venerdì 17 aprile 2015

LETTERA DEL CONTE GIULIO CESARE BOSSI IN MERITO ALLA CONFRATERNITA DEI PELLAGROSI




Reverendissimo Signore Signore e Padrone Collendissimo.
Mi rincresce all'estremo averla per collega nella dolorosa Confraternita de Pellagrosi, tuttavia in mezzo alla rincrescevole circostanza mi consolano esser segno di longa vita, il che di vivo cuore desidero si avveri egualmente a V.S. che a me.
Ier l'altro per appunto ricevei l'acclusa, ed io mi son giusto immaginato cagionata la tardanza del noto affare da qualche contrattempo: può dunque V.S. rendere inteso l'Avvocato Reina per la sessione, ed io mi riporto alla conosciuta prudenza di V.S., non solo per il di più, ch’ ella possa villenare, di quanto già le misi in carta, ma ancora per decimare quello, che non conoscesse opportuno di dirle in sessione, così che io non intendo che la si incomodi a parteciparvi proposizione alcuna, ma solo attendo la notizia della convenzione o vogliam dire accomodamento, che si potrà in questa contingenza introdurre.
Per lo stesso Signor Rapazzino, che mi ha puntualmente ricopiata la gentilissima Sua, riceverà la presente, con cui la assicuro della obbligata servitù mia, con sinceramente rassegnarmi a ... comandi.
Di V.S. rev.ma
                          obblig.mo Servitore Vostro Giulio Cesare Bossi


Azzate, 15 giugno 1763

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