domenica 15 marzo 2015

BOSSI SIGNORI DI ODALENGO


Arma: di rosso, al bue d'argento.
Bossi (da Milano) signori di Odalengo Grande; consignori di Bulgaro e Villata, Ottiglio, San Sebastiano e Villadeati.

Sotto il regno di Teodoro II, Odalengo Grande nella prima metà del 1400 viene infeudato parzialmente a Oddino di Montalero ; successivamente il marchese lo darà al signore Giacomo Bossi il 30 agosto 1454; il 30 giugno del 1602 i fratelli Giacomo e Giulio Cesare Bossi lo cederanno ai fratelli Giovanni Battista e Carlo Morra, ugualmente signori; da loro lo acquisterà pochi mesi dopo, il 23 settembre, il mantovano mons. Tullio Petrozanni, nonché presidente del Senato di Casale e ministro di Stato. L’acquisto fatto da quest’ultimo, già detentore del feudo di Villa San Secondo, si inserisce in quel periodo storico chiamato l’”incanto” del monferrato che viene messo all’asta dal duca Vincenzo I Gonzaga per sopperire alle enormi difficoltà finnanziarie in cui versava: diviso in molti più feudi rispetto al periodo del marchesato, all’incanto presero parte molte famiglie patrizie genovesi e mantovane; si spiega in questo modo il passaggio del feudo di Odalengo ad una famiglia mantovana, così come è accaduto, peraltro, per altri feudi limitrofi quali Prospero Gonzaga marchese di Borgo San Martino, Hieronimo Amorotto conte di Treville o Giulio Guerriero conte di Mombello. Odalengo nel 1604 viene descritto da E. Baronino come “feudo intiero della famiglia Bossi, la quale ne era investita in feudo nobile, gentile, avito e paterno, col mero e misto Imperio, possanza della spada, e total giurisdizione, omaggio, fedeltà degli uomini, ragioni del Patronato della Chiesa, regali, forni, acque e loro decorsi, molini e pescagioni, caccie, censi, redditi, taglie, fodri, composizioni, tassazioni, beni, proprietà, edifici, pertinenze, onorevolezze di ogni sorte, con ragione di imporre collette e taglie, gli uomini del Luogo, ed altre preminenze, per sé, suoi eredi, e successori maschi legittimi e naturali da essi discendenti. Ma non è molto che da alcuni de Consorti fu alienato per la metà nelli Ill.mi Signori Carlo e Senatore Gio. Battista Morra fratelli, i quali pochi giorni il suo acquisto, l’hanno venduto, come anche tutti gli altri Signori delle detta Famiglia, a Monsignore Ill.mo Rev.mo Petrozoanni , con lo stesso titolo di Contado, e con primogenitura, e prerogative, oltre le predette, che esso ha su Villa San Secondo suo primo feudo, ed in particolare concessione che, ritrovandosi il medesimo Monsignore in dignità Ecclesiastica, possa eleggere il Capitano della milizia eretta in detto luogo, e deputarvi un luogotenente, un alfiere,dei sergenti,e degli altri ufficiali, quali tali eletti e deputati, come sovra, levare mutare e subrogare, tante volte quante gli piacerà, e con facoltà di riscuotere e convertire in uso proprio tutte le pene, che da’ medesimi Ufficiali e soldati si incorreranno per quali si voglia delitti, ancorché militari, servendo però a’ medesimi soldati i privilegi concessi da S.A. Dopo la vita del medesimo Monsignore il Conte primogenito discendente da lui, e quello che, servata la 27 forma della predetta primogenitura, succederà nel feudo e Contado sia Capitano e goda di tutte le facoltà, come sopra, concesse. Fa fuochi (famiglie) 149, bocche (abitanti) 777, soldati 208 e registro lire 133. Il 19 gennaio 1673 il feudo viene acquistato da Giovanni Gozzani, marchese di Treville e di Perleto, commerciante in ferro; la famiglia Gozzani, oltre al castello, possedeva anche la chiesa ubicata a fianco. Vivendo principalmente tra Torino e Casale, la tenuta di Odalengo Grande da parte dei Gozzani viene vissuta come residenza di campagna.


(Estratto da: Il comune di Odalengo di Serena Bussetti).



Mero et mixto imperio (mero e misto imperio) è una locuzione latina medievale che indicava la delegazione dell’esercizio di tutti i poteri politico, amministrativo, fiscale, militare, giudiziario ad un feudatario. Si tratta della competenza, molto ambita e spesso comprata, di poter esercitare il potere giudicante non solo nelle cause civili, ma anche in quelle penali.


Con lettere patenti 10 marzo 1481 Gio. Aluigi Bossi, consigliere ducale, fu fatto governatore di Pavia ossia commissario con autorità di mero e misto imperio, il quale il 12 dello stesso mese venne al possesso e gli fu dato alloggiamento in cittadella.

(Estratto da: Notizie appartenenti allo storia della sua patria raccolte ed illustrate da Giuseppe Robolini gentiluomo pavese).

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