mercoledì 22 aprile 2015

DIVISIONE TRA GIO. STEFANO E ALFONSO BOSSI


Milano 1684 adì 16 marzo

In quanto agli ultimi rilievi fatti dai Signori fratelli Gio. Stefano e Alfonso Bossi intorno alla loro divisione si dichiara come segue:

  1. che la foglia dei moroni spettante alla dote della Signora Livia resti conforme alla stima del Signor Cillia.
  2. Che la casa delle Collodre, quale non è compresa nel livello resti al detto Signor Gio. Stefano in       compenso della maggior quantità delle riparazioni da farsi sopra le case a lui toccate.
  1. Che le piante restino eguagliate godendo ogni anno le sue tornateli ne beni a loro rispettivamente      assegnate.
  2. Che per rispetto de mobili ossia suppellettili si stia nel già aggiustato.
  1. Che per rispetto delle gioie e veste nuziale fatte alla detta Signora Livia moglie del detto Signor      Stefano, e crediti del medesimo Signor Stefano scossi cioè dai massari di Sant’Alessandro, da quelli    delle Collodre, in Erbamolle, da Antonio Ravarino e dai consorti Daverio in Bodio, sia obbligato il      medesimo Signor Stefano cedere al medesimo Signor Alfonso il credito dei suddetti Daverio di      Bodio ossia censo il lire 200, con che esso Signor Stefano si obblighi mantenersi creditore delle      suddette lire 200, e quando non fosse tanto il credito sarà obbligato detto Signor Gio. Stefano pagare  al suddetto Sig. Alfonso o suoi per quel tanto che mancherà al supplemento di lire 200, e questo nel    termine di mesi tre dopo si sarà conosciuto cosa sia il giusto debito di detti Daverio, con che però      restino propri del detto Signor Gio. Stefano tutti i crediti di sopra nominati, o scossi, o non scossi,      eccetto la suddetta partita di quelli di Bodio suddetti, e più a riguardo delle suddette cose rilasciate      al suddetto Signor Stefano, jure e altro si dichiara che detto Signor Stefano lasci al suddetto Signor      Alfonso il vasello grande di brente 20 o come in fatti pieni di vino di quello è nella cantina di      Sant’Alessandro dove quel vasello si trova nella detta cantina con il vino che è dentro essendo pieno,  e non essendo pieno riempirlo del medesimo vino, che si trova in detta cantina, con che però il      medesimo Signor Alfonso rinunci alla ragione delle lire 900 depositate o rilasciate sopra il credito dal  causidico collegiato Signor Gio. Battista Bosso preteso e ora compromesso nel J.C.C. Signor Dottore Rinaldo Tettoni di Novara, delle quali lire 900 ne appare da istrumento rogato dal C.C. Carlo Antonio Crivelli, obbligandosi però esso Signor Gio. Stefano conservare indenne il suddettoSignor Alfonso d’ogni pretensione tiene detto Signor Gio. Battista per crediti, in strumenti o altro spettanti al Patrocinio delle liti da esso fatte o fatte fare a favore di detti Signori fratelli in qualsivoglia causa da oggi retro in maniera tale che il suddetto Signor Alfonso non possa mai essere molestato a causa di detti patrocini o altra causa.

Io Giovanni Beolchi curato di Busto Garolfo ho fatto la suddetta dichiarazione.
Io Giuseppe Bossi ho fatto la suddetta dichiarazione.
Io Gio. Stefano Bossi accetto la suddetta dichiarazione.
Io Alfonso Bossi accetto la suddetta dichiarazione.



(Parte toccata al Signor Gio. Stefano e parte toccata al Signor Alfonso con aver fatta la deduzione al detto Signor Stefano sì per la dote dovuta alla Signora Livia come per i carichi e soldati).

Alla porzione del Signor Gio. Stefano:

La Paduletta, livello e casa in Erbamolle           lire 31.-
Livello di S. Angelo                                         lire 24.-
Livello di Paolo Marosso                                 lire  8. 4.1
Si deduce per dote                                          lire 352.-
Perticati                                                          lire 84
Livello al fu Sig. Caiello                                   lire 24.16
Al fu Zoccho                                                   lire  3. 4
Per perticati rurali                                            lire 28
Per perticati civili                                             lire 59. 3.3


Cavata toccata al Signor Gio. Stefano:

La possessione del Bosco Rotondo                 lire 759.3
Livello delle Collodre                                      lire 212.5.-
Il Breno                                                          lire 74. 3.-
Il Gagetto                                                        lire 25.10.-
Il Roncasnino                                                  lire 89. 5.-
Altri beni di livelli e altro                                  lire 183.10.-
                                                                       --------------
                                                         Totale lire 1343.13.-


Al Signor Gio. Stefano si deve per la sua porzione:
Prima                                                              lire 822.-
Per la Signora Livia                                         lire 357
Per la deduzione dei carichi per teste dodici     lire  84.-
Livello al Signor Curato d’Azzate                    lire  20.-
Al Signor Zocco                                              lire   3. 4.-
Altro livello al Signor Curato ossia legato         lire   4.16.-
Per perticati rurali                                            lire  28. 9.-
Per perticati civili                                             lire  39. 3.6
                                                                       -------------
                                                         Totale lire 199.12.6

Il conto fatto si da al Signor Stefano                                        lire 32.1.6
Per pagamento di detta .... ad Andrea Marosso                       lire 32.-
Il livello di Paolo Marosso spettante al Signor Stefano              lire   6.3
Il livello di S. Angelo toccato al Signor Alfonso con
intelligenze sino che dura l’esenzione e poi si riscuoterà
per metà.
Il Signor Alfonso riscuoterà dal detto massaro                          lire  4.19


Cavata toccata al Signor Alfonso:

Cavata di Sant’Alessandro                                                      lire 600
Cavata d’altri beni e livelli in Azzate
che è il Roncasnino                                                                 lire 121.13.-
La casa del Bartolotto                                                             lire  11.-
La casa del Pelandino                                                             lire  23.-
La Brusada                                                                             lire  17.10
Livello di Montonate                                                               lire   7.12
Livello del Ballerio                                                                  lire   4.-
L’Oretto                                                                                 lire  39.5
La Marognetta                                                                        lire  18.-
Livello al Signor Curato d’Azzate ossia
legato di messe                                                                       lire 11.17.6
           --------------
                                                                                              Lire 822.-
                                         Lire   2.15.6
Quello che si è concertato qui in Milano è che mio fratello abbia di darmi il vassello grande de brente 20 pieno di vino come si trova, e se non è pieno empirlo del vino di detta cantina di Sant’Alessandro.
Con di più darmi lire 200 del credito de Daverii di Bodio, e quando non siano detti Daverii debitori di detta somma, che mio fratello sia tenuto compire del suo nel termine di mesi tre e che io abbia di rilasciare a lui libero la scorta e fitti dei massari nominati nella scrittura fatta come sopra e osservare tutto che in detta scrittura si contiene.



(Scritture private tra i Signori Alfonso e Gio. Stefano fratelli Bossi
come segue:

Segnat. N. 1 – 1683 6 novembre: patti diversi tra detti Signori Fratelli
in seguito all’istrumento di transazione seguito tra i medesimi.
Segnat. N. 2 – 1683 6 dicembre: divisioni seguite tra detti Signori fratelli.
Segnat. N. 3 – 1684 18 marzo: altri patti tra detti Signori fratelli intorno
alle suddette divisioni.
Segnat. N. 4 – 1685 27 aprile: altra scrittura dei patti da osservarsi tra i
suddetti Signori fratelli (n. 2 copie).
                               



N. 4
1683 adì 26 novembre dopo pranzo

Stima fatta nelle Vigne del Bosco Rotondo in tutto brente 36 e ½.
Foglia de moroni fatta nella Vigne e Campi del suddetto luogo in tutto
lire 3.040

Subscripta Io Melchion Tibiletto come eletto dal Signor Alfonso Bosso
ho stimato come sopra.

Subscripta Francesco Pacinello a nome e di commissione di Giovanni
Orlando per non saper lui scrivere ho firmato la presente per essere stato
eletto dal Signor Gio. Stefano Bosso.
Io Carlo Francesco Ballerio agrimensore fui presente alla suddetta stima.

1683 adì 27 novembre
Stima fatta dagli infrascritti confidenti e prima dei due prati nel Bosco
Rotondo compresa la ripa si è stata di lire 55.
Più altri Prati al Lago n. 3 in tutto lire 67.
Più altro Prato detto L’Oretto lire 34.10
Più per lisca del Pravetto lire 8 carri 2 per parte dominicale.
Vino del Roncasnino brente 6 fra tutto a lire 9 sono lire 54.
Vino della Marognetta brente 1 a lire 9 sono lire 9.
Vino del L’Oretto  stari 1 quartari 2 sono lire 4
Vino del Breno brente 6 a lire 7 sono lire 42
Vino del Gaggetto brente 3 a lire 8 sono lire 24
Vino della Fontanella brente 1 a lire 8 sono lire 8
Foglia dei moroni del Breno n. 400 sono lire 12
Foglia del Roncasnino del Signor Gio. Battista centinaia 7 sono lire 21
Altra foglia dei Signori dividenti centinaia 7 e mezzo sono lire 22.10
Foglia del Gagetto centinaia 1 e libbre 20 sono lire 3.12.6
Noci del Bosco Rotondo moggia 4 stari 2 a lire 6 sono lire 14
Noci del Roncasnino moggia 1 sono lire 6
Noci della Fontanella stari 3 sono lire 2.5

Subscripta Io Melchion Tibiletto ho fatta la retroscritta.
Subscripta Io Francesco Pacinello a nome e di commissione di Giovanni
Orlando per non saper lui scrivere ho firmato la retroscritta stima.
Subscripta Io Carlo Francesco Ballerio agrimensore fui presente alla
suddetta stima.


(Copia della stima per la divisione)
1687 adì 22 settembre Azzate
Si fa memoria da me sottoscritta che nell’occasione dell’aggiustamento della strada dietro la mia casa da nobile dove s’è fatto rizzare sotto la gronda per evitare l’acqua che veniva in cantina e sale vicine e nell’istesso tempo è nata controversia dal segretario dell’Estimo che il sasso ossia paracarro non potesse stare, ma dopo lunga questione, s’è stabilito potesse stare, benché veniva contrastato dal primo Deputato dell’Estimo il Signor Conte Giulio Cesare Bossi, quale ha voluto sentire uomini vecchi che attestassero averlo veduto e che sempre andasse l’acqua per quel canale nella Vigna detta Pomariolo ed in fede s’è detto stare nell’antico possesso e ciò servirà per memoria ai miei figli e discendenti di mia casa, ed in fede
mi sono sottoscritta
                                 Maria Bossa tutrice e curatrice di mio figlio Idelfonso fratelli e sorelle Bossi.


N. 2
1683 adì 6 dicembre in Azzate

Divisioni seguite fra il Signor Gio. Stefano per una parte e il Signor Alfonso fratelli Bossi per l’altra, fatte le stime delle cavate dei beni da due uomini confidenti eletti d’ambe le parti cioè di messer Melchion Tibiletto per una parte e di messer Giovanni Orlando per l’altra con messer Carlo Francesco Ballerio, e parte dei beni di me sottoscritto Cillia con la procura dell’ill.mo Signor capitano Giuseppe Bossi e del rev. Signor D. Giovanni Beolchi curato di Busto Garolfo arbitri.
In primo luogo si è dato la possessione chiamata di Sant’Alessandro sotto il Comune di Castronno al Signor Alfonso Bosso e da lui messa a lire 12.000 ed in contraccambio di questa si è dato la possessione del Bosco Rotondo al Signor Stefano suo fratello conforme alla stima fatta dai periti eletti da ambe le parti nella somma come in fatto si vede al piede del suddetto Signor Stefano.
Cavata di detta possessione di Sant’Alessandro data e letta al Signor Alfonso e dal medesimo stimata come segue:

Vino brente n. 30 a lire 10              Lire 300.-
Formento moggia 4 a lire 20              “    80.-
Segale moggia 10 a lire 12                 “  120.-
Miglio moggia 9 a lire 10                   “    90.-
Capponi n. 6                                       “      6.-
Fave stari 4                                         “      6.-
Avena stari 7                                      “      5. 5
Foglia de moroni                                “    18.-
Casino canepa e colombera               “     18.-
Noci stara 7                                        “      5. 5
Lino                                                    “      1.10
Para uno pollastri                               “       -.15
Con il prato e il livello di Caidate         ---------
                                                        Lire 650.15

Seguitano gli altri beni che sono divisi per metà con il Signor Stefano oltre alla due possessioni:
La metà del Roncasnino lavorato da Giovanni Orlandi. Cavata di detto luogo come segue:

Formento stari 6 a lire 18               Lire  13.10
Segale stari 5 a lire 12                       “      7.10
Miglio stari 5                                     “      5.-
Castagne bianche stari 1                    “      1. 5
Avena stari 5                                      “     3.15
Fave stari 1                                         “    1.10
Noci stari 8                                         “    6.-
Per fitto dei prati                                “   13.10
Vino brente 3 a lire 9                         “   27.-
Para 1 pollastri                                   “      -.15
Foglia de moroni centinaia n. 7          “   24.-
Vetture n.3 al lago                              “      -.18
                                                              ---------
                                                       Lire 101.13
La casa del Bartolotto                       “     11.-
La casa del Pelandino                        “     23.-
Prato della Brusada                           “    17.10
Livello di Montonate                        “      7.12
Livello del Ballerio                           “     4.-
Locho chiamato Loretto                   “   39. 5
                                                           ---------
                                                     Lire 204.-

La Marognetta al detto Signor Alfonso:

Paia uno brente di vino a lire 9         Lire   9.-
Stari 4 frumento a lire 9                       “    9.-
                                                             --------
                                                        Lire 222.-

Bosco del Roncasnino cioè quella porzione da loro Signori fratelli posseduta dei beni paterni.
Seguita i beni che si danno alla Signora Livia per sua dote:
Il livello delle Collodre cioé:
Formento moggia uno a lire 18            Lire  18.-
Segale moggia 2 stari 4 a lire 12             “    30.-
Miglio moggia 2 stari 4 a lire 8               “    20.-
Avena stari 4                                            “     3.-
Panixo stari 1                                           “     1.10
Capponi paia 2                                          “    4.-
Pollastri paia 2                                          “     -.10
Giornate n. 5 a far le viti                              “     3.15
Giornate n. 3 con carro e buoi                  “     3.-
Dodici caccagine (?)                                 “   13.10
In denari                                                    “    6.-
Vino brente n. 12 a lire 9                          “  108.-
                                                                   ---------
                                                               Lire 212. 5

Il Breno lavorato  da Francesco Bociotto:
Frumento moggia 1 stari 2 a lire 18      Lire  22.10
Para 1 pollastri                                           “      -.15
Un cento (?) di farine di frumento            “      -.18
Salici per parte dominicale
Vino brente n. 6 a lire 7                            “   42.-
Foglia di moroni centinaia n. 4                 “    6.-
                                                                   ---------
                                                              Lire 286. 8
Il Gagetto vino e foglia                             “   25.10
                
La metà del Roncasnino lavorato per Bartolomeo Pelandino:

Formentone moggia a stari 1              Lire  20. 5
Segale stari 5                                          “     7.10
Miglio stari 5                                          “    5.-
Panico stari 2                                          “    2.-
Fave intere stari 1                                   “    1.10
Castagne bianche stari 1                         “    1. 5
Fitto per il prato                                      “   13.10
Para uno pollastri                                    “    -.15
Vino brente 3 a lire 9                                “   27.-
Foglia de moroni centinaia 7                  “   10.10
                                                                 ---------
                                                             Lire  89. 5
Si dovranno dedurre gli aggravi.

Divisioni degli altri beni divisi per metà con il Signor Stefano e Signor Alfonso:

La Fontanella lavorata per il Scaramuzza:
Vino brente n. 1 a lire 8                       Lire   8.-
Noci di detto luogo stari n. 3             “    2. 5
Segale stari 4                                       “    6.-
Prato di ... nel Pravolo                         “    8.-
Prato della Beneca                              “    9.10
Casa dello Scaramuzza                      “    26.-
                                                           ---------
                                                           Lire  59.15
Livello dei consorti Romagnoli             “   25.15
Credito de Marii                                  “   33.-
Livello della Castagnola                       “    8.-
Livello del Maracino                            “    9.-
Creditodel Signor Gerolamo B             “    8.-
Prato Grande al lago                            “   40.-
                                                           --------
                                                           Lire 183.10


Porzione del Bosco Rotondo
Formento moggia 5 stari 5 quartari 2
a lire 20                                               Lire 113.15.-
Segale stari 3 quartari 3 a lire 12         “    5.12.6
Formento stari 7                                  “   18.15
Miglio stari 3 quartari 3                        “    4.13.7
Il Broggino segale moggi 6 stari 1 quart. 2 “   74. 5.-
Miglio moggi 5 stari 5 quartari 2       “   56. 5.-
Avena stari 7                                       “    5. 5
Capponi para 2                                   “    4.-
Pollastri para 3                                    “    2. 5
Salici fascine n. 6                                 “    -.12
Giornate n. 2                                       “    -.12
Giornate una con buoi                       “    1.-
Vino brente 18 quartari 3 boccali 10 “  182.10.-
Fitti di casa con prati                           “  108.-
Altri prati in detto luogo                       “   51.-
Selva de moroni                                  “   14.-
Foglia de moroni centinaia n. 3 o 4   “   91.-
Noci su detto luogo moggia 4 stari 2 “   25.10
                                                           -----------
                                                           Lire 759.-.3

Livelli da dividersi e casa in Erbamolle con porzione lavorata da Bernardo Sommaruga:

Paolo Marosso paga                           Lire  11.-
Andrea Bosso paga compresi i capponi “   22.-


La casa da dividersi della Collodra non compreso nel livello:
Livello di Sant’Angelo                         Lire  24.-
Altro in Azzate detto La Marognetta
I boschi da dividersi per giusta metà salvo che a causa delle piante che si potesse deporre.
Il credito di Bodio.
I debiti che si trovano e troveranno.
Detrazione dei carichi come si fanno conforme all’istrumento di transazione.

E in fede.
Io Aluigi Cillia agrimensore ho fatto le suddette divisioni come sopra.

Piede toccato al Signor Alfonso Bosso.




Sommario dei qui acclusi recapiti:

N. 1 Perticato civile nel Comune di Azzate, col perticato della possessione di Castronno, cavato dal catasto in detta terra, e copiato di proprio pugno dal fu Signor Gio. Battista Bosso. Questo recapito giovò assai per obbligare l Signor dottore Beolchi al rilascio della suddetta possessione di Castronno.
N. 2 Investitura fatta dal fu Signor Gio. Battista Bossi q. Signor Giuseppe nei Consorti Broggini di tutta la possessione di Sant’Alessandro rogata dal Signor Gaspare Bossi il giorno 8 maggio 1662.
N. 3 Investitura fatta dal Signor Carlo Antonio fratello del Signor Gio. Battista Bossi in Filippo Ballerio d’una pezza di terra brughiera sita in territorio di Caidate rogata dal Signor Andrea Daverio notaio di Milano il giorno 22 marzo 1666.
N. 4 Stima della cavata del Bosco Rotondo del giorno 26 novembre 1683 Perticato civile da porsi in testa del Signor Alfonso Bossi, con altra scrittura della cavata da assegnarsi ai Signori Stefano e Alfonso (assai confuse).
N. 5 Tre fedi toccanti al perticato di detta possessione di Castronno, due cavate dal catastro di detta terra, e sottoscritte dal Signor Benedetto Castiglioni cancelliere di detta Comunità, e la terza cavata dal catastro dei perticati dell’eccellentissima città di Milano sottoscritta dal Signor Lorenzo Todeschi.
N. 6 Fede di Carlo Broggini contro del suddetto Signor Dottore Beolchi legalizzata dal Signor de Pallavicino. Tutti recapiti prodotti per l’effetto suddetto.
          

N.B.- Il contenuto di questo fascicolo non corrisponde: esso invece si riferisce  ai “Documenta exhibita pro obtinendo amicaliter relaxu omnium bonorum Cassinae Sancti Alexandri, .... apprehensorum per Nob. D. Phisicum Ascanium Bebulcum, et ab eo relaxatorum de mense septembris 1743”.

(Copia della nota dei mobili e utensili e anche copia della dichiarazione fatta dall’ill.mo Signor Capitano Giuseppe Bossi all’ill.mo Signor D. Rinaldo Tettoni avvocato. 1681).

1681 3 novembre (?)
Nota delle robe mobili e utensili di casa da darsi dal Signor Gio. Stefano Bosso al Signor Alfonso fratello in esecuzione dell’arbitramento dei Signori dottor Rinaldo Tettoni e capitano Giuseppe Bossi.
In cucina.
Due catene di fuoco con moglia, barnazzo, brandinali e beccafoco tutti i ferro con i piedi di ferro parimente.
Uno scaldino e scaldelletto tutti di rame.
Un pairolo di rame di tenuta di quattro secchie in circa.
Un caldaro di tenuta di due secchie in circa.
Un altro di tenuta d’una secchia in circa.
Un altro calderino per minestra.
Un steino (?) con suo coperto.
Una padella grande e un padelino tutti di rame.
Una padella di rostire parimente di rame come sopra.
Una lecarda d’azzale con il cuchiaro d’ottone.
Un padelino con manico parimente d’azzale e oaletta di ferro.
Due candelieri d’ottone grandi.
Una tavola e tavolino di noce.
Un vestaro di pecia colorato.
Una caponera con sopra guarnerio di pobbia.
Una conca per lavar piatti.
Una assa per riporre il pane.

Ordigni per il forno:
Un spiede grande e spiedino d’uccelli.
Un cribietto parimente d’ottone.
Una peltrera di pobbia e un boffetto.

In detta cucina peltro per bisogni di tavola come segue cioè:
Due piatti reali grandi.
Quattro reali ordinari.
Uno mezzano con fondo.
Due piccoli per minestra.
Fondi numero otto tutti di peltro come sopra.
Maiolica:
Fondi numero dieci.
Un piatto di cappone.
Una basletta ossia piatellina dipinti tutti di maiolica.
Due pestoni di vetro mezzani.
Una sotto coppa parimenti di maiolica.
Un fiasco di terra di due boccali in circa.
Un cadino parimenti di maiolica.

In sala:
Sei scagni moderni belli e buoni di Burgaro.
Due cadreghe armate di moltone (?).
Una tavola grande di noce con suo tapiede (tappeto) di saglia con franza tutto verde.
Due boffette parimente di noce.
Un tripiedi di rovere per riporre il cadino.
Quattro quadri all’antica bislonghi.
Quattro mezzani cioè un S. Pietro, uno con S. Agata, un Ecce Homo e un ritratto del cavalier Antonio Bossi con due altri quadretti di divozione.

Nella camera appresso detta sala:
Una lettera di noce con suo moschetto di tela bianca con suoi lavori di reffo come sopra.
Un pagliazzo.
Due materazzi di lana.
Un piumazzo di buona piuma.
Due cossini parimenti di lana.
Una lettera di mezze colonne con paiazzo.
Un letto di penna.
Un piumazzo di penna.

Per fornitura di detti letti:
Due coperte di lana.
Due oggiorate di filo e filosello a opera.
Lenzoli para quattro.
Fodrette para due di tela.
Due pquadri mezzani cioè una Beata vergine col Bambino in braccio e un Signor morto con altri Santi appresso.
Un Santo Giovanni Battista sopra l’asta.
Due altri quadrettini al letto e Suo santino lavorato a paglia con un scagno e cadrega di camera a paro il letto.
Una costa grande di noce e una boffettina parimente di noce.
Due altre casse di noce.

Per biancheria di tavola:
Una tovaglia grande sottile di lino a opera.
Una parimenti di seta di canepo sottile grande solia.
Serviette numero due e mantini numero dodici tutti a opera.
Un’altra tovaglia di cucina cioè di canepo grosso.
Quattro cuchiari e quattro forcine di quattro forcone tutti d’argento.
Quattro cuchiari d’ottone e due coltelli di ferro.
Un schiopo d’onze venti di azzalino.
Due schiopetti di azzalino e due terzette (?) parimenti d’azzalino, con sue fonde e
Para uno stivalli.

Nella cantina:
Vasselli numero 6 di tenuta di brente n. 27 in circa tutti serchiati di ferro.
Una brenta.
Una tina di tenuta di brente 15 in circa con tre serchi di ferro.
Un seggione di far bugata e le calastre (cavalletti) per detti vasselli.

Dichiariamo noi arbitri diversi dare i suddetti mobili e utensili di casa dal suddetto Signor Stefano al suddetto Signor Alfonso in vigore della rimessa
a noi fatta.

Rinaldo Tettone arbitro dichiaro come sopra.
Giuseppe Bosso arbitro dichiaro come sopra.
Io Gio. Stefano Bosso accetto come sopra.
Io Alfonso Bosso accetto come sopra.
Io Cesare Bosso fui presente per testimonio.
Io Antonio Gamba fui presente per testimonio.


Azzate, lì 2 novembre 1681
Vertendo controversia tra il Signor Stefano Bosso per una parte e il Signor Alfonso per l’altra sopra la quantità e qualità dei mobili ed utensili di casa, che il Signor Stefano deve dare al detto Signor Alfonso si accontentano le suddette parti di stare, e accettare, e accontentarsi, ed eseguire in questa parte tutto quello che dichiarano i detti capitano Giuseppe Bossi e dottore collegiato e avvocato Rinaldo Tettoni promettendo di non reclamare e ciò senza pregiudizio veruno benché minimo delle ragioni delle suddette parti nel rimanente, che uno possa pretendere contro l’altro,e l’altro contro l’altro.

Io Gio. Stefano Bosso confermo come sopra.
Io Alfonso Bosso accetto come sopra.

Confesso io Alfonso Bosso aver avuto e ricevuto dal Signor Gio. Stefano mio fratello tutti i mobili e utensili di casa conforme la dichiarazione dei Signori dottor Rinaldo Tettoni e Signor capitano Giuseppe Bossi e contenuti neklla nota sottoscritta da me e da detti Signori Arbitri e mi chiamo in questo particolare tacito e contento senza


pregiudizio nel rimanente d’ambe le parti come nella suddetta rimessa, e prometto di ridurre la presente a pubblico istrumento ad ogni richiesta del medesimo Signor Stefano sotto reffezione.

Io Cesare Bossi fui presente per testimonio.
Io Antonio Gamba fui presente per testimonio.



1683 adì 6 dicembre Azzate.
Cavata della possessione di Sant’Alessandro Comune di
Castronno in tutto                                                                   Lire 650.15
Beni in Comune di Azzate con livelli ed altri affitti di
case in tutto                                                                            Lire  222.-
                                                                                                 -----------
                                                                                               Lire 872.15
Spettante a Bosso Alfonso per suo piede.


Beni toccati a Gio. Stefano Bosso per dote spettante alla
Signora Livia, che sono le Collodre date a livello, che in
tutto se ne ricava                                                                     Lire 112.  5
Beni in Azzate per dote di detta Signora sono                      Lire 302.18
Di più alla detta Signora altre                                                Lire   89. 5
                                                                                                 -----------
                                                                                               Lire 503. 8


Beni toccati al detto Gio. Stefano Bossi per sua porzione
in Azzate: sono la Fontanella, il Prato Grande al Lago e
vari livelli di cavata annua sono                                            Lire 183.10
Cavata del Bosco Rotondo spettante al detto
Gio. Stefano sono                                                                   Lire 759.  3
Compreso i beni di dote e quelli di Gio. Stefano suddetto
sono in tutto                                                                                -----------
                                                                                              Lire 1.262.11.3





Nota dei mobili del Signor Stefano Bossi nella casa in Milano già provenienti nel 1697 dal Signor Alfonso Bossi padre.

Un vestaro grande di pescia. Altro vestaro piccolo.
Una conca, un pesto (?) grande di ferro, un boffetto.
Un tavolo di noce di poco valore.
Un paiolo di rame di tenuta di tre secchie.
Un caldaro di rame d’una secchia. Un pistone di vetro e bicchieri.
Un calderino di rame di mezza secchia.
Una padella di rame per rostire. Un’adaquadora di rame.
Due catena da fuoco, due palette di ferro.
Un paio di brandinali con il ferro da fuoco, una moia e barnazzo di ferro.
Un scaldino e un pripiede di ferro e uno spiedo.
Una freoghera (?) grande di rame con suo tripiede di legno.
Una tolla (?) per coprire le vivande e un barnazino di ferro.
Cinque cadreghe di lisca e una secchia di legno ferrata.
Sei cadreghe armate coperte di roccadino: Un spinazzo per il lino, una
basletta di legno. Tavoli di noce tre.
Quadri tra grandi e piccoli con cornici adorate e senza n. 2.
Altro tavolo di pietra fiorata e altro di pescia.
Una scanzia e una cassa grande. Un quartaro di legno.
Un cantarale di noce. Una lettiera con pagliazzo e piumazzo di lana.
Quattro banche a letto con pagliazzo e letto di piuma.
Un piumazzo di lana con cossini tre. Due coperte di filo e filosello.
Un’ombrella, un sedazzo, una cassetta da camera.
Due martelli di ferro pee vasselli.
Una marna di noce e un scagno di noce e un’aspa.
Sei scagni di noce coperti di tela e fodera di terlisetto.
Due tripiedi di legno: Un secchione di legno cerchiato di ferro con tripiede
e assa da lavar i panni.
Lenzuoli para quattro, fodrette quattro, tovaglie due.
Serviette due. Mantini sei. Sugamano tre.
Un baulino. Una stadera e appoggi di legno per li vestiti.
Due cestoni di govini e altre bagatelle di maiolica e vasi di terra.
Una grattaruola di ferro.

Del qual valore di detti tutti mobili poco più o meno che siano della somma che si obbliga a pagare la Signora Maria Bossi madre di fitto ne va e andrà creditore il Signor Antonio Cesate per i fitti decorsi del suo appartamento di casa di Milano tenuto in affitto, dice e protesta in virtù della presente di cedere e liberamente rilasciare Stefano Bossi figlio della medesima sua Signora Madre, come volontariamente gli cede e rilascia i propri tutti mobili e lo stesso valore di essi, anche se consistessero in valore e prezzo maggiore, e questo per le grandi e infinite obbligazioni conserva verso della Signora Maria Bossi di lui madre in virtù della presente scrittura d’essere osservata d’ambe le parti contraenti sotto obbligo e legge di non contravvenire come se fosse pubblico e giurato istrumento.
Di più esso Signor Stefano Bosso figlio dichiara e promette che gli altri mobili di casa sita in Milano essere suoi propri della Signora Maria Bossi, che ha acquistato dopo la morte del fu Don Francesco Bossi suo secondo marito.
Vicendevolmente la Signora Maria Bossi promette e si obbliga di pagare de suoi propri denari i fitti di casa al Signor Antonio Cesati nella somma di lire 422 e mezza imperiali per ragione di più termini di fitti maturati, compreso il fitto di S. Michele venturo del corrente 1727, e questi da sostenersi a suo carico, come così promette d’attendere e di non contravvenire, e tutte queste cose intende detta Signora di fare per sgravio e utilità del nominato suo figlio, e in virtù della presente si sono sottoscritti di propria sua mano alla presenza degli infrascritti testimoni.

Milano, 9 luglio 1727

Io Stefano Bossi rilascio come sopra.
Io Maria Bossi accetto e mi obbligo come sopra
Io Gerunzio Savoia fui presente come sopra.

Joannes Sabaudia Causidicus et de Collegio ... attestat. Vidisse fieri precedentes subscriptiones a suprascriptorun Nob. DD. Stefano Bossio et Maria Bossia eius genitrice principalibus, nec non rev. clerico Gerunzio Sabaudia filio D. Joannis pro testes rogati respective manu propria et pro fide Egfo Joasnnes Sabaudia etiam pro test. Interfuit.



Campo avidato intestato al Civile del Signor Stefano Bossi
in Comune di Azzate pertiche 27.6.9
compreso giardino in tutto (a soldi (?) 4.6 imposta)             Lire 6. 2.6
Prato e Campo spazzato in tutto pertiche 39 a soldi 3              “  5.17.-
Pascolo e Bosco pertiche 20.6 a soldi 1.6                                “  1.10.6
                                                                                                   ---------
 Per tutto l’anno importa in tutto                                           Lire 23.10.-


N. 5
Faccio fede io infrascritto Ragionatto Deputato alla Provincia de’ Certificati Civili e Tasse delle Case e Boteghe e Molini dell’Eccellentissima Città di Milano come nel Catastro de’ medesimi perticati si trova descritta una partita nel Comune di Castronno pieve di Castelseprio di questo ducato in testa di Gio. Battista Bosso e nipoti, consistente nella qualità e quantità de’ beni come segue:

Sito e orto e avidato           Pertiche 36.-
Aratorio                                      “    90.-
Prato sutto                                  “    18.-
Selva                                          “     7.-
Bosco                                         “     5.-
Pascoli                                        “    12.-
Brughiera                                    “    30.-
Padulli                                         “     6.-
                                                    ---------
                                         Pertiche 204.-

La suddetta partita è stata trasportata l’anno 1693 in esecuzione della Grida per la nuova intestazione a testa di Alfonso Bosso con sua sottoscrizione di notificazione in filo n. 76 a riserva di pertiche 2 di sito e orto e avidato, quali pertiche 2 sono rimaste nella prima intestazione di Gio. Battista Bosso e nipoti; e in detto trasporto per detta intestazione d’Alfonso Bosso gli è stato aggiunto pertiche 4 di Prato Sutto per levate dal  Dottor Lucio Bosso, in modo che al presente la partita d’ Alfonso Bosso consiste in pertiche 206 beni civili delle suddette qualità, e sono censite per tutti tre i perticati civili soliti imporsi ogni anni in Lire 31.16
E per fede Milano 22 maggio 1743.
E la presente si dà ad istanza del Signor Giuseppe Orrigone in esecuzione d’ordine dell’eccellentissimo Signor Vicario di provvisione, che resta in filo n. 204.

F.to Lorenzo Todeschi Ragionatto de Perticati e Tasse.



In testa di Paola Bossa nel Comune di Azzate pieve di Varese si ritrovavano descritti i seguenti beni come in Catastro 2 foglio 28 cioè:

Avidato          pertiche 52. 3
Prato sutto          “    40.15
Aratorio             “    15. 7
Bosco                “    23.-
Zerbo                “    15.16
Pascoli              “    19. 1
Brughiera            “     6. 1
                           ----------
In tutto        pertiche 172. 2

Da quali ne sono stati levati e posti come segue cioè:

A Bernardo Bosso notaro per ordinanza 1676 n. 33
Prato            pertiche  6.  lire 1.7
A Gio. Stefano Bosso per la nuova intestazione 1693 n. 2
Avidato          pertiche 28.2 lire 8.8.6
A Diego e Carlo Gaspare fratelli Masnaghi per come sopra n. 14
Prato            pertiche 20.- lire 4.10.-
Avidato              “    11.-   “  3. 6
Bosco                “     3.-   “  -. 9
                     ---------    --------
                 pertiche 34.- lire 8. 5.-
Ad Alfonso Bosso per come sopra n. 18
Avidato          pertiche 12.12 lire 3.15.-
Prato                “    10.-    “  2. 5.-
Aratorio             “     5.-    “  1. 5.-
Bosco                “    11.-    “  1.13.-
                     ---------   ----------
                 pertiche 38.12 lire 8. 8.-

Ne restano tuttavia in testa della medesima Paola Bossa:
Avidato          pertiche 13.-  lire -. 3.3
Prato sutto          “     4.15   “  1. -.5
Aratorio             “    10. 7   “  1.10.9
Bosco                “     9.-    “  1.- .7
Zerbo                “    15.16
Pascolo              “    19.15   “  1. 9.6
Brughiera            “     6.12
                     ----------   ---------
                  pertiche 66.6

Nei libri della Scossa al foglio 10 si vedono sopra la detta partita pagate per ogni termine                                Lire 2. 7.3
Con che fa debito prossimo per termine   “  -. 8.3
                                         ---------
                                       Lire 2.15.6



Il Perticato Civile che si deve porre in testa del Signor Alfonso Bosso per quello si deve levare dagli infrascritti nei Comuni sottonotati è della qualità e quantità come abbasso censito per cadaun teritorio cioè un perticato e mezzo nella somma segnata rispettivamente:

Nel Comune di Guguggiate pieve di Varese:
Foglio 20 da Gio. Battista Bosso e nipoti:
Avidato         pertiche 1.12 lire -.3.-
Aratorio            “    1.-    “  -.1.-
Prato sutto         “    2.12   “  -.3.9
Selva               “    4.-    “  -.4.-
Pascolo             “    2.-    “  -.1.-
Paduli              “    2.12  
Zerbo               “    1.12
                               ---------
                               Lire -.12.9
Per il mezzo perticato           “  -. 6.4
Che per ogni ter. cioè un      -----------
Perticato e mezzo sono         Lire -.19.1

Nel Comune di Dobbiate pieve suddetta:
Foglio n. 24 Dal Comune e Uomini di Dobbiate medesimo:
Selva            pertiche 5.-     Lire -. 5.-
Per il mezzo perticato              “  -. 2.6
                                  -----------
Che ogni ter. come sopra rilevano Lire -. 7.6

Nel Comune di Azzate pieve suddetta:
Foglio 25 da Claudio e fratelli Bossi:
Sito             pertiche 1.- Lire -. 2.-
Aratorio             “   15.-   “  -.15.-
Avidato              “   15.4   “  1.10.4
                              -----------
                              Lire 2. 7.4
Per il mezzo perticato          “  1. 3.8
                              -----------
Che per ogni ter.  rilevano   Lire 3.11.-

Nel Comune di Azzate:
Foglio 25 da Andrea Gibino:
Bosco             pertiche 10.- lire -.10.-
Per il mezzo perticato            “  -. 5.-
                                -----------
Che per ogni ter.               Lire -.15.-

Nel Comune di Azzate:
Foglio 28 da Paola Bossa:
Avidato           pertiche 12.12 Lire 1. 5.-
Prato sutto           “    10.-    “  -.15.-
Aratorio              “     5.-    “  -. 5.-
Bosco                 “     11.-   “  -.11.-
                                  ----------
                                 Lire 2.16.-
Per il mezzo perticato             “  1. 8.-
                                 -----------
Che per ogni ter. rilevano       Lire 4. 4.-

Nel Comune di Brunello pieve suddetta:
Foglio 49 da Gio. Battista Bosso e nipoti:
Aratorio          pertiche 12.- Lire -. 6.6
Avidato               “     7.-   “  -.14.-
Bosco                 “     2.-
Paduli                “     5.-
Zerbo                 “     2.12


                                 ----------
                                 Lire 1. 2.6
Per il mezzo perticato             “  -.11.3
                                 -----------
Che per ogni ter. rilevano       Lire 1.13.9

Nel Comune di Brunello:
Foglio 52 da Alfonso Bosso:
Aratorio           pertiche 2.-  Lire -. 2.-
Avidato                “    -.12   “  -. 1.-
Prato sutto            “    -.12   “  -.- .9
Selva                  “    -. 4   “  -. 4.-
                                 -----------
                                 Lire -. 7. 9
Per il mezzo perticato             “     3.11
                                 ------------
Per ogni ter. rilevano           Lire -.11. 8

Nel Comune di Castegnate pieve di Olgiate Olona:
Foglio 10 da Gio. Battista Bosso:
Sito e orto         pertiche 2.- lire -. 4.-
Aratorio                “    5.-   “  -. 5.-
Avidato                 “   67.23  “  6.15.11
                                  -----------
                                 Lire 7. 4.11
Per il mezzo perticato             “  3.12. 5
                                 ------------
                                Lire 10.17. 4

Nel Comune di Castronno pieve di Castelseprio:
Dal Dottor Lucio Bosso:
Prato sutto          pertiche 4.- Lire -. 6.-
Per il mezzo perticato              “  -. 3.-
                                  -----------
Che per ogni termine              Lire -. 9.-

Nel Comune di Castronno
Foglio 39 da Gio. Battista Bosso e nipoti:
Sito, orto e avidato  pertiche 34.- Lire 3. 8.-
Aratorio                  “    90.-   “  4.10.-
Prato sutto               “    18.-   “  1. 7.-
Selva                     “     7.-   “  -. 7.-
Bosco                     “     5.-   “  -. 5.-
Pascoli                   “    12.-   “  -. 6.-
Brughiera                 “     6.-   “  -. 3.-
                                     ----------
                                   Lire 10. 6.-
Per il mezzo perticato               “   5. 3.-
                                   ------------
Che per ogni termine rilevano      Lire 15. 9.-


In totale per ogni termine rilevano Lire 38.17.4



N. 6
Adì 4 febbraio 1743

Faccio ampia e indubitata fede io infrascritto pronto a ratificarla avanti qualunque Giudice e ovunque faccia bisogno qual fede la faccio anche col mio giuramento.
Qualmente nel Bosco detto di Ginestre sito nel territorio di Castronno pieve di Castelseprio, da ma infrascritto goduto di presente a fitto semplice unitamente ad altri beni detti la Possessione di Sant’Alessandro , alias di ragione del fu Signor D. Stefano Bosso, poscia appresi giuridicamente, indi a me affittati dal Signor Dottore Ascanio Beolchi questi da tredici in quattordici anni fa prossimi scorsi, fece tagliare dal piede in detto Bosco sei belle piante di rovere,e di quattro  di queste si servì per fare assi, e dove quali li fece condurre verso Cuggiono, ossia Robechetto, e dell’altre due una servì per il torchio esistente in detta Cascina di Sant’Alessandro, ed altra servì per un trave in detta Cassina nella Colombera.
Faccio pure fede col mio giuramento come sopra, qualmente detto Signor dottore Beolchi fece da lì a qualche tempo asportare dalla detta Cassina di Sant’Alessandro da una stanza .... in detta Cassina per il fu Signor Don Stefano Bosso padrone alias di detti beni e possessione, un letto con suoi cossini, lenzuoli e coperte e 4 banche per detto letto, e le fece condurre unitamente ad una piccola cassettina di legno solo  da me infrascritto alla Casa dei Nobili Signori Castiglioni di Lozza, e di me li fece ricondurre in Azzate a casa del Nob. Signor D. Giovanni Bossi.
E per fede

Io Marchioni Bellone a nome e commissione di Carlo Brogino di Sant’Alessandro suddetto qui presente quello fa fede come sopra per non saper esso scrivere ho sottoscritto.

SuprascriptusMelchior Bellonus subscripsit de commissione Caroli Brogini presenti et committentis et in fide.
Ego Franciscus Antonius Pallavicinus de Collegio Mediolani Notarius pro fide.



N. 1
Perticato Civile del Comune di Azzate Pieve di Varese conforme il libro della nuova notificazione estratto adì 15 dicembre 1620 e ricopiato da me Gio. Battista Bosso:

Foglio 7
Andrea Gibino descritto sotto nome di Simone e Diamante Bossi:
Bosco e un Pascolo pertiche 10.-
Gio. Battista Bosso e nipoti descritto sotto nome di Gio. Stefano Bosso:
Sito e Orto        pertiche  3.12
Avidato            pertiche 78
Aratorio           pertiche 44
Prato sutto        pertiche 50
Selva              pertiche 16
Pascolo            pertiche 17
Padule             pertiche  2
Costa boscata      pertiche  3
                   --------------
           Totale pertiche 213.12

Matteo Bosso descritto sotto nome di Ippolito Bosso:
Sito e orto        pertiche  5
Avidato                “     20
Prato sutto            “      2
Bosco                  “      2
                       --------
             Totale pertiche 29

Gio. Antonio Bosso medico descritto parte sotto nome di esso Gio. Antonio e parte sotto nome di Gabrio e Raffaele fratelli Bossi ovvero delle RR. Monache del Sacro Monte succedute ai detti fratelli:
Sito e orto         pertiche 3. 8
Avidato                 “   28.-
Aratorio                “    8.-
Prato sutto             “   10.-
Pascolo                 “   26.12
Bosco in monte          “   12.15
Zerbo                   “   17.10
Selva                   “    3. 6
Padule                  “    1.12
Avidato alla Cappella di San Giovanni Evangelista
                    pertiche 18.-
                    -------------
            Totale pertiche 148.15

Vespasiano Bossi descritto sotto nome del medesimo Bosso:
Avidato             Pertiche 13.-
Aratorio                “     9.-
Zerbo                   “     -. 9
Pascolo                 “     7.-
                     -------------
             Totale pertiche 29. 4

Ludovico Bosso descritto sotto nome di Gerolamo Bosso:
Sito e orto         Pertiche  -.20
Avidato                 “    72.-
Aratorio                “    17.-
Prato sutto             “     7.-
Selva                   “     6.-
Bosco                   “    18.-
Pascolo                 “     6.-
                        ---------
            Totale pertiche 126.20


Gio. Paolo e rev. Annibale fratelli Bossi descritto sotto nome di
Gerolamo Bossi:
Prato sutto            pertiche 32.-

Mario e rev. Cornelio fratelli Bossi descritti sotto nome di Pietro
Francesco Bosso:
Sito e orto            pertiche 4.-
Avidato                    “    2.-
Prato sutto                “   18.-
Aratorio                   “    3.-
Selva sotto nome della Cappella della Concezione
                       pertiche 6.-
Avidato come sopra         “   29.-
Aratorio                   “   15.-
Prato sutto                “   17.-
                           --------
               Totale pertiche 94.-

Paola Bossa descritta sotto nome di Gio. Paolo Bosso:
Avidato               pertiche 34. 3
Prato sutto               “    40.15
Aratorio                  “    15. 7
Bosco                     “    23.-
Zerbo                     “    15.16
Pascoli                   “    19.15
Brughiera                 “     6.12
                          ----------
              Totale pertiche 154.20

Il Dottor Lucio Bosso:
Sito e orto           pertiche  2.12
Avidato                   “    42.-
Aratorio                  “    20.-
Prato sutto               “    21.-
Pascolo                   “    20.-
Selva                     “    22.-
Bosco                     “    14.-
Zerbo                     “    18.-
Padule                    “    13.-
                          ---------
              Totale pertiche 172.12

Marco Antonio e Francesco fratelli Bossi sotto nome di Egidio Bosso e di prete Stefano Bosso:
Sito e orto           pertiche  3.-
Avidato                   “    20.12
Aratorio                  “    32.-
Prato sutto               “    30.-
Bosco                     “     6.-
Selva                     “    12.-
Avidato sotto nome di Geronimo Bosso
                      Pertiche 27.-
                          ----------
              Totale pertiche 130.12

Carlo e Francesco fratelli Bossi descritti sotto nome di Marco Antonio Bosso:
Sito e orto            Pertiche  1.-
Avidato                    “    50. 9
Aratorio                   “    47. 8
Selva                      “     6.-
Prato                      “     7.15
Padule                     “     1.-
                           ----------
               Totale pertiche 113. 8




Francesco Bosso descritto sotto nome di Virgilio Bosso:
Aratorio avidato       Pertiche 14.-
Prato sutto                “     4.-
                           ---------
                Totale pertiche 18.-

Gli eredi della Signora Caterina Bossi e gli eredi di Gio. Antonio descritti sotto nome di essa:
Avidato                Pertiche 85.12
Aratorio                   “    53.-
Prato sutto                “    59.-
Pascolo                    “    26.-
Selva                      “    76.-
Zerbo                      “     3.-
Bosco                      “    28.22
Padule                     “     7.-
Orto                       “     1.12
Brughiera                  “    18.-
                           ----------
               Totale pertiche 357.22
Della suddetta partita ne aspetta a Cesare e Pietro Francesco barba e nipoti Picinelli e il resto a Gerolamo e Antonio fratelli Picinelli per ordine del 1605.

Gio. Battista Bosso descritto parte sotto nome di Virgilio Bosso e parte di Gerolamo Bosso:
Avidato aratorio        Pertiche 16.-
Prato sutto                 “     3.-
Aratorio                    “    28.-
Selva                       “     4.-
                            ---------
                 Totale pertiche 51.-

Battista Ballerio detto il Ciodo di Brunello:
Aratorio                Pertiche  6.-
Prato                       “     2.-
Zerbo                       “     2.-
                            ---------
                 Totale pertiche 10.-

Francesco Bosso detto Rodolfo minor descritto a Gio. Ambrogio Bosso:
Prato sutto, pascolo e orto Pertiche 14.12

Gio. Antonio Bosso detto Rodolfo descritto a Gio. Antonio Bosso detto Bocarino:
Avidato                 Pertiche   1.12
Prato sutto e pascolo       “     10.-
                             ----------
                  Totale pertiche 16.12

Arcangelo Bosso descritto a Pietro Gerolamo Bosso:
Avidato                  Pertiche  1.-

Messer Gio. Maria Bosso descritto alla Cappella di S. Giovanni Evangelista:
Prato sutto ovver pascolo al lago pertiche 14.-

Baldassarre Bosso levato da Mario e rev. Cornelio Bossi:
Avidato                  Pertiche 28.-


Gerolamo Bosso levato di Paola Bossa:
Sito e orto              Pertiche  5.-
Avidato                      “    15.-
Prato sutto                  “    15.-
Aratorio                     “    25.-
Selva                        “    10.-
Padule                       “    18.-
                             ---------
                  Totale pertiche 88.-

Comune e uomini di Azzate per i beni descritti alla Cappella di S. Gerolamo e Giulita:
Avidato                    Pertiche 33.-
Aratorio                       “    43.-
Bosco                          “    87.-
Prato sutto                    “    34.-
Padule                         “    15.-
E più sotto nome di Sant’Antonio Abate di Azzate:
Avidato                    Pertiche 47.-
Aratorio                       “    26.-
Prato sutto                    “    19.
Selva                          “    21.-
Pascolo                        “    16.-
                               ---------
                   Totale pertiche 361.-


Sottoscritto Eusebio Prato ragionatto.

Qui annesso ho notato tutto il mio perticato in Comune di Castronno quale resta descritto nell’estimo fatto in detta terra di Castronno l’anno 1641 adì 31 agosto dal Signor Ambrogio Reina deputato e come segue:

Signor Carlo Bosso detto Passarino sopra del quale si paga i suddetti:

Prato sutto nella Tensa               Lire 6  1.1.-
Prato detto in castro                  “      4.8.-
Campo detto il cinque pertice          “   4  1.-.-
Campo detto al Maggio                  “   5  1.1.-
Campo e prato detto al Cantone         “   2  1.-.1
Vigna detta al Serpiano al rurale pertiche 12 al civile pertiche 3
                                       “  15  1.2.1.1
Vigna o cioso annesso alla casa detratto il sedime          
                                       “   5  -.1.-.1
Vigna detta di casa                    “  12  -.3.-.-
Viagna detta della Ciesa               “  25  1.2.-.1
Vigna e prato detto il Prato Grasso    “   5  -.1.-.1
Campo detto al Marzo                   “  15  -.3.1.1
Campo detto al Marzo                   “   4  -.1.-.-
Campo detto al Marzo                   “  10  -.2.1.-
Campo detto al Arna                    “   4  -.1.-.-
Campo detto al Genestrè                “   4  -.1.-.-
Campo detto al Saltè                   “   8  -.2.-.-
Campo detto al Pianello                “   7  -.1.1.1
Campo detto a Mezzo Maggio             “   2  -.-.1.-
Campo detto alla Strada Varesina       “   3  -.-.1.1
Campo detto al Boschetto               “   5  -.1.-.1
Prato sutto detto al Pravetto          “   1  -.-.-.1
                                       -----  -------
                 Somma in tutto pertiche 156 10.3.4.-
Goduto dai Broggini.
Vi è di più tutte le Brughiere e Boschi goduti dai suddetti.
Vi sono altri beni goduti dai Bartolotti in detto luogo e parte è descritto al rurale.
Per memoria.



Molto Illustre Signor Mio Padrone Colendissimo
Milano, 10 aprile 1740

Gran tempo va della sua assenza ed io non aver la forza di nasconderlo e qual ora le so dirgli che dal Signor Leone sacerdote e figlio di Lei mi faccia avere quelle mie scritture tiene.
Che mi possono giovare non lo so, so bene che dai beni non ho da vivere cosa che menoma.
Ma lei faccia dare che non le sarò ingrato, se si fida di me.
E quando dubitasse di me tornerò di bel novo a consegnargli le dette scritture. Non altro che vivamente riverirlo con il Signor Geronzio padre e perciò mi saluti che le faccio unitamente con la Signora Madre.
Di V.S. ill.ma
               Devotissimo servitore Stefano Bossi.




Non compresi i fitti dell’anno 1725 fatto il conto con Domenico nel febbraio 1787:
Resta                                                               lire 87. 8.-
Quello si è avuto dopo fasoli grossi 5 ...                           “    -. 5.-
Di lardo                                                             “    -.19.-
Adì 17 dicembre ricevuto per mano di Francesco Martignoni figlio
di Antonio molinaro d’Azzate per conto di Domenico Brogino
formentone stari 4                                                   “    5. 5.-
In denaro                                                            “    7.- .-
Adì 3 ottobre 1738 formento stari 4                                  “    9.- .-
Adì 8 novembre ricevuto stara 1 formentone                           “    1.10.-
Adì 10 novembre mina 1 segale mina 1 miglio                          “    1. 5.-
Adì 30 novembre ricevuto stari 1 riso                                “    3.- .-
Nel settembre 1739 ricevuto da Domenico stari 6 formento             “   13. 5.-
E stari 4 mistura                                                    “    5.- .-
Adì 19 novembre ricevuto stari 2 miglio quartari 2 segale            “    2.17.6
Adì 21 ottobre 1740 ricevuto per mano di Giuseppe Brogino
Stari 2 di mistura                                                   “    3. -.-
Adì 18 novembre ricevuto stari 3 noci                                “    2.11.-
                                                                     -----------
                                                           ricevuto Lire 43. 6.6
                                                           resta     “   44
                                                                    ------------
                                                                    Lire 87. 8.-

Adì 9 ottobre 1741 ricevuto da Domenico Brogino
Stari 4 formento                                                    Lire 12.-.-
E stari formentone                                                   “    3.15.-
Adì 26 settembre 1742 ricevuto da Domenico Brogino
Stari 3 formento                                                     “    9. -.-
E stari due segale                                                   “    4. -.-




1736 adì 16 aprile

Ho ricevuto io sottoscritto dagli eredi del fu Signor Gio. Maria Messa lire 164 e soldi 6 quali sono servite per pagare il primo termine di diaria del Comune di Bobbiate, avendo preso la scossa di detto Comune con intelligenza di farla correre per conto degli eredi suddetti, dividendo la metà dell’utile perché dovranno dare buon conto dei suddetti denari come ancora di tutte le somme che andrò ricevendo e saranno di sotto di mia mano notate, dico                                    Lire 164.6
F.to Pietro B....

Adì 30 aprile
Ho ricevuto lire 191 soldi 2 denari 3 per pagare il primo termine di Camerale spettante alla suddetta Comunità, dico                             Lire 191.2.3
Adì 25 ...
Ho ricevuto per pagare la diaria di due ...              Lire 111.12.9



N.B.

(Il retro di questo foglio è stato usato come minuta per fare la somma dei perticati di parecchi terreni che sommano a pertiche 257.10).



Conto ritirato con Domenico, Carlo fratelli e Andrea cugino de Brogini avanti S. Martino 1731 di novembre e due altre volte rivisti i conti del debito tengono, come anche compreso quello dal conto già ritirato con Baldassarre suo padre adì 23 novembre 1718 abbonato ogni suo dato è risultata la somma in Lire 225 e 14 e mezzo imperiali cioè lire 225.14.6 di loro debito.
Venendo poi ad avere fatto il conto per l’anno 1727 a S. Martino, compensato il suo dato, non compreso i fitti dell’anno 1724 sono restati in debito di Lire 575.14, il suo dato in Lire 303.3
Adì 23 settembre 1731 ricevuto da Carlo Brogino a conto in denaro      Lire 12.-
Adì 28 ottobre 1731 ricevuto da Domenico Brogino  conto zecchini 4      “   60.-
Adì 23 dicembre ricevuto in tanta carne di manzo a soldi 7 libbre 4
d’animale libbre 2 a soldi 9 once 1 pepe, in tutto                      “    2.8.6
Adì 3 febbraio 1733 ricevuto da Domenico a conto brente 4 vino rosso,
pagate da lui la vettura solamente al Medea in ragione di lire 7
la brenta                                                               “   28.-
Importo della vettura                                                   “   10.-
Adì 19 ottobre 1734 ricevuto da Domenico Brogino a conto stari 4 noci
a soldi 12                                                              “    2.8
Adì 11 novembre ricevuto stari 2 formento a lire 4                      “    8.-
Adì 24 dicembre per mano di Geronimo figlio di Domenico ricevuto
Carne di manzo libbre 7 e mezza a soldi 8, carne d’animale libbre 3
A soldi 12 e mezzo, lardo una libbra a soldi 20 importa in tutto        “    5.17.6
Adì 29 marzo 1735 ricevuto dal cavallante Medea di Morazzone 2 brente
Di vino rosso mezzano per conto di Domenico da lui pagato il dazio e
la vettura                                                              “    7.10.-
Importo del vino a ragione di Lire 9.10 per brenta                      “   19. -.-
Adì 2 dicembre ricevuto libbre 1 di olio di noce                        “    -.14.-
Adì 23 dicembre ricevuto libbre 4 carne di maiale                       “    2.10.-
Adì 11 febbraio 1736 ricevuti dai Brogini per mano del cavallante
Medea vino brente 2 importo del vino in ragione di lire 9.10            “   19. -.-
Dazio e vettura pagata da loro                                          “    8. -.-
Adì 28 dicembre 1736 ricevuto carne d’animale libbre 3 a soldi 13,
e 1 libbra di lardo a soldi 20                                          “    2.19.-
Non compresi i fitti dell’anno 1725 fatto il conto con Domenico nel
febbraio 1737 resta                                     Lire 87. 8.-
Adì 28 novembre detto anno avuto da Domenico fasoli grossi
Mittà 5 buona misura                                                    “   5. -.-
Adì 3 dicembre ricevuto per mano di Giovanni fratello di
Domenico 1 libbra di lardo vecchio                                      “  19. -.-
Adì 17 dicembre ricevuto per mano di Francesco Martignone
Molinaro figlio di Antonio del Comune di Azzate per conto di
Domenico Brogino formentone stari 4                                    “    5. 5.-
Adì 24 dicembre ricevuto da Domenico in denaro                         “    7. -.-
Adì 3 ottobre 1738 ricevuto da Domenico stari 4 formento               “    9. -.-
Adì 8 novembre ricevuto stari 1 formentone                             “    1.10.-
Adì 10 novembre ricevuto 1 mina segale e mina 1 miglio                 “    1. 5.-
Adì 30 novembre ricevuto stari 1 riso                                  “    3. -.-
Nel settembre 1739 ricevuto dal figlio di Domenicon stari 6 formento
E stari 4 mistura
Adì 19 novembre 1739 ricevuto stari 2 miglio e stari 4 segale
Adì 21 ottobre 1740 ricevuto per mano di Giuseppe Brogino stari 2
Mistura a soldi 30                                                     “    3. -.-
Adì 18 novembre ricevuto per mano di Giovanni fratello di Domenico
Stari 3 noci a soldi 17                                                “    2.11.-
Adì 9 ottobre 1741 ricevuto  da Domenico stari 4 formento e3
Stari 2 formentone                                                      “    3.15.-
Signor Fratello Carissimo,
                         
                          ho ricevuto le scarpe e pianelle quali mi vanno bene e gliene rendo grazie distintissime si per le medicine, come per il taperino, che con quello compirò anche il sopra più delle scarpe a suo tempo quando sarà tinto: il prete Don Benigno che meco si ritrova, e dimani



1629 adì 9 febbraio
Istrumento della fondazione del censo dei Signori fratelli Bossi con la Comunità di Montonate a rogito del Signor Pietro Gerolamo Bossi in Azzate.


N.B.
Uno è servito per minuta dell’altro.




Appare che il Signor Don Martino de Colla senatore di Milano delegato per la causa Zavarelli Vissolvi il curatore Bartolomeo Magni o uno de’ creditori per unità con esso a mandar fuori i perentori avvisi a tutti i creditori d’essa causa la relazione e decisione da farsi al Senato  da esso Signor Senatore per le ragioni spettano alle figlie della fu Signora Cecilia Zavarella, essendone procuratrice la Signora Maria Bossa delle sue sorelle, e si tratta di dote costituite dal padre Guglielmo Zavarelli nella somma di 10.900 accordata al cinque per cento sino dal 1656 e la ragione del fedecommesso fondato da Barbara Lucina Dignana nel valore di scudi 4.000 nei beni di Terrazzano Masio Pactanedi (?) e per la dote nei beni di Mantegazza.
Nel dire in che consista la proviusione fatta dalla Signora D. Gerolama Bossi de Gaiongos a suo figlio il Signor tenete capitano D. Luigi Gaiongos.
Sapere dalla persona che gli ha pagato gli scudi 100 in che modo e su quale obbligazione, e di tale saputa lasciarne notizia scritta sigillata in mabo del Signor D. Tomaso di Laozza che mandando la Signora Maria Bossi gliela sia consegnata.



Conto ritirato con Baldassarre Brogino e Domenico figlio
adì 23 novembre 1718 è in debito di                      Lire 225.14.6
1719 devono stari 1 avena                                 “     -.15.-
Fave intiere stari 1                                      “     1.10.-
Fitto del Pravetto 1719                                   “     6. -.-
Noci stari 7                                              “     5.10.-
1719 di luglio devono 1 brenta di vino                    “     5. -.-
1720 segale mancata stari 4                               “     6.10.-
Fave intiere stari 4                                      “     6.10.-
Avena stari 7                                             “     5.10.-
Noci stari 3                                              “     2. 5.-
Adì 5 novembre datogli segale stari 2 per semenza         “     3.10.-
Fitto del Pravetto 1720                                   “     6. -.-
Adì 22 novembre restano mezza brenta di vino              “     5. -.-
1720 d’agosto dato una brenta di vino ha patito           “     4.10.-
1721 avena mancata stari 2                                “     1.10.-
Adì 25 agosto datogli altra brenta di vino matto          “     3.10.-
Fitto del Pravetto 1721                                   “     6. -.-
Fitto del Pravetto 1722                                   “     6. -.-
Adì 8 luglio 1723 per testi di vino crodello dato a Carlo “     9. 6.6
Fave intiere mancate stari 3                              “     5. 5.-
Fitto del Pravetto 1723                                   “     6. -.-
Fitto del Pravetto 1724                                   “     6. -.-
Agosto 1725 avena stari 3 quartari 2                      “     2.12.6
Fave intiere stari 4                                      “     7. -.-
In settembre 1725 datogli mezza brenta di vino crodello   “     5. 5.-
Miglio in detto anno mancato moggia 5 stari 4             “    55. -.-
Noci mancate stari 4                                      “     3. -.-
Fitto del Pravetto 1725                                   “     6. -.-
Adì 2 gennaio 1726 datogli segale stari 2                 “     3.10.-
Formento mancato in detto anno moggi 1                    “    18. -.-
Segale mancata moggi 2 e ha promesso Baldassarre il denaro     28. -.-
Avena stari 4                                             “     3. -.-
Fave intiere stari 4                                      “     7. -.-
Noci stari 4                                              “     6. -.-
Fitto del Pravetto 1726 adì 14 ottobre promesso di
darlo a fine del mese                                     “     6. -.-
Formento mancato nel 1727 moggi 1 stari 7                 “    24.15.-
Fitto del Pravetto 1727                                   “     6. -.-
Noci stari 7                                              “     5.15.-
In denaro delle pigioni hanno nelle mani                  “    15.10.-
Devono il prezzo di libbre 2 dobbioni                     “     3.10.-
E once 7 di gallette nasciute                             “     1.15.-
Per vino 1 brenta e mezza Crodello                        “    15.10.-
Libbre 2 per metà di gallette per semenza nel 1728        “     2. -.-
Vetture quattro e mezza da dedurre dalle già  abbonate
Cominciando nel 1719                                      “    18. -.-



(Stima e descrizione dei beni di ragione degli illustrissimi Signori fratelli e dottori collegiati di Milano D. Antonio Francesco e D. Gio. Battista Bossi fatta dal Signor Ingegnere Collegiato Antonio Berlucchi nell’anno 1766 – Eredità del nob. Signor D. Alfonso Bossi).

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In agosto del prossimo scorso anno i nobili signori fisico collegiato D. Antonio e dottore collegiato di Milano D. Gio. Battista fratelli Bossi per una parte, e nob. Signor D. Francesco altro di loro fratello per l’altra, hanno di comune consenso eletto me ingegnere collegiato infrascritto per formare la descrizione e stima di tutti i beni stabili divisibili lasciati dal comune padre, con quelle avvertenze e quei suggerimenti, che vendonsi nella scrittura conciliata per detta elezione, che è del tenore seguente:

“Milano, 26 agosto 1766.
In esecuzione della sentenza del Senato eccellentissimo del giorno 16 aprile prossimo scorso emanata a relazione dell’ill.mo signor senatore D. Giuseppe Santucci delegato nella causa vertente fra gli infrascritti nobili signori fisico collegiato D. Antonio e dottore collegiato di Milano D. Gio. Battista fratelli Bossi per una parte e l’infrascritto nobile signore D. Francesco altro loro fratello per l’altra, vi è ancora la scrittura uniforme firmata dagli altri due signori fratelli, sono venuti alla presente scrittura, quali vogliono abbia forza di pubblico e giurato istrumento
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Fatto in ogni più ampia e valida forma, nella quale hanno amichevolmente eletto ed eleggono, e ciascuno di loro ha eletto ed elegge per perito di comune confidenza il signor ingegnere collegiato Antonio Berlucchi, il quale previa la stima e descrizione di tutti i beni stabili divisibili lasciati dal comun padre (avvertendo però di stimare separatamente i miglioramenti, e deterioramenti, se ne risulteranno, fatti dopo la morte del padre dal signor D. Antonio e D. Gio. Battista fratelli Bossi, acciò il Senato eccellentissimo ne possa avere quel riguardo stimerà di ragione) con le opportune deduzioni di tutti i carichi, pesi, novennio ed altro giusta la di lui perizia, prededuca a forma della suddetta sentenza del Senato le lire 10.000 per reintegrazione della primogenitura, le due doti ed aumenti della fu signora D. Caterina Vinadi e della signora D. Margherita Cattaneo, d’indi ne formi la sua relazione ad effetto che possa in appresso
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Passarsi a rendere eseguita intieramente detta sentenza nella forma della medesima prescritta.
Sottoscritto D. Francesco Bossi affermo quanto sopra.
E di questa ne ha attestata la mano il signor dottore e notaio di Milano signor Giuseppe Millefanti.
Portatomi perciò il giorno 5 del passato novembre in Azzate (posto che alle parti è piaciuto, che riportasi alla stagione d’autunno la mia operazione) ho riconosciuti nel detto mese non solo tutti i beni, che possono cadere sotto l’ideata divisione posti sotto diversi territori, la maggior parte però sotto quelli di Azzate pieve di Varese, ma ancora alcuni, che diconsi privativi del riferito signor fisico collegiato D. Antonio, come che, per quanto ha detto dal medesimo acquistati con suo particolare peculio, i quali beni verrò in seguito descrivendo ripartitamente colla stima rispettiva, formata col mezzo delle opportune informazioni, riflessi alla qualità di ciascun fondo, deduzioni incaricatemi,
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ed altre dalla perizia suggerite, e sono.
N. 1 Pezzo di terra appellato la Fontanella di pertiche 21 in parte a Prato, il restante Aratorio Avidato di fresco affittato a Pietro Tibiletti, che resta sotto i numeri 339, 339 ½, 340, 341, 342 della tavola dell’estimo del detto Comune di Azzate ed ha coerente a levante una Vigna di ragione dell’egregio signor Podestà Masnago mediante siepe viva compresa, a mezzogiorno e ponente strada ed a tramontana Parto del nob. Signor marchese Bossi mediante siepe viva parimente compresa.
N. 2 Vignolo di circa pertiche 5 che dicesi il Breno, affittato ad Andrea Macchi (n. 316 della detta tavola) al quale fa coerenza a levante Vigna del signor dottor Felice Lotterio mediante accesso per metà, a mezzogiorno il signor marchese Bossi mediante accesso compreso e siepe viva lasciata, a ponente la Causa Pia Frasconi mediante filo di viti escluso, a tramontana Ronco del signor dottor Lotterio mediante ripa
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pendente lasciata con termine sul ciglio di essa.
N. 3 Diversi pezzetti di terra metà a Prato ed altra metà a Campo detti Campolungo e posti in fine delle terre denominate il Bosco Rotondo verso l’angolo tra levante e tramontana, che in tutto formano pertiche 3.7 seconda la misura, che per distinzione della qualità sì di questi, come di alcuni altri pezzi fatta fare dal signor Emanuele Pinciara pubblico agrimensore, che in questa occasione mi ha servito di aiutante, ed alla tavola suddetta di Azzate sotto i numeri 124, 154 e 155, i quali sono lavorati dai tre massari Sironi, Giudici detto Il Staffa e Giamberini, fanno coerenza a levante i beni della Causa Pia Frasconi mediante siepe viva con piante, il tuto compreso, a mezzogiorno in parte detta Causa Pia, in parte la Cappella del SS. Rosario a solco, ed in parte il Prato Bertolotto di questi beni, a ponente in parte il Prato ora detto, ed in parte beni del signor dottor
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Lodovico Bossi mediante siepe lasciata, a tramontana in parte il suddetto signor dottor Bossi ed in parte detta Causa Pia mediante siepe con piante, il tutto compreso.
N. 4 Prato denominato Bertolotto di circa pertiche 9 goduto dal massaro Sirone, n. 153 della mappa suddetta, che ha coerenza a levante i pezzi antescritti mediante fosso colatore, a mezzogiorno questi beni lavorati dallo stesso massaro e dall’altro detto Giudici detto Il Staffa, a ponente altri beni lavorati dal medesimo Sironi, a tramontana Vigna del signor dottor Lodovico Bossi mediante siepe con gabbe forti comprese.
N. 5 Sette pezzetti di terra lavorati dal detto massaro Sironi a riserva di due che gode il Giudici detto Il Staffa, e una poca porzione tenuta in Casa, i quali vengono appellati il Drancio, il Campo Longo, il Pradello abbasso della Fizzada, Vigna di Sotto e Vigna di Sopra della detta Rizzada, posti in parte sotto il n. 160, 161, 162 di pertiche 14.5 fra tutti e tre i detti numeri secondo la misura risultante dalla detta tavola ed il resto sotto il n. 152 della tavola suddetta per circa altre pertiche 33 ½ giusta la misura fatta dal suddetto signor Pinciana, e questi in corpo hanno coerenti a levante in parte Campo della sopracitata Cappella del SS. Rosario, in parte strada, in parte la Causa Pia Frasconi mediante siepe viva compresa, a mezzogiorno in parte detta Causa Pia mediante siepe viva compresa, ed in parte beni del rev. signor D. Giovanni Bossi mediante siepe viva lasciata, a ponente in poca parte il detto rev. signor Bossi, e nel resti sempre questi beni mediante strada privativa detta la Rizzada, a tramontana in parte questi beni ed in parte il Campo della sudetta Cappella del Rosario mediante qui fossetto e ripa compresa.
N. 6 Vigna detta la Mazzavacca, Campo sotto la Vigna, Vigna Vecchia e Pertichetta terre lavorate dal massaro Sironi toltane la metà della detta Mazzavacca che è lavorata dallo Staffa, la testa della
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Quale è sotto il n. 126, il rimanente sotto il n. 152, in tutto di circa pertiche 48 e 1/8 come dalla detta misura Pinciara che hanno coerenti a levante sempre i beni antedescritti ai n. 4 5, a mezzogiorno il Campo dei Fichi che si dirà in seguito, a ponente altri beni dei signori fratelli ancor da dividersi, a tramontana Vigna del signor dottor Lodovico Bossi mediante siepe viva con gabbata compresa.
N. 7 Due pezzi di terra che restano dalla parte di ponente a fianco dei poco fa descritti, uno a Prato sotto il n. 150 della mappa, goduto in poca parte dal massaro Staffa, ossia Giudici, il resto dal massaro Giamberini detto il Pina in tutto di pertiche 6.19, e l’altro a Campo sotto il n. 151 di pertiche 5.9 lavorato dal massaro Sironi ai quali due pezzi sono coerenti a levante i beni descritti al numero antecedente, a mezzogiorno in parte questi beni col Campo sotto all’Oro, che si dirà, ed in parte beni della Cappella di S.
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Andrea di Azzate mediante siepe viva lasciata, a ponente strada, a tramontana terminano a punta alla sopracennata Vigna Mazzavacca.
N. 8 Diversi altri pezzetti che seguono andando verso mezzogiorno tutti sotto il detto n. 152 della tavola dell’estimo, che hanno varie denominazioni, cioè il Campo sotto all’Oro lavorato dal massaro Giamberini; Ripa a Prato al piede di tal Campo goduto dallo Staffa, come anche i tre pezzetti annessi, che formano tre piani detti il Campo dei Fichi, la Vigna del Bosetto e Campo del Giardino, ed infine altro pezzo in parte Prato ed in parte Vigna detti dell’Orto Vecchio lavorati dal Sironi, i quali pezzi che si descrivono sotto questo numero formano in tutto, come dalla detta misura Pinciana circa pertiche 14 2/3 ed hanno coerenti a levante beni già descritti mediante il detto accesso detto la Rizzada, a mezzogiorno in parte questi beni col pezzo appellato dell’Orto Vecchio ed in parte la Cappella del SS. Rosario con siepe
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Lasciata, a ponente il Beneficio del signor D. Vincenzo Bossi mediante siepe viva lasciata, a tramontana il Campo della Vigna Vecchia e la Pertichetta descritti nl n. 6.
N. 9 Campo seguente detto in Fondo della Rizzada lavorato dallo Staffa, ed altri pezzi lavorati dal Giamberini, che diconsi la Vigna e Campo della Pina in tutto di pertiche 20.21, come ai numeri 163 e 198 della detta mappa di Azzate con i rispettivi numeri subalterni 1, 2 e 3 ai quali pezzi fa coerenza a levante e mezzogiorno la detta strada privativa detta la Rizzada, a ponente la Causa Pia Frasconi e il Beneficio del Rosario, a tramontana la Vigna dell’Orto Vecchio sopracitata.
N. 10 Prato in pendenza avidato posto di là della detta Rizzada, il quale si denomina il Cantone tenuto in affitto dal massaro Giamberini posto sotto il n. 203 della mappa ed enunciato di pertiche 6.1, al quale fanno coerenza a levante beni del rev. signor D. Giovanni Bossi mediante siepe viva lasciata, a mezzogiorno termina con una lingua al di fuori della parte alla detta Rizzada, che vi confina
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anche a ponente e a tramontana un Pradello già descritto goduto dal Sironi con siepe compresa in questo pezzo.
N. 11 Seguono i beni del Ronco Asinino goduti dal massaro Giamberini e sono:
Prato e Campello posti rispettivamente sotto i numeri 268 e 236 della detta mappa di Azzate, in tutto di circa pertiche 8 ½ a cui fanno coerenza a levante beni del signor Piccinelli di Bosto mediante siepe viva lasciata, a mezzogiorno Campo della Parrocchiale di Azzate a solco, a ponente Vigna della signora Donna Barbara Orrigoni Bossi con accesso per metà, a tramontana beni della Cappella di S. Francesco di Azzate con siepe lasciata. L’accennato accesso viene dalla coda che ha questo prato nell’angolo tra levante a tramontana, e attraversandolo gli impone una servitù passiva e questa a favore della riferita Signora D. Barbara Bossi.
Altro pezzo parte Vigna parte Campo ed in parte Prato, altre volte Pascolo, che comprende i seguenti numeri della mappa cioè n. 234, 233 1 e 2, 232 ½ in tutto di pertiche 34 1/8, a cui in corpo
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Vi sono coerenti a levante beni in poca parte della suddetta signora D. Barbara Bossi con siepe viva compresa, e nel rimanente della parte di Azzate mediante filo di viti compreso con pertiche 2 di più per la palata, a mezzogiorno strada comune, a ponente Vigna della parte suddetta mediante accesso lasciato, ed a tramontana in parte il signor conte D. Giulio Cesare Bossi mediante in parte vestigio di siepe e fossato lasciato ed in parte siepe compresa, e nel resto lo stesso pezzo della detta signora D. Barbara mediante accesso posto sul ciglio della ripa pendente, il quale dicesi compreso per metà.
N. 12 Pascolo detto la Marognetta di circa pertiche 5 posto sotto il n. 87 e 88 della suddetta mappa che coerenzia a levante con la Valle, a mezzogiorno in parte il Bosco che si dirà in seguito ed in parte col signor conte Bossi con siepe compresa, a ponente il Bosco detto del detto signor conte ,mediante siepe compresa, e a tramontana Valle appellata del Pateco.
Questo lo ha il signor D. Antonio Bossi avuto in cambio dal signor sergente maggiore D. Luigi
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Bossi in vece del del n. 630 Bosco castanile detto al Roccolo di pertiche 3.3 constando il cambio da istrumento del giorno 23 novembre 1762 avendolo poi il signor D. Antonio fatto scarpare per ridurlo a Prato.
N. 13 Bosco detto dell’Asnino di pertiche 5 (n. 95 della mappa suddetta) col fondo di legna cedua dolce che godesi da detto massaro Giamberini, e con piante di rovere al quale è coerente a levante il Bosco della detta D. Barbara Orrigoni Bossi con vestigia di siepe compresa, a mezzogiorno e ponente Bosco del signor conte Bossi, a tramontana Pascolo antescritto.
N. 14 Pezzo di terra appellato il Gaggietto, parte in piano con viti e parte in costa prativa, in tutto di pertiche 7.22 (n. 173 e 174 della suddetta mappa) tenuto in affitto da Antonio Oggioni, al quale sono coerenti a levante strada con siepe viva verso di quella, a mezzogiorno beni della Parrocchiale di Azzate con siepe lasciata, a ponente il rev. signor D. Giacomo Bossi mediante roggietta metà compresa, a tramontana il signor conte Alemagna mediante
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Siepe lasciata.
N. 15 Prato Paludoso al lago con diverse roveri detto il Prato Zuccolo e la Palude in due pezzi uno sotto il n. 20 e l’altro sotto il n. 17 della mappa suddetta in tutto di circa pertiche 9 ½. Questo è goduto daL Giamberini ed ha coerente a levante Prato del signor conte Bossi con siepe lasciata, a mezzogiorno la Parrocchiale di Azzate in linea di ceppate, a ponente la Causa Pia Frasconi in linea di termini, a tramontana il lago.
N. 16 Tre altri pezzi di terra paludosi posti sotto il n. 5 e 34 della detta mappa di Azzate in tutto di pertiche 21 ½  senza piante goduti dai tre massari Giamberini, Sironi e Giudici ai quali fa coerenza a levante fondo del signor conte Bossi a linea di termini, a mezzogiorno la signora D. Barbara Orrigoni Bossi a linea come sopra, a ponente il signor dottor Lodovico Bossi mediante fossetto per metà, a tramontana il lago.
N. 17 Prato Magro detto il Prato Grande (n. 65 della detta mappa) di pertiche 15 ½ tenuto in
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Casa, al quale fa coerenza a levante Prato della Comunità di Azzate in linea di termini, a mezzogiorno Roggia detta la Valciasca, a ponente Prato in parte del signor conte Bossi e in parte del signor conte Alemagna mediante termini, a tramontana Prato in parte del suddetto signor conte Alemagna ed in parte della Causa Pia Frasconi
Sempre mediante fossetto per metà.
N. 18 Boschetto di circa ½ pertica detto al Prato di Santa Maria (n. 59 della mappa) che serve per scorta, il quale fa coerenza a levante con beni del signor Alberto Masnaghi e D. Gaspare Priore, a mezzogiorno con il confine di Buguggiate, a ponente con la Chiesa Parrocchiale di Azzate, a tramontana col signor conte Bossi.
N. 19 Ronco di S. Quirico soggetto al livello della Cappella dei Santi Quirico e Giulita di Azzate di circa pertiche 20 lavorato dal massaro Pietro Francesco Giudici, al quale fa coerenza a levante il Bosco infrascritto con siepe viva compresa, a mezzogiorno strada, a mezzogiorno Ronco del signor conte Bossi con siepe viva come sopra
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ed a tramontana parte del detto signor conte ed in parte la Parrocchiale di Azzate mediante siepe viva compresa.
Bosco Castanile soggetto allo stesso livello di circa pertiche 16 detto pure di S. Quirico che serve di scorta al suddetto Ronco a cui sono coerenti a levante beni in parte del signor marchese D. Galeazzo Bossi ed in parte della Casa Tettoni di Azzate con siepe compresa, a mezzogiorno strada, a ponente il Ronco sopraddetto, a tramontana beni della Cura di S. Maria di Azzate con siepe pure compresa.
I suddetti Ronco e Bosco restano sotto i numeri 645, 646 e 647 della mappa di Azzate.
Segue un pezzetto di terra Campo ed in parte Sito di Corte con Ronco detto alla Baita soggetto anch’esso al medesimo livello, che resta sotto il territorio di Brunello essendo tutti gli altri fondi fin’ora descritti sotto il Comune di Azzate; al quale Campello e Sito come sopra che è goduto da Giacomo Castelnuovo è coerente a levante e mezzogiorno con terreno di Andrea Ballerio mediante siepe compresa, a
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Ponente Campo della Cura di Brunello a solco con termine e a tramontana l’infrascritto pezzetto di terra a solco sulla dirittura di un termine.
N. 20 Pezzo di terra detto pure alla Baita, ma che non è vincolato al detto livello, parte Campo e parte Vigna lavorato dal suddetto Castelnuovo di circa pertiche 1 1/3 nel territorio di Brunello a cui fa coerenza a levante la Casa del massaro con Corte, a mezzogiorno il Campello del livello antedescritto a linea, a ponente e tramontana la Cura di Brunello in linea di termini dalla parte di ponente e con rippa compresa da quella di tramontana.
N. 21 Segue la Casa detta della Baita nel territorio di Brunello goduta dal suddetto Giacomo Castelnuovo che consiste in un Portico rustico con due pilastri e con Loggia, una Cascina con Forno, che si stende nella Corte, sotto il quale v’è Pollaio e la detta Cucina ha il suo Superiore; da essa si entra in una Stalletta con sopra Camerino. Luogo per Cantina entro cui vi è la scala di vivo e legname per ascendere prima ad un Superiore di essa Cantina,
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e Dispensino, poi agli altri. Dispensino da una parte e dall’altra una Scaletta di tabula imperfetta con sopra una Stanza.
Corte che serve d’Aia con Pozzo con parapetto di sarizzo sito nel fondo del livello. Tutti i detti luoghi restano sotto ad un sol tetto, e questa Casa è sotto il n. 716 alla tavola dell’estimo del suddetto Comune confinando essa coi suddetti due Campelli, ed in parte coi fondi della Parrocchiale di Brunello.
N. 22 Sotto questo numero si descrivono i beni goduti dal massaro Magni secondo la descrizione che è stata fatta nel 1765 dall’agrimensore approvato il signor Emanuele Pinciara, i quali beni sono stati redenti dal signor D. Antonio Bossi primogenito dei riferiti signori fratelli, poiché erano stati venduti dal comun padre signor D. Gio. Stefano al signor Prevosto Alemagna con patto di grazia e successiva investitura per anni nove e sono:
primieramente una Casa da Massaro posta in Erbamolle sotto il n. 915 della tavola dell’estimo di Azzate, la quale è tenuta in affitto dal detto massaro Giovanni Magni e consiste in un braccio di Caseggiato che contiene quattro luoghi terreni comprese due stalle, un portico avanti al primo di detti luoghi, che serve di cucina, sotto il quale portico vi è pozzo ed una scala di beola che depone ad una loggia, altra scala esteriore di sassi rustici con andatora (tavolato inclinato di legno) d’asse ed altro portico in fine del detto braccio, che è stato costruito di nuovo. Sopra una delle stalle vi è cascina, e sopra gli altri tre luoghi vi sono altrettanti solai, uno dei quali soffittato, cioè quello superiormente alla cucina. Avanti i detti luoghi vi è corte, che serve d’aia cinta da siepe viva, entrandosi a questa casa da un andito in soffitto inserviente anche per altra porzione, che resta alla sinistra del detto andito, e passandosi alla corte per apertura nella siepe con sopra un’anta di restello portata da due colonne di legno, alla qual casa vi è coerente in parte casa del signor marchese Bossi, in parte
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altro caseggiato dei signori fratelli, e in parte accesso, che va alla strada comune, a mezzogiorno la detta strada e questi beni, a ponente i detti beni, a tramontana fondo del signor marchese Bossi con stillicidio verso di esso.
Orto annesso alla detta Casa che resta formato nel pezzo di à della strada.
Seguono le terre godute dal detto massaro Magni che sono le seguenti:
Un Campo nel territorio di Brunello denominato il Campo Maggio di là dall’Arno di circa pertiche 3 1/3 a cui sono coerenti i beni, a levante il Signor Claudio Mazzuchelli mediante accesso per metà, a mezzogiorno Anna Maria Sommaruga mediante solco in linea di termini, a ponente Gerolamo Ballerio mediante siepe viva compresa e a tramontana Carlo Antonio livellario del signor segretario Perabò a solco.
Altro Campo situato nel suddetto territorio detto come sopra di circa pertiche 3 1/3 a cui fanno coerenza a levante beni del signor conte Alemagna mediante accesso per metà, a mezzogiorno
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E ponente il medesimo signor conte a solco, a tramontana le RR. Monache di S. Martino di Varese a solco in linea di termini.
Altro Campello d là dall’Arno detto le Prelle di circa pertiche 1 che il massaro Magni ha subaffittato ad Antonio Valenti, a cui sono coerenti a levante la strada in confine di Morazzone, a mezzogiorno beni del signor dottor Giacomo Masnaghi a termini, a ponente e tramontana beni di Carlo Sommaruga con siepe compresa.
Altro Campo detto Novella  territorio suddetto di circa pertiche 2 a cui fanno coerenza a levante i beni di Giacomo Ballerio mediante accesso per metà, a mezzogiorno Giovanni Passera a solco in dirittura dei termini, a ponente le RR. Monache di S. Martino a solco, a tramontana il signor podestà Masnaghi in linea di termini.
Campo al Roncaccio situato come sopra di circa pertiche 2, al quale fanno coerenza a levante e mezzogiorno beni di Angela Maria Ghiringhelli a solco, a ponente
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La Cappella di S. Antonio di Brunello mediante filagno di viti lasciato, e a tramontana strada comune.
Vigna appellata la Vignola alla Rompada situata come sopra di circa pertiche 2 alla quale fanno coerenza a levante beni di Giacomo Ballerio mediante accesso per metà, a mezzogiorno Beneficio dei Signori Porta di Gallarate mediante palera inclusa, a ponente il Beneficio suddetto e delle RR. Monache di S. Antonino a linea, a tramontana il signor Gio. Battista Tamborini mediante palera esclusa.
Campo detto del Ronco di circa pertiche 2 sito come sopra a cui fanno coerenza a levante strada pubblica, a mezzogiorno ... Tamborini livellario di Vincenzo Pozzi di Menzago a solco in linea di termini, a ponente il signor conte Bossi mediante vestigio di siepe esclusa, a tramontana Gio. Battista Tamborini a solco.
Vigna appellata il Serino di circa pertiche 6 2/3 sita nel detto territorio, alla quale fanno coerenza
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A levante beni di Andrea Ballerio ed il beneficio di S. Rocco di Brunello mediante siepe viva compresa, a mezzogiorno il signor Carlo Antonio Ballerio con siepe viva come sopra, a ponente seguente Boschetto e beni del signor Ambrogio Tamborini mediante come sopra.
Bosco di circa pertiche 1 sito come sopra ed unito  all’antedescritta Vigna, al quale fanno coerenza a levante questi beni, a mezzogiorno il signor Gio. Battista Tamborini mediante siepe viva compresa, a ponente termina a punta, a tramontana vi è strada.
Vigna, Campo e Bosco Castanile detti la Sera il tutto sito nel territorio suddetti di circa pertiche 19, a cui è coerente a levante e mezzogiorno strada comune, a ponente terreno di Carlo Ballerio mediante siepe viva compresa, a tramontana i signori fratelli Crugnola.
Campo detto della Poveretta di circa pertiche 8 1/3 posto nel territorio di Azzate sotto il n. 682 a cui sono coerenti a levante in parte questi beni col terreno ch’era goduto dalla Bidina ed in oggi lo tiene Carlo
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Francesco Bossi ed in parte i signori fratelli Crugnola mediante in parte accesso per metà in parte fossetto incluso ed in parte a solco, a mezzogiorno strada, a ponente il signor marchese Bossi a solco in linea dei termini ed a tramontana dello stesso marchese mediante sentiero escluso.
Vigna appellata la Vigna di Casa, essendo annessa a quella del massaro di pertiche 4 ¾ sita nel territorio di Azzate sotto il n. 679 facendosi coerenza a levante con beni del signor marchese Bossi mediante sentiero escluso, a mezzogiorno il suddetto signor marchese mediante palera compresa, a ponente strada, a tramontana questi beni.
Campo detto la Selvazza di circa pertiche 4 (n. 639 della detta tavola di Azzate) a cui fanno coerenza a levante beni dei signori fratelli Crugnola mediante siepe viva compresa, a mezzogiorno i suddetti fratelli mediante ripa esclusa, a ponente strada, a tramontana questi beni.
Selva detta la Selvazza di circa pertiche 5 (n. 637 della tavola di Azzate) a cui sono coerenti a levante
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Beni del signor marchese Bossi mediante siepe compresa, a mezzogiorno questi beni col campo antedescritto, a ponente e tramontana il signor conte Castellani mediante siepe viva compresa.
Campo detto del Roncaccio di pertiche 1 1/3 (n. 662 della tavola di Azzate) al quale fanno coerenza a levante questi beni sotto Buguggiate, a mezzogiorno beni del signor marchese Bossi mediante siepe viva compresa, a ponente a tramontana i fratelli Crugnola mediante siepe come sopra.
Selva annessa al suddetto Campo detta perciò anch’essa del Ronmcaccio di circa pertiche 2 ½ alla quale fanno coerenza a levante questi beni, a mezzogiorno beni del signor marchese Bossi mediante siepe viva lasciata, a ponente questi beni col Campo antedescritto, a tramontana i fratelli Crugnola mediante siepe viva esclusa.
Vigna denominata parimenti del Roncaccio di circa pertiche 19 posta nel territorio di Buguggiate alla quale sono coerenti a levante beni
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Del signor marchese Bossi mediante accesso per metà, a mezzogiorno strada comune, a ponente il signor Marchese Bossi mediante siepe viva esclusa, ed in parte questi beni, a tramontana beni dei fratelli Crugnola mediante filagno di viti e ripa compresa.
Altro pezzo di Vigna detto del Filagno sito sotto detto Comune, affittata a Pietro ....
Masini di Buguggiate alla quale sono coerenti a levante beni del conte Alemagna, a mezzogiorno i fratelli Crugnola ed il suddetto conte mediante palera, a ponente i fratelli Crugnola mediante in parte ripa compresa ed in parte siepe lasciata, a tramontana strada comune.
Altro pezzo di terra di varie qualità denominato alla Peschiera, che comprende i n. 430, 433, 434, 437, 437 ½ della tavola di Azzate, in tutto pertiche 35 1/3, al quale sono coerenti a levante Vigna e Bosco altre volte del signor Gio. Battista Mariani presentemente privativo del signor D. Antonio Bossi per acquisto che ne ha dfatto recentemente , a mezzogiorno strada, a ponente beni del conte Bossi, a tramontana i RR. Chierici regolari della Passione mediante Valle per metà.
Questi beni hanno la ragione dell’accesso sopra beni del signor Masnaghi che viene dalla parte di ponente con rastello mantenuto dal padre Magnaghi procuratore della Passione, che deve consegnare una chiave ai signori fratelli Bossi per andare ai loro beni.
Pezzo di terra detto di S. Maria, Prato in territorio di Buguggiate di pertiche 10 indiviso coi fratelli Crugnola, a cui fa coerenza a levante Prato del signor dottor Giacomo Masnaghi mediante siepe con vestigio di fossetto, a mezzogiorno i fratelli Crugnola a linea, a ponente la Cura di Azzate con termine ed una roveretta cimata indivisa che serve per altro termine, a tramontana il conte Bossi mediante siepe lasciata.
Altro pezzo di terra paludoso detto Palude nel territorio di Buguggiate di circa pertiche 18 indiviso col signor Giuseppe Crugnola, a cui è coerente a levante i fratelli Crugnola
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A mezzogiorno il conte Alemagna, a ponente la Prepositura di Varese ed a tramontana il lago.
N. 23 Altra porzione di Casa unita a quella del massaro Magni, che resta affittata al pigionante Carlo Francesco Bossi detto il Marosso, e consiste in uno stallino confinante coll’andito di porta comune con la porzione tenuta dal suddetto massaro sopra il quale stallino vi è una stanza nuova, che si stende anche sopra il detto andito di porta, la quale è goduta dal detto Magni in seguito al quale stallino vi è una cucina con sopra una stanza col tetto formato alla capuccina e con pollaio contro il muro di corte.
Per ascendere alla detta stanza vi è la scala di vivo ascendente ad una andatora d’asse, restando detta scala contro il muro di un luogo del signor Crugnola, che ha l’accesso dall’altra parte.
Avanti detto stallino e cucina evvi la Corte, ed a questa porzione di casa vi è coerente a levante il resto della Corte, che serve ad
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Altri, a mezzogiorno strada comune, a ponente la Casa sopraddetta del masaro Magni mediante l’accennato andito di porta, a tramontana corte del signor Crugnola.
N. 24 Di là dal sopra indicato luogo terreno del signor Crugnola vi è un luogo senza camino goduto dal medesimo pigionante Bossi in via di livello, in cui vi ha ragione anche la signora D. Barbara Bossi con porta d’ingresso dalla corte in telaro di vivo, e sopra vi à cassina con uscio verso Corte in telaro come sopra e sue ante salendosi ad essa per scala da mano.
In seguito al detto luogo vi è una cantina con stanza superiore soffittata che sono parimenti del detto livello, ed a questi due luoghi è coerente a levante il Sito del Torchio di ragione del signor marchese Bossi  con l’accesso al detto torchio da altra parte, a mezzogiorno la detta strada comune posta di là della Corte, a ponente la parte di corte sopraddetta al n. 23 ed il detto luogo del signor Crugnola, a tramontana corte dello stesso signor Crugnola.
N. 25 Pezzetto di terra Vigna che dicesi la Poveretta
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Di circa pertiche 2 ½ (n. 687 della mappa di Azzate) goduta dal suddetto Carlo Francesco Bossi alla quale sono coerenti  a levante beni della Cappella del SS. RosaRIO della Gazzada con termini, a mezzogiorno strada, a ponente il sopraddetto Campo appellato anch’esso la Poveretta a solco, a tramontana beni dei fratelli Crugnola in linea di termine e con cavedagna per metà.
N. 26 Pezzetto di terra avidato di pertiche 1 detto al Poneccio nel territorio di Brunello al n. 111 di quella mappa che è goduto in via di livello da Carlo Domenico Mazzuchelli detto il Beato, a cui è coerente a levante e mezzogiorno strada, a ponente terreno di Giovanni Battista Martignoni con termini, a tramontana Vigna di Casa Alemagna tenuta da Giacomo Castelnuovo in via di livello con ripa lasciata.
Piccola Brughiera di circa pertiche 2 sotto al n. 34 della tavola di Brunello, alla quale è coerente a levante la Parrochciale di Brunello, a mezzogiorno e ponente Giacomo Castelnuovo livellario del signor conte Alemagna,
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A tramontana Selva del conte Bossi.
N. 27 Seguono i beni che tiene a livello Gio. Battista Romagnoli descritti nell’istrumento d’investitura livellaria del giorno 29 novembre 1762 rogato dal dottor Lodovico Bossi, al quale sono coerenti a levante beni di Gio. Battista Martignoni mediante siepe viva compresa, a mezzogiorno strada, a ponenti Gio. Battista Tamborini  mediante ripa esclusa, ed a tramontana Giovanni Castelnuovo a solco.
Campo detto il Campo della Sera situato come sopra di circa pertiche ½  a cui fanno coerenza a levante Gio. Battista Ballerio a solco, a mezzogiorno strada, a ponente beneficio della Vice Cura di Brunello a solco, a tramontana Carlo Maria Pozzi mediante riva esclusa.
Prato detto alle Prelle sito come sopra di pertiche 4 2/3 al quale fanno coerenza a levante e tramontana Giovanni Castelnuovo a linea, a mezzogiorno Domenico Ballerio a termini, a ponente Beneficio Porta a linea.
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Vigna detta al Mottani sita nel territorio di Castronno alla quale fanno coerenza a levante il Beneficio Campanigo mediante palera inclusa, a mezzogiorno Gio. Battista Tamborini medante siepe viva esclusa, a ponente e tramontana strada con siepe viva verso di quella, essendovi dalla parte di tramontana la ragione di una gabba di castano ed altre di rovere di là della strada nella siepe viva in coerenza dei signori Crivelli, qual siepe è in controversia coi detti signori Crivelli.
Zerbo detto come sopra nel territorio di Brunello di circa pertiche 2 1/3 ala quale fanno coerenza a levante strada, a mezzogiorno accesso del conte Alemagna mediante siepe lasciata, a ponente l’infrascritta Selva, a tramontana Gio. Battista Ballerio e marchese Crivelli a linea.
Selva detta anch’essa il Mottani sita in territorio di Brunello di pertiche 2 1/3 alla quale è coerente a levante il suddetto Zerbo e Gio. Battista Ballerio con siepe viva inclusa, a mezzogiorno
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Il conte Alemagna mediante siepe viva esclusa, a ponente i Consorti Bossitti di Sant’Alessandro mediante siepe viva esclusa, a tramontana il suddetto Ballerio e Vincenzo Pozzi mediante siepe morta esclusa.
Vigna e Campo detti al Ponteccio sita in Brunello di circa pertiche 2 a cui sono coerenti a levante il Beneficio della Vicecura di Brunello e Gio. Battista Tamborini mediante ripa esclusa, a mezzogiorno il detto Tamborini mediante come sopra, a ponente Beneficio del Curato di Nosate a solco, a tramontana strada.
I suddetti beni restano tutti come si è indicato nel territorio di Brunello a riserva di qualche pezzo in quello di Buguggiate.
N. 28 segue la Possessione delle Collodole situata per la maggior parte nel territorio di Castronno pieve di Castelseprio e in parte in quello di Brunello pieve di Varese, tenuta in affitto semplice da Paolo Ballerio che consiste come in seguito.
Nel territorio di Castronno:
Chioso prativo detto il Chiosetto di circa pertiche 2 a cui sono coerenti a levante e mezzogiorno questi beni, a ponente Vigna della Cura di Brunello a palera lasciata e con termine, a tramontana strada.
Campo detto il Ronchetto di circa pertiche 3 a cui fa coerenza a levante strada, a mezzogiorno e ponente Domenico Ballerio mediante siepe viva inclusa e fosso lasciato, a tramontana Chiesa di S. Maria di Brunello mediante palera esclusa e termini.
Selva detta la Selva di Sant’Alessandro di pertiche 2 ½ alla quale sono coerenti a levante e tramontana Domenico Ballerio a termini, a mezzogiorno e ponente il conte Alemagna mediante siepe esclusa.
Brughiera e Vigna al Ronchetto in tutto di circa pertiche 3 a cui sono coerenti a levante Carlo Gerolamo Malnati livellario dell’ecc.ma Casa Archinto mediante riva
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inclusa, a mezzogiorno Cura di Brunello mediante palera compresa per metà, a ponente Cura di Brunello mediante ripa inclusa, a tramontana il livellario Malnati a termini e ripa lasciata.
Vigna detta la Vigna Grande con Brughiera annessa in tutto circa pertiche 16 1/3 a cui sono coerenti a levante Gerlamo Martignoni livellario del conte Alemagna mediante ripa inclusa, a mezzogiorno strada, a ponente e tramontana questi beni.
Vigna in costa detta la Costera di circa pertiche 2 a cui sono coerenti a levante questi beni, a mezzogiorno strada, a ponente Beneficio Porta di Gallarate mediante siepe mista esclusa, a tramontana Angelo Maria Tamborini mediante siepe viva esclusa.
Vigna e Selva detta la Vigna osta in tutto circa pertiche 5 a cui sono coerenti a levante beni in parte del livello Aemagna goduto fa Gerolamo Martignoni ed in parte del Benfvio Campanigo mediante siepe viva inclusa, a mezzogiorno e tramonta na questi
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beni e a ponente Angelo Maria Tamborini mediante siepe viva inclusa con questi beni.
Vigna detta al Filagno Longo di circa pertiche 2 a cui fa coerenza a levante strada, a mezzogiorno e tramontana il Beneficio Campanigo mediante palera per metà e a ponente questi beni.
Campo detto Campazzo di circa pertiche 4 al quale sono coerenti a levante Marco Antonio Baratelli a cavedagna inclusa e questi beni, a mezzogiorno Angelo Maria Tamborini mediante siepe viva inclusa e questi beni, a potente e tramontana Francesco Ballerio mediante siepe viva inclusa.
Vigna e Campo detti al Campazzo di circa pertiche 4 a cui fanno coerenza a levante Francesco Ballerio mediante palera esclusa, a mezzogiorno Marco Antonio  Baratelli a linea, a ponente questi beni, a tramontana Beneficio della Cura di Brunello a cavedagna inclusa.
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Altra Vigna detta In Fondo al Giardino alla quale fanno coerenza a levante Gio. Battista Ballerio mediante palera, a mezzogiorno e tramontana questi beni, a ponente Beneficio della Vicecura di Brunello mediante cavedagna inclusa.
Prato detto Cantonazzo e Vignazza di circa pertiche 1 ¾ a cui sono coerenti a levante Gio. Battista Tamborini a linea, a mezzogiorno e ponente Gio. Battista Martignoni mediante siepe viva esclusa, a tramontana Gerolamo Ballerio a linea.

Territorio di Brunello:

Prato detto della Vignazza di circa pertiche 6 al quale sono coerenti a levante Beneficio Campanigo mediante siepe viva esclusa, a mezzogiorno Giovanni Magni a linea, a ponente RR. Monache di S. Antonino con Alessandro Tamborini a linea, a tramontana Cura di Brunello mediante siepe viva esclusa.
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Vigna, Campo e Selva detti Chiossetto o sia Chiesola in tutto di circa pertiche 5 a cui fanno coerenza a levante in parte il Beneficio Porta mediante siepe viva esclusa e in parte Francesco Ballerio a solco, a mezzogiorno strada, a ponente i Signori Bianchi di Caidate a palera e ripa compresa, a tramontana Carlo Tamborini e podestà Masnaghi a siepe inclusa.
Prato di circa pertiche 4 detto delle Prelle a cui sono coerenti a levante beni Alemagna mediante siepe viva inclusa, a mezzogiorno Gio. Battista Martignoni livellario della Chiesa di Brunello a linea, a ponente Carlo Francesco Martignoni a siepe viva inclusa, a tramontana il conte Bossi a linea.
Campo detto la Serra di circa pertiche 3 a cui sono coerenti a levante Gio. Battista Bossi di Caidate a palera esclusa, a mezzogiorno strada, a ponente le RR. Monache di s. Antonino a palera
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Esclusa, a tramontana Gio. Battista Tamborini mediante cavedagna lasciata.
Bosco Castanile di taglio detto alla Serra di circa pertiche 4 a cui fanno coerenza a levante questi beni, a mezzogiorno Carlo Tamborini a linea, a ponente Domenico Pozzi di Menzago a linea, a tramontana i signori Crugnola a linea.
Selva detta Selvetta della Costa di circa pertiche 2 a cui sono coerenti a levante il Beneficio Porta a linea e strada, a ponente i Signori Crivelli di Morazzone a linea e a tramontana Francesco Ballerio di Brunello a linea.
Altra Selva detta la Costa di circa pertiche 11 a cui sono coerenti a levante i signori Crivelli di Morazzone mediante fosso incluso, a mezzogiorno in parte strada e in parte Paolo e Francesco Ballerio a linea, a ponente Baldassarre Tibiletti livellario del podestà Masnaghi mediante siepe viva inclusa, a tramontana
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Gio. Battista Tamborini mediante siepe viva inclusa.
N. 29 Oltre ai detti beni gode anche il detto massaro Ballerio una Casa che dicesi alle Collodole nel territorio di Castronno sotto il n. 985/1 di quella mappa che descritta in succinto (come si è praticato e si praticherà colle altre) consiste in braccio verso la strada dalla quale si entra mediante porta senza ante essendovi al di fuori di essa il Pozzo con avello a fianco di serizzo, e detto braccio contiene un portico a tetto che serve di andito di porta, e tre luoghi terreni, uno dei quali è il forno, che si stende nella corte sotto cui vi è pollaio, e sopra detti luoghi vi sono due stanze ed un solaro ascendendovisi per scala di repezzi di vivo, in cima alla quale vi è loggia di legno che dà la comunicazione ai detti superiori, ed oltre ad essi ad una stanza che resta sopra un luogo di Gerolamo Broggini.
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Di contro a questi,  dalla parte di mezzogiorno vi è una cantina, ed in seguito la stalla, e sopra l’una e l’altra vi è cassina, essendovi tra mezzo a questi due braccia di corte inserviente d’aia in un sito della quale vi è un pergolato di viti ed annesso alla stessa corte vi rimane un orto di circa mezza pertica.
N. 30 Sotto questo numero si descrive la Casa da massaro che resta goduta dai fratelli Giamberini ed è situata nel luogo di Azzate vicino a quella da Nobile.
A questa si entra da porta con sue ante verso ponente con stretta corte successiva, che fa risvolto e forma due porzioni. In una vi sono due ale di tetto appoggiate al muro della Casa da Nobile, che fanno le veci di portichetti, ed in testa vi è un luoghetto con a pari un sito, in cui evvi una scaletta ascendente al Giardino della Casa da Nobile, ed un pozzo.
Alla sinistra di questa parte di corte si ha l’ingresso ad una stalla, posteriormente a cui vi è la Ghiaccera ad uso dei signori fratelli, e ad un luogo che dicesi la Cantina,  ma serve anch’esso di
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Stalla fra mezzo ai quali due luoghi vi resta un sito con scala di legname per i superiori, ed in testa a questo sito, che serva da andito, una cucina terrena.
Dall’altra porzione di corte in testa alla quale v’è un portichetto ed un forno, si va ad altra cucina sopra la quale vi è una stanza buona a giarone ed in soffitto con loggia d’asse avanti di essa.
Altra stanza resta sopra l’altra cucina posteriore al sito di scala, e sopra la stalla andito e cantina vi è cassina.
Il primo superiore del luogo posto in dirittura della porta, e sito annesso, è goduto nella Casa da Nobile, ma evvi ad un altro piano un luogo che serve di solaro compreso in questa casa da massaro, e mediante altra scaletta si va ad un camerino superiore alla Ghiaccera.
Questa casa aveva il tetto, che la copre più alto di quello, ch’è presentemente, e per conseguenza rimaneva più capace la cassina per riporvi le stobbie ed altro. Ma poiché questo tetto toglieva alla Casa da Nobile il prospetto del lago, il signor D. Antonio lo ha fatto abbassare avendo fatto costruire poi gli accennati due portichetti per supplire il minoramento della capacità di cassina, ed alla medesima casa è coerente a levante la detta Ghiaccera e la casa da Nobile, che vi confina anche a mezzogiorno, a ponente strada con cinta bassa da quella parte coperta di piode, a tramontana il Chioso di Casa ancor da descriversi restando questa Casa sotto il n. 841 alla tavola dell’estimo di Azzate.
N. 31 Altra casa da massaro sita parimenti in Azzate al n. 842 della tavola dell’estimo, la quale è goduta dal massaro Giudici detto il Staffa, e consiste come in appresso.
Ha la porta verso levante con sue ante con un campo di portico successivo, che serve di andito, sopra il quale vi è un Scolaro soffittato e con camino. Alla destra vengono in seguito tre luoghi, l’ultimo dei quali è la Cucina del massaro con sopra cucina, gli altri due con suo superiore.
Avanti detti luoghi vi è un portico con tre
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Pilastri di sassi e cotto, e con pozzo tramezzo ai primi due pilastri, sopra il quale portico vi è loggia aperta, essendovi altro portico di risvolto parimenti con loggia sopra coperta da tetto, e sostenuta da una colonna di legno, e da uno dei suddetti pilastri, e posteriormente a questo portico vi resta la cantina con superiore a giarone e soffitto.
Di contro la porta vi è la stalla con superiore a giarone, e soffitto, ed annesso un altro stallino con sopra cassina.
Nel fianco sinistro della corte di questa casa vi è poi la scala di sassi per il superiore della stalla, ed altri sotto la quale vi è pollaio in seguito al quale sito di scala viene un portichetto con loggia sopra.
Dal detto portichetto si va ad un Orto, che si fa servire d’aia per battere, e la presente casa ha coerenti a levante in parte strada ed in parte casa e corte di ragione del signor Marchese Bossi mediante in parte muro a frontespicio ed in parte cinta coperta di lastre il tutto lasciato, a mezzogiorno casa e stretta del signor marchese Bossi
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Mediante in parte muti comuni, ed in parte cinta coperta di lastre, a ponente caseggiato del signor D. Alfonso Bossi, della Chiesa di S. Antonio e del signor D. Giovanni Bossi, a tramontana in parte cioè contro un fianco dell’indicato stallino vi è la detta Casa del signor D. Giovanni Bossi, nel resto strada.
N. 32 Rimane da descriversi la Casa da Nobile posta nel suddetto luogo di Azzate che s’indicherà anch’essa in ristretto, ma con quelle circostanze che giudico essere necessarie.
Entrasi ad essa per porta con sue ante e pusterla di noce a traverso l’andito che in volto sboccando dell’andito alla corte tutta rizzata, nella quale decadono le ale de tetti per via de’ canali con sue bocchette a tre parti, cioè esclusa la parte del portico rustico che n’è senza dicendosi dal signor D. Antonio avere esso fatti porre detti canali che prima non vi erano, colando poi dette acque in un cisternino coperto da una pietra sforata.
Detto andito ha a fianco nuova rimessa per parte
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Ciascuna col soffitto rustico, e suolo a rizzo ed in seguito a quella ala destra succede un luogo inserviente per riporvi della legna anch’esso rizzato, e con soffitto rustico con pozzo a fianco alla portina d’ingresso che serve tanto dalla parte di dentro, quanto da quella della corte. In detto luogo vi è tavolo di vivo con due gambe pure di vivo, ed annesso al pozzo vi è esteriormente un avello di vivo incastrato nel muro.
In appresso vi è il tinello più basso un gradino del portico che si dirà col suolo di giarone e soffitto rustico, e con camino presso un angolo.
Al detto tinello si va dal Portico Nobile, che forma il fianco destro della corte suolato di lastre, ed in soffitto civile, e forma quattro campi divisi da tre colonne di Mearolo con sue basi e capitelli, e con banchettoni di vivo essendovi nella suddetta campata un altro pozzo coperto a fior di terreno da una lastra di bevola.
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Dal portico suddetto si entra alla cucina suolata in parte di vivo e in parte di giarone che è in soffitto con fornelli di cotto in essa cicina coperto di vivo in cinque buchi con tre vestaroli sotto colle sue antine. Alla destra di essa resta un sito con scala di vivo che ascende ad alcune stanzette di servizio, ed il forno, che ha però la bocca nel luogo terreno verso la strada, e dall’andito della suddetta cucina di cui è più basso un gradino, e detto luogo che serve di prestino ha il suolo di giarone, e soffitto rustico servendo da questa parte il detto forno sotto cui v’è sito per riporvi la cenere. Aquarolo in detto luogo, e mesoline di legno nel muro con sue asse a due ordini.
Dalla medesima cucina risvoltando tramontana, e passando per un andito sotto la Scala Nobile  alla sinistra di cui vi è prima un ripostiglio sotto la prima andata con occhio nel tavolato per dargli lume, ed anta per chiudersi la portina, poi un dispensino sotto la seconda andata in soffitto sgregio, mesoline di legno
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Nei muri, due occhi nel tavolato, e serramento, si va ad una scaletta che ha il suolo di giarone e soffitto dipinto dicesi con denari dotali. Vestirolo nel muro che chiudesi colle sue ante, e due occhi verso lo strettone comunicando questa saletta con una sala che si dirà.
Viene in seguito la dispensa al piano della detta saletta, e col soffitto allo stesso livello che è rustico, e col suolo anch’esso di giarone, questa oltre due occhi verso il detto strettone ha una mezza finestra riguardante al giardino con vetri, ramata, ferrata, ed ante, come li hanno ancora gli occhi accennati, ed a due fianchi di essa dispensa vi sono le asse a tre ordini colle sue mensoline di legno,  ed un guarnerio con sopra l’anta.
In fine del descritto portico vi rimane alla destra la scala principale che si descriverà in altro luogo, ed alla testa del medesimo si entra ad una sala che ha il suolo di tavelle, il soffitto dipinto, così
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il fregio d’architettura a fresco lambriso (lambrìs = fregio, ornamento di pittura od altro che ricorre intorno alle stanze) , ed in questa vi sono quattro antiporti alla moderna con sovraporta in cui vi sono sopra tela di ritratti dei signori fratelli Bossi. Altro antiporto con cimasa che va alla saletta verso il Giardino; altro alla Genovese in due ante con vetri verso il Portico coi suoi oscuri, e finestra verso corte convetriata, ed oscuri dipinti, dicendosi che tutte le pitture, antiporti ed oscuri siano stati fatti fare dal comun padre con denari dotali.
Si va da questa da una saletta verso il giardino che ha il soffitto fatto dipingere dal Signor D. Antonio, ma di pennello assai ordinario che poco di pregio accresce alla detta saletta ed ha finestra e poggioli con vetri, ed ante dipinte come sopra.
Vi è annesso uno studietto con soffitto in parte alto ed in parte più basso sopra il sito che forma un ancova (sic), avendolo in tal forma fatto ridurre il signor D. Antonio. Ha una finestra verso il Giardino con fer-
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rata, ed altre parti in buon essere, un antiporto dipinto verso la seguente sala, ed altro con vetri per metà ondati verso l’antedetta saletta.
L’accennata sala di là dallo studietto ha il soffitto dipinto all’antica con fregio anch’esso dipinti a vari puttini ed altre figure, due finestre e portina verso il Giardino coi dovuti serramenti, ed ha un camino in telaro di marmo, e paracamino con due quadri di fiori che dicesi descritto nei Mobili.
Gli forma il doppio una saletta verso corte entrandovisi per porte quadre con due ante dipinte, e questa ha il soffitto dipinto alla moderna dal pittore Cartosio come anche il fregio lambriso. Due finestre in due antini alla  oderna e gelosie, e frammezzo portina con antiporto alla Genovese coi suoi oscuri essendo pure dipinti i detti serramenti. Camino di Brocadello ed altra scaletta di nero: Due vestari nel muro, ciascuno in due ante
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dipinte con sua cornice, e fondi d’asse, essendo tutti gli ornati di questa saletta fatti fare dal Signor D. Antonio.
Di contro la portico civile ve n’è un altro rustico in archi sfiancati verso corte ed in soffitto, alla sinistra del quale vi resta una stanza grande col suolo di giarone e soffitto alto fatto alla rustica: Ha camino con cappello e spalle di Molera, due finestre verso strada con ferrata, vetri, ed altro, un vestirolo nel muro, ed una scala di legname a riserva del peduzzo, che ascende ad un mezzano sopra una delle rimesse con ripostiglio sotto, la quale si dice dal signor D. Antonio fatta fare a proprie spese.
Nell’altra testa di questo portico vi è una scaletta in gradini di bevola che va a suolari ed altri siti, ed è senza parapetto dicendosi che detta scala vi fosse prima di gradini rustici e che il signor D. Antonio l’abbia fatta fare nella maniera presentanea, come anche il sedere necessario, che vi è alla metà della medesima.
Presso la detta scaletta avvi la tinera più bassa
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Due gradini della corte con rastello, che serve di serramento, e detto luogo ha il soffitto rustico, suolo di rizzo ed è senza finestre.
Da questo si discende per scala di gradini n. 9 ad un sito ad uso di cantina con una finestra verso il cortiletto rustico, e da esso si passa alla Cantina grande col soffitto rustico come anche al sito antecedente, e con diversi sfori per il lume.
Dal suddetto portico rustico mediante porta grande con le sue ante si discende per gradini a rizzo ad un cortiletto, nel qual sito vi è la scuderia che è in soffitto sgreggio con sei poste per cavalli divisi da cinque colonne di vivo, ed un portico in soffitto rustico, sopra cui vi è fienile chiuso da steccato verso il detto cortiletto, come pure vi è sopra detta scuderia, e detto portico ha una porta grande verso strada con sue ante, ed il detto cortiletto tiene anche nelle sue teste altri edifici, cioè in quello verso strada vi è un portichetto, sopra cui cassinella ed un luoghettto suolato e soffittato sotto cui vi è
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Pollaio, e nell’altra opposta evvi un altro portichetto con un luogo necessario.
Ascendendosi la scaletta sopracennata, che resta in un angolo della corte si va ad un suolaro a giarone suolato alla rustica ch’è superiore alla prima cantina con una finestra per il lume, ed in esso asserisce il signor D. Antonio di avervi fatto fare l’arco che vi si vede.
Da esso si entra al suolaro grande sopra la cantina più capace col suolaro di giarone, e soffitto fatto alla Piemontese coi voltini impostati sopra bastardotti, che dicesi fatto costruire dal signor D. Antonio, nel qual suolaro vi sono due finestre ed un guarnerio nel muro.
Proseguendo la detta scala pure senza parapetto si va ad un suolaro superiore al portico, a cui servono di suolo le asse del soffitto del detto portico, ed è coperto di tetto in un’ala piovente verso corte, non essendovi qui i canali, come ho di più accennato, ed ha quattro mezze finestre nel muro
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Alto solo braccia 2 da questa parte col telaro di rete di ferro, che si dice aversi fatto porre dal signor D. Antonio.
Dal repiano, a cui dà lume una mezza finestra verso corte senza telaro, ne altro si va alla sinistra ad un luogo sopra la tinera con caldana (quel suolo di cemento che si stende sull’ultima impalcatura delle case per sempre più assicurarle dai danni dell’acqua che mai penetrasse pel tetto) per suolo, e soffitto rustico parte in bastardotti (specie di travicelli) e parte in refessi (legname rifesso, cioè segato per il lungo) con arco di cotto alla metà, mezza finestra verso corte, e finestrino dall’altra parte con rispettivo telaro, ch’erano da prima esistenti, e detto luogo si dice dal signor D. Antonio averlo esso fatto ridurre nell’essere presentaneo, essendo prima suolaro morto.
Continua altra andata della scala medesima pure senza parapetto,e va a deporre ad uno dei gabinetti, che fiancheggiano una Stanza Nobile ancor d’accennarsi, e questo ha il suolo di tavelle a corso, soffitto sgreggio, finestra in quattro antini con vetriata, ramata ed anche dipinte entrandovisi dalla detta scala mediante
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portina in due ante di noce in traversi.
Questo luoghetto lo ha fatto costruire il signor D. Antonio in tutte le sue parti toltone le ante ch’erano in opera in altro sito.
L’altro gabinetto annesso fatto fare come sopra è simile , solo che questo ha le ante attaccate al telaro maestro della vetriata che sono d’asse peccia (abete) intelarata.
Questi due luoghetti hanno  comunicazione (mediante due portine sopra cui vi sono gli antiporti usati) ad una stanza al piano della altre Nobili che sta a piombo della cantina più piccola, e questa ha il suolo di tavelle, soffitto civile, finestra verso il lago con telaro usato in quattro antini di vetro, e due ante di piegarsi anch’esse usate e dipinte, e portina a pari verso la ringhiera di vico con antiporto alla Genovese dalla parte interiore coi suoi oscuri, ed anche al di fuori di peccia (abete)
Con vernice verde ad olio, e mezza finestra sopra col telaro di vetri ed oscuri. Altra finestra verso ponente
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in dirittura delle portine di fuga con telaro in vetri in due antini, oscuri, sogli e parapetto dipinto. La presente stanza si dice dal signor D. Antonio averla esso fatta fare nel sito dove eravi un colombaio a sue spese a riserva dei serramenti che si sono indicati per usati.
Viene in seguito la stanza della Ancova con suolo di medoni (mattoni), e volto di bachette a padiglione con cornicetta di stucco in giro con arco verso mezzogiorno. Portina verso detta ringhiera con antiporto, ed altre parti come sopra. Finestra verso corte con scosso (scossalina) di vivo, telaro d’invetriata in quattro antini e suoi oscuri pi peccia (abete) intelarati. Guarnerio nel muro con antina.
Saletta seguente con suolo come sopra soffittato nuovo in refessi con un somè (o tomè?), finestra con telaro di larice in quattro antini, e rete di ferro ai due abbasso, ante intelarate attaccate al telaro. Camino con telaro di machia vecchia levato da altro sito, come anche la soglia, due portine di
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fuga, l’una con anate nuove, l’altra usate, ed altra più alta verso la sala che riguarda al giardino con ante nuove.
La suddetta ancova, con andito che le sta a fianco, e saletta restano sopra la tinera, e diconsi ridotti dal Signor D. Antonio a tale struttura essendo prima siti rustici.
Succede una gallerietta superiore alla saletta dipinta con il suolo di medoni (mattoni), soffitto civile, due finestre verso corte squarciate con lo scosso di vivo, telaro d’invetriata alla moderna con ante portate dal telaro maestro, due ramate agli antini abbasso. Poggiolo fra mezzo con antiporto alla genovese di larice nuovo, e suoi oscuri, il tutto scherzato (con effetti fantasiosi) con mezza finestra sopra con vetri ed oscuri il quale poggiolo ha la soglia di vivo, che fa uno sporto con parapetto di ferro, ed arabesco alla cinese e foglie indorate; due portine di fuga colle ante usate, ed altra più alta verso la sala grande con le ante nuove.
In questa si dice che sia stato alzato il soffitto
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per circa once (?) 18, raggiustati i muri che erano difettosi, fattevi le due finestre e poggiolo non essendovi prima se non una finestra il di cui telaro è in opera in una delle già descritte stanze, e fatte le ante alla detta portina più grande, e tutto ciò a spese del Signor D. Antonio.
Segue nel doppio una sala verso il giardino che nello stato primiero, solo che il signor D. Antonio ha fatto fare i telari alla moderna alle finestre che stanno a fianco al poggiolo, con li vetri e gelosie.
Da questa sala si va verso ponente  ad una stanza il di cui piantato è nella Casa da Massaro col suolo di tavelle di macchia; due plafoni fatti dipingere dal Signor D. Gio. Stefano con denari dotali come anche il fregio. Finestra verso giardino, ed altra verso ponente col telaro d’invetriata, ed anche il Signor D. Antonio ha fatto porre le gelosie alle dette finestre, ridotta un’altra in portina che va alla ringhiera di serizzo indicata superiormente, che è portata da mensole di vivo,
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ed ha il parapetto di tondini di ferro con entro tre pilastrini con ricci sotto e sopra; ante colorite di verde come le altre, ed interiormente.
Antiporto alla genovese, e fatto fare il guarnerio dipinto ch’avvi in detta stanza.
Dall’altra parte di detta sala eravi prima un’arcova (alcova) sopra lo studietto, ed in oggi vi è la Cappella colla mensa di marmo, e così il contorno del quadro con la sua cimasa, il tutto fatto fare dal Signor D. Antonio che ha anche fatto alzare il volto (la volta) di bacchette conservando lo scudo ch’era dipinti, e formata l’incassatura che serve per ripostiglio dei sacri arredi, restando nello stato primiero l’andatora il di cui cielo è a plafone dipinto con finestra verso il giardino alla quale sono stati fatti come sopra li telari alla moderna.
Alla detta Cappella viene in seguito una stanza col soffitto, fregio, lambriso, e serramenti, il tutto fatto dipingere dal comun padre coi denari dotali dal pittore Salvione. Ha una finestra con ante dipinte, e con telaro d’invetriata alla moderna stato rinnovato
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dal Signor D. Antonio che vi ha anche fatto porre la gelosia. Il poggiolo colla mezza finestra sopra esisteva al tempo del Padre.
Stanza seguente col soffitto ed ogni altro dipinto dal pittore e con denari come sopra, e con due finestre verso levante, ed altra verso tramontana a due delle quali il signor D. Antonio ha fatto fare gli antini d’invetriata alla moderna, e ad una posta anche le gelosie.
Altra stanza seguente, in cui v’è l’alcova con volto di bachette a padiglione con scudo, su cui è stata dipinta dal Baroffio una Venere con puttini, spalle, e arco sagomato il tutto dipinto come sopra, finestra verso levante con vetriata usata, ed anche dipinte. Da questa si va ad una sala con tavelle di cattiva qualità, soffitto dipinto con il fregio e lambriso, e ciò con denari dotali. Sei portine, tre delle quali con mezze finestre sopra con vetri, ed altra portina e mezza finestra finta per mezzo di pittura. Finestra verso corte con telaro
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d’invetriata in quattro antini fattivi dal Signor D. Antonio.
Per una delle dette portine si va ad un andat.a (sic) in soffitto, la quale conduce ad una garetta (garetta = casotto, casone. Quel casellino o stabile o posticcio che serve di ricovero alle vedette o alle sentinelle. Il Dizionario milanese del Grassi e il Dizionario artistico lo dicono anche Casello e Casino. La nostra Garetta che ci lasciarono probabilmente gli Spagnoli nella loro catalana Garita, e che ci riconfermarono i Francesi colla loro Guérite) sporgentesi sopra lo Strettone portata da una lastra angolare, e col cielo d’asse coperto da coppi, e recinto di tavolato contenendo questa un sedere (sedile) necessario.
L’antecedente sala comunica con la galleria superiore al portico Nobile col soffitto ch’era dipinto prima del matrimonio del Signor D. Gio. Battista, così il fregio e lambriso, i muri però a statue a chiaro ed oscuro rappresentanti gli antenati Bossi si sono fatti dipingere  dal comune padre coi denari dotali. In essa vi sono quattro finestre colle vetriate, reti di ferro agli antini abbasso, ma senz’ante, e quattro antiporti.
A fianco della detta galleria vi sono due stanze col soffitto civile, una di esse ha il camino di marmo nero, ed un vestaro in due ante dipinte che forma guarnerio, e ciascuno con una finestra verso lo
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Strettone colla invetriata, ed ante senza serramento all’uscio di comunicazione.
Nella seconda di dette stanze vi è un uscio, che va ad una scala in un’andata di legname  ascendente a suolari morti con finestra per dargli lume senz’ante, ne telaro, ed un altro in dirittura degli altri con sopra un antiporto con cimasa (cornice aggettante) dipinto all’antica, che comunica con la scaletta di vivo, che viene dalla cucina; come altresì un uscio in obliquo, che passa dalla galleria, e resta sul ripiano in cima della detta scaletta.
Alla metà di questa vi è un ripiano spezzo al quale da lume una mezza finestra con vetri, e senz’ante si entra alla sinistra ad un mezzano immediatamente sopra la cucina col soffitto rustico; due finestrelle con vetri, una verso il Portico, l’altra riguardante allo Strettone.
Di contro al detto mezzano vi è dall’altra parte ad un lungo suolaro superiore al prestino, tinello e luogo che serve di legnera col suolo di tavelle, soffitto sgreggio in sei campi,
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Tre mezze finestre verso strada, che giungono al suolo con ferrata a guisa di poggioli, e sue antine attaccate ad un telaro.
Da questo si scende per due gradini al Mezzano della frutta, superiore ad una delle dette rimesse col suolo e soffitto e mezza finestra verso corte con vetri.
Sopra l’altra rimessa v’è pure mezzano con li muri alti solo circa braccia 3 con suolo e soffitto e mezza finestra con telaro verso corte con tela, e a questi si ascende dalla scala di legname posta nel luogo grande verso strada di già descritto.
In testa alla Galleria si va ad una Sala grande Superiore a due terzi dell’antidescritto Suolaro col suolo di medoni, soffitto in quattro campi dipinto dal Salvione, come anche il fregio, lambriso e squarci. Due finestre una contro l’altra con vetriata e colle ante dipinte sì alle dette finestre, che alla portina d’ingresso. Poggiolo verso strada con soglia sagomata e parapetto di ferro alla cinese; antiporto alla genovese con vetri, e senz’ante.
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Dalla detta Sala si va alla sinistra ad una Stanza Superiore all’altro terzo di suolaro, che resta su muri di prestino ed ha il suolo, soffitto e poggiolo verso strada, il tutto come nella Sala antecedente.
la Scala che la Stanza erano già dipinte prima che seguisse l’accenato matrimonio, ma il Signor D. Antonio dice d’aver fatto fare il Poggiolo nella Sala nel sito d’una finestra e li telari alle due finestre con la ramata ad una di esse.
Segue altra Sala grande e di ricevimento col suolo come quello dell’antecedente, soffitto in refessi senz’orli e someni (sic) dividenti le campate con fregio, lambriso, il tutto dipinto dal pittor Calvi, come anche sono di pittura le placche, caminiera, squanci delle finestre e sopvraporte. Camino con cappello sagomato di Ronchetto e comessi di occhiad.; spallette pure di ronchetto e fasce di nero e soglia di bevola. Due finestre verso corte con telaro d’invetriata, che porta le ante intelarate, ed altre due simili verso la
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Strada. Due poggioli uno contro l’altro con antiporto alla genovese coi suoi oscuri: Soglia sagomata di sporto circa braccia 1 (come le altre) con parapetto di ferro ad arabesco e frasche indorate. Mezza finestra sopra con vetri e senza ante. Tre portine in detta sala, una che viene dall’antedetta, le altre verso  i due luoghi che si diranno in appresso, tutte intelarate e dipinte. Il camino di questa sala si dice che fosse fatto coi denari dotali, ma che la stabilitura , pittura e serramenti siano stati fatti a spese del Signor D. Antonio.
Dalla testa di questa Sala si entra per le due accennate portine a due saette, ciascuna con arcova, il tutto posto sopra il luogo grande verso la strada con tavolato per divisione.
Ciascuna di dette Salette ed Arcove ha il suolo di medoni, rispettivo soffitto e vuolto dipinti, come anche il fregio, lambriso, squarcio, parapetto della finestra, sue ante e sopra la portina, essendo dipinti anche  i muri delle dette Arcove fingendo tappezzeria, dipinti pure sono gli archi sagomati,
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E pilastrate di cotto. La parte alla destra, ch’è opera del Calvi ha due finestre verso corte, con telaro di vetri, che porta le ante intelarate, ed una di esse ha la ramata, e quella della sinistra (opera del Salvione) ha le finestre del tutto simili ambe due con ramata.
Di queste due Salette, ed Arcove, si dice che vi fosse l’ossatura ed il vuolto di bacchette, e che tutti gli ornati e serramenti siano stati fatti fare dl Signor D. Antonio.
La scala principale, che si è indicato avere il suo principio dal Portico Civile con l’imboccatura in guisa di porta con pilastrate ed arco sagomato il tutto di cotto con suo finimento ha il primo ramo in gradi (gradini) n. 14 di vivo compreso con parapetto di ferro ed arabesco circa alla metà d’esso ramo, dal qual ripiano si va ad un mezzano, che si descriverà in seguito, poi tre alzate col ripiano, ed altri gradini n. 8 col rep. (riparo?) per cui si va al luogo comune già accennato, e per ultimo altre tre alzate col ripiano, che figura poggiato sopra la prima andata, e con parapetto
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ad arabesco come sopra con pomi d’ottone, il qual ripiano, sbocca alla descritta Galleria.
La detta scala ha il vuolto di canne con cornice di stucco, ed incrociamento ricevendo il lume da      (lasciato in bianco) con quattro antipoti dipinti con sua cimasa, e prospettiva dipinta di fronte all’imboccatura.
Detta sala vi era al tempo del comun padre, che in occasione del riferito matrimonio vi ha fatti perciò, che si dice gli accennati quattro antiporti con li denari dotali, che sono poi stati fatti dipingere dal Signor D. Antonio, che vi ha anche fatta fare la detta prospettiva.
Dal primo ramo si entra alla destra ad un mezzano sopra parte della cucina più alto un gradino di quello sia il ripiano, e questo è suolato e soffittato con una finestra verso lo Strettone con vetri ed ante, ed altra di contro verso il Portico. Detto luogo forma come due Arcove mediante un’assata.
Di contro discendendosi due gradini dal ripiano si va ad una Capuccina formata da due mezzani
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immediatamente superiori ad una saletta ed alla dispensa, contenendo ciascuno due arcove con divisione d’asse, come anche d’asse è il frontale, che forma arco, e lesene dipinte, detta Cappuccina ha il suolo di tavelle e soffitto civile, e gli danno lume quattro mezze finestre verso lo Strettone con telaro d’invetriata con piccioli vetri, ed antine di noce a cadauna assa che forma tavolino nello squarcio, e tiretto sotto. Nel primo camerino vi è un uscetto con sua anta sopra un ripostiglio sotto la sala, ed all’ingresso oltre l’antiporto vi sono anche le ante.
V’è poi il Giardino di circa una pertica, a cui si va dalle sale sopradescritte, e che forma quattro quadretti, ed altri due pezzi verso ponente tutti contornati da cordoni di vivo con quarti di circolo negli angoli, il qual giardino è di molto più alto del Bruolo (brolo = orto, frutteto), che si descriverà in seguito, essendo sostenuto da terrapieno a due parti, cioè da ponente e tramontana da muri a scarpa, con
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parapetto coperto di lastre.
Di fronte al vialetto di mezzo, che va verso tramontana vi è scala di vivo in due andate per cui si discende tanto alla destra quanto alla sinistra al detto Bruolo col parapetto al ripiano superiore con tre pilastrini e cappello di molera con arabesco di ferro e n. 8 statuette di legno verniciate coi suoi peduzzi. L’accenato ripiano è sormontato da muro, che forma grottesco dalla parte del Bruolo, e la nicchia contiene una sorgente d’acqua, che si va ad attingere dal ripiano al piede di detta scala, che è pure di vivo con gradi (gradini) contornati.
In un angolo vi è ripiano, che si sporge in fuori con parapetto sopra il muro del terrapieno, e questo sito, che serviva primo per la scala discendente al Bruolo è coperto da un padiglione formato con legnami, e tondini di ferro, che dicesi sia stato fatto fare dal Signor D. Antonio, come anche la descritta scala, che discende, sì per la simmetria del giardino, come anche perché in tal
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Sito meritasse il muro riparazione, spingendo il terrapieno. Vi sono in detto giardino quattro banchette di serizzo, lunghe circa braccia 3 cadauna, due delle quali diconsi fatte porre dal Signor D. Antonio. Egli ha fatta alzare la prospettiva sotto l’aspetto di ponente, cioè contro il muro di un portico annesso al sito del Torchio, che si dirà col finimento a grescia (greca?) dipinta dal Cartosio, da cui ha pure fatta dipingere dalla parte opposta quel tratto di muro, che fa testa alla casa del massaro Giamberini, ed alla ghiaccera rappresentandosi qui una delle vedute di Venezia.
Presso questa prospettiva vi è una portina per cui si va al Pozzo, che si è indicato nella detta casa da massaro, e si comunica con essa mediante l’accennata scaletta.
Entro poi alla prospettiva medesima vi è la portina che va alla ghiaccera, la quale è contornata da muri di diametri circa once (?) 8, e sfondata circa altrettanto, con circa once (?) 4 di monta, e volto a cupola, caricandosi questa,

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che è fodrata di paglia, dalla parte del giardino con anta dipinta alla detta portina, altro uscio in due ante e rastello di cotichette (travetti).
In altro angolo dello stesso giardino prescindendo dall’ora descritta Ghiaccera, che è nel fondo della casa da massaro, vi è coerente il torchio, portico annesso e lo Strettone, che nella sua imboccatura sulla strada comune, ha un rastello, il tutto proprio, a mezzogiorno la detta strada, a ponente in parte alla strada ed in parte casa da massaro propria, ed il Chioso, che si dirà in appresso, e a tramontana il detto Chioso.
Dall’accennato rastello si va al detto Strettone privativo, e questo conduce ad un Cortile, in cui vi resta prima un portico, poi il Sito del Torchio, che ad uso col letto di vivo e sua pietra ottangolare con altro portichetto avanti, essendovi in fine del detto cortile una porta grande colle ante per chiuderla, alla quale si viene dal chioso.
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A questo sito è coerente a levante caseggiato e corte del Signor D. Alfonso Bossi, a mezzogiorno caseggiato come sopra, ed il detto Strettone, a ponente il Giardino, a tramontana il seguente
N. 33 Chioso in fine al detto Giardino di circa pertiche 10 avitato col fondo prativo, che si tiene in Casa, e vi fa coerenza a levante in parte altro Brolo e casa del Signor D. Alfonso mediante siepe viva compresa, siepe morta e muro d’edificio a frontespicio con finestra in servitù lasciata, ed in poca parte il Giardino, a mezzogiorno cortiletto e sito del torchio, giardino e casa da massaro di questi beni, a ponente e tramontana strada.
N. 34 Livello attivo di annue lire 8.10 che si dovrebbero esigere in contante di grida dal Signor Conte Castellani, ma vengono pagate in abusivo.
N. 35 Per ultimo vi sono i beni detti della Castellanza, che restano situati nel territorio di Castegnate pieve di Olgiate Olona tenuti in affitto a denari ed appendizi da Carlo Andrea e Carlo Maria fratelli Moroni, che gli in seguito descritti.
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Primieramente la casa da massaro con orto unito, la qual casa ha la porta, come anche l’andito, che è coperto di tetto comune col Signor D. Alfonso Bossi.
Alla destra del detto andito vi sono quattro luoghi terreni, cioè una cucina, avanti alla quale vi è un portichetto a due pilastri di cotto con sopra loggia, e superiormente alla detta cucina un suolaro a tetto, due luoghi terreni, sopra quali un suolaro pure a tetto, ed infine la cantina con sopra una stanza soffittata, e piccolo cassinello, essendovi esteriormente contro detta cantina la scala di legno per i superiori, ed un pollaio.
Alla sinistra poi del detto andito vi è prima la stalla, poi un luogo terreno con cassina sopra ambedue detti luoghi, e dopo il detto luogo vi sono due cassi di cassina coperti di tetto con pilastri, che si divide con altro Cassinello nel risvolto coperto di tetto sostenuto da due colonne di legno.
A questa casa che ha la sua corte comune col signor D. Alfonso Bossi ed orto privativo
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V’è coerente a levante strada, a mezzogiorno fondo in parte della Signora D. Francesca Cottica quando a muro in frontespizio compreso e quando a siepe morta lasciata, ed in parte della Casa Piola a muro di cinta lasciato, a ponente la detta Casa Piola in parte  a muro di cinta lasciato, ed in parte a siepe viva compresa, ed in parte la suddetta D. Barbara Bossa a linea, a tramontana la detta Sig.ra Bossi ora a muro in frontespizio lasciato, ora mediante siepe morta compresa ed ora a  muro con stillicidio compreso.
Seguono le terre di detta possessione e prima una Vigna detta La Passarina di circa pertiche 22 a cui sono coerenti  a levante beni della signora D. Barbara Bossi con fila di moroni compresa con sua ragione, a mezzogiorno il Suffragio dei Morti nella Parrocchiale della Castellanza mediante accesso lasciato, a ponente e tramontana strada con siepe viva.
Vigna e Bosco detti al Ronco di circa pertiche 41 cioè circa pertiche 26 l’avidato e circa pertiche 15 il bosco, a
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cui fanno coerenza a levante in parte il Signor D. Ottavio Piola Daverio con fossetto compreso, in parte strada ed in parte detto Sig. Piola ora in linea di termini ed ora mediante fosso lasciato, a mezzogiorno in parte detto Signor Piola in linea di termini ed in parte il marchese Fagnani a linea di mucchietti di sassi borlanti, a ponente la Signora D. Barbara Bossi a solco con un termine di vivo alla parte di mezzogiorno, ed a tramontana in parte strada con siepe viva ed in parte il suddetto signor Piola.
Altra Vigna detta la Gora di Sopra di circa pertiche 14 ½ compresa circa pertiche 1 1/3 boschetto in forma triangolare alla parte di ponente, ai quali in corpo sono coerenti a levante la signora D. Barbara Bossi, lasciata con sua ragione la fila di moroni, a mezzogiorno in parte questi beni in parte la Cura di Legnanello mediante accesso, ed in parte la Prepositura di Legnano a vestigia di fosso divisorio, a ponente detta Prepositura in parte a solco con un morone alla parte
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Di tramontana in vicinanza del boschetto compreso colla ragione del trasporto ed in parte a linea, a tramontana strada.
Altra Vigna detta alle Gore di Sotto di circa pertiche 10 ½ a cui sono coerenti a levante un accesso di ragione della signora D. Francesca Cottica e del marchese Cornaggia a solco, a ponente la Cura di Legnanello mediante fila di moroni lasciata con su ragione, a tramontana in parte la sopraddetta Vigna Gora di Sopra ed in parte terreno della Signora D. Barbara Bossi mediante accesso.
Brughiera boscata di legna forte in vicinanza del confine di Rescalda di circa pertiche 10 1/3 a cui sono coerenti a levante il signor D. Ottavio Piola in linea di termini, a mezzogiorno il Signor Vanotti mediante accesso, a ponente la signora D. Barbara Bossi a linea di termini, e a tramontana  Antonio Raimondi con fosso lasciato.
Oltre i suddetti pezzi di terra che tengono in affitto i detti massari Moroni vi è un Bosco detto
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Alle Gore di pertiche 8.20 il di cui taglio è riservato ai padroni, e questo ha coerenti a levanti il signor D. Ottavio Piola Daverio, a mezzogiorno i Signori Cottica, a ponente le Gore di Sotto, a tramontana il signor D. Alfonso Bossi.


Descritti tutti i beni che possono cadere sotto la divisione, passo ora ad esprimere la stima che ho formata di essi in vari corpi per comodo della detta divisione, avendo fatte tutte quelle deduzioni che sono dalla perizia relativamente alla qualità di ciascun fondo, fra quali quella del carico dell’estimo tutto a carico dei signori fratelli, a riserva di quei beni che sono livellati, e questo secondo la quota che si appartiene ad ogni scudo tanto per il Prediale quanto per il Locale, ed avendo regolato l’impiego in ragione di lire 3.10 per cento in ciascuno d’essi corpi per servare la dovuta eguaglianza a riserva del livello Castellani, e detta stima è la seguente:
Vigna e Prato detti le Fontanelle ed altro Vignolo appellato il Breno descritti sotto i numeri 1 e 2
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Di questa relazione, stimati in tutto compreso il valore delle piante da
cima (come ho praticato in ciascun altro corpo)                       lire 2.917. 1.-
Campelli e pradelli situati il testa la Bosco Rotondo col
Prato Bertolotto descritti a n. 3 e 4 stimati                               lire 3.625.13.8
Il resto del Bosco Rotondo descritto in diverse riprese
ai n. 5, 6, 7, 8 e 9 compresa la casa da massaro goduta
dal Giamberini e Ballerio descritta al n. 30 e i tre pezzi
della palude descritti al n. 16 in tutto di netto, cioè
considerato a carico di questo corpo
Il corrispondente Signor Curato di Azzate le annue lire
16.8 in una partita e lire 4 in un’altra, il dare lo staro di
vino di primizia al Signor Curato Coadiutore dello stesso
luogo e le lire 3.10 ai Signori Canonici di Varese a titolo
di decima, in tutto di netto                                                       lire 16.526. 5.6
Prato vitato detto il Cantone descritto al n. 10              lire  1.342.- .8
N. 11 beni del Ronco Asinino compreso il pascolo e
bosco descritti ai n. 12 e 13 i prati paludosi descritti
al n. 15, boschetto descritto al n. 18 e casa da massaro
goduta dal Giudici descritta al n. 31, in tutto di capitale
netto, cioè dedotto da beni del detto Ronco Asinino il
capitale delle lire 1.12 che pagansi annualmente per il
livello dovuto alla Cappella di S. Maria e S. Giovanni
Evangelista di Azzate                                                              lire  4.418. 9.11
N. 14 pezzo detto il Gaggetto stimato                          lire    573.- . 5
N. 17 Prato Grande al lago                                         lire  1.011. 1. 5
N. 19 beni del livello di S. Quirico e Giulita compreso
il pezzetto di terra descritto al n. 20 e la Casa della
Baita descritta sotto il n. 22 in tutto di netto, cioè
dedotto il capitale dell’annuo livello di lire 38.15 che ho
dedotto con quello regala è paruta convenire atteso
l’essere livello temporaneo                                                      lire  1.310. 9. 7
N. 22 casa e beni goduti dal massaro Magni, che
consistono in diversi pezzi descritti sotto questo numero,
stimati                                                                                     lire  7.768. 6. 4
Nella suddetta cada ha il signor D. Antonio fatto costruire
di nuovo una stanza, la scala di vivo ed un portichetto,
per le quali spese ha convenuto col detto massaro che
dovesse pagare di più del solito annue lire 24, il capitale
delle quali in regola come sopra si è di lire 685.14.3,
ma queste non concorrono a costituire la somma capitale
soprascritta e se ne fa solo il suggerimento.
Si avverte altresì che nella casa da massaro goduta dal
Giamberini descritta la n. 30 ed aggregata in quella
relazione al n. 11 e stata fatta abbassare dal Signor D.
Antonio una parte del tetto, che impediva la veduta
alla Casa da Nobile, cosicché si è minorata la capacità
di alcuni luoghi di essa casa, onde sebben abbia lo stesso
Sig. D. Antonio fatte costruire due ali di tetto nella corte
a comodo di portico, stimo che detta casa potesse meritare
di più del prezzo considerato circa                                           lire 200
N. 23, 24 e 25 altra parte di casa e beni liberi, e porzione
di casa a livello                                                                       lire  1.275. -. –
N. 26 tre pezzi di terra tenuti a livello dal Mazzuchelli
detto il Beato                                                                          lire    171. 8. 7
N. 27 beni che tiene a livello il Romagnoli                                lire  1.600. -. –
N. 28 e 29 beni con casa detti delle Collodole goduti
da Paolo Ballerio                                                                    lire  3.981. 1. 5
N. 30 e 31 sono le due case da massaro in Azzate, che
Restano di sopra considerate.N. 32 la Casa da Nobile senza i miglioramenti fatti coi
denari del Signor D. Antonio valutati il quanti melioratum,
e non quanti impensum, risultando i primi in somma di lire
1.228.11.5, capitale di annue lire 43, che ho giudicato
possano aver dato di miglioramento alla detta casa, e gli
altri in somma di lire 2.228.11.5 capitale d’altre lire 78
considerate per miglioramento che pare aver avuto la
stessa casa per ciò che vi ha accresciuto il Signor D.
Antonio, le quali due partite formano lire 3.475.2.10 è
stimata di valore compreso anche il torchio                              Lire 9.368. 9. 1
N. 33 il chioso al Piede del Giardino                                       Lire 2.593.14.-
N. 34 capitale del livello che paga il conte Castellani    Lire   283. 6. 8
N. 35 beni di Castegnate                                                        Lire 6.367. 6. 2
                                                                                              ----------------
                                                                                             
                                                                            sommano Lire 65.142.18. 7
Ma poiché detti beni hanno il peso
Di una messa festiva da celebrarsi in Erbamolle per dote
della quale ha il fu signor D. Gio. Stefano comun padre
ricevuto un capitale di lire 3.125 ed un pezzo di terra detto
il Filagno che si dice considerato di valore lire 875,
formano queste due partite la somma di lire 4.000 da
dedursi dal sopraddetto totale                                  dedotte Lire   4.000. -. –
                                                                                               ------------------
                                                                                 restano Lire 61.142. 13. 7
E siccome il ricavo della maggior parte dei beni suddetti
Non è in puri contanti, ma bensì di grani, foglia, vino ed
Altro, per la cui esigenza è necessaria una persona, perciò
Stimo precisa la deduzione, se non di un intiero salario di
Fattore, almeno di una ricognizione da darsi ad alcuno acciò
presti la sua assistenza, e questa in ragione solamente
di soldi uno per ciascuna libbra di cavata brutta dei detti
beni compresovi anche il supposto fitto della casa da Nobile,
che rileva annue lire 156.4, le quali a lire 3.10 per cento
producono un capitale di                                                      Lire  4.462.17.1
Si residua il capitale netto di tutti i beni suddetti
prescindendo dal miglioramento e deterioramento accennato
superiormente intorno a due case da massaro, come anche delle
migliorie fatte alla casa da Nobile coi denari dotali e con
quelli spesi dal signor D. Antonio, nella somma di             Lire 56.679.16.6

Si fa presente che l’estimo si è detto quale resta imposto (anche se riflesso alla perdita sulla qualità del denaro) vale a dire che non si è avuto in considerazione l’abbonamento che si fa ai Signori fratelli attesa l’esenzione dei XII figli per essere una cosa estrinseca ai beni.
Non si è fatta alcuna deduzione dei livelli vitalizi delle sorelle religiose abbenché questo peso incomba ai beni suddetti.
Ai beni sopradescritti devono andar di seguito le tine e castellami, comeché utensili necessari per aversi la cavata del vino, e se ne farà poi la distribuzione sopra le terre avidate, qualora segua l’effettiva divisione.
Le scorte anch’esse devono restare in quei massari che le tengono essendosi avuto riguardo o del fitto ch’essi pagano per dette scorte, o delle carrature che in grazia di quelle restano caricate ai detti massari.
Nel caso che seguendo la divisione si trovasse qualche equivoco nei pezzi di terra e negli scudi d’estimo, a cagione d’esempio un pezzo fosse considerato avere il tal estimo, e lo avesse diverso (come può essere facile poiché non avendosi sul sito le mappe di tutti i territori non si poteva venire in chiaro che il tal prezzo fosse sotto al tal numero della mappa rispettiva) allora ricorrendo alla minuta si vedrà se un fondo rimanga o aggravato o alleggerito, ed in tal caso dovrà seguire il compenso rispettivo, poiché il considerato valore dei fondi ha relazione col carico da me ritenuto nella medesima minuta; onde se un pezzo o possessione avesse effettivamente minor carico di quello fissatogli dovrebbesi accrescere di prezzo, e diminuirsi quando il carico fosse maggiore.
Il valore totale risulta come sopra di Lire 56.679.16.4
Dalle quali dedotte per la reintegrazione delle primogeniture secondo mi si incarica nell’elezione lire 10.000; la dote ed aumento della fu Signora D. Caterina Vinadi di lire 18.000 e l’altra dote del suo aumento della Signora D. Margherita Cattaneo in tutto di lire 8.000.
Le quali tre partite formano la somma di lire 36.000
Viene a residuarsi l’asse divisibile quando altro non vi sia da aggiungere o da levarsi, nella sola somma capitale di lire 20.679.16.6
E qui avevo pensato di por fine alla relazione, ma poiché da una parte ho considerato ch’era preciso dicessi qualche cosa più specificante circa i miglioramenti e deterioramenti, dall’altra volevansi fare alcuni rilievi alla relazione, che ambedue le parti hanno desiderato di vedere prima della sua edizione, nel caso che vi fosse qualche equivoco, od omissione, al che ho stimato  di aderire, mi sono trovato in necessità di sospender l’ultimazione di essa, sino a che mi venissero comunicati anche per parte del Signor D. Francesco quei rilievi che pensava di poter fare, posto che per l’altra parte mi erano stati partecipati già da più settimane.
Ora però che il Signor D. Francesco me li ha anch’esso fatti tenere, posso conchiudere la mia incombenza soggiungendo quanto segue.
Rispetto ai detti miglioramenti, deterioramenti statomi incaricato di dover stimare separatamente, alcuni li ho indicati, parlando di quelli, che riguardano i caseggiati, ma gli altri, che spettano ai terreni non mi è stato fattibile il poterli distinguere, posto che mi mancava il termine a quo, cioè il loro stato nel tempo che mancò il comun Padre, avendo solo il termine ad quem rilevato in questi ultimi anni dagli agrimensori Grassini e Pinciara, e sebbene averci potuto scandagliare il miglioramento di varie piantagioni di moroni state fatte dal Signor D. Antonio nei diversi beni sopradescritti, ho però omesso di farlo, giudicando che tal miglioria potesse andare a sconto dell’atterramento delle piante, che dal Signor D. Francesco fu detto esser stato fatto dal Signor D. Antonio, il pedume di una delle quali stata tagliata di fresco mi è occorso di vedere nell’atto ch’io stava visitando le terre di Azzate, ma non mi poteva esser facile l’identificare il numero di tutte le altre, che possano essere state atterrate, o per farne legnami d’opera da servire intorno alla Casa da Nobile, o per legna da fuoco, poiché al decorso degli anni dalla morte del comun padre all’atto della mia ricognizione imbarazzava di molto una tal indagine; aggiuntovi, che da una parte
Il Signor D. Francesco ha bensì fatto sul principio qualche istanza toccante l’asserito deterioramento, ma non l’ha poi continuata, cosicché credetti restasse egli appagato dalla contrapposizione dei moroni stati piantati, e da altra parte non mi restava più tempo da potermi trattenere in paese.
Dei detti miglioramenti intorno ai caseggiati, rispetto a quello fatto alla casa da massaro in Erbamolle ne ho espresso il valore al n. 22 della stima, senza però comprenderlo nella medesima, e per riguardo a quelli fatti alla Casa da Nobile restano accennati in vari capi del n. 32 della descrizione, e valutati sotto il medesimo numero, che parla della stima.
Il deterioramento poi fatto alla casa da massaro Giamberini resta spiegato al n. 30 della descrizione, e valutato sotto il detto n. 22 della stima.
Quanto ai rilievi fatti dalle parti, i signori D. Antonio e D. Gio. Battista hanno in primo luogo rilevato che il livello che pagasi sopra i beni di S. Quirico non è perpetuo ma solo a terza generazione masculina, onde siccome di ciò non ero stato cerziorato è convenuto variare il capitale considerato per detti beni, e minorare perciò la stima fattane, poiché tali beni sono di una minor estimazione, subito che l’utile dominio non è trasferibile in persona estranea e ne può cessare il godimento.
E’ stato dai medesimi fatto presente, che i beni di Azzate oltre la piccola contribuzione al Venerando Capitolo di Varese convenuta in vece del vino, del che ne ho avuto a suo luogo il riguardo, sono anche soggetti alla decima del grano sì grosso che minuto, avendo prodotto alcuni attestati comprovanti che detti beni siano sottoposti a dover contribuire allo stesso V. Capitolo la decima quinta parte del raccolto dei grani suddetti. Ma questo suggerimento, di cui ne ho avuto sentore in tempo della visita dei detti beni, non può indurmi a minorarne il loro valore atteso la norma che ho tenuto nel fissargli la rendita, ch’è tale da poter sussistere anche con detto carico.
Hanno altresì suggerito, ch’essendo state dal turbine incorso in Azzate alla sera del giorno 22 luglio prossimo passato sradicate molte piante di noci, moroni ed alberi di castano, tutte piante delle quali ne avrò avuta considerazione nel fissare la cavata,o il capitale, come l’ho avuta difatti, dovessi perciò minorare il valore dei detti beni di Azzate, giacché delle piante atterrate non se ne può ricavare il corrispettivo, attese le molte spese, alle quali non corrisponderebbe ciò che se ne potesse ricavare dalla legna. Ma di questo rilievo ho stimato di non farne conto, sì perché non si prova nè il numero nè l’ubicazione delle dette piante (circostanze che non sarebbero necessarie per averne riguardo nei pezzi rispettivi stati pregiudicati), ma anche perché rifletto che se non ho avute in considerazione quelle, che possa aver fatto atterrare il Signor D. Antonio nei decorsi anni per fare alcuni dei miglioramenti indicati nella Casa da Nobile, il valore delle quali avrebbe dovuto far crescere il capitale dei detti beni, non è giusto ch’io consideri queste in detrimento del capitale medesimo.
Diversi sono poi i rilievi consegnatimi sotto il giorno 12 del corrente dal Signor D. Francesco, ma la maggior parte di essi cade sopra i miglioramenti stati fatti nella Casa da Nobile con denari o dotali o del signor D. Antonio, che da me sono stati considerati produrre un capitale di sole lire 3.457.2.10 tra l’uno e l’altro
Come si vede sotto il n. 32 esprimente il valore della casa suddetta, quando lo speso sarà stato il quadruplo, ed anche più, ma non mi devo io far carico, o di ammetterli o di rigettarli, essendo questo un punto da agitarsi tra le parti avanti all’ill.mo Ministro Delegato, con che mi adulo avere data in ristretto l’evacuazione ad una dozzina di rilievi, che restano sopra tali miglioramenti.
Quanto agli altri dirò ciò che ne sento, omessi però quelli, a cui non sta a me il rispondersi, ma bensì ai signori fratelli, come sarebbe quello che le lire 3.125 state scosse in conto del carico della messa festiva sopra i beni di Erbamolle siano queste state esatte dal figlio e non dal padre, nulla ciò a me suffragando, ma bastandomi sapere che a tali beni incomba tal carico.
Poiché viene rilevata la demolizione seguita del Colombaro, ch’esisteva in detta casa, e dicesi fosse di molto ricavo, mi trovo in debito di dover dire non potersi primieramente negare che presentemente non sia più godibile quel sito, poiché adattato ad abitazione civile, ed in secondo luogo che ho
avuto in considerazione il detto Colombaio, se non in cavata di colombi od altro (so che per altro patisse molta eccezione) almeno relativamente al luogo, che da prima era esistente.
Rispetto ai tre avelli, che si trovano nella casa del massaro Giudici da me supposti di ragione del conduttore, è facile l’evacuazione di tale rilievo, poiché possono stare nella categoria dei mobili.
Per l’allegato deterioramento nella casa goduta dal massaro Giamberini ne appare la risposta al paragrafo “si avverte altresì”, dove ho espresso il valore del detto deterioramento nella somma di lire 200 non ostante la costruzione delle due ali di tetto ivi menzionate.
Del vivaio dei moroni esistente nel Chioso egli è vero, che non ne ho avuto considerazione, ma a me pare, che non si dovesse avere, trattandosi di una cosa che certamente è stata fatta piantare dagli altri due signori Fratelli, ne deve restar soggetta a divisione se non nel caso che avendo il suo effetto la rendita dei conti si vogliono porre nell’uscita le giornate consunte in tal piantagione, la spesa de moroncelli ed altro, e farne partecipe
Il signor D. Francesco, poiché in questo caso verrebbe egli a restare pregiudicato.
Che è quanto mi occorre di dover riferire.

Milano, 27 agosto 1767

Sottoscritto Antonio Berlucchi ingegnere.

Concorda con copia autentica a me esibita, per me vista, letta e collazionata e dopo esibita restituita e per fede.

Ego J.C. Joseph de Millefantis publicus de Collegio Mediolani notarius et causidicus.






D. Stefano Bossi
   |
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   |
D. Gio. Antonio Bossi detto “Passerino”
n. 1534 + 1574
Vivente ed abitante in Azzate nel 1573.
Sp. D. Bianca Carnaghi.
   |
   |
   |
D. Giuseppe Francesco Bossi
n. Azzate 29.8.1570 + 4.3.1630
Sp. a) 28.8.1601 Gerolama Bossi f. Gio. Battista; b) 8.5.1612 Francesca
Bossi f. Alfonso; c) Caledonia Visconti.
   |
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D. Carlo Antonio Bossi detto “Passerino”
n. circa 1613 + Robecchettto 14.3.1673
Sp. 1640 D. Bianca Bossi + Azzate 18.2.1662
   |
   |
   |
D. Gio. Stefano detto Stefano Bossi
n. Azzate 18.6.1644 + Azzate 9.11.1709
Sp. 1671 D. Livia Bossi.
   |
   |
   |
D Gio. Stefano Bossi
n. Azzate 17.1.1697 (no!). (L’albero Cottalorda lo dice invece nato nel
1688 e sposato nel 1712 con Caterina Vinadi all’età dunque di 24 anni.
Tenendo valido l’anno del suo matrimonio (1712, anno che viene
confermato anche dall’istrumento di dote) sembra improbabile che sia
nato nel 1697 poiché si sarebbe sposato all’età di 15 anni! La data di
nascita del 1688 viene anche confermata dalla notificazione dei perticati
del 1719 in cui dichiara di avere 31 anni).
+ Azzate 17.12.1757
Sp. a) 1712 Caterina Vinadi f. cap. Luca + Azzate 20.6.1725; b) 1727
Margherita Cattaneo.
L’impianto del cosiddetto Catasto di Maria Teresa lo dice proprietario
dei mappali n. 840, 841 e 842. Questi stessi mappali più il n. 915 il 4.1.1774
passano ai suoi figli D. Antonio Francesco e D. Gio. Battista.
I recapiti “Pro habitatione” lo dicono abitante a Milano in Porta Orientale
nella Parrocchia di San Babila nel 1712[1], in Porta Orientale nella Parrocchia di S. Stefano fuori Milano nel 1719[2], ad Azzate nel 1728[3] e 1729[4].
   |
   |
   |--- D. Antonio Francesco (Baldassarre) Bossi
   |     n. Azzate 7.10.1717
   |    Fisico collegiato.
   |    Sp. Maria Maddalena Bossi.
   |
   |--- D. Gio. Battista (Gaetano Gaspare) Bossi
         n. Azzate 11.7.1720 + 25.2.1797
         Dottore collegiato.
         Sp. marchesa Laura Brusati f. Gian Pietro.
             |
             |
             |--- D. Bianca Bossi
                   Sp. 1757 D. Pietro Riva.


Il 27 agosto 1767 l’ingegner Antonio Berlucchi redige l’inventario dei beni paterni.






[1] Dall’istrumento di dote del 4 maggio 1712 rogato dal notaio Gio. Battista Mina sotto il n. 82.
[2] Dall’istrumento di ricognizione livellaria rogato dal notaio Francesco Isella sotto il n. 86.
[3] Dall’istrumento di elezione del 23.9.1728 rogato dal notaio Vincenzo Bossi sotto il n. 89
[4] Dall’istrumento di transazione del 211.1.1729 rogato dal notaio Gio. Battista Portabue sotto il n. 87.

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