1° gennaio1921. Morto a lecco in aprile 1921.
[8] Già coadiutore a S. Maria
Segreta di Brugherio. Assistente alla Pace in Milano (?). Nominato parroco di
Azzate il 27 gennaio 1921.Presa di possesso ed ingresso il 10 luglio 1921.
Morto il 4 giugno 1932.
[9] Di vengono Inferiore. Nato
il 6 agosto 1898. Ordinato sacerdote il 14 giugno 1924 e destinato a Cambiago.
Coadiutore per 14 anni. Nominato parroco di Azzate il 9 maggio 1938.Presa di
possesso e ingresso il 22 maggio 1938.
[10] Nato a Monza il 15 giugno
1929. ordinato sacerdote il 27 giugno 1954. destinato vicerettore nel Seminario
di Severo S. Pietro dal 1962 al 1974. Coadiutore a Saronno SS. Pietro e Paolo.
Nominato prevosto di Azzate alla rinuncia di don Cremona. Fa l’ingresso il 1°
dicembre 1974. per più di 4 anni, fino alla morte di don Cremona (22 gennaio
1979) la sua azione pastorale è condizionata.
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